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Alberto Givanni – Boa Viagem. Reportage dal Mozambico
Le fotografie in bianco e nero documentano il viaggio del fotografo ferrarese -più di settemila chilometri- nello Stato del Mozambico.
Comunicato stampa
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Dopo essere stata ospitata in diversi musei italiani ed essere stata una degli eventi espositivi al Dionysia Festival “La stanza dei giochi: Africa” di Villa Piccolomini a Roma della scorsa estate, la mostra Boa Viagem. Reportage dal Mozambico approda a Gazoldo degli Ippoliti. Una selezione delle fotografie è esposta in contemporanea al Castello di Bratislava per la manifestazione espositiva di “Habari Festival” che itinererà per tutto il 2005 e il 2006 nelle città della Slovacchia. Il reportage realizzato nel febbraio 2003 dal fotoreporter Alberto Givanni verrà dunque allestito negli spazi del Museo d’Arte Moderna dal 6 al 23 gennaio. Il progetto espositivo si avvale della collaborazione della giornalista e critica d’arte mantovana Paola Artoni, mentre la relativa pubblicazione è curata dallo storico della fotografia Italo Zannier e dalla critica d’arte Elisabetta Pozzetti, col patrocinio dell’Ambasciata del Mozambico e in collaborazione con la rivista Nigrizia.
Le fotografie in bianco e nero documentano il viaggio del fotografo ferrarese -più di settemila chilometri- nello Stato del Mozambico. Come scrive Zannier il reportage “compone un limpido mosaico su quella realtà, osservata persino con affetto; uno sguardo che fa pensare agli anni eroici del neorealismo italiano” e aggiunge, nell’introduzione, l'ambasciatore del Mozambico Francisco Elias Paulo Chigarro, le foto “ritraggono gente semplice e umile ma interpretano la vera dinamica di questa società, rispecchiando allo stesso tempo le sfide e le contraddizioni proprie di un paese in via di sviluppo”.
Givanni ha maturato negli ultimi anni grande esperienza nel rapportarsi a realtà difficili, a volte proibitive, perfino rischiose, come nell’ultimo viaggio in Sudan. Dopo anni di fotografia di cronaca – per testate locali e nazionali – la fotografia sociale è venuta di conseguenza insieme all’interesse specifico per l’Africa, terra magnifica e contraddittoria. Al reportage del 2002, sfociato nella pubblicazione Africa oltre lo specchio (edita nel 2002 da Minerva Edizioni, con un testo di Alex Zanotelli) è seguito quello sul Mozambico, ed è di due mesi fa quello realizzato a Nairobi, in particolare nella baraccopoli di Kibeira, e in Sudan, sui monti Nuba. Caratterizzano e distinguono il lavoro fotografico di Alberto Givanni la sensibilità che è partecipe e allo stesso tempo rispettosa, la costruzione dell’immagine ardita e colta, frutto di un’educazione decennale – dalle lezioni del nonno artista, del padre fotografo fino agli studi all’Accademia di Belle Arti di Bologna e Amsterdam -, la curiosità e la copartecipazione agli eventi fotografati, che rendono ogni scatto scevro da superficialità e banalità. Cosa raccontano dunque le fotografie esposte al Museo?
Brani di vita dall’Oceano, quello Indiano, all’entroterra, fino allo Zimbabwe, da Maputo a Nacala. Luoghi tanto magnifici quanto surreali, tanto improbabili quanto reali. Dalla discarica di Maputo e dunque dalla difficile condizione di sopravvivenza in special modo dei bambini, che della montagna di rifiuti hanno fatto la loro casa, alla suggestiva spiaggia di Beira, dove neri relitti incombono sul brulicante commercio del pesce, fino al mercato denso di umori e vita di Nampula, in cui, accanto a prodotti di internazionale distribuzione, sopravvivono antiche tradizioni alimentari, fino all’intensa narrazione articolata nelle sale dell’ospedale di Alua, poche stanze e una rimessa che funge da sala d’attesa. Si succedono gli scatti realizzati a Tete, Carapira, Mucumbura, Mamelane, Nacala e Boroma, e in zone normalmente considerate irraggiungibili, come i villaggi nascosti nelle foreste ai confini dello Zimbabwe. Scatti che fermano una vita scandita da un tempo molto differente da quello occidentale. Le lezioni di sartoria, destinate agli uomini, assecondano ritmi ancora del tutto artigianali, dove la produzione si regge sulla metodica e attenta laboriosità di ago e filo. I maestri insegnano al di sotto di un capanno fatiscente o in una scuola, con la vecchia Singer disegnata a gessetto sulla lavagna.
Che cosa significa esporre un reportage di tale tipo? Forse perché non si perda memoria di questa realtà, nel tritatutto di una rampante globalizzazione, e perché non si alimentino ulteriori inammissibili sacche di emarginazione. Del resto ancora citando Zannier: “I fotografi "africani" come Givanni sanno di essere in qualche modo "utili", sempre che si voglia riconoscere alla fotografia non soltanto la sua ovvia qualità di testimone (e non di mero documento), ma anche la sua fondamentale qualità estetica e poetica, dove infine si può trovare una più attendibile verità”.
