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Aldo Ajò – Ricadute
Mostra del ceramista Aldo Ajò e i suoi allievi nell’ambito del festival jazz Gubbio No Borders 2010
Comunicato stampa
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Nell’ambito del festival jazz Gubbio No Borders 2010, giovedì 12 agosto alle ore 11, presso l’ex Refettorio del Monastero di San Pietro a Gubbio, si inaugurerà la mostra "Ricadute. Esemplarità dell'opera di Aldo Ajò nella ceramica di Lucia Angeloni, Eraldo Chiucchiù, Enrico Mancini, Giancarlo Scapin, Sandro Soravia, Giampiero Stacciari" a cura di Cesare Coppari ed Ettore A. Sannipoli.
I curatori affermano: “Scopo della sezione di arti plastiche di Gubbio No Borders 2010 è dimostrare come caratteristica di ogni riuscita estetica (di un artista, un gruppo o di un'epoca storica) sia, da un lato, il farsi criterio di valutazioni e apprezzamenti e, dall'altro, il divenire stimolo e norma di nuove operazioni, senza che queste assumano consciamente e intenzionalmente quella particolare riuscita come un modello. Così è nella musica come nell'arte visiva, dove certe caratteristiche materiche, tecniche, espressive e stilistiche proprie al lavoro di artista, un gruppo o una determinata epoca possono essere rintracciate in nuove operazioni che le assumono deliberatamente come modello oppure dimostrano di subirne l'influenza o di richiamarle in maniera non programmata o preavvertita dall'autore, o perché risalgono al suo inconscio o perché è l'opera stessa a produrle per sua logica interna.
A tale scopo l'ex Refettorio del Monastero di San Pietro in Gubbio ospiterà quattro opere di un grande artista della ceramica del Novecento, Aldo Ajò, insieme ad altrettanti lavori di sei ceramisti contemporanei capaci di declinare in maniera personale alcuni tratti salienti della poetica del maestro eugubino. Un corpus di opere disposte in un continuum che va dalla massima fedeltà artigianale alla massima libertà artistica rispetto ad una riuscita estetica che assume così carattere paradigmatico. ln questo senso, l'opera di Aldo Ajò diviene una sorta di spartito diversamente eseguito dai lavori di Lucia Angeloni, Eraldo Chiucchiù, Enrico Mancini, Giancarlo Scapin, Sandro Soravia e Giampiero Stacciari, i quali ora vi si riferiscono direttamente e intenzionalmente come ad una composizione da rispettare in ogni sua indicazione, ora la evocano indirettamente e, spesso, inconsciamente come possibile spunto o pretesto per approcci liberi e spregiudicati".
Aldo Ajò
(Gubbio, 1901-1982)
Nato a Gubbio da una famiglia benestante, si avvicina alla ceramica intorno al 1920 frequentando lo studio di Ilario Ciaurro, allora direttore artistico dei "Vasellari Eugubini Mastro Giorgio". Nel secondo lustro degli anni '20 è già direttore artistico della Società Ceramica Umbra 'Paolo Rubboli' di Gualdo Tadino, prima di avviare negli anni '30 una propria attività nella sua Gubbio, città che mai abbandonerà. Nella casa dell'artista di via della Ripa passeranno poeti quali Carlo Betocchi, Luciano Folgore, Maria Luisa Spaziani e Giuseppe Ungaretti, artisti quali Leoncillo Leonardi, Maceo Angeli e Jean Fautrier, intellettuali come Aldo Capitini e Carlo Carretto, tutti attratti dalla personalità e dall'opera di questo pittore, grafico e soprattutto ceramista tra i maggiori del XX secolo. Specie dal secondo dopoguerra, partecipa ad importanti manifestazioni incontrando il consenso della critica e il gradimento del pubblico. Riceve commissioni da industrie, banche, ospedali, scuole, mentre le sue opere in ceramica, ma anche grafiche e in ferro battuto, vengono acquistate da importanti musei degli Stati Uniti, America Latina, Medio Oriente ed Europa sin dagli anni '50, quando il marchese fiorentino Giovan Battista Giorgini, inizia a diffondere nel campo della moda l'opera dell'eugubino, compresi i rinomati bottoni per abiti femminili realizzati dalla moglie Ines Spogli. Da sempre votato alla trasmissione della conoscenza ai giovani, ha tra i suoi allievi Alberico Morena, Sandro Soravia, Enrico Mancini, Giampiero Stacciari. Ma il contatto con l'opera di Aldo Ajò rappresenta un momento di approfondimento conoscitivo e operativo per molti altri artigiani e artisti del suo e del nostro tempo, non soltanto eugubini.
Lucia Angeloni
Nata a Perugia, Lucia Angeloni vive e lavora a Gubbio, nella frazione di Monteluiano. Ha conseguito il Diploma presso l'Istituto Statale d'Arte Applicata sezione Ceramica e il Diploma all'Accademia di Belle Arti di Perugia “Pietro Vannucci”, sezione Pittura. Ha frequentato successivamente il corso di specializzazione per Operatore Ceramista. Stabilitasi a Gubbio con la famiglia, approfondisce il rapporto con la ceramica locale, e perciò anche con quella del suo massimo rappresentante, Aldo Ajò, che rielabora autonomamente. Insegnante di Discipline Pittoriche, Lucia Angeloni ha partecipato a diverse e importanti mostre d'arte di pittura e ceramica in Italia (Umbertide nel 1986; Faenza nel 1995; Gubbio 1999-2000; Montelupo Fiorentino 2000) e all'estero (Katowice, Polonia, nel 1986; Seattle, Usa, nel 2001; Dallas, Atlanta, New York, San Francisco, Usa, nel 2002).
