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Albino Galvano – Omaggio a venti anni dalla scomparsa
Come esprimono gli oltre cinquanta capolavori in rassegna, tutta la pittura di Galvano è stata rivolta alla fissazione di quel valore di qualità , che tende a scomparire da un mondo che sempre più si presenta come mondo della quantificazione illimitata.
Comunicato stampa
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ALBINO GALVANO. NOVECENTO
Per un autore come Galvano non si puo' evitare di riandare immediatamente a quanto espresso , piu' di mezzo secolo addietro, da Argan La pittura di Galvano si pone senzaltro al di là del dilemma di figurativo e non- figurativo la sua è la ricerca di una immagine che non abbia determinazioni dirette o indirette nel mondo esterno Così la materia , non la forma, diventa mito ed immagine; e materia è il colore, ma anche il segno, la linea , il punto . Analisi sacra e, come di prassi, condotta con il giusto anticipo che si deve ad un Grande Critico d' Arte (specie in via di estinzione causa obrobri perennemente in corso). E, chiaramente, come esprimono gli oltre cinquanta capolavori in rassegna, tutta la pittura di Galvano è rivolta alla fissazione di quel valore di qualità , che tende a scomparire da un mondo che sempre più si presenta come mondo della quantificazione illimitata. Nelle opere iniziali potrebbe fraintendersi il tutto , ma nei lavori più recenti ,o della maturita' ricercata e, secondo l'Autore, mai trovata, il segno ,invece di esplicitare un significato, viene come respinto e costretto a deificarsi come sbarra o nastro o anello. Il segno restituisce insomma, un concetto di arte,che perciò non può più essere definito come concetto, ma solo come opera. La radice comune della sua pittura e della sua critica è diventata cosi' la distinzione netta tra i concetti di forma e di immagine. Lidea di forma è inseparabile dallidea di arte come rappresentazione; lidea di immagine supera il dualismo di oggetto e soggetto, la relatività costante di quod significat e quod significatur; mira a designare un assoluto valore desistenza , a sostituire alla rappresentazione unimmediata semantica. La pittura di Galvano si pone pertanto, e senzaltro, al di là del dilemma figurativo e non figurativo che sacrificano loggetto alla spazialità , come se questa non fosse ancora forma, anzi la forma per eccellenza.. Cosi'...risulterebbero nitide la continuità e la coerenza nella produzione dellallievo (e più tardi studioso) di Casorati, che diviene lanimatore essenziale dellastrattismo torinese...(E. Sanguineti). Ma non si puo' non pensare,intanto con autobiografica indiscrezione, a quello che egli ha rappresentato, più largamente , nella cultura della Città della Mole e italiana, con la sua feconda presenza intellettuale. Perche' nelle sue opere, ancora oggi, uno scorrere di immagini riempie lo spazio di eventi,e lo fa ai margini di una espansione vitalistica di tipo informale riducendosi a presentazione di una performance in cui segno e colore stanno in mutua relazione e nei quali si ritrova Galvano e tutto quanto il contrario che, da vero maestro, ha saputo trasmettere per non accademizzare i proseliti come tentato con lui e come , ancora oggi, molti cercano di fare per consegnarsi, magari senza meriti, ai Posteri.
Giorgio Barberis
BIOGRAFIA
Albino Galvano (1907-1990)Pittore, critico, storico darte, filosofo, amante della psicoanalisi e interessato alle avanguardie frequenta il Liceo Classico M. DAzeglio di Torino ove ha compagno di studi e di banco Giulio
Carlo Argan. Dal 1928 al 1930 frequenta la Scuola di via Galliari retta da Felice Casorati. Nel 1945
fonda con F. Antonicelli, F. Menzio e L. Geymonat lUnione Culturale di Torino. E assistente alla
cattedra di pittura di E. Paulucci allAccademia Albertina di Torino, successivamente professore
di figura disegnata allIstituto di Arte di Castellamonte ed al Liceo Artistico di Torino. Insegna
filosofia nei licei, collabora a LArte di Lionello Venturi, Italia Letteraria e Emporium e a
Il Selvaggio e Le Arti dirette da Mino Maccari. Nel 1946 fonda con Pippo Oriani la rivista
Tendenza, cura la critica darte su La Nuova Stampa e sul Mondo Nuovo, inizia la partecipazione
alle mostre dell Ar t Club internazionale in Italia e in Europa. Dal 1932 par tecipa invitato quasi ininterrottamente alle Esposizioni annuali della Societa? Promotrice delle Belle Arti di Torino.
Partecipa invitato alle Biennali di Venezia del 1930, 1936, 1948, 1950, 1952, 1954, 1956 e alla
Quadriennale di Roma negli anni 1931, 1935, 1948, 1965. Nel 1950 come promotore della sezione
torinese del MAC (Movimento Arte Concreta) insieme ad Annibale Biglione, Carol Rama,
Paola Levi Montalcini, Adriano Parisot e Filippo Scroppo diviene animatore e protagonista del
risveglio artistico della Torino del dopoguerra, segnando dei punti fermi nellarte contemporanea.