Catalogo:
Il libro “Boa viagem. Reportage dal Mozambico” documenta il reportage realizzato dal fotoreporter Alberto Givanni nel Mozambico, è curato da Italo Zannier ed Elisabetta Pozzetti, patrocinato dall’Ambasciata del Mozambico, in collaborazione con la rivista Nigrizia, con i testi (italiano-inglese) dell’Ambasciatore Francisco Elias Paulo Chigarro, dello storico della fotografia, Italo Zannier, del critico Elisabetta Pozzetti e della giornalista Paola Artoni. Il formato chiuso del libro è di 24x28 cm, 74 immagini, 104 pagine. Edito nel 2004 da Minerva Edizioni. Il prezzo è di 13 euro. Il 20% di tale cifra, ovvero i diritti d’autore del fotografo, sono devoluti al “Progetto appoggio scuola comunitaria Benfica di Maputo”.
Chi è Alberto Givanni
All’Accademia di Belle Arti di Bologna frequenta le lezioni di Ken Damy, sviluppando ricerche sperimentali sui materiali di stampa. Diplomatosi, perfeziona gli studi grafici e pittorici all’Accademia di Belle Arti di Amsterdam, in Olanda.
Fotografo professionista da dieci anni, ha lavorato per testate nazionali e internazionali nei settori della cronaca e dello sport. Per la redazione di Nigrizia ha realizzato nel 2002 un’ampia documentazione fotografica dei centri rurali in Sudafrica, pubblicata lo stesso anno nel libro Africa oltre lo specchio edito da Minerva Edizioni, curato da Elisabetta Pozzetti con i testi di Alex Zanotelli e Franco Patruno.
L’anno seguente ha approfondito le differenti tematiche sociali presenti nel Mozambico, sfociate nel 2004, per i tipi della Minerva Edizioni, nel volume Boa Viagem. Reportage dal Mozambico, curato da Italo Zannier ed Elisabetta Pozzetti.
Di prossima pubblicazione i reportage realizzati in Kenya, nelle baraccopoli di Nairobi, e in Sudan sui Monti Nuba.
Sponsor pubblicazione:
Fondazione Cassa di Risparmio di Cento
Cassa di Risparmio di Cento
Enti partner della pubblicazione:
Pinacoteca Civica di Pieve di Cento (Bologna)
Museo “Il Correggio” di Palazzo dei Principi di Correggio (Reggio Emilia)
Museo d’Arte Moderna e Associazione Postumia di Gazoldo degli Ippoliti (Mantova)
Istituto di Cultura “Casa G.Cini” di Ferrara
Arte Quadro s.n.c. di San Felice sul Panaro (Modena)
Le fotografie in bianco e nero documentano il viaggio del fotografo ferrarese -più di settemila chilometri- nello Stato del Mozambico. Come scrive Zannier il reportage “compone un limpido mosaico su quella realtà, osservata persino con affetto; uno sguardo che fa pensare agli anni eroici del neorealismo italiano” e aggiunge, nell’introduzione, l'ambasciatore del Mozambico Francisco Elias Paulo Chigarro, le foto “ritraggono gente semplice e umile ma interpretano la vera dinamica di questa società, rispecchiando allo stesso tempo le sfide e le contraddizioni proprie di un paese in via di sviluppo”.
Givanni ha maturato negli ultimi anni grande esperienza nel rapportarsi a realtà difficili, a volte proibitive, perfino rischiose, come nell’ultimo viaggio in Sudan. Dopo anni di fotografia di cronaca – per testate locali e nazionali – la fotografia sociale è venuta di conseguenza insieme all’interesse specifico per l’Africa, terra magnifica e contraddittoria. Al reportage del 2002, sfociato nella pubblicazione Africa oltre lo specchio (edita nel 2002 da Minerva Edizioni, con un testo di Alex Zanotelli) è seguito quello sul Mozambico, ed è di due mesi fa quello realizzato a Nairobi, in particolare nella baraccopoli di Kibeira, e in Sudan, sui monti Nuba. Caratterizzano e distinguono il lavoro fotografico di Alberto Givanni la sensibilità che è partecipe e allo stesso tempo rispettosa, la costruzione dell’immagine ardita e colta, frutto di un’educazione decennale – dalle lezioni del nonno artista, del padre fotografo fino agli studi all’Accademia di Belle Arti di Bologna e Amsterdam -, la curiosità e la copartecipazione agli eventi fotografati, che rendono ogni scatto scevro da superficialità e banalità. Cosa raccontano dunque le fotografie esposte al Museo?
