Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Alberto Zilocchi – Weiss Malerei
La mostra è dedicata ad Alberto Zilocchi, che tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 produsse un importante corpo di Rilievi, opere monocrome bianche caratterizzate da linee geometriche estroflesse che disegnano linee di sola luce e ombra sulla superficie del quadro.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’archivio Alberto Zilocchi di Milano costituitosi nel 2016 al fine di promuovere e valorizzare il
lavoro dell’artista, inaugura un’esposizione incentrata sui ‘Rilievi’, opere monocrome di forte
sintesi iconica realizzate negli anni ’70 da Zilocchi, in stretto rapporto con il clima creatosi
intorno ad Azimuth e al Gruppo Zero.
Nella settimana dell’evento fieristico internazionale Miart, l’Archivio Alberto Zilocchi apre la sua
sede di Milano per mostrare al pubblico di appassionati e collezionisti una importante selezione
dei Rilievi, opere degli anni ‘70 caratterizzate da estroflessioni che disegnano linee di sola luce
sulla superficie immacolata delle tavole. Zilocchi, che realizzava i suoi rilievi generalmente su
superfici quadrate, utilizzava un inconfondibile bianco acrilico, gessoso e opaco (‘non riflettente’,
come lui stesso diceva). Una scelta estrema e rigorosa che ne è diventato il marchio di fabbrica.
I Rilievi nascono nel contesto della fine degli anni ’60 quando Zilocchi (Bergamo, 1931 – Bergamo,
1991) si avvicina al Gruppo Zero di Düsseldorf che, nell’ambito delle tendenze ottico-cinetiche,
proclamava artisti come Otto Piene e Heinz Mack che proclamavano un annullamento totale delle
precedenti esperienze pittorico-scultoree e l’apertura di un nuovo spazio di libertà creativa (una
“Zero Zone”). Accantonati i vecchi metodi espressivi e gli strumenti più consueti, le opere d’arte si
aprono a nuovi materiali (inserti di plastica, metallo, superfici riflettenti) e nuovi procedimenti
artistici (giochi di luci e ombre, effetti dinamici, dispositivi motori).
In quegli anni Zilocchi partecipò, tra le altre, alla prima mostra collettiva della Galleria Azimut di
Milano, fondata da Piero Manzoni e Enrico Castellani con Dadamaino, Gianni Colombo, e altri e nel
1960 espose a Bergamo con Lucio Fontana.
L’evoluzione di Zilocchi lo portò poi nella metà degli anni ’70 a fondare e promuovere attivamente
con Marcello Morandini, Francois Morellet, Pierre de Poorter e altri l’Arbeitskreis fur Konstructive
Gestaltung (Centro internazionale di studi d’Arte Costruttiva) , fondato ufficialmente col Simposio
di Anversa-Bonn del 1976 e che operò come Gruppo sino alla metà degli anni ’80 in tutta Europa
con mostre personali, collettive e simposi.
La mostra è curata da Maurizio de Palma, responsabile dell’Archivio Alberto Zilocchi.
“Da sempre ho usato come mezzo espressivo quello che tradizionalmente viene chiamato basso-
rilievo: da una superficie, generalmente quadrata, faccio nascere dei rilievi che creano dei pieni e
dei vuoti ordinati secondo un sistema numerico.
Pieni e vuoti sono usati non in funzione decorativa ma costruttiva, per creare cioè una
contrapposizione di forme che nascono da una superficie a dettare uno spazio.
Lo spessore del rilievo è “sfumato” da un massimo di alcuni millimetri a zero; si generano così due
tipi di spazio: uno che algebricamente posso chiamare positivo, bloccato e concluso, l’altro a livello
zero, aperto, non definito.
I rilievi sono inclinati di trenta gradi o di sessanta rispetto ai lati della superficie su cui agisco per
accentuare la dinamicità dello spazio che suggerisco, il taglio, il normale mezzo con cui intervengo
sulla superficie non è ferita, lacerazione, operazione fisica, ma calcolo, misura, autocontrollo: è il
rifiuto di ogni esperienza istintuale.
La superficie animata dal rilievo viene coperta da uno strato di bianco non riflettente. La scelta
dell’acromia corrisponde prima di tutto ad un bisogno di rendere più dinamico lo spazio definito
dalle mie strutture attraverso l’azione mutevole della luce, ma anche di negare attraverso il rifiuto
del colore e la neutralizzazione della materia ogni funzione edonistica all’operazione visuale.”
L'Archivio Alberto Zilocchi è stato costituito a Milano nel 2016 per valorizzare e promuovere l'attività
artistica di Alberto Zilocchi ( Bergamo 1931 – 1991). L'Archivio conserva cataloghi, foto e materiale che
documentano l'attività dell'Artista; collabora attivamente con Gallerie, Musei e Curatori per
organizzare iniziative espositive e culturali; tutela le opere dell'Artista fungendo da unico referente per
il rilascio di autentiche e per la catalogazione delle sue opere; studia e approfondisce l'attività artistica
di Alberto Zilocchi per preservarla e diffonderla.
lavoro dell’artista, inaugura un’esposizione incentrata sui ‘Rilievi’, opere monocrome di forte
sintesi iconica realizzate negli anni ’70 da Zilocchi, in stretto rapporto con il clima creatosi
intorno ad Azimuth e al Gruppo Zero.
