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Alberto Giacometti – Percorsi lombardi
Una novantina di opere fra sculture, dipinti, disegni e incisioni
Comunicato stampa
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C’è un capitolo tutto lombardo della biografia e dell’opera di Giacometti, rimasto spesso in ombra, che si dipana fra Parigi, la Bregaglia, Chiavenna e Milano, e che riguarda i suoi importanti legami di amicizia con diverse personalità, fra cui lo scultore valtellinese Mario Negri, lo scrittore Giorgio Soavi, i critici d’arte Lamberto Vitali, Luigi Carluccio, Franco Russoli, Alberto Martini e Gian Alberto Dell’Acqua, lo stampatore Giorgio Upiglio e il medico Serafino Corbetta.
L’esposizione Alberto Giacometti. Percorsi lombardi giunge ora a documentarlo in tutta la sua interezza attraverso una novantina di opere fra sculture, dipinti, disegni e incisioni - provenienti dalla Fondazione Giacometti e dal Kunsthaus di Zurigo, dalla Fondazione Alberto e Annette Giacometti di Parigi, dal Kunstmuseum di Winterthur, dal Bündner Kunstmuseum di Coira, dalle Civiche Raccolte Bertarelli di Milano, e da numerosi collezionisti privati - oltre a una nutrita sezione di fotografie, lettere e filmati.
La mostra è prodotta dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese in collaborazione con il Comune di Sondrio Museo Valtellinese di Storia e Arte e con il Centro Culturale Svizzero.
Curata da Casimiro Di Crescenzo e Franco Monteforte, la rassegna si tiene a Sondrio dal 20 gennaio 2005, esposta in due sedi: la Galleria Credito Valtellinese e il Museo Valtellinese di Storia ed arte.
"Non furono certo rapporti occasionali o episodici - dice Casimiro Di Crescenzo - quelli di Giacometti con alcune delle personalità più rilevanti della cultura artistica milanese, perché da quei rapporti nacquero opere come i due ritratti a olio di Giorgio Soavi, entrambi presenti in mostra, di cui uno -che Giacometti volle tenere per sé- esposto a Sondrio per la prima volta, o come il dipinto che ritrae il professore Serafino Corbetta, il medico di Chiavenna che ne curava la madre Annetta in Bregaglia".
I percorsi lombardi di Giacometti, infatti, si snodano lungo la direttrice Milano-Chiavenna-Bregaglia dove l’artista tornava spesso a trovare la madre cui rimase intensamente legato tutta la vita. E proprio alla madre è dedicata una straordinaria serie di disegni che comprende, tra gli altri, le Due teste della madre e la Madre dell’artista con la mano sulla fronte, insieme a diversi paesaggi della Val Bregaglia e di interni a Stampa, come il disegno della celebre La Suspension, il lampadario sospeso sopra il grande tavolo della casa paterna attorno a cui si raccoglievano le più intime memorie familiari dell’artista.
Ma il capitolo lombardo della biografia di Giacometti, si apre nel 1957 con l’incontro con Mario Negri, e con l’ultimo periodo della sua produzione artistica richiamato dai due curatori con un gruppo importante di opere: due busti in bronzo della moglie Annette, il busto Chiavenna II, il Lotar II, il ritratto di Caroline -l’ultima modella di Giacometti- prestati dalla Fondazione Alberto e Annette Giacometti di Parigi. Infine, il Busto di donna chiamato anche Mlle Télé, la signorina televisione, proveniente dal Bündner Kunstmuseum di Coira. "Giacometti - racconta Franco Monteforte - lo modellò una sera dopo aver visto alla tv un’annunciatrice, il cui volto l’aveva particolarmente colpito. La testa, il volto, infatti, sono stati sempre al centro dell’interesse artistico di Giacometti, un interesse divenuto con gli anni una vera e propria ossessione da cui nascono i suoi estremi capolavori".
E fu questa ossessione che lo portò a disegnare freneticamente su qualsiasi cosa gli capitasse fra le mani -giornali, libri, tovaglioli- e a copiare i volti delle grandi opere del passato, come il Cristo o l’Autoritratto di Van Gogh, riprodotto da Giacometti nella pagina a fianco dello stesso volume. Grazie a questo oggi appaiono, una di fronte all’altra, due opere di grandi artisti del Novecento: un documento di eccezionale intensità emotiva, raramente esposto.
In mostra è presente un rappresentativo corpus di lettere in gran parte inedite, fra cui spiccano quelle a Mario Negri dove Giacometti si diffonde in considerazioni sulla creatività artistica, sulla sua partecipazione alla Biennale di Venezia e su Picasso.
