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Alberto Gianquinto – Opere scelte 1962-2003
Sono circa quaranta le opere scelte per raccontare, attraverso i suoi momenti più significativi, dal 1960 alla sua morte, l’arte di Alberto Gianquinto (Venezia 1929 – Jesolo 2003), uno dei più importanti protagonisti dell’arte italiana del secondo Novecento
Comunicato stampa
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Sono circa quaranta le opere scelte per raccontare, attraverso i suoi momenti più significativi, dal 1960 alla sua morte, l’arte di Alberto Gianquinto (Venezia 1929 - Jesolo 2003), uno dei più importanti protagonisti dell’arte italiana del secondo Novecento.
Pittore estremamente colto e intellettuale, socialmente impegnato, ha maturato nel tempo un linguaggio che era chiaro e riconoscibile anche ai suoi esordi. Già nel 1958 Giuseppe Mazzariol lo definiva “una personalità di artista definita e intimamente necessitata”.
La sua pittura parte sempre da un dato oggettivo senza però mai essere realista. Un paesaggio, un bagnante, un omaggio a Guevara: non c’è nulla che venga dichiarato pienamente. Anche quando il pittore dipinge qualcosa di estremamente concreto e a lui vicino, come i potatori o le amate colline asolane, tutto rimane solo suggerito.
In questo processo di poetica evocazione è fondamentale la concezione, e la resa, dello spazio entro il quale vive la composizione. Nell’opera di Gianquinto tutto sta su un solo piano. Non c’è una profondità dichiarata. È uno spazio che non ha terza dimensione, perché vive di pura riflessione interiore. Così sulla tela si deposita solo quel colore che è strettamente necessario. Ma dove l’analisi dell’artista si ferma, perché non oltre deve andare, lì il colore si attenua fin quasi a far emergere la tela che lo sostiene.
È stato detto più volte che Gianquinto è debitore di un luminismo di chiara matrice veneta, e che la drammaticità della sua pittura ha un riferimento non troppo velato al tormento dell’arte di Tintoretto. E che alla fine egli abbia sublimato la lezione di Monet e di Bonnard. Tutto questo vale come aiuto alla critica, ma è forse più onesto riconoscere, con Tassi, che l’opera di Gianquinto non si presta a nessuna definizione esatta, se non forse quella di musicale poesia: in lui “poetico è sempre l’uso del colore, la scelta, la dose e la sostanza del colore, e l’ombra che passa, il gesto che si forma, l’atmosfera e la luce”.
Pittore estremamente colto e intellettuale, socialmente impegnato, ha maturato nel tempo un linguaggio che era chiaro e riconoscibile anche ai suoi esordi. Già nel 1958 Giuseppe Mazzariol lo definiva “una personalità di artista definita e intimamente necessitata”.
La sua pittura parte sempre da un dato oggettivo senza però mai essere realista. Un paesaggio, un bagnante, un omaggio a Guevara: non c’è nulla che venga dichiarato pienamente. Anche quando il pittore dipinge qualcosa di estremamente concreto e a lui vicino, come i potatori o le amate colline asolane, tutto rimane solo suggerito.
In questo processo di poetica evocazione è fondamentale la concezione, e la resa, dello spazio entro il quale vive la composizione. Nell’opera di Gianquinto tutto sta su un solo piano. Non c’è una profondità dichiarata. È uno spazio che non ha terza dimensione, perché vive di pura riflessione interiore. Così sulla tela si deposita solo quel colore che è strettamente necessario. Ma dove l’analisi dell’artista si ferma, perché non oltre deve andare, lì il colore si attenua fin quasi a far emergere la tela che lo sostiene.
È stato detto più volte che Gianquinto è debitore di un luminismo di chiara matrice veneta, e che la drammaticità della sua pittura ha un riferimento non troppo velato al tormento dell’arte di Tintoretto. E che alla fine egli abbia sublimato la lezione di Monet e di Bonnard. Tutto questo vale come aiuto alla critica, ma è forse più onesto riconoscere, con Tassi, che l’opera di Gianquinto non si presta a nessuna definizione esatta, se non forse quella di musicale poesia: in lui “poetico è sempre l’uso del colore, la scelta, la dose e la sostanza del colore, e l’ombra che passa, il gesto che si forma, l’atmosfera e la luce”.
28
ottobre 2006
Alberto Gianquinto – Opere scelte 1962-2003
Dal 28 ottobre 2006 al 17 gennaio 2007
arte contemporanea
Location
GRANDE MIGLIO IN CASTELLO
Brescia, Via Del Castello, 9, (Brescia)
Brescia, Via Del Castello, 9, (Brescia)
Sito web
www.lineadombra.it
Ufficio stampa
STUDIO ESSECI
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