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Alberto Fornai – Un pittore ritrovato e…il mazzo di carte
Sala Lucio Fontana di Comabbio ospita una mostra antologica di Alberto Fornai
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sala Lucio Fontana di Comabbio ospita una mostra antologica di Alberto Fornai.
Novarese di nascita, milanese d'adozione, fin dagli anni '60/70 la sua pittura è frutto di una
acuta analisi dei grandi temi della vita, degli eventi storici e le sue opere, non solo di quegli
anni ma anche le più recenti, dimostrano una particolare riflessione di carattere sociologico.
I suoi quadri rivelano la sua volontà di esprimere attraverso la pittura un giudizio rivolto alla
realtà dei suoi tempi, mischiando alla vena poetica una buona dose di ironia.
L'effetto pittorico che ne deriva lo colloca tra gli artisti iperealistici ed il linguaggio usato è
privo di ambiguità e di appartenenza culturale.
I dipinti del ciclo “pubblicità anni '60” rivelano inequivocabilmente la sua convinzione che
alcune manifestazioni della nostra società sono state profondamente e negativamente
condizionate dalla pubblicità che ci ha portato all'epoca del consumismo riducendo le persone
a vittime di esso.
Dopo una lunga pausa Fornai ha ripreso da qualche anno a dipingere, ha lasciato Milano ed ha
scelto una residenza sul lago Maggiore dalla quale può continuare le sue osservazioni rivolte
al mondo che lo circonda.
Per dare una rappresentazione della sua pittura, nasce in Fornai l’idea del mazzo di carte da
gioco realizzate in prospettiva di questa mostra in Sala Lucio Fontana. L'artista dà una
personale interpretazione delle immagini che normalmente sono riprodotte in un mazzo di
carte: la regina di cuori o il re di quadri vengono raffigurate da un suo quadro adeguatamente
selezionato. Per ogni carta sceglie lavori dove ci sono figure, così inserisce due personaggi, se
la carta è un due, cinque personaggi, se la carta è un cinque. Di ogni quadro ritaglia solo una
parte, quella dove ci sono le figure. Sul retro della carta inserisce la caratteristica
pavimentazione che normalmente fa da sfondo nelle sue opere.
La mostra proseguirà fino a domenica 25 novembre con il seguente orario:
sabato e domenica dalle ore 10.00 alle 12.30 e dalle ore 16.00 alle 18.30.
Ingresso libero. Catalogo disponibile in sala mostra.
Per info: salaluciofontana@comune.comabbio.va.it - demografici@comune.comabbio.va.it
tel. 0331968572
www.albertofornai.it - albertofornai@gmail.com
Alberto Fornai, biografia.
Il padre di Alberto Fornai, Luca, livornese di nascita, lavorava (in qualità di disegnatore tecnico) alla Spica sempre di Livorno, azienda
specializzata nella fabbricazione di prodotti bellici, che nel 1943, a causa della guerra, fu costretta a trasferirsi in Lombardia a Treviglio,
dove Luca conobbe la futura moglie Lucia Sassi.
I Fornai dopo aver vissuto a Treviglio e Milano, si recarono a Novara, ospiti degli zii di Lucia, dove il 17 Luglio 1947 nacque Alberto.
Dopo tutti questi trasferimenti, nel 1950 la famiglia tornò a Livorno dove il padre riprese il lavoro alla Spica.
La città ebbe una influenza artistica nell’animo di Alberto, perché in quegli anni in ogni ambiente era molto sentita la pittura, grazie a
Fattori ed ai macchiaioli, per non parlare di Modigliani, amato e odiato; poi la frequentazione dei parenti, lo zio Ezio che aveva una bella
casa con molti quadri dell’ottocento, la zia Eugenia che dipingeva, suonava il piano e componeva canzoni, con il padre Carlo Panciatici,
tipico poeta livornese. Senza contare che nel mese di agosto veniva organizzato il Premio Rotonda con esposizioni di quadri in prevalenza
di artisti livornesi.
