Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Alberto Magnelli
una ventina di oli su tela di grandi dimensioni e dieci disegni
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 23 marzo al 27 maggio 2006, alla Galleria Fonte d’ Abisso di Milano si terrà la mostra “Alberto Magnelli” che presenta una ventina di oli su tela di grandi dimensioni e dieci disegni.
La mostra, curata da Danna Battaglia Olgiati, si avvale della presentazione in catalogo di Daniel Abadie, già direttore del museo del “Jeu de Paume” di Parigi, il maggior conoscitore del lavoro di Magnelli.
L’esposizione è suddivisa in due sezioni cronologiche: dal 1913 al 1919 e dal 1932 al 1968. La caratteristica delle opere del primo periodo non è tanto la rappresentazione del soggetto, quanto la preoccupazione della costruzione. Il linguaggio, già astratto nella sua formulazione a tinte unite e forti, sarà spinto da Magnelli in quella direzione fino alle estreme conseguenze.
Negli anni Dieci del Novecento, il mondo dell’arte scopre l’astrazione. La posizione di Magnelli resta tuttavia particolare: da un lato, il pittore fiorentino si sentiva saldamente ancorato alla grande tradizione artistica della sua città; dall’altro, si apriva con entusiasmo alle Avanguardie e in particolare ai Futuristi, tra cui Carrà, Boccioni, Marinetti, Soffici, con i quali ebbe legami di amicizia. La sua fedeltà al binomio ‘tradizione–innovazione’ non gli consentì di compenetrarsi totalmente nelle idee futuriste di rifiuto del passato; inoltre le sue opere mantengono un’originalità e un’autonomia anche rispetto alla lezione dei cubisti e a quella di Robert Delaunay e di Kandinskij.
Le nature morte del 1914, le figure stilizzate del 1916 - 17 e le esplosioni liriche del 1918 - 19 rappresentano splendidamente in questa esposizione un segnale di continuità: sempre classico, pur nella costante ricerca astratta, la qualità specifica dei lavori di Magnelli è costituita dalla sapiente stesura del colore.
Il percorso espositivo prosegue a partire dal 1932 con due pitture della serie delle “pietre”, ovvero costruzioni antropomorfe ispirate ai massi di Carrara, che lo porteranno sempre più lontano dagli aspetti figurativi. Queste opere segnano il passaggio verso un’adesione definitiva all’astrazione. E proprio i lavori degli anni Trenta, degli anni Cinquanta, e degli anni Sessanta, rappresentati in questa mostra da opere molto significative lo collocano tra i grandi maestri dell’astrattismo in Europa.
Catalogo Silvana Editoriale.
ALBERTO MAGNELLI (Firenze, 1888 - Meudon, Parigi 1971)
Verso il 1911 si avvicina agli intellettuali e agli artisti che fanno capo alla rivista “La Voce”. Con Aldo Palazzeschi nel 1914 si reca a Parigi. Grazie a questo soggiorno scopre il movimento cubista e frequenta Apollinaire, Picasso, Max Jacob, Gris, Matisse. Tornato in Italia, fra il 1915 e il 1918 (anno delle “Explosions Lyriques”), realizza alcune serie di opere astratte. La pittura figurativa del dopoguerra - incentrata sul paesaggio e su temi di vita contadina - richiama l’originaria passione per i primitivi toscani. Fra il 1931 - anno in cui si trasferisce definitivamente a Parigi - e il 1934 realizza la serie di dipinti denominati “Pierres”, che segna un ritorno all’astrazione, incentrata anche in seguito sulla ricerca di equilibri cromatici e ritmi interni delle forme. Espone le “Pierres” nella prima personale parigina, da Pierre Loeb. A Parigi si unisce al gruppo “Abstraction-Création”; nella seconda metà degli anni Trenta espone anche a Milano alla Galleria del Milione. Nel 1937 espone alla mostra “Origines et Développement de l’Art International Indépendent” al Jeu de Paume, e tiene la prima personale a New York, alle Boyer Galleries. Nel 1939, alla Galerie Charpentier, è presente al “Salon de Réalités Nouvelles”; parteciperà anche alle edizioni del dopoguerra. Durante l’occupazione nazista, Magnelli vive in Provenza in compagnia della moglie e dei coniugi Arp e Delaunay. Nel 1945 espone tre opere alla mostra “Art Concret”, allestita alla Galerie Drouin. Nella stessa galleria tiene una grande retrospettiva nel 1947. Consacrato come uno dei grandi maestri dell’astrattismo internazionale, gli verranno dedicate sale personali alle Biennali di Venezia del 1950 e del 1960.
