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Alberto Furlani – Apparizioni
In ogni immagine la luce emerge circonfusa da un’ombra generatrice, cristallizzandosi in un oggetto, una casa, una persona, un gesto. Trasfigurati da questo atto generatore, da questo sorgere e formarsi nell’ombra, i soggetti ripresi sembrano davvero ora messaggeri del soprannaturale, ora fugaci figure stupefacenti e stupefatte esse stesse.
Comunicato stampa
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Apparizioni. Nell’eminente dizionario storico del Battaglia (G.D.L.I.), la prima definizione di apparizione è “il manifestarsi (improvviso, inatteso), in forma visibile, di persone, cose soprannaturali (visioni miracolose, allucinazioni, tentazioni demoniache, fantasmi)”; per la seconda “indica forme, figure percepite in una prospettiva di fugacità, di irrealtà, di stupore”.
Tali sono le fotografie di Alberto Furlani, e di fronte ad esse viene davvero da dire, con D’Annunzio, che “ogni apparenza era apparizione ai miei sensi”.
In ogni immagine la luce emerge circonfusa da un'ombra generatrice, cristallizzandosi in un oggetto, una casa, una persona, un gesto. Trasfigurati da questo atto generatore, da questo sorgere e formarsi nell’ombra, i soggetti ripresi sembrano davvero ora messaggeri del soprannaturale, ora fugaci figure stupefacenti e stupefatte esse stesse. In realtà, vivono in un mondo che è bensì del tutto naturale, eppure del tutto autonomo, altro e diverso da quello in cui quei soggetti sono stati ripresi; un mondo ristretto nel rettangolo di ogni fotografia creato esclusivamente dall'abbraccio chimico-fisico di ombra e di luce e dove, quindi, le figure e i soggetti sono solo ombra e luce. Fantasmagorie, appunto; apparizioni.
Le fotografie di Furlani non lasciano immaginare nulla all'infuori dei confini della loro inquadratura. Sono in sé e per sé compiute e solo per sé valgono. E in questo senso, oltre che per l’estrema cura e sapienza della stampa in bianco e nero, si riconnettono all’importante lezione impartita dalla fotografia “pittorica”, o “pittorialismo”, che ha molto contribuito, a cavallo tra l’800 ed il ‘900, ad affermare la fotografia come autonomo mezzo d’espressione artistica. Una lezione, a volte bistrattata dagli storici meno accorti, ma irriducibile e rinnovata, nell’ideologia quando non nelle forme, anche in opere modernissime.
Alberto Furlani , nato a Trieste, veneziano di adozione, ha vissuto la sua infanzia in famiglia di artisti e fotografi. Sin da giovane si è occupato di fotografia anche come organizzatore di incontri, mostre e workshop che hanno arricchito la cultura fotografica della sua città. Ha seguito corsi intensivi con Harnold Neuman, Helmut Newton, Max Koslof, Roberto Salbitani. Sue fotografie sono state pubblicate in riviste italiane e straniere e sono state acquisite in varie collezioni, tra le quali il Museo Ken Damy di Brescia. Dotato di ampia cultura fotografica, è, in particolare, valente maestro di stampa “fine print” in bianco e nero, di cui tiene corsi in Itala e all’estero. E’ in preparazione un suo libro antologico. Vive e lavora a Mestre dove esercita anche la professione di avvocato.
Tali sono le fotografie di Alberto Furlani, e di fronte ad esse viene davvero da dire, con D’Annunzio, che “ogni apparenza era apparizione ai miei sensi”.
In ogni immagine la luce emerge circonfusa da un'ombra generatrice, cristallizzandosi in un oggetto, una casa, una persona, un gesto. Trasfigurati da questo atto generatore, da questo sorgere e formarsi nell’ombra, i soggetti ripresi sembrano davvero ora messaggeri del soprannaturale, ora fugaci figure stupefacenti e stupefatte esse stesse. In realtà, vivono in un mondo che è bensì del tutto naturale, eppure del tutto autonomo, altro e diverso da quello in cui quei soggetti sono stati ripresi; un mondo ristretto nel rettangolo di ogni fotografia creato esclusivamente dall'abbraccio chimico-fisico di ombra e di luce e dove, quindi, le figure e i soggetti sono solo ombra e luce. Fantasmagorie, appunto; apparizioni.
Le fotografie di Furlani non lasciano immaginare nulla all'infuori dei confini della loro inquadratura. Sono in sé e per sé compiute e solo per sé valgono. E in questo senso, oltre che per l’estrema cura e sapienza della stampa in bianco e nero, si riconnettono all’importante lezione impartita dalla fotografia “pittorica”, o “pittorialismo”, che ha molto contribuito, a cavallo tra l’800 ed il ‘900, ad affermare la fotografia come autonomo mezzo d’espressione artistica. Una lezione, a volte bistrattata dagli storici meno accorti, ma irriducibile e rinnovata, nell’ideologia quando non nelle forme, anche in opere modernissime.
Alberto Furlani , nato a Trieste, veneziano di adozione, ha vissuto la sua infanzia in famiglia di artisti e fotografi. Sin da giovane si è occupato di fotografia anche come organizzatore di incontri, mostre e workshop che hanno arricchito la cultura fotografica della sua città. Ha seguito corsi intensivi con Harnold Neuman, Helmut Newton, Max Koslof, Roberto Salbitani. Sue fotografie sono state pubblicate in riviste italiane e straniere e sono state acquisite in varie collezioni, tra le quali il Museo Ken Damy di Brescia. Dotato di ampia cultura fotografica, è, in particolare, valente maestro di stampa “fine print” in bianco e nero, di cui tiene corsi in Itala e all’estero. E’ in preparazione un suo libro antologico. Vive e lavora a Mestre dove esercita anche la professione di avvocato.
14
febbraio 2004
Alberto Furlani – Apparizioni
Dal 14 febbraio al 14 marzo 2004
fotografia
Location
SPAZIO PARAGGI
Treviso, Via Pescatori, 23, (Treviso)
Treviso, Via Pescatori, 23, (Treviso)
Orario di apertura
dal mercoledì alla domenica dalle 16.00 alle20.00 • lunedì e martedì chiuso
Vernissage
14 Febbraio 2004, ore 18.30