Nel 1959 la famiglia si trasferisce a Milano, dove il padre viene assunto all’Alfa Romeo in qualità di responsabile delle pubblicazioni
tecniche. Da lui, bravissimo disegnatore tecnico, ma anche artistico, Fornai comincia ad apprendere i primi rudimenti del mestiere,
comprese tecniche di stampa, fotolito, fotografia, pubblicità.
Dopo le medie Fornai si iscrive al Liceo Artistico di Brera. Negli anni 1965/1968 realizza i primi quadri di ispirazione metafisica, infatti è
un grande ammiratore di De Chirico. Rimane comunque nell’ambito della pittura figurativa e paesaggistica con la partecipazione a gare di
pittura estemporanea, come si usava. Dopo le lezioni del liceo, visita le varie gallerie di Brera raccogliendo i cataloghi. Ammira i quadri
dei maggiori pittori italiani dell'epoca ancora viventi, Guttuso, Fiume, Fontana, Cassinari, Rosai, Carrà ecc.
Negli ultimi mesi del 1967 comincia a lavorare per proprio conto nella pubblicità e nelle pubblicazioni tecniche, quando a Gennaio ‘68
parte per il militare, trascorrendone parte a Roma, dove visita più volte il museo di arte moderna, scoprendo le opere di Oscar Schlemmer
e successivamente a Rovereto, sede del museo De Pero, due artisti che influenzeranno la sua pittura di quegli anni.
Terminato il servizio militare riprende a lavorare, come libero professionista e a dipingere.
Si iscrive alla Scuola serale degli Artefici di Brera e successivamente ai corsi di nudo sempre a Brera.
Viene accolto nel gruppo Bagutta che organizza due volte l’anno “La fiera dell’arte di via Bagutta” dove ha la possibilità di esporre e
vendere le proprie opere.
In occasione di Bagutta vende due disegni alla pittrice Felicita Frai, che lo raccomanda ad un suo gallerista. Partecipa ad altre esposizioni
tipo “Piazza Lagosta”, “Il 2 Giugno lungo il Naviglio” e altre che in quegli anni si moltiplicavano intorno a Milano. In queste occasioni
conosce e stringe amicizia con molti pittori.
Tra il1970 e il 1977 apre lo studio in una tipica casa di ringhiera di via Pier della Francesca.
Sono anni di tensioni politiche che influenzano la sua pittura: sagome realizzate a macchie di colore inserite in nude pavimentazioni
(comincia ad usare il fondo a mattonelle blu) per dare un senso di oppressione e solitudine.
Lo studio è un punto di ritrovo con altri pittori dove si discute di problemi sociali e di arte.
Fa alcune personali con galleristi che si accontentano di un cambio quadri.
Nel 1975 viene invitato alla X° Quadriennale di Roma nell'ambito della manifestazione “La nuova generazione” partecipando con tre
quadri: “Uomo che inizia la giornata prendendo un arma”, “Uomo che gioca a tennis” e “Uomo che urla”.
Tra il 1977 e il 2005 il maggiore impegno nel lavoro, che era sempre creativo, lo allontana dalla pittura, portandolo a interessarsi di moto,
auto e in generale di meccanica, a collezionare automodelli e giocattoli, a restaurare un paio di vecchie auto e scrivere dei libri
sull’argomento.
Nel 2005, abbandonata la professione, con la moglie Rina, decidono di trasferirsi nella casa di vacanza vicina al lago Maggiore, vecchia
casa di contadini, ristrutturata, con molto spazio dove riporre le sue collezioni e i quadri rimasti. Termina di scrivere la serie di libri sui
carrozzieri italiani di cui nessuno si era ancora occupato. Nel 2008 riprende a dipingere, usando il fondo a piastrelle su cui inserisce prima
nudi femminili, poi personaggi seduti, auto incidentate ecc.
Come supporto usa tutto quello che gli piace, per esempio cartoni recuperati al supermercato, pannelli di vecchi armadi uniti tra loro.
Nei dipinti su tela predilige il formato quadrato, rifinendoli con un semplice listello di legno.
Oggi Fornai vive e continua a dipingere nella sua casa a Ranco sul lago Maggiore.