Nella settimana dell’evento fieristico internazionale Miart, l’Archivio Alberto Zilocchi apre la sua
sede di Milano per mostrare al pubblico di appassionati e collezionisti una importante selezione
dei Rilievi, opere degli anni ‘70 caratterizzate da estroflessioni che disegnano linee di sola luce
sulla superficie immacolata delle tavole. Zilocchi, che realizzava i suoi rilievi generalmente su
superfici quadrate, utilizzava un inconfondibile bianco acrilico, gessoso e opaco (‘non riflettente’,
come lui stesso diceva). Una scelta estrema e rigorosa che ne è diventato il marchio di fabbrica.
I Rilievi nascono nel contesto della fine degli anni ’60 quando Zilocchi (Bergamo, 1931 – Bergamo,
1991) si avvicina al Gruppo Zero di Düsseldorf che, nell’ambito delle tendenze ottico-cinetiche,
proclamava artisti come Otto Piene e Heinz Mack che proclamavano un annullamento totale delle
precedenti esperienze pittorico-scultoree e l’apertura di un nuovo spazio di libertà creativa (una
“Zero Zone”). Accantonati i vecchi metodi espressivi e gli strumenti più consueti, le opere d’arte si
aprono a nuovi materiali (inserti di plastica, metallo, superfici riflettenti) e nuovi procedimenti
artistici (giochi di luci e ombre, effetti dinamici, dispositivi motori).
In quegli anni Zilocchi partecipò, tra le altre, alla prima mostra collettiva della Galleria Azimut di
Milano, fondata da Piero Manzoni e Enrico Castellani con Dadamaino, Gianni Colombo, e altri e nel
1960 espose a Bergamo con Lucio Fontana.
L’evoluzione di Zilocchi lo portò poi nella metà degli anni ’70 a fondare e promuovere attivamente
con Marcello Morandini, Francois Morellet, Pierre de Poorter e altri l’Arbeitskreis fur Konstructive
Gestaltung (Centro internazionale di studi d’Arte Costruttiva) , fondato ufficialmente col Simposio
di Anversa-Bonn del 1976 e che operò come Gruppo sino alla metà degli anni ’80 in tutta Europa
con mostre personali, collettive e simposi.
La mostra è curata da Maurizio de Palma, responsabile dell’Archivio Alberto Zilocchi.
“Da sempre ho usato come mezzo espressivo quello che tradizionalmente viene chiamato basso-
rilievo: da una superficie, generalmente quadrata, faccio nascere dei rilievi che creano dei pieni e
dei vuoti ordinati secondo un sistema numerico.
Pieni e vuoti sono usati non in funzione decorativa ma costruttiva, per creare cioè una
contrapposizione di forme che nascono da una superficie a dettare uno spazio.
Lo spessore del rilievo è “sfumato” da un massimo di alcuni millimetri a zero; si generano così due
tipi di spazio: uno che algebricamente posso chiamare positivo, bloccato e concluso, l’altro a livello
zero, aperto, non definito.
I rilievi sono inclinati di trenta gradi o di sessanta rispetto ai lati della superficie su cui agisco per
accentuare la dinamicità dello spazio che suggerisco, il taglio, il normale mezzo con cui intervengo
sulla superficie non è ferita, lacerazione, operazione fisica, ma calcolo, misura, autocontrollo: è il
rifiuto di ogni esperienza istintuale.
La superficie animata dal rilievo viene coperta da uno strato di bianco non riflettente. La scelta
dell’acromia corrisponde prima di tutto ad un bisogno di rendere più dinamico lo spazio definito
dalle mie strutture attraverso l’azione mutevole della luce, ma anche di negare attraverso il rifiuto
del colore e la neutralizzazione della materia ogni funzione edonistica all’operazione visuale.”
L'Archivio Alberto Zilocchi è stato costituito a Milano nel 2016 per valorizzare e promuovere l'attività
artistica di Alberto Zilocchi ( Bergamo 1931 – 1991). L'Archivio conserva cataloghi, foto e materiale che
documentano l'attività dell'Artista; collabora attivamente con Gallerie, Musei e Curatori per
organizzare iniziative espositive e culturali; tutela le opere dell'Artista fungendo da unico referente per
il rilascio di autentiche e per la catalogazione delle sue opere; studia e approfondisce l'attività artistica
di Alberto Zilocchi per preservarla e diffonderla.
11
aprile 2018
Alberto Zilocchi – Weiss Malerei
Dall'undici al 28 aprile 2018
arte contemporanea
Location
MAURIZIO DE PALMA GALLERY – ARCHIVIO ZILOCCHI/GHILARDI
Milano, Via Monte Rosa, 13, (Milano)
Milano, Via Monte Rosa, 13, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 18-21
Vernissage
11 Aprile 2018, ore 18.30
Autore
Curatore