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Alberto Giacometti – L’ombra della sera
Dialogo tra due capolavori. Dall’arte etrusca al Novecento. Per la prima volta insieme due icone della storia dell’arte, l’Ombra della sera, capolavoro etrusco del III secolo a.C. e una Femme debout (1952 ca.) di Alberto Giacometti, maestro storico del Novecento, prestata eccezionalmente dalla Fondation Alberto et Annette Giacometti di Parigi.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Per la prima volta insieme due icone della storia dell’arte, l’Ombra della sera, capolavoro etrusco
del III secolo a.C. e una Femme debout (1952 ca.) di Alberto Giacometti, maestro storico del Novecento,
in un evento espositivo inedito, dal forte potere evocativo.
Attraverso il dialogo tra le due opere, così lontane nel tempo eppure così vicine per forza espressiva,
la mostra “ALBERTO GIACOMETTI E L’OMBRA DELLA SERA. Dialogo tra due capolavori. Dall’arte
etrusca al Novecento” intende aprire una riflessione sul rapporto tra arte antica e moderna, sul grande
fascino che l'arte del passato ha esercitato a inizio secolo sugli artisti delle avanguardie e che ha visto
poi in Giacometti un cultore appassionato.
Il Comune di Lecco promuove dal 5 marzo al 15 maggio 2011, con il Patrocinio della Regione Lombardia -
Cultura e della Provincia di Lecco, la mostra “ALBERTO GIACOMETTI E L‟OMBRA DELLA SERA. Dialogo tra
due capolavori. Dall‟arte etrusca al Novecento”, che sarà allestita a Lecco nelle “Scuderie” di Villa Manzoni,
suggestivi spazi espositivi per mostre temporanee.
La mostra, a cura di Chiara Gatti, storica e critica dell’arte, è realizzata in collaborazione con la Fondation
Alberto et Annette Giacometti di Parigi e il Museo Etrusco Guarnacci di Volterra, uno dei più antichi musei
pubblici d’Europa (fondato nel 1761).
A corredo dell’esposizione un catalogo edito da Electa, con interventi critici di Alessandro Furiesi, Direttore del
Museo Etrusco Guarnacci di Volterra, Chiara Gatti, Michele Tavola e Véronique Wiesinger, Direttrice della
Fondation Alberto et Annette Giacometti di Parigi.
La mostra è organizzata con il sostegno di ACEL Service, Artemide, Banca Popolare dell’Emilia Romagna-
Gruppo BPER, DNPR architetti associati. Media partner La Provincia di Lecco.
Attraverso il dialogo tra due capolavori dell’arte statuaria, esposti per la prima volta insieme, quali l’Ombra della
sera, il bronzetto del III secolo a.C. proveniente dal Museo Etrusco Guarnacci di Volterra e una Femme debout
(1952 ca.) di Alberto Giacometti (1901-1966), prestata eccezionalmente dalla Fondation Alberto et Annette
Giacometti di Parigi, la mostra intende proporre al pubblico, per la prima volta, un confronto diffuso
nell'immaginario comune.
Per questo motivo, un nucleo di opere su carta, scelte in sintonia con la Fondation Alberto et Annette
Giacometti di Parigi, riproporrà l'iconografia della figura verticale così come Giacometti la sviluppò in diversi
periodi della sua ricerca. Tra i disegni, si segnala un esemplare del 1949, risalente agli anni in cui l'autore
inaugurò le prime ricerche sull'idea della donna allungata nello spazio e delineata da tracce essenziali ed
evanescenti. L'opera, di grande valore, sarà affiancata da altri disegni dei primi anni Sessanta, oltre a un nucleo
selezionato di litografie originali, derivate, fra le altre, dalla celebre serie Paris sans fin sul tema della città e
delle figure che a Parigi popolano le vie come ombre silenziose, edita nel 1969.
“Un evento per la città di Lecco - sottolinea il Sindaco Virginio Brivio - Due straordinari capolavori a confronto
in un percorso coerente e serrato, di alto valore scientifico e di incredibile forza emotiva. Un evento che ha
ricevuto da parte del Capo dello Stato, Presidente Giorgio Napolitano, un personale «vivo apprezzamento
per l’iniziativa di grande interesse artistico e culturale, che vuole fare conoscere ad un vasto pubblico la
celebre scultura etrusca e il bronzo realizzato dal Maestro Alberto Giacometti, al fine di mettere a
confronto le due opere così lontane nel tempo, ma caratterizzate da una sorprendente affinità legata alla
rappresentazione della figura umana». Le parole che il nostro Presidente della Repubblica ha voluto inviarci
nel suo messaggio ci riempiono di orgoglio per la condivisione giunta da parte della più alta carica dello Stato e
rafforza la soddisfazione di avere effettuato una scelta impegnativa nei confronti di un progetto che consente,
oggi, di poter dire che questo “storico incontro” tra due capolavori accade, per la prima volta, nei suggestivi
spazi espositivi di Villa Manzoni a Lecco.”
