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Alberto Tadiello – Chlamydomonas Nivalis
La Galleria Umberto Di Marino presenta la prima personale di Alberto Tadiello negli spazi della galleria. La struttura unicellulare, basica, ma estremamente complessa della Chlamydomonas Nivalis si pone come una sorta di matrice dell’intera mostra…
Comunicato stampa
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La Galleria Umberto Di Marino è lieta di presentare, giovedì 7 ottobre, la prima personale di Alberto Tadiello negli spazi della galleria, dal titolo Chlamydomonas Nivalis.
La Chlamydomonas Nivalis è un’alga unicellulare alpina caratterizzata da una tipica colorazione rossa, dovuta all’alta concentrazione di pigmenti organici che le permettono di resistere e di riprodursi in condizioni ambientali molto sfavorevoli. Le prime segnalazioni risalgono all’inizio del 1800 quando alcune spedizioni polari s’imbatterono in enormi distese di neve macchiate da un’inquietante colorazione rossastra. Responsabile dello scioglimento dei nevai durante la stagione estiva, l’alga riporta non solo una grande attitudine all’adattamento e alla resistenza, ma anche un’estrema capacità erosiva e di trasformazione.
La struttura unicellulare, basica, ma estremamente complessa della Chlamydomonas Nivalis si pone come una sorta di matrice dell’intera mostra, un filamento sanguigno che si diffonde negli ambienti della galleria e connette i diversi lavori sviluppati dall’artista in un multiforme organismo.
Elementi come tracce polverose di uno spray rosa danno forma ad un gesto istintivo compiuto al di là dei sensi, ripetuto ed esteso in uno spazio-tempo indefinibile. Per sovrapposizione forme basilari segnano la carta, si estendono e comprimono su loro stesse come l’alga che per mitosi si riproduce e rapidamente si appropria dell’ambiente, marcando irrimediabilmente il territorio.
Allo stesso modo, nuove forme di vita si sviluppano in uno spazio asettico, delle teste cave composte da un’infinità di filamenti ferrosi compaiono sui muri come delle formazioni vegetali spontanee. Portatori di un’incombenza spaziale tipica di alcune formazioni rocciose, questi grovigli sembrano imitare l’articolata conformazione delle radici o dei rami degli alberi. Un certo potere tattile e visivo incastra e trattiene lo sguardo.
Ancora, volti, teste, formazioni algali unicellulari vengono sintetizzate nelle forme e nelle linee, dando vita a nuovi “esseri”. Agli occhi portano due speakers per la diffusione sonora ed il loro volto è risolto in una scheda elettronica e una memoria che manda in loop un singolo file. Pulsano di rossore con due minimi punti led e recitano versi striduli e inaffrontabili, ronzii ipnotici e sgranati, crepitii sordi e acerbi.
Al centro di questo complesso organismo l’artista pone sempre l’uomo, messo costantemente di fronte alla sua stessa struttura e complessità, in un faccia a faccia con la sua stessa essenza puntiforme.
Biografia
Alberto Tadiello (Montecchio Maggiore, Vicenza, 1983), laureato all’Università IUAV di Venezia nel 2007, hapartecipato a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero, tra cui: “T2 – Torino Triennale. 50 lune di Saturno”, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2008; “Science versus Fiction”, Bétonsalon, Parigi, 2009; “Experimental Station”, CA2M – Centro de Arte Dos de Mayo, Madrid, 2011; “Terre vulnerabili”, Hangar Bicocca, Milano, 2011; “Sound Art. Sound as a Medium of Art”, ZKM, Karlsruhe, 2012; “HIGH GOSPEL”, Museo di Villa Croce, Genova, 2012; “Art or Sound”, Ca’ Corner della Regina, Fondazione Prada, Venezia, 2014; “That’s IT!”, MAMbo, Bologna, 2018. Nel 2009 è stato proclamato vincitore della settima edizione del Premio Furla, e nel 2011 del New York Prize. Ha preso parte a diversi programmi di residenza, organizzati da Dena Foundation for Contemporary Art (Parigi), Gasworks International Residency Programme (Londra), Villa Arson (Nizza), HIAP – Helsinki International Artist Programme (Helsinki), Viafarini (Milano) e ISCP – International Studio & Curatorial Program (New York).