Brani di vita dall’Oceano, quello Indiano, all’entroterra, fino allo Zimbabwe, da Maputo a Nacala. Luoghi tanto magnifici quanto surreali, tanto improbabili quanto reali. Dalla discarica di Maputo e dunque dalla difficile condizione di sopravvivenza in special modo dei bambini, che della montagna di rifiuti hanno fatto la loro casa, alla suggestiva spiaggia di Beira, dove neri relitti incombono sul brulicante commercio del pesce, fino al mercato denso di umori e vita di Nampula, in cui, accanto a prodotti di internazionale distribuzione, sopravvivono antiche tradizioni alimentari, fino all’intensa narrazione articolata nelle sale dell’ospedale di Alua, poche stanze e una rimessa che funge da sala d’attesa. Si succedono gli scatti realizzati a Tete, Carapira, Mucumbura, Mamelane, Nacala e Boroma, e in zone normalmente considerate irraggiungibili, come i villaggi nascosti nelle foreste ai confini dello Zimbabwe. Scatti che fermano una vita scandita da un tempo molto differente da quello occidentale. Le lezioni di sartoria, destinate agli uomini, assecondano ritmi ancora del tutto artigianali, dove la produzione si regge sulla metodica e attenta laboriosità di ago e filo. I maestri insegnano al di sotto di un capanno fatiscente o in una scuola, con la vecchia Singer disegnata a gessetto sulla lavagna.
Che cosa significa esporre un reportage di tale tipo? Forse perché non si perda memoria di questa realtà, nel tritatutto di una rampante globalizzazione, e perché non si alimentino ulteriori inammissibili sacche di emarginazione. Del resto ancora citando Zannier: “I fotografi "africani" come Givanni sanno di essere in qualche modo "utili", sempre che si voglia riconoscere alla fotografia non soltanto la sua ovvia qualità di testimone (e non di mero documento), ma anche la sua fondamentale qualità estetica e poetica, dove infine si può trovare una più attendibile verità”.
Catalogo:
Il libro “Boa viagem. Reportage dal Mozambico” documenta il reportage realizzato dal fotoreporter Alberto Givanni nel Mozambico, è curato da Italo Zannier ed Elisabetta Pozzetti, patrocinato dall’Ambasciata del Mozambico, in collaborazione con la rivista Nigrizia, con i testi (italiano-inglese) dell’Ambasciatore Francisco Elias Paulo Chigarro, dello storico della fotografia, Italo Zannier, del critico Elisabetta Pozzetti e della giornalista Paola Artoni. Il formato chiuso del libro è di 24x28 cm, 74 immagini, 104 pagine. Edito nel 2004 da Minerva Edizioni. Il prezzo è di 13 euro. Il 20% di tale cifra, ovvero i diritti d’autore del fotografo, sono devoluti al “Progetto appoggio scuola comunitaria Benfica di Maputo”.
Chi è Alberto Givanni
All’Accademia di Belle Arti di Bologna frequenta le lezioni di Ken Damy, sviluppando ricerche sperimentali sui materiali di stampa. Diplomatosi, perfeziona gli studi grafici e pittorici all’Accademia di Belle Arti di Amsterdam, in Olanda.
Fotografo professionista da dieci anni, ha lavorato per testate nazionali e internazionali nei settori della cronaca e dello sport. Per la redazione di Nigrizia ha realizzato nel 2002 un’ampia documentazione fotografica dei centri rurali in Sudafrica, pubblicata lo stesso anno nel libro Africa oltre lo specchio edito da Minerva Edizioni, curato da Elisabetta Pozzetti con i testi di Alex Zanotelli e Franco Patruno.
L’anno seguente ha approfondito le differenti tematiche sociali presenti nel Mozambico, sfociate nel 2004, per i tipi della Minerva Edizioni, nel volume Boa Viagem. Reportage dal Mozambico, curato da Italo Zannier ed Elisabetta Pozzetti.
Di prossima pubblicazione i reportage realizzati in Kenya, nelle baraccopoli di Nairobi, e in Sudan sui Monti Nuba.
Sponsor pubblicazione:
Fondazione Cassa di Risparmio di Cento
Cassa di Risparmio di Cento
Enti partner della pubblicazione:
Pinacoteca Civica di Pieve di Cento (Bologna)
Museo “Il Correggio” di Palazzo dei Principi di Correggio (Reggio Emilia)
Museo d’Arte Moderna e Associazione Postumia di Gazoldo degli Ippoliti (Mantova)
Istituto di Cultura “Casa G.Cini” di Ferrara
Arte Quadro s.n.c. di San Felice sul Panaro (Modena)
06
gennaio 2005
Alberto Givanni – Boa Viagem. Reportage dal Mozambico
Dal 06 al 23 gennaio 2005
fotografia
Location
MAM – MUSEO D’ARTE MODERNA DELL’ALTO MANTOVANO
Gazoldo Degli Ippoliti, Via Guglielmo Marconi, 126, (Mantova)
Gazoldo Degli Ippoliti, Via Guglielmo Marconi, 126, (Mantova)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30. Lunedì chiuso
Vernissage
6 Gennaio 2005, ore 18
Sito web
www.albertogivanni.com
Autore
Curatore