UFFICIO STAMPA A.M.I.C.I. - Via Dante, 14 20121 Milano - tel. 02 875483 - fax 02 866795 - info@amici.mi.it
con il Patrocinio di in collaborazione con
“L‟Ombra della Sera è uno degli oggetti più emblematici e rappresentativi del popolo etrusco - afferma
Alessandro Furiesi - Questo bronzetto etrusco dalla figura allungata conservato al Museo Guarnacci di
Volterra è sempre stato uno dei simboli di un popolo considerato fra i più misteriosi della storia. Oggi la ricerca
archeologica ha aumentato le nostre conoscenze sugli etruschi spiegando molti aspetti sconosciuti, lo stesso
vale per l‟Ombra della sera: le nuove ricerche hanno portato alla luce vari aspetti della statua, ma rimangono
ancora lati in ombra che anche gli esperti considerano misteriosi.”
Ma “Giacometti vide l‟Ombra della sera?” E’ a partire da questa domanda, che dà inizio al suo intervento
in catalogo, che Michele Tavola, giovane Assessore alla Cultura del Comune di Lecco, storico dell’arte,
ha formulato le considerazioni e le valutazioni che stanno alla base della scelta, forse coraggiosa, sicuramente
inedita, di realizzare questa mostra nelle Scuderie di Villa Manzoni. “Il dialogo tra i due capolavori, separati da
secoli di storia ma legati da un‟incredibile corrispondenza formale - afferma l’Assessore Tavola - vuole
innanzitutto creare un‟irripetibile aura emotiva: la presenza, nella stessa sala, della Femme debout plasmata da
Giacometti nei primi anni Cinquanta e dell‟Ombra della sera, costituisce indubbiamente un evento storico. Ma è
anche l‟occasione per un‟ulteriore riflessione sulle fonti figurative dell‟arte moderna e contemporanea.
Il bronzetto di età ellenistica, simbolo della civiltà e dell‟arte etrusca,che secondo una (forse) inverosimile
leggenda popolare sarebbe stato battezzato con un nome tanto affascinante addirittura dal Vate Gabriele
D‟Annunzio, evoca con forza le tipiche forme giacomettiane con più di due millenni d‟anticipo.
Ma l‟artista non ha mai fatto esplicito riferimento alla scultura etrusca. Non ci sono quindi prove del fatto che
l‟abbia vista e studiata, ma allo stesso tempo nulla esclude che possa averla effettivamente conosciuta.
Nasce così uno dei misteri più intriganti dell‟arte moderna.”
“Attraverso questo colloquio ideale si potrà rievocare anche quell'affinità che ha legato la ricerca di molti maestri
di inizio secolo al passato più remoto - sottolinea Chiara Gatti - affascinati dalla statuaria arcaica, di cui spesso
hanno ripreso forme e modi espressivi. Nel caso di Giacometti è noto il suo interesse per il passato, la sua
assidua riflessione sull'arte primigenia sviluppata, sin da ragazzo, copiando, a margine dei libri del padre, nella
casa di Stampa, ogni dettaglio dai capolavori d'altre epoche e altre culture. Passando dagli Egizi, ai Caldei, dal
Fayoum a Bisanzio, antichità cui rendeva omaggio ogni domenica nelle sue visite al Louvre, Giacometti si
soffermò raramente sulle opere in arrivo dall'Etruria, anche se - nel corso delle ricerche condotte per la mostra -
sono emersi (grazie alle indicazioni della Fondazione parigina) dati inediti. Come la coppia di disegni tracciati
sul catalogo dell'esposizione Art et Civilisation des Étrusques tenutasi al Louvre nel 1955 e conservato da
Giacometti nella sua libreria. Un dato di cui si dà notizia nei saggi a catalogo, insieme a un'altra testimonianza
scoperta per l'occasione; ovvero un testo dattiloscritto di Giuseppe Marchiori riemerso dall'Archivio Marchiori di
Lendinara in cui il grande critico d'arte definì gli uomini dell'amico scultore «ombre sottili stampate sul selciato di
trachite». Egli paragonò per primo i corpi sottili dell'artista svizzero all'Ombra della sera, definendoli «esili come
guerrieri nuragici, senza lance e scudi, oppure simili all'idolo volterrano, agli uomini della notte».”
