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Alberto Savinio – Savinio. Sogno per sogno
La mostra è composta da cinquantuno disegni di Andrea de Chirico, alias Alberto Savinio (Atene, 1891 – Roma, 1952), fratello minore di Giorgio de Chirico. Si tratta di una delle più ampie rassegne dedicate alla sua opera grafica, che spazia da un acquarello del 1925 circa, raffigurante un faro su cui si arrampica un gigante, ovvero dagli esordi della sua pittura che venne esposta per la prima volta a Parigi e subito esaltata da Bréton e dal gruppo surrealista, fino ai costumi di scena elaborati per il Teatro alla Scala nel 1951
Comunicato stampa
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Sarà inaugurata venerdì 4 dicembre alle ore 18.00 presso la Galleria d’Arte Moderna di Udine la mostra “Savinio, sogno per sogno”, composta da cinquantuno disegni di Andrea de Chirico, alias Alberto Savinio (Atene, 1891 – Roma, 1952), fratello minore di Giorgio de Chirico. Si tratta di una delle più ampie rassegne dedicate alla sua opera grafica, che spazia da un acquarello del 1925 circa, raffigurante un faro su cui si arrampica un gigante, ovvero dagli esordi della sua pittura che venne esposta per la prima volta a Parigi e subito esaltata da Bréton e dal gruppo surrealista, fino ai costumi di scena elaborati per il Teatro alla Scala nel 1951, permettendo di addentrarsi nell’immaginario di uno degli artisti europei che più hanno arricchito di fantasia e invenzione la pittura e la letteratura contemporanea.
Il disegno a matita, a inchiostro, spesso con il ricorso all’acquarello e al pastello, fissa l’apparire di un’immagine, cerca nuove strade, divaga, ma anche, per Savinio, poeta e teorico della Metafisica accanto al fratello Giorgio, è lo strumento primo per dare corpo a immagini sconosciute, nate tra sogno e veglia, a occhi socchiusi, come scrive lo stesso artista: "Per capire i sogni non dobbiamo portare nel sogno la nostra sapienza, ma lasciare che il sogno porti in noi la sua sapienza" .
Tra i disegni più interessanti figurano gli studi preparatori per l’Autoritratto giovanile, del 1926, studi di figura generatori dei suoi esseri corpulenti come i gladiatori, lo studio per Penelope, per la Vergine, del 1931, tanti ritratti, particolari, schizzi, prime idee per l’Aquilone, del 1932, costumi per il Teatro, in particolare per la sua stessa opera come la tragicommedia La Vita dell’Uomo. In mostra anche disegni finitissimi, acquerellati, come Venere che indica a Enea il suo destino, del 1938, ma anche minuscoli sogni tratteggiati a matita con un guizzo chiaroscurato, che fissano profili di isolotti a simboleggiare il desiderio di un luogo “altro”, meta di un sogno-desiderio lontano, esotico, punteggiato di stelle.
Il catalogo che accompagna la mostra, curato da Luigi Cavallo per le edizioni La Scaletta di San Polo d’Enza di Giorgio Chierici, raccoglie oltre un centinaio di disegni, riassumendo e ampliando le lunghe ricerche e studi sull’artista condotti in modo memorabile da Pia Vivarelli, curatrice del catalogo generale dell’opera di Savinio.
All’interno della mostra, curata da Isabella Reale in collaborazione con Giorgio Chierici, non mancano i confronti con le opere di Savinio esposte alla Galleria d’Arte Moderna di Udine nella raccolta di Maria Luisa Astaldi che dell’artista fu la prima collezionista italiana condividendone la passione letteraria e una frequentazione molto stretta: in particolare la famosa Promenade, del 1947, dove centauro e centauressa passeggiano accoppiati lungo la riva del mare, incarnando la benevolenza appagata degli eroi del mito greco, disegnata nel 1947 con una tecnica finitissima, si affianca al dipinto Madamoiselle Centaure della collezione Astaldi, uno dei più ironici e surreali ritratti frutto della metamorfosi tra donna e cavallo.
Ai disegni esposti, provenienti per lo più dalla collezione di Alberto Magnelli, amico di Savinio fin dai tempi parigini, si è aggiunto recentemente un inedito studio per il personaggio shakespeariano di Ariel, coloratissimo spiritello generato dal processo metamorfico di perfezionamento della biologia dove i mostri infantili si umanizzano e gli uomini viceversa si bestializzano per visualizzare i loro caratteri e i loro difetti, secondo la personalissima ritrattistica messa a punto da Savinio. Durante la mostra e in particolare ogni lunedì si terranno visite guidate e letture dedicate al multiforme ingegno di Savinio.
