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Alberto Givanni – Africa oltre lo specchio
Il reportage esposto documenta il viaggio del fotoreporter Alberto Givanni nelle zone rurali del Sudafrica, e in particolare nei villaggi di Acornhoek e Tzaneen
Comunicato stampa
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La mostra Africa oltre lo specchio, dopo aver fatto tappa in diverse istituzioni museali italiane, approda al Museo d’Arte Moderna di Gazoldo degli Ippoliti. Il reportage esposto documenta il viaggio del fotoreporter Alberto Givanni nelle zone rurali del Sudafrica, e in particolare nei villaggi di Acornhoek e Tzaneen. L’iniziativa, patrocinata dall’Ambasciata del Sudafrica e dal Comune di Ferrara, è nata in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche e Istituzioni Culturali, il Centro Etnografico Ferrarese e l’Osservatorio Nazionale sulla Fotografia. Una selezione di cinquanta foto tra le oltre duemila commissionate dalla rivista internazionale Nigrizia, sarà dunque visibile dal 7 dicembre nelle sale espositive della prestigiosa sede museale mantovana. A complemento un catalogo, curato da Elisabetta Pozzetti, edito da Minerva Edizioni, con gli interventi significativi di Alex Zanotelli, Missionario Comboniano già direttore di Nigrizia, e di Franco Patruno, critico d’arte e cinematografico dell’Osservatore Romano, nonché direttore dell’Istituto di cultura ferrarese “Casa Cini”.
L’itinerario proposto da Givanni introduce in un contesto esistenziale, problematico e dignitoso allo stesso tempo, in cui lo sguardo non indugia mai nel pietismo ma si traduce in comprensione e condivisione. Il bianco e nero, con arditi tagli, focalizza l’attenzione sui soggetti, li sceglie, li individua e li conosce nelle rughe, nelle pieghe delle mani, nelle vesti un po’ sgualcite. Li accompagna nelle loro giornate: dal lavoro che non fa distinzione tra adulti e bambini, per i quali tenere in mano un piccone e spaccare pietre a otto anni non è così strano; al pranzo fatto di erba bollita in una casa senza tetto. Ma vi è pure la scuola, una struttura di lamiera cocente, e il gioco improvvisato da un pneumatico o da una macchinina costruita con filo di ferro e lattine riciclate. Molti dei bambini fotografati sono orfani, là dove non è l’aids è lo stupro ad abbandonarli. La condizione comune li porta ad essere tutti fratelli, ad essere una grande e solidale famiglia. Negli scatti sussiste la povertà, ma non affiora. Esiste invece una cultura cosciente e orgogliosa della propria storia, sia essa zulu o shangan, che affianca al credo cattolico la tradizione dei Sagoma, interlocutori coi defunti, veggenti dell’anima. Con queste fotografie è dato di accostarsi con rispetto ad una realtà troppe volte liquidata in modo semplicistico e oleografico. Alla fine del percorso espositivo ci si scopre paradossalmente in cammino, a fianco del fotografo.
L’itinerario proposto da Givanni introduce in un contesto esistenziale, problematico e dignitoso allo stesso tempo, in cui lo sguardo non indugia mai nel pietismo ma si traduce in comprensione e condivisione. Il bianco e nero, con arditi tagli, focalizza l’attenzione sui soggetti, li sceglie, li individua e li conosce nelle rughe, nelle pieghe delle mani, nelle vesti un po’ sgualcite. Li accompagna nelle loro giornate: dal lavoro che non fa distinzione tra adulti e bambini, per i quali tenere in mano un piccone e spaccare pietre a otto anni non è così strano; al pranzo fatto di erba bollita in una casa senza tetto. Ma vi è pure la scuola, una struttura di lamiera cocente, e il gioco improvvisato da un pneumatico o da una macchinina costruita con filo di ferro e lattine riciclate. Molti dei bambini fotografati sono orfani, là dove non è l’aids è lo stupro ad abbandonarli. La condizione comune li porta ad essere tutti fratelli, ad essere una grande e solidale famiglia. Negli scatti sussiste la povertà, ma non affiora. Esiste invece una cultura cosciente e orgogliosa della propria storia, sia essa zulu o shangan, che affianca al credo cattolico la tradizione dei Sagoma, interlocutori coi defunti, veggenti dell’anima. Con queste fotografie è dato di accostarsi con rispetto ad una realtà troppe volte liquidata in modo semplicistico e oleografico. Alla fine del percorso espositivo ci si scopre paradossalmente in cammino, a fianco del fotografo.
07
dicembre 2003
Alberto Givanni – Africa oltre lo specchio
Dal 07 al 21 dicembre 2003
fotografia
Location
MAM – MUSEO D’ARTE MODERNA DELL’ALTO MANTOVANO
Gazoldo Degli Ippoliti, Via Guglielmo Marconi, 126, (Mantova)
Gazoldo Degli Ippoliti, Via Guglielmo Marconi, 126, (Mantova)
Orario di apertura
: dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30. Lunedì chiuso
Vernissage
7 Dicembre 2003, ore 11