Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Alchimia tra parola e immagine
Alchimia tra parola e immagine, una rassegna che include quattro artisti che operano nel territorio nisseno e che si contraddistinguono nel panorama artistico odierno, per avere dato al loro lavoro un caratteristico indirizzo di ricerca.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Alchimia tra parola e immagine, una rassegna che include quattro artisti che operano nel territorio nisseno e che si contraddistinguono nel panorama artistico odierno, per avere dato al loro lavoro un caratteristico indirizzo di ricerca.
I quattro artisti nutrono un grande sentimento di appartenenza al territorio, nel quale si muovono come operatori culturali; nello stesso tempo li accomuna l’adesione ad una forma dell’arte che cerca nel segno-scrittura-pittura valori estetici e formali.
Il lavoro di Calogero Barba, Lillo Giuliana, Giuseppina Riggi e Agostino Tulumello è sospeso tra una matrice antropologica che ricerca elementi di linguaggio nell’ambito della cultura materiale e la scrittura visiva che utilizza la parola come immagine elaborando modi di scrivere che divengono pittura, scultura, materia, assumendo a volte considerevoli valori oggettuali.
Questi artisti traducono così nelle loro opere l’esperienza visiva di una terra nella quale domina la luce e il colore, utilizzando elementi e materiali antropologici che divengono artefatti sentiti per il loro richiamo culturale, ma anche per essere traslati sul piano dell’estetico e per divenire elementi duttili, manipolabili, materia che si scompone e si ricompone nelle loro mani per una “scrittura” che non è solo del tempo, ma è scrittura di emozioni.
La loro esperienza passa dalla “singlossia”, l’unione di immagini e parole attraverso un esercizio della mano ripreso da una tradizione che costruisce “oggetti”, con l’attenzione al tempo presente, sia sul piano delle tecnologie, quanto dei modi del comunicare offerti dall’informatica e dalle forme d’espressione fornite dall’iconografia digitale.
Calogero Barba trova nella memoria del passato elementi compositivi che acquistano valore spaziale al di là della loro “forma” storica, straniati da un colore che ne fa “altri” oggetti di visione in composizioni o installazioni nelle quali la “scrittura” agisce in chiave tautologica e ironica, attraverso anche ambientazioni sognanti e allusive ricostruite al computer.
Lillo Giuliana insiste sulla geometria della forma, non tanto come scansione di ritmi, ma come successione di cammini che possono condurre lo sguardo verso l’interno della scultura, in modo da stimolare la percezione di un itinerario visivo che faccia leggere l’opera per gradi. Soprattutto per porre al centro dell’osservazione ciò che più gli interessa: aprire uno squarcio che interrompa la linearità dell’opera e la consistenza stessa della materia.
Giuseppina Riggi si esprime con una materia fortemente sentita e i suoi segni-parola, mentre sprofondano quasi per vie sotterranee fino a rendersi invisibili, tornano a farsi percepibili per una forte fisicità che si traduce anche in trasparenza su acetati per una scrittura che diviene quasi scultura, dimensione e spazio.
Agostino Tulumello invece “scrive” il tempo traducendo quasi fisicamente nello spazio, attimi che divengono geometrie, campiture, a volte su lunghissimi rotoli di carta lucida, quasi per scandire una realtà che fugge, bloccandola in una forma visiva nella quale continua a persistere come memoria affidata alla sequenza ritmica dei segni.
I quattro artisti nutrono un grande sentimento di appartenenza al territorio, nel quale si muovono come operatori culturali; nello stesso tempo li accomuna l’adesione ad una forma dell’arte che cerca nel segno-scrittura-pittura valori estetici e formali.
Il lavoro di Calogero Barba, Lillo Giuliana, Giuseppina Riggi e Agostino Tulumello è sospeso tra una matrice antropologica che ricerca elementi di linguaggio nell’ambito della cultura materiale e la scrittura visiva che utilizza la parola come immagine elaborando modi di scrivere che divengono pittura, scultura, materia, assumendo a volte considerevoli valori oggettuali.
Questi artisti traducono così nelle loro opere l’esperienza visiva di una terra nella quale domina la luce e il colore, utilizzando elementi e materiali antropologici che divengono artefatti sentiti per il loro richiamo culturale, ma anche per essere traslati sul piano dell’estetico e per divenire elementi duttili, manipolabili, materia che si scompone e si ricompone nelle loro mani per una “scrittura” che non è solo del tempo, ma è scrittura di emozioni.
La loro esperienza passa dalla “singlossia”, l’unione di immagini e parole attraverso un esercizio della mano ripreso da una tradizione che costruisce “oggetti”, con l’attenzione al tempo presente, sia sul piano delle tecnologie, quanto dei modi del comunicare offerti dall’informatica e dalle forme d’espressione fornite dall’iconografia digitale.
Calogero Barba trova nella memoria del passato elementi compositivi che acquistano valore spaziale al di là della loro “forma” storica, straniati da un colore che ne fa “altri” oggetti di visione in composizioni o installazioni nelle quali la “scrittura” agisce in chiave tautologica e ironica, attraverso anche ambientazioni sognanti e allusive ricostruite al computer.
Lillo Giuliana insiste sulla geometria della forma, non tanto come scansione di ritmi, ma come successione di cammini che possono condurre lo sguardo verso l’interno della scultura, in modo da stimolare la percezione di un itinerario visivo che faccia leggere l’opera per gradi. Soprattutto per porre al centro dell’osservazione ciò che più gli interessa: aprire uno squarcio che interrompa la linearità dell’opera e la consistenza stessa della materia.
Giuseppina Riggi si esprime con una materia fortemente sentita e i suoi segni-parola, mentre sprofondano quasi per vie sotterranee fino a rendersi invisibili, tornano a farsi percepibili per una forte fisicità che si traduce anche in trasparenza su acetati per una scrittura che diviene quasi scultura, dimensione e spazio.
Agostino Tulumello invece “scrive” il tempo traducendo quasi fisicamente nello spazio, attimi che divengono geometrie, campiture, a volte su lunghissimi rotoli di carta lucida, quasi per scandire una realtà che fugge, bloccandola in una forma visiva nella quale continua a persistere come memoria affidata alla sequenza ritmica dei segni.
14
marzo 2009
Alchimia tra parola e immagine
Dal 14 al 28 marzo 2009
arte contemporanea
Location
LA FELTRINELLI LIBRI E MUSICA
Mantova, Corso Umberto I, 56 , (Mantova)
Mantova, Corso Umberto I, 56 , (Mantova)
Orario di apertura
lunedì-venerdì: ore 9,30 – 19,30 sabato: 9,30-23,30 domenica: 9,30-13,00/15,30-19,30
Vernissage
14 Marzo 2009, ore 18
Autore