Novarese di nascita, milanese d'adozione, fin dagli anni '60/70 la sua pittura è frutto di una
acuta analisi dei grandi temi della vita, degli eventi storici e le sue opere, non solo di quegli
anni ma anche le più recenti, dimostrano una particolare riflessione di carattere sociologico.
I suoi quadri rivelano la sua volontà di esprimere attraverso la pittura un giudizio rivolto alla
realtà dei suoi tempi, mischiando alla vena poetica una buona dose di ironia.
L'effetto pittorico che ne deriva lo colloca tra gli artisti iperealistici ed il linguaggio usato è
privo di ambiguità e di appartenenza culturale.
I dipinti del ciclo “pubblicità anni '60” rivelano inequivocabilmente la sua convinzione che
alcune manifestazioni della nostra società sono state profondamente e negativamente
condizionate dalla pubblicità che ci ha portato all'epoca del consumismo riducendo le persone
a vittime di esso.
Dopo una lunga pausa Fornai ha ripreso da qualche anno a dipingere, ha lasciato Milano ed ha
scelto una residenza sul lago Maggiore dalla quale può continuare le sue osservazioni rivolte
al mondo che lo circonda.
Per dare una rappresentazione della sua pittura, nasce in Fornai l’idea del mazzo di carte da
gioco realizzate in prospettiva di questa mostra in Sala Lucio Fontana. L'artista dà una
personale interpretazione delle immagini che normalmente sono riprodotte in un mazzo di
carte: la regina di cuori o il re di quadri vengono raffigurate da un suo quadro adeguatamente
selezionato. Per ogni carta sceglie lavori dove ci sono figure, così inserisce due personaggi, se
la carta è un due, cinque personaggi, se la carta è un cinque. Di ogni quadro ritaglia solo una
parte, quella dove ci sono le figure. Sul retro della carta inserisce la caratteristica
pavimentazione che normalmente fa da sfondo nelle sue opere.
La mostra proseguirà fino a domenica 25 novembre con il seguente orario:
sabato e domenica dalle ore 10.00 alle 12.30 e dalle ore 16.00 alle 18.30.
Ingresso libero. Catalogo disponibile in sala mostra.
Per info: salaluciofontana@comune.comabbio.va.it - demografici@comune.comabbio.va.it
tel. 0331968572
www.albertofornai.it - albertofornai@gmail.com
Alberto Fornai, biografia.
Il padre di Alberto Fornai, Luca, livornese di nascita, lavorava (in qualità di disegnatore tecnico) alla Spica sempre di Livorno, azienda
specializzata nella fabbricazione di prodotti bellici, che nel 1943, a causa della guerra, fu costretta a trasferirsi in Lombardia a Treviglio,
dove Luca conobbe la futura moglie Lucia Sassi.
I Fornai dopo aver vissuto a Treviglio e Milano, si recarono a Novara, ospiti degli zii di Lucia, dove il 17 Luglio 1947 nacque Alberto.
Dopo tutti questi trasferimenti, nel 1950 la famiglia tornò a Livorno dove il padre riprese il lavoro alla Spica.
La città ebbe una influenza artistica nell’animo di Alberto, perché in quegli anni in ogni ambiente era molto sentita la pittura, grazie a
Fattori ed ai macchiaioli, per non parlare di Modigliani, amato e odiato; poi la frequentazione dei parenti, lo zio Ezio che aveva una bella
casa con molti quadri dell’ottocento, la zia Eugenia che dipingeva, suonava il piano e componeva canzoni, con il padre Carlo Panciatici,
tipico poeta livornese. Senza contare che nel mese di agosto veniva organizzato il Premio Rotonda con esposizioni di quadri in prevalenza
di artisti livornesi.
Nel 1959 la famiglia si trasferisce a Milano, dove il padre viene assunto all’Alfa Romeo in qualità di responsabile delle pubblicazioni
tecniche. Da lui, bravissimo disegnatore tecnico, ma anche artistico, Fornai comincia ad apprendere i primi rudimenti del mestiere,
comprese tecniche di stampa, fotolito, fotografia, pubblicità.