Il dibattito su affinità e distanze fra questi due capolavori resta tuttavia aperto.
“Un esame un poco più attento - scrive Véronique Wiesinger - mostra infatti che l‟effetto di „allungamento‟
è il loro unico denominatore comune. Non sappiamo perché gli etruschi abbiano scelto di allungare le loro
sculture - aggiunge Véronique Wiesinger - ma sappiamo perché Giacometti l‟ha fatto: per meglio rendere la
realtà di una figura umana vivente, della sua energia: “un uomo che cammina per strada non pesa niente, in
ogni caso è molto meno pesante dello stesso uomo morto o svenuto. Si tiene in equilibrio sulle sue gambe.
Non si sente il suo peso. È questo, ciò che volevo rendere di maniera incosciente, questa leggerezza, affinando
le mie figure” (…).
La mostra allestita alla Villa Manzoni di Lecco ha ispirato i saggi raccolti nel catalogo Electa che riunisce tali
testimonianze inedite, utili a svelare, affermare e confutare insieme, un enigma ancora da risolvere e aperto
verso nuovi territori d'indagine.
La mostra sarà anche l'occasione per creare un evento parallelo presso il Museo Archeologico a Palazzo
Belgiojoso, dove sarà ulteriormente valorizzata la vetrina con i materiali etruschi, mediante un nuovo
allestimento che prevede pannelli esplicativi, didascalie e schede di sala con approfondimenti. Durante la
mostra saranno offerte visite guidate serali all’esposizione e al Museo Archeologico, condotte dai curatori e dai
responsabili dei musei. Sarà anche organizzata un’attività didattica specifica per i diversi livelli di scolarità, con
visite guidate e laboratori, che coinvolgerà sia la mostra e le sue tematiche, sia il percorso del Museo
Archeologico, con un approfondimento sulla civiltà etrusca.
L’inaugurazione, aperta alla partecipazione del pubblico e alla presenza dell’Assessore Michele Tavola e dei
curatori della mostra, avverrà venerdì 4 marzo, alle ore 18.00, quando tutti potranno ammirare per la prima
volta le due straordinarie opere d’arte esposte insieme.
del III secolo a.C. e una Femme debout (1952 ca.) di Alberto Giacometti, maestro storico del Novecento,
in un evento espositivo inedito, dal forte potere evocativo.
Attraverso il dialogo tra le due opere, così lontane nel tempo eppure così vicine per forza espressiva,
la mostra “ALBERTO GIACOMETTI E L’OMBRA DELLA SERA. Dialogo tra due capolavori. Dall’arte
etrusca al Novecento” intende aprire una riflessione sul rapporto tra arte antica e moderna, sul grande
fascino che l'arte del passato ha esercitato a inizio secolo sugli artisti delle avanguardie e che ha visto
poi in Giacometti un cultore appassionato.
Il Comune di Lecco promuove dal 5 marzo al 15 maggio 2011, con il Patrocinio della Regione Lombardia -
Cultura e della Provincia di Lecco, la mostra “ALBERTO GIACOMETTI E L‟OMBRA DELLA SERA. Dialogo tra
due capolavori. Dall‟arte etrusca al Novecento”, che sarà allestita a Lecco nelle “Scuderie” di Villa Manzoni,
suggestivi spazi espositivi per mostre temporanee.
La mostra, a cura di Chiara Gatti, storica e critica dell’arte, è realizzata in collaborazione con la Fondation
Alberto et Annette Giacometti di Parigi e il Museo Etrusco Guarnacci di Volterra, uno dei più antichi musei
pubblici d’Europa (fondato nel 1761).
A corredo dell’esposizione un catalogo edito da Electa, con interventi critici di Alessandro Furiesi, Direttore del
Museo Etrusco Guarnacci di Volterra, Chiara Gatti, Michele Tavola e Véronique Wiesinger, Direttrice della
Fondation Alberto et Annette Giacometti di Parigi.
La mostra è organizzata con il sostegno di ACEL Service, Artemide, Banca Popolare dell’Emilia Romagna-
Gruppo BPER, DNPR architetti associati. Media partner La Provincia di Lecco.
Attraverso il dialogo tra due capolavori dell’arte statuaria, esposti per la prima volta insieme, quali l’Ombra della
sera, il bronzetto del III secolo a.C. proveniente dal Museo Etrusco Guarnacci di Volterra e una Femme debout
(1952 ca.) di Alberto Giacometti (1901-1966), prestata eccezionalmente dalla Fondation Alberto et Annette
Giacometti di Parigi, la mostra intende proporre al pubblico, per la prima volta, un confronto diffuso
nell'immaginario comune.