La sezione dedicata alla documentazione fotografica dei "percorsi lombardi" di Giacometti comprende le storiche fotografie di Henri Cartier-Bresson che ritraggono l’artista in Bregaglia con il professor Corbetta, gli scatti suggestivi di Giorgio Soavi, di Alberto Martini e di Lamberto Vitali, e altre immagini insieme a Mario Negri e a Serafino Corbetta. Fu infatti tramite questi ultimi che Giacometti poté estendere le proprie conoscenze e le proprie amicizie nell’ambiente artistico lombardo, da cui sarebbero poi nate anche due iniziative editoriali, il volume di Luigi Carluccio Alberto Giacometti. Le copie del passato e quello, oggi molto raro, dei Quarantacinque disegni curato da Lamberto Vitali per Einaudi: due libri che Giacometti seguì personalmente, purtroppo usciti postumi, dopo il ’66.
Completano la mostra alcuni suggestivi filmati, fra cui Il sogno di una testa realizzato da Giorgio Soavi e quello memorabile di Ernst Scheidegger girato nel 1965, negli ultimi mesi di vita dell’artista, che fu proiettato per la prima volta a Chiavenna nel febbraio del ’66, a poche settimane dalla morte di Giacometti, di fronte a una platea internazionale di critici, grandi mercanti d’arte e collezionisti giunti in Bregaglia e in Valtellina a rendere omaggio al grande scultore scomparso.
Accompagna la mostra un catalogo con testi di Casimiro Di Crescenzo, Franco Monteforte, Chiara Negri, Angela Dell’Oca direttrice del Museo Valtellinese di Storia e Arte, Beat Stutzer direttore del Bündner Kunstmuseum di Coira e Giorgio Soavi. Una sezione comprende testimonianze e documenti in cui figurano, fra gli altri, saggi e articoli di Alberto Martini e di Mario Negri su Alberto Giacometti, cinque lettere inedite di Giacometti allo stesso Negri e due scritti di Giorgio Soavi e Luigi Carluccio dedicati alla figura di Serafino Corbetta e ai suoi rapporti con Giacometti.
Tutti materiali oggi difficilmente reperibili, particolarmente preziosi per storia della ricezione critica dell’opera di Giacometti in Italia e in Lombardia in particolare.
L’esposizione Alberto Giacometti. Percorsi lombardi giunge ora a documentarlo in tutta la sua interezza attraverso una novantina di opere fra sculture, dipinti, disegni e incisioni - provenienti dalla Fondazione Giacometti e dal Kunsthaus di Zurigo, dalla Fondazione Alberto e Annette Giacometti di Parigi, dal Kunstmuseum di Winterthur, dal Bündner Kunstmuseum di Coira, dalle Civiche Raccolte Bertarelli di Milano, e da numerosi collezionisti privati - oltre a una nutrita sezione di fotografie, lettere e filmati.
La mostra è prodotta dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese in collaborazione con il Comune di Sondrio Museo Valtellinese di Storia e Arte e con il Centro Culturale Svizzero.
Curata da Casimiro Di Crescenzo e Franco Monteforte, la rassegna si tiene a Sondrio dal 20 gennaio 2005, esposta in due sedi: la Galleria Credito Valtellinese e il Museo Valtellinese di Storia ed arte.
"Non furono certo rapporti occasionali o episodici - dice Casimiro Di Crescenzo - quelli di Giacometti con alcune delle personalità più rilevanti della cultura artistica milanese, perché da quei rapporti nacquero opere come i due ritratti a olio di Giorgio Soavi, entrambi presenti in mostra, di cui uno -che Giacometti volle tenere per sé- esposto a Sondrio per la prima volta, o come il dipinto che ritrae il professore Serafino Corbetta, il medico di Chiavenna che ne curava la madre Annetta in Bregaglia".
I percorsi lombardi di Giacometti, infatti, si snodano lungo la direttrice Milano-Chiavenna-Bregaglia dove l’artista tornava spesso a trovare la madre cui rimase intensamente legato tutta la vita. E proprio alla madre è dedicata una straordinaria serie di disegni che comprende, tra gli altri, le Due teste della madre e la Madre dell’artista con la mano sulla fronte, insieme a diversi paesaggi della Val Bregaglia e di interni a Stampa, come il disegno della celebre La Suspension, il lampadario sospeso sopra il grande tavolo della casa paterna attorno a cui si raccoglievano le più intime memorie familiari dell’artista.