Dopo le medie Fornai si iscrive al Liceo Artistico di Brera. Negli anni 1965/1968 realizza i primi quadri di ispirazione metafisica, infatti è
un grande ammiratore di De Chirico. Rimane comunque nell’ambito della pittura figurativa e paesaggistica con la partecipazione a gare di
pittura estemporanea, come si usava. Dopo le lezioni del liceo, visita le varie gallerie di Brera raccogliendo i cataloghi. Ammira i quadri
dei maggiori pittori italiani dell'epoca ancora viventi, Guttuso, Fiume, Fontana, Cassinari, Rosai, Carrà ecc.
Negli ultimi mesi del 1967 comincia a lavorare per proprio conto nella pubblicità e nelle pubblicazioni tecniche, quando a Gennaio ‘68
parte per il militare, trascorrendone parte a Roma, dove visita più volte il museo di arte moderna, scoprendo le opere di Oscar Schlemmer
e successivamente a Rovereto, sede del museo De Pero, due artisti che influenzeranno la sua pittura di quegli anni.
Terminato il servizio militare riprende a lavorare, come libero professionista e a dipingere.
Si iscrive alla Scuola serale degli Artefici di Brera e successivamente ai corsi di nudo sempre a Brera.
Viene accolto nel gruppo Bagutta che organizza due volte l’anno “La fiera dell’arte di via Bagutta” dove ha la possibilità di esporre e
vendere le proprie opere.
In occasione di Bagutta vende due disegni alla pittrice Felicita Frai, che lo raccomanda ad un suo gallerista. Partecipa ad altre esposizioni
tipo “Piazza Lagosta”, “Il 2 Giugno lungo il Naviglio” e altre che in quegli anni si moltiplicavano intorno a Milano. In queste occasioni
conosce e stringe amicizia con molti pittori.
Tra il1970 e il 1977 apre lo studio in una tipica casa di ringhiera di via Pier della Francesca.
Sono anni di tensioni politiche che influenzano la sua pittura: sagome realizzate a macchie di colore inserite in nude pavimentazioni
(comincia ad usare il fondo a mattonelle blu) per dare un senso di oppressione e solitudine.
Lo studio è un punto di ritrovo con altri pittori dove si discute di problemi sociali e di arte.
Fa alcune personali con galleristi che si accontentano di un cambio quadri.
Nel 1975 viene invitato alla X° Quadriennale di Roma nell'ambito della manifestazione “La nuova generazione” partecipando con tre
quadri: “Uomo che inizia la giornata prendendo un arma”, “Uomo che gioca a tennis” e “Uomo che urla”.
Tra il 1977 e il 2005 il maggiore impegno nel lavoro, che era sempre creativo, lo allontana dalla pittura, portandolo a interessarsi di moto,
auto e in generale di meccanica, a collezionare automodelli e giocattoli, a restaurare un paio di vecchie auto e scrivere dei libri
sull’argomento.
Nel 2005, abbandonata la professione, con la moglie Rina, decidono di trasferirsi nella casa di vacanza vicina al lago Maggiore, vecchia
casa di contadini, ristrutturata, con molto spazio dove riporre le sue collezioni e i quadri rimasti. Termina di scrivere la serie di libri sui
carrozzieri italiani di cui nessuno si era ancora occupato. Nel 2008 riprende a dipingere, usando il fondo a piastrelle su cui inserisce prima
nudi femminili, poi personaggi seduti, auto incidentate ecc.
Come supporto usa tutto quello che gli piace, per esempio cartoni recuperati al supermercato, pannelli di vecchi armadi uniti tra loro.
Nei dipinti su tela predilige il formato quadrato, rifinendoli con un semplice listello di legno.
Oggi Fornai vive e continua a dipingere nella sua casa a Ranco sul lago Maggiore.
17
novembre 2018
Alberto Fornai – Un pittore ritrovato e…il mazzo di carte
Dal 17 al 25 novembre 2018
arte contemporanea
Location
SALA LUCIO FONTANA
Comabbio, Via Giuseppe Garibaldi, 560, (Varese)
Comabbio, Via Giuseppe Garibaldi, 560, (Varese)
Orario di apertura
sabato e domenica dalle ore 10.00 alle 12.30 e dalle ore 16.00 alle 18.30
Vernissage
17 Novembre 2018, h 18
Autore
Curatore