La Chlamydomonas Nivalis è un’alga unicellulare alpina caratterizzata da una tipica colorazione rossa, dovuta all’alta concentrazione di pigmenti organici che le permettono di resistere e di riprodursi in condizioni ambientali molto sfavorevoli. Le prime segnalazioni risalgono all’inizio del 1800 quando alcune spedizioni polari s’imbatterono in enormi distese di neve macchiate da un’inquietante colorazione rossastra. Responsabile dello scioglimento dei nevai durante la stagione estiva, l’alga riporta non solo una grande attitudine all’adattamento e alla resistenza, ma anche un’estrema capacità erosiva e di trasformazione.
La struttura unicellulare, basica, ma estremamente complessa della Chlamydomonas Nivalis si pone come una sorta di matrice dell’intera mostra, un filamento sanguigno che si diffonde negli ambienti della galleria e connette i diversi lavori sviluppati dall’artista in un multiforme organismo.
Elementi come tracce polverose di uno spray rosa danno forma ad un gesto istintivo compiuto al di là dei sensi, ripetuto ed esteso in uno spazio-tempo indefinibile. Per sovrapposizione forme basilari segnano la carta, si estendono e comprimono su loro stesse come l’alga che per mitosi si riproduce e rapidamente si appropria dell’ambiente, marcando irrimediabilmente il territorio.
Allo stesso modo, nuove forme di vita si sviluppano in uno spazio asettico, delle teste cave composte da un’infinità di filamenti ferrosi compaiono sui muri come delle formazioni vegetali spontanee. Portatori di un’incombenza spaziale tipica di alcune formazioni rocciose, questi grovigli sembrano imitare l’articolata conformazione delle radici o dei rami degli alberi. Un certo potere tattile e visivo incastra e trattiene lo sguardo.
Ancora, volti, teste, formazioni algali unicellulari vengono sintetizzate nelle forme e nelle linee, dando vita a nuovi “esseri”. Agli occhi portano due speakers per la diffusione sonora ed il loro volto è risolto in una scheda elettronica e una memoria che manda in loop un singolo file. Pulsano di rossore con due minimi punti led e recitano versi striduli e inaffrontabili, ronzii ipnotici e sgranati, crepitii sordi e acerbi.
Al centro di questo complesso organismo l’artista pone sempre l’uomo, messo costantemente di fronte alla sua stessa struttura e complessità, in un faccia a faccia con la sua stessa essenza puntiforme.
Biografia
Alberto Tadiello (Montecchio Maggiore, Vicenza, 1983), laureato all’Università IUAV di Venezia nel 2007, hapartecipato a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero, tra cui: “T2 – Torino Triennale. 50 lune di Saturno”, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2008; “Science versus Fiction”, Bétonsalon, Parigi, 2009; “Experimental Station”, CA2M – Centro de Arte Dos de Mayo, Madrid, 2011; “Terre vulnerabili”, Hangar Bicocca, Milano, 2011; “Sound Art. Sound as a Medium of Art”, ZKM, Karlsruhe, 2012; “HIGH GOSPEL”, Museo di Villa Croce, Genova, 2012; “Art or Sound”, Ca’ Corner della Regina, Fondazione Prada, Venezia, 2014; “That’s IT!”, MAMbo, Bologna, 2018. Nel 2009 è stato proclamato vincitore della settima edizione del Premio Furla, e nel 2011 del New York Prize. Ha preso parte a diversi programmi di residenza, organizzati da Dena Foundation for Contemporary Art (Parigi), Gasworks International Residency Programme (Londra), Villa Arson (Nizza), HIAP – Helsinki International Artist Programme (Helsinki), Viafarini (Milano) e ISCP – International Studio & Curatorial Program (New York).
07
ottobre 2021
Alberto Tadiello – Chlamydomonas Nivalis
Dal 07 ottobre al 26 novembre 2021
arte contemporanea
Location
UMBERTO DI MARINO ARTE CONTEMPORANEA
Napoli, Via Alabardieri, 1, (Napoli)
Napoli, Via Alabardieri, 1, (Napoli)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 15-19
Vernissage
7 Ottobre 2021, dalle ore 18 alle 21
Sito web
Autore