Ma il capitolo lombardo della biografia di Giacometti, si apre nel 1957 con l’incontro con Mario Negri, e con l’ultimo periodo della sua produzione artistica richiamato dai due curatori con un gruppo importante di opere: due busti in bronzo della moglie Annette, il busto Chiavenna II, il Lotar II, il ritratto di Caroline -l’ultima modella di Giacometti- prestati dalla Fondazione Alberto e Annette Giacometti di Parigi. Infine, il Busto di donna chiamato anche Mlle Télé, la signorina televisione, proveniente dal Bündner Kunstmuseum di Coira. "Giacometti - racconta Franco Monteforte - lo modellò una sera dopo aver visto alla tv un’annunciatrice, il cui volto l’aveva particolarmente colpito. La testa, il volto, infatti, sono stati sempre al centro dell’interesse artistico di Giacometti, un interesse divenuto con gli anni una vera e propria ossessione da cui nascono i suoi estremi capolavori".
E fu questa ossessione che lo portò a disegnare freneticamente su qualsiasi cosa gli capitasse fra le mani -giornali, libri, tovaglioli- e a copiare i volti delle grandi opere del passato, come il Cristo o l’Autoritratto di Van Gogh, riprodotto da Giacometti nella pagina a fianco dello stesso volume. Grazie a questo oggi appaiono, una di fronte all’altra, due opere di grandi artisti del Novecento: un documento di eccezionale intensità emotiva, raramente esposto.
In mostra è presente un rappresentativo corpus di lettere in gran parte inedite, fra cui spiccano quelle a Mario Negri dove Giacometti si diffonde in considerazioni sulla creatività artistica, sulla sua partecipazione alla Biennale di Venezia e su Picasso.
La sezione dedicata alla documentazione fotografica dei "percorsi lombardi" di Giacometti comprende le storiche fotografie di Henri Cartier-Bresson che ritraggono l’artista in Bregaglia con il professor Corbetta, gli scatti suggestivi di Giorgio Soavi, di Alberto Martini e di Lamberto Vitali, e altre immagini insieme a Mario Negri e a Serafino Corbetta. Fu infatti tramite questi ultimi che Giacometti poté estendere le proprie conoscenze e le proprie amicizie nell’ambiente artistico lombardo, da cui sarebbero poi nate anche due iniziative editoriali, il volume di Luigi Carluccio Alberto Giacometti. Le copie del passato e quello, oggi molto raro, dei Quarantacinque disegni curato da Lamberto Vitali per Einaudi: due libri che Giacometti seguì personalmente, purtroppo usciti postumi, dopo il ’66.
Completano la mostra alcuni suggestivi filmati, fra cui Il sogno di una testa realizzato da Giorgio Soavi e quello memorabile di Ernst Scheidegger girato nel 1965, negli ultimi mesi di vita dell’artista, che fu proiettato per la prima volta a Chiavenna nel febbraio del ’66, a poche settimane dalla morte di Giacometti, di fronte a una platea internazionale di critici, grandi mercanti d’arte e collezionisti giunti in Bregaglia e in Valtellina a rendere omaggio al grande scultore scomparso.
Accompagna la mostra un catalogo con testi di Casimiro Di Crescenzo, Franco Monteforte, Chiara Negri, Angela Dell’Oca direttrice del Museo Valtellinese di Storia e Arte, Beat Stutzer direttore del Bündner Kunstmuseum di Coira e Giorgio Soavi. Una sezione comprende testimonianze e documenti in cui figurano, fra gli altri, saggi e articoli di Alberto Martini e di Mario Negri su Alberto Giacometti, cinque lettere inedite di Giacometti allo stesso Negri e due scritti di Giorgio Soavi e Luigi Carluccio dedicati alla figura di Serafino Corbetta e ai suoi rapporti con Giacometti.
Tutti materiali oggi difficilmente reperibili, particolarmente preziosi per storia della ricezione critica dell’opera di Giacometti in Italia e in Lombardia in particolare.
19
gennaio 2005
Alberto Giacometti – Percorsi lombardi
Dal 19 gennaio al 22 aprile 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA CREDITO VALTELLINESE – PALAZZO SERTOLI
Sondrio, Piazza Quadrivio, 8, (Sondrio)
Sondrio, Piazza Quadrivio, 8, (Sondrio)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10-13 e 14-19. Aperto domeniche 30.1 / 6.2 / 13.2
Vernissage
19 Gennaio 2005, ore 17,30
Ufficio stampa
IRMA BIANCHI
Autore
Curatore