La mostra, curata da Danna Battaglia Olgiati, si avvale della presentazione in catalogo di Daniel Abadie, già direttore del museo del “Jeu de Paume” di Parigi, il maggior conoscitore del lavoro di Magnelli.
L’esposizione è suddivisa in due sezioni cronologiche: dal 1913 al 1919 e dal 1932 al 1968. La caratteristica delle opere del primo periodo non è tanto la rappresentazione del soggetto, quanto la preoccupazione della costruzione. Il linguaggio, già astratto nella sua formulazione a tinte unite e forti, sarà spinto da Magnelli in quella direzione fino alle estreme conseguenze.
Negli anni Dieci del Novecento, il mondo dell’arte scopre l’astrazione. La posizione di Magnelli resta tuttavia particolare: da un lato, il pittore fiorentino si sentiva saldamente ancorato alla grande tradizione artistica della sua città; dall’altro, si apriva con entusiasmo alle Avanguardie e in particolare ai Futuristi, tra cui Carrà, Boccioni, Marinetti, Soffici, con i quali ebbe legami di amicizia. La sua fedeltà al binomio ‘tradizione–innovazione’ non gli consentì di compenetrarsi totalmente nelle idee futuriste di rifiuto del passato; inoltre le sue opere mantengono un’originalità e un’autonomia anche rispetto alla lezione dei cubisti e a quella di Robert Delaunay e di Kandinskij.
Le nature morte del 1914, le figure stilizzate del 1916 - 17 e le esplosioni liriche del 1918 - 19 rappresentano splendidamente in questa esposizione un segnale di continuità: sempre classico, pur nella costante ricerca astratta, la qualità specifica dei lavori di Magnelli è costituita dalla sapiente stesura del colore.
Il percorso espositivo prosegue a partire dal 1932 con due pitture della serie delle “pietre”, ovvero costruzioni antropomorfe ispirate ai massi di Carrara, che lo porteranno sempre più lontano dagli aspetti figurativi. Queste opere segnano il passaggio verso un’adesione definitiva all’astrazione. E proprio i lavori degli anni Trenta, degli anni Cinquanta, e degli anni Sessanta, rappresentati in questa mostra da opere molto significative lo collocano tra i grandi maestri dell’astrattismo in Europa.
Catalogo Silvana Editoriale.
ALBERTO MAGNELLI (Firenze, 1888 - Meudon, Parigi 1971)
Verso il 1911 si avvicina agli intellettuali e agli artisti che fanno capo alla rivista “La Voce”. Con Aldo Palazzeschi nel 1914 si reca a Parigi. Grazie a questo soggiorno scopre il movimento cubista e frequenta Apollinaire, Picasso, Max Jacob, Gris, Matisse. Tornato in Italia, fra il 1915 e il 1918 (anno delle “Explosions Lyriques”), realizza alcune serie di opere astratte. La pittura figurativa del dopoguerra - incentrata sul paesaggio e su temi di vita contadina - richiama l’originaria passione per i primitivi toscani. Fra il 1931 - anno in cui si trasferisce definitivamente a Parigi - e il 1934 realizza la serie di dipinti denominati “Pierres”, che segna un ritorno all’astrazione, incentrata anche in seguito sulla ricerca di equilibri cromatici e ritmi interni delle forme. Espone le “Pierres” nella prima personale parigina, da Pierre Loeb. A Parigi si unisce al gruppo “Abstraction-Création”; nella seconda metà degli anni Trenta espone anche a Milano alla Galleria del Milione. Nel 1937 espone alla mostra “Origines et Développement de l’Art International Indépendent” al Jeu de Paume, e tiene la prima personale a New York, alle Boyer Galleries. Nel 1939, alla Galerie Charpentier, è presente al “Salon de Réalités Nouvelles”; parteciperà anche alle edizioni del dopoguerra. Durante l’occupazione nazista, Magnelli vive in Provenza in compagnia della moglie e dei coniugi Arp e Delaunay. Nel 1945 espone tre opere alla mostra “Art Concret”, allestita alla Galerie Drouin. Nella stessa galleria tiene una grande retrospettiva nel 1947. Consacrato come uno dei grandi maestri dell’astrattismo internazionale, gli verranno dedicate sale personali alle Biennali di Venezia del 1950 e del 1960.
23
marzo 2006
Alberto Magnelli
Dal 23 marzo al 27 maggio 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA FONTE D’ABISSO
Milano, Via Del Carmine, 7, (Milano)
Milano, Via Del Carmine, 7, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10.30-13 e 15.30-19
Vernissage
23 Marzo 2006, ore 18.30
Editore
SILVANA EDITORIALE
Ufficio stampa
CLP
Autore
Curatore