Biografia
Alberto Savinio (Andrea De Chirico) nasce ad Atene nel 1891 da genitori italiani e per distinguersi dal fratello maggiore Giorgio de Chirico assumerà nel 1914 lo pseudonimo di Savinio. Nel 1903 di diploma al Conservatorio di Atene e nel 1905 con la madre e il fratello si trasferisce a Monaco di Baviera, dove si dedica allo studio dell’armonia mentre Giorgio frequenta l’Accademia. Dopo un breve periodo a Milano, nel 1910 è a Parigi, dove entra in contatto con i gruppi d’avanguardia allora emergenti e soprattutto con Apollinaire, mentre il fratello si afferma con la sua pittura metafisica. Sulle Soirées de Paris pubblica I Canti della mezza morte, un poema drammatico e metafisico ispiratore del Surrealismo e nel 1918 pubblica il romanzo Hermaphrodito. Nel 1916 a Ferrara conosce de Pisis e Carrà, e tra il 1918 e il 1925 diviene uno dei maggiori teorici della Metafisica, pubblicando importanti saggi su riviste come Dada, La Voce, Valori Plastici. Nel dopoguerra a Milano pubblica i suoi primi romanzi di carattere più autobiografico come La casa ispirata, Tragedia dell’infanzia. Intorno al 1926 si trasferisce nuovamente a Parigi accanto al fratello, dedicandosi alla pittura e nel 1927 espone alla Galleria Bernheim: dipinge soggetti tratti dalle memorie dell’infanzia ispirati da una fantasia onirica, elabora monumenti ai giocattoli come nelle decorazioni per casa Rosenberg, dove lavora accanto a de Chirico, Severini, Ernst, Leger, Picabia, paradisi perduti e antidiluviani, popolati da mostri umanizzati, recuperando il senso del mito e della classicità, generando un originale immaginario ispiratore del Surrealismo. Negli anni trenta partecipa alle Biennali di Venezia e alle Quadriennali di Roma. Nel 1940 espone alla Galleria Il Milione di Milano presentato dal fratello Giorgio, e negli anni successivi si dedica soprattutto alla grafica continuando a pubblicare romanzi (L’infanzia di Nivasio Dolcemare, Narrate uomini la vostra storia, Ascolto il tuo cuore città, etc). Negli ultimi anni si occupa di critica musicale e si dedica anche al disegno di bozzetti di scene e costumi per il Teatro La Scala e per il Piccolo di Milano. Muore improvvisamente a Roma nel 1952. La Biennale di Venezia gli dedica una retrospettiva nel 1954.
Il disegno a matita, a inchiostro, spesso con il ricorso all’acquarello e al pastello, fissa l’apparire di un’immagine, cerca nuove strade, divaga, ma anche, per Savinio, poeta e teorico della Metafisica accanto al fratello Giorgio, è lo strumento primo per dare corpo a immagini sconosciute, nate tra sogno e veglia, a occhi socchiusi, come scrive lo stesso artista: "Per capire i sogni non dobbiamo portare nel sogno la nostra sapienza, ma lasciare che il sogno porti in noi la sua sapienza" .
Tra i disegni più interessanti figurano gli studi preparatori per l’Autoritratto giovanile, del 1926, studi di figura generatori dei suoi esseri corpulenti come i gladiatori, lo studio per Penelope, per la Vergine, del 1931, tanti ritratti, particolari, schizzi, prime idee per l’Aquilone, del 1932, costumi per il Teatro, in particolare per la sua stessa opera come la tragicommedia La Vita dell’Uomo. In mostra anche disegni finitissimi, acquerellati, come Venere che indica a Enea il suo destino, del 1938, ma anche minuscoli sogni tratteggiati a matita con un guizzo chiaroscurato, che fissano profili di isolotti a simboleggiare il desiderio di un luogo “altro”, meta di un sogno-desiderio lontano, esotico, punteggiato di stelle.
Il catalogo che accompagna la mostra, curato da Luigi Cavallo per le edizioni La Scaletta di San Polo d’Enza di Giorgio Chierici, raccoglie oltre un centinaio di disegni, riassumendo e ampliando le lunghe ricerche e studi sull’artista condotti in modo memorabile da Pia Vivarelli, curatrice del catalogo generale dell’opera di Savinio.