Per questo motivo, un nucleo di opere su carta, scelte in sintonia con la Fondation Alberto et Annette
Giacometti di Parigi, riproporrà l'iconografia della figura verticale così come Giacometti la sviluppò in diversi
periodi della sua ricerca. Tra i disegni, si segnala un esemplare del 1949, risalente agli anni in cui l'autore
inaugurò le prime ricerche sull'idea della donna allungata nello spazio e delineata da tracce essenziali ed
evanescenti. L'opera, di grande valore, sarà affiancata da altri disegni dei primi anni Sessanta, oltre a un nucleo
selezionato di litografie originali, derivate, fra le altre, dalla celebre serie Paris sans fin sul tema della città e
delle figure che a Parigi popolano le vie come ombre silenziose, edita nel 1969.
“Un evento per la città di Lecco - sottolinea il Sindaco Virginio Brivio - Due straordinari capolavori a confronto
in un percorso coerente e serrato, di alto valore scientifico e di incredibile forza emotiva. Un evento che ha
ricevuto da parte del Capo dello Stato, Presidente Giorgio Napolitano, un personale «vivo apprezzamento
per l’iniziativa di grande interesse artistico e culturale, che vuole fare conoscere ad un vasto pubblico la
celebre scultura etrusca e il bronzo realizzato dal Maestro Alberto Giacometti, al fine di mettere a
confronto le due opere così lontane nel tempo, ma caratterizzate da una sorprendente affinità legata alla
rappresentazione della figura umana». Le parole che il nostro Presidente della Repubblica ha voluto inviarci
nel suo messaggio ci riempiono di orgoglio per la condivisione giunta da parte della più alta carica dello Stato e
rafforza la soddisfazione di avere effettuato una scelta impegnativa nei confronti di un progetto che consente,
oggi, di poter dire che questo “storico incontro” tra due capolavori accade, per la prima volta, nei suggestivi
spazi espositivi di Villa Manzoni a Lecco.”
UFFICIO STAMPA A.M.I.C.I. - Via Dante, 14 20121 Milano - tel. 02 875483 - fax 02 866795 - info@amici.mi.it
con il Patrocinio di in collaborazione con
“L‟Ombra della Sera è uno degli oggetti più emblematici e rappresentativi del popolo etrusco - afferma
Alessandro Furiesi - Questo bronzetto etrusco dalla figura allungata conservato al Museo Guarnacci di
Volterra è sempre stato uno dei simboli di un popolo considerato fra i più misteriosi della storia. Oggi la ricerca
archeologica ha aumentato le nostre conoscenze sugli etruschi spiegando molti aspetti sconosciuti, lo stesso
vale per l‟Ombra della sera: le nuove ricerche hanno portato alla luce vari aspetti della statua, ma rimangono
ancora lati in ombra che anche gli esperti considerano misteriosi.”
Ma “Giacometti vide l‟Ombra della sera?” E’ a partire da questa domanda, che dà inizio al suo intervento
in catalogo, che Michele Tavola, giovane Assessore alla Cultura del Comune di Lecco, storico dell’arte,
ha formulato le considerazioni e le valutazioni che stanno alla base della scelta, forse coraggiosa, sicuramente
inedita, di realizzare questa mostra nelle Scuderie di Villa Manzoni. “Il dialogo tra i due capolavori, separati da
secoli di storia ma legati da un‟incredibile corrispondenza formale - afferma l’Assessore Tavola - vuole
innanzitutto creare un‟irripetibile aura emotiva: la presenza, nella stessa sala, della Femme debout plasmata da
Giacometti nei primi anni Cinquanta e dell‟Ombra della sera, costituisce indubbiamente un evento storico. Ma è
anche l‟occasione per un‟ulteriore riflessione sulle fonti figurative dell‟arte moderna e contemporanea.
Il bronzetto di età ellenistica, simbolo della civiltà e dell‟arte etrusca,che secondo una (forse) inverosimile
leggenda popolare sarebbe stato battezzato con un nome tanto affascinante addirittura dal Vate Gabriele
D‟Annunzio, evoca con forza le tipiche forme giacomettiane con più di due millenni d‟anticipo.
Ma l‟artista non ha mai fatto esplicito riferimento alla scultura etrusca. Non ci sono quindi prove del fatto che
l‟abbia vista e studiata, ma allo stesso tempo nulla esclude che possa averla effettivamente conosciuta.