Per un autore come Galvano non si puo' evitare di riandare immediatamente a quanto espresso , piu' di mezzo secolo addietro, da Argan La pittura di Galvano si pone senzaltro al di là del dilemma di figurativo e non- figurativo la sua è la ricerca di una immagine che non abbia determinazioni dirette o indirette nel mondo esterno Così la materia , non la forma, diventa mito ed immagine; e materia è il colore, ma anche il segno, la linea , il punto . Analisi sacra e, come di prassi, condotta con il giusto anticipo che si deve ad un Grande Critico d' Arte (specie in via di estinzione causa obrobri perennemente in corso). E, chiaramente, come esprimono gli oltre cinquanta capolavori in rassegna, tutta la pittura di Galvano è rivolta alla fissazione di quel valore di qualità , che tende a scomparire da un mondo che sempre più si presenta come mondo della quantificazione illimitata. Nelle opere iniziali potrebbe fraintendersi il tutto , ma nei lavori più recenti ,o della maturita' ricercata e, secondo l'Autore, mai trovata, il segno ,invece di esplicitare un significato, viene come respinto e costretto a deificarsi come sbarra o nastro o anello. Il segno restituisce insomma, un concetto di arte,che perciò non può più essere definito come concetto, ma solo come opera. La radice comune della sua pittura e della sua critica è diventata cosi' la distinzione netta tra i concetti di forma e di immagine. Lidea di forma è inseparabile dallidea di arte come rappresentazione; lidea di immagine supera il dualismo di oggetto e soggetto, la relatività costante di quod significat e quod significatur; mira a designare un assoluto valore desistenza , a sostituire alla rappresentazione unimmediata semantica. La pittura di Galvano si pone pertanto, e senzaltro, al di là del dilemma figurativo e non figurativo che sacrificano loggetto alla spazialità , come se questa non fosse ancora forma, anzi la forma per eccellenza.. Cosi'...risulterebbero nitide la continuità e la coerenza nella produzione dellallievo (e più tardi studioso) di Casorati, che diviene lanimatore essenziale dellastrattismo torinese...(E. Sanguineti). Ma non si puo' non pensare,intanto con autobiografica indiscrezione, a quello che egli ha rappresentato, più largamente , nella cultura della Città della Mole e italiana, con la sua feconda presenza intellettuale. Perche' nelle sue opere, ancora oggi, uno scorrere di immagini riempie lo spazio di eventi,e lo fa ai margini di una espansione vitalistica di tipo informale riducendosi a presentazione di una performance in cui segno e colore stanno in mutua relazione e nei quali si ritrova Galvano e tutto quanto il contrario che, da vero maestro, ha saputo trasmettere per non accademizzare i proseliti come tentato con lui e come , ancora oggi, molti cercano di fare per consegnarsi, magari senza meriti, ai Posteri.
Giorgio Barberis
BIOGRAFIA
Albino Galvano (1907-1990)Pittore, critico, storico darte, filosofo, amante della psicoanalisi e interessato alle avanguardie frequenta il Liceo Classico M. DAzeglio di Torino ove ha compagno di studi e di banco Giulio
Carlo Argan. Dal 1928 al 1930 frequenta la Scuola di via Galliari retta da Felice Casorati. Nel 1945
fonda con F. Antonicelli, F. Menzio e L. Geymonat lUnione Culturale di Torino. E assistente alla
cattedra di pittura di E. Paulucci allAccademia Albertina di Torino, successivamente professore
di figura disegnata allIstituto di Arte di Castellamonte ed al Liceo Artistico di Torino. Insegna
filosofia nei licei, collabora a LArte di Lionello Venturi, Italia Letteraria e Emporium e a
Il Selvaggio e Le Arti dirette da Mino Maccari. Nel 1946 fonda con Pippo Oriani la rivista
Tendenza, cura la critica darte su La Nuova Stampa e sul Mondo Nuovo, inizia la partecipazione
alle mostre dell Ar t Club internazionale in Italia e in Europa. Dal 1932 par tecipa invitato quasi ininterrottamente alle Esposizioni annuali della Societa? Promotrice delle Belle Arti di Torino.
Partecipa invitato alle Biennali di Venezia del 1930, 1936, 1948, 1950, 1952, 1954, 1956 e alla
Quadriennale di Roma negli anni 1931, 1935, 1948, 1965. Nel 1950 come promotore della sezione
torinese del MAC (Movimento Arte Concreta) insieme ad Annibale Biglione, Carol Rama,
Paola Levi Montalcini, Adriano Parisot e Filippo Scroppo diviene animatore e protagonista del
risveglio artistico della Torino del dopoguerra, segnando dei punti fermi nellarte contemporanea.
29
maggio 2010
Albino Galvano – Omaggio a venti anni dalla scomparsa
Dal 29 maggio al 03 luglio 2010
arte contemporanea
Location
PALAZZO LUCERNA DI RORA’
Bene Vagienna, Via Roma, 125, (Cuneo)
Bene Vagienna, Via Roma, 125, (Cuneo)
Orario di apertura
sabato, prefestivi e festivi ore 10/13 14,30/18,30
Vernissage
29 Maggio 2010, ore 18
Autore
Curatore