All’interno della mostra, curata da Isabella Reale in collaborazione con Giorgio Chierici, non mancano i confronti con le opere di Savinio esposte alla Galleria d’Arte Moderna di Udine nella raccolta di Maria Luisa Astaldi che dell’artista fu la prima collezionista italiana condividendone la passione letteraria e una frequentazione molto stretta: in particolare la famosa Promenade, del 1947, dove centauro e centauressa passeggiano accoppiati lungo la riva del mare, incarnando la benevolenza appagata degli eroi del mito greco, disegnata nel 1947 con una tecnica finitissima, si affianca al dipinto Madamoiselle Centaure della collezione Astaldi, uno dei più ironici e surreali ritratti frutto della metamorfosi tra donna e cavallo.
Ai disegni esposti, provenienti per lo più dalla collezione di Alberto Magnelli, amico di Savinio fin dai tempi parigini, si è aggiunto recentemente un inedito studio per il personaggio shakespeariano di Ariel, coloratissimo spiritello generato dal processo metamorfico di perfezionamento della biologia dove i mostri infantili si umanizzano e gli uomini viceversa si bestializzano per visualizzare i loro caratteri e i loro difetti, secondo la personalissima ritrattistica messa a punto da Savinio. Durante la mostra e in particolare ogni lunedì si terranno visite guidate e letture dedicate al multiforme ingegno di Savinio.
Biografia
Alberto Savinio (Andrea De Chirico) nasce ad Atene nel 1891 da genitori italiani e per distinguersi dal fratello maggiore Giorgio de Chirico assumerà nel 1914 lo pseudonimo di Savinio. Nel 1903 di diploma al Conservatorio di Atene e nel 1905 con la madre e il fratello si trasferisce a Monaco di Baviera, dove si dedica allo studio dell’armonia mentre Giorgio frequenta l’Accademia. Dopo un breve periodo a Milano, nel 1910 è a Parigi, dove entra in contatto con i gruppi d’avanguardia allora emergenti e soprattutto con Apollinaire, mentre il fratello si afferma con la sua pittura metafisica. Sulle Soirées de Paris pubblica I Canti della mezza morte, un poema drammatico e metafisico ispiratore del Surrealismo e nel 1918 pubblica il romanzo Hermaphrodito. Nel 1916 a Ferrara conosce de Pisis e Carrà, e tra il 1918 e il 1925 diviene uno dei maggiori teorici della Metafisica, pubblicando importanti saggi su riviste come Dada, La Voce, Valori Plastici. Nel dopoguerra a Milano pubblica i suoi primi romanzi di carattere più autobiografico come La casa ispirata, Tragedia dell’infanzia. Intorno al 1926 si trasferisce nuovamente a Parigi accanto al fratello, dedicandosi alla pittura e nel 1927 espone alla Galleria Bernheim: dipinge soggetti tratti dalle memorie dell’infanzia ispirati da una fantasia onirica, elabora monumenti ai giocattoli come nelle decorazioni per casa Rosenberg, dove lavora accanto a de Chirico, Severini, Ernst, Leger, Picabia, paradisi perduti e antidiluviani, popolati da mostri umanizzati, recuperando il senso del mito e della classicità, generando un originale immaginario ispiratore del Surrealismo. Negli anni trenta partecipa alle Biennali di Venezia e alle Quadriennali di Roma. Nel 1940 espone alla Galleria Il Milione di Milano presentato dal fratello Giorgio, e negli anni successivi si dedica soprattutto alla grafica continuando a pubblicare romanzi (L’infanzia di Nivasio Dolcemare, Narrate uomini la vostra storia, Ascolto il tuo cuore città, etc). Negli ultimi anni si occupa di critica musicale e si dedica anche al disegno di bozzetti di scene e costumi per il Teatro La Scala e per il Piccolo di Milano. Muore improvvisamente a Roma nel 1952. La Biennale di Venezia gli dedica una retrospettiva nel 1954.
04
dicembre 2009
Alberto Savinio – Savinio. Sogno per sogno
Dal 04 dicembre 2009 al 18 gennaio 2010
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
GAMUD – GALLERIA D’ARTE MODERNA
Udine, Via Ampezzo, 2, (Udine)
Udine, Via Ampezzo, 2, (Udine)
Biglietti
intero € 5.00 – ridotto € 2.50
Orario di apertura
lunedì>domenica 10.30 – 17.00 chiuso martedì
Vernissage
4 Dicembre 2009, ore 18
Autore
Curatore