Nasce così uno dei misteri più intriganti dell‟arte moderna.”
“Attraverso questo colloquio ideale si potrà rievocare anche quell'affinità che ha legato la ricerca di molti maestri
di inizio secolo al passato più remoto - sottolinea Chiara Gatti - affascinati dalla statuaria arcaica, di cui spesso
hanno ripreso forme e modi espressivi. Nel caso di Giacometti è noto il suo interesse per il passato, la sua
assidua riflessione sull'arte primigenia sviluppata, sin da ragazzo, copiando, a margine dei libri del padre, nella
casa di Stampa, ogni dettaglio dai capolavori d'altre epoche e altre culture. Passando dagli Egizi, ai Caldei, dal
Fayoum a Bisanzio, antichità cui rendeva omaggio ogni domenica nelle sue visite al Louvre, Giacometti si
soffermò raramente sulle opere in arrivo dall'Etruria, anche se - nel corso delle ricerche condotte per la mostra -
sono emersi (grazie alle indicazioni della Fondazione parigina) dati inediti. Come la coppia di disegni tracciati
sul catalogo dell'esposizione Art et Civilisation des Étrusques tenutasi al Louvre nel 1955 e conservato da
Giacometti nella sua libreria. Un dato di cui si dà notizia nei saggi a catalogo, insieme a un'altra testimonianza
scoperta per l'occasione; ovvero un testo dattiloscritto di Giuseppe Marchiori riemerso dall'Archivio Marchiori di
Lendinara in cui il grande critico d'arte definì gli uomini dell'amico scultore «ombre sottili stampate sul selciato di
trachite». Egli paragonò per primo i corpi sottili dell'artista svizzero all'Ombra della sera, definendoli «esili come
guerrieri nuragici, senza lance e scudi, oppure simili all'idolo volterrano, agli uomini della notte».”
Il dibattito su affinità e distanze fra questi due capolavori resta tuttavia aperto.
“Un esame un poco più attento - scrive Véronique Wiesinger - mostra infatti che l‟effetto di „allungamento‟
è il loro unico denominatore comune. Non sappiamo perché gli etruschi abbiano scelto di allungare le loro
sculture - aggiunge Véronique Wiesinger - ma sappiamo perché Giacometti l‟ha fatto: per meglio rendere la
realtà di una figura umana vivente, della sua energia: “un uomo che cammina per strada non pesa niente, in
ogni caso è molto meno pesante dello stesso uomo morto o svenuto. Si tiene in equilibrio sulle sue gambe.
Non si sente il suo peso. È questo, ciò che volevo rendere di maniera incosciente, questa leggerezza, affinando
le mie figure” (…).
La mostra allestita alla Villa Manzoni di Lecco ha ispirato i saggi raccolti nel catalogo Electa che riunisce tali
testimonianze inedite, utili a svelare, affermare e confutare insieme, un enigma ancora da risolvere e aperto
verso nuovi territori d'indagine.
La mostra sarà anche l'occasione per creare un evento parallelo presso il Museo Archeologico a Palazzo
Belgiojoso, dove sarà ulteriormente valorizzata la vetrina con i materiali etruschi, mediante un nuovo
allestimento che prevede pannelli esplicativi, didascalie e schede di sala con approfondimenti. Durante la
mostra saranno offerte visite guidate serali all’esposizione e al Museo Archeologico, condotte dai curatori e dai
responsabili dei musei. Sarà anche organizzata un’attività didattica specifica per i diversi livelli di scolarità, con
visite guidate e laboratori, che coinvolgerà sia la mostra e le sue tematiche, sia il percorso del Museo
Archeologico, con un approfondimento sulla civiltà etrusca.
L’inaugurazione, aperta alla partecipazione del pubblico e alla presenza dell’Assessore Michele Tavola e dei
curatori della mostra, avverrà venerdì 4 marzo, alle ore 18.00, quando tutti potranno ammirare per la prima
volta le due straordinarie opere d’arte esposte insieme.
04
marzo 2011
Alberto Giacometti – L’ombra della sera
Dal 04 marzo al 15 maggio 2011
arte antica
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
VILLA MANZONI – EX SCUDERIE
Lecco, Via Don Luigi Guanella, 1, (Lecco)
Lecco, Via Don Luigi Guanella, 1, (Lecco)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 9.30-17.30 - sabato e domenica 9.30-18.30
chiusura tutti i lunedì, Pasqua e 1 maggio - apertura lunedì 25 aprile 9.30-17.30
Vernissage
4 Marzo 2011, ore 18 su invito
Autore
Curatore