Eraldo Chiucchiù
Nato a Deruta nel 1951, Eraldo Chiucchiù è docente di Decorazione e Cottura dei Prodotti ceramici presso l’Istituto Statale d’Arte “A. Magnini” di Deruta dove vive ed ha il suo studio. Ha partecipato a concorsi nazionali e internazionali, rassegne, esposizioni personali e collettive all’estero e in Italia (tra cui Faenza. Gualdo Tadino, Bologna, Gubbio, Deruta, Perugia, Verona, Savona, Lodi, Limoges) ottenendo premi e riconoscimenti. Di Aldo Ajò lo attraggono, per sua stessa ammissione, le opere realizzate intorno agli anni ‘60-70, ritrovandosi nel modo materico di trattare l’argilla come metafora di un amore per la natura e di applicare gli smalti su di essa, di graffirla, inciderla fino a creare dei vuoti, oltre all’applicazione dei lustri, della cottura in ossido-riduzione, che egli stesso usa nelle sue opere, “non assunti per cosmesi - come sostiene Giancarlo Bojani in riferimento a Ajò - ma per partecipare alla manipolazione plastica”.
Enrico “Chico” Mancini
Nato nel 1942 a Gubbio, Enrico Mancini è stato tra gli allievi prediletti di Aldo Ajò, la cui bottega inizia a frequentare a soli 14 anni, nel tempo libero dalla scuola. Una frequentazione che non verrà meno neppure durante gli anni di studio all'Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia. Soltanto compiuti i 30 anni, Mancini uscirà dalla bottega del Maestro eugubino per aprirne una in proprio, tutt'ora attiva. Sue opere compaiono in luoghi pubblici e in collezioni pubbliche e private.
Giancarlo Scapin
Giancarlo Scapin nasce a Schio nel 1943. Dopo gli studi classici, frequenta un Biennio propedeutico in Filosofia, da cui esce con una tesi su “L’origine del senso di colpa in Theodor Reik”. Il contemporaneo approfondimento in Francia della filosofia esistenziale del Maestro Daniel de Montmollin lo spinge ad iscriversi all’Istituto d’Arte di Firenze in arte applicata. Ha così inizio uno dei più originali e profondi viaggi nel territorio dell'arte della terra e del fuoco del secondo Novecento in Italia, costantemente nutrito da riflessioni sul senso dell'esistenza. Un percorso documentato dall'opera ceramica del Maestro veneto prima ancora che dalle conferenze da egli tenute sulla filosofia della sua arte e dalle collaborazioni con riviste specializzate in arte ed artigianato. Le opere di Scapin figurano in musei nazionali ed internazionali: dalla Raccolta Internazionale di Ceramica e di Arte Contemporanea di Castelli al Museo dell’Arte del Cairo; dal Museo d’Arte Contemporanea Dino Formaggio al Kennedy Museum of American Art (Ohio University, Athens).
Sandro Soravia
Nato a Milano nel 1931, Sandro Soravia comincia a maneggiare la creta fin da bambino per fabbricare il suo mondo di giochi. Da ragazzo compie gli studi di ceramica a Gubbio con il professor Aldo Ajò e prende così forma una passione che non lo abbandonerà mai. Attualmente vive e lavora ad Albisola (Savona), dove nel suo atelier-fornace di via Colombo 13, trovano ospitalità numerosi amici artisti di varia provenienza sia nazionale che internazionale, oltre agli allievi dei corsi regionali di ceramica ai quali insegna tecnologia applicata. Tra le numerose collaborazioni, ricordiamo qui quella con l'Accademia di Verona e la Società Italiana per Autori ed Editori, che gli ha commissionato la creazione di un'opera da assegnare come "Premio SIAE", Oscar della creatività. Illustratore, grafico, pittore, Soravia predilige la ceramica. I suoi lavori si trovano in importanti edifici pubblici e in collezioni pubbliche e private, sia in Italia e all'estero.
Giampiero Stacciari
Giampiero Stacciari entra ben presto nella bottega di Aldo Ajò, il quale non tarda a notare lo straordinario talento tecnico del giovane allievo. Fiero e serio, il giovane apprendista accetta solo il consiglio del Maestro, iscrivendosi all'Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia. All'inizio degli anni sessanta è chiamato ad insegnare al neonato Istituto d'Arte di Gubbio, che lascerà poco dopo per quello di Deruta, dove diverse generazioni di abili ceramisti faranno tesoro delle sue competenze, tenendolo per un serio e preparato docente. Una serietà che, unita all'allergia per i compressi, terranno Stacciari costantemente lontano dal gaudente ed effimero mondo delle mostre e delle gallerie d'arte, preferendo lavorare da artigiano per diverse ditte ceramiche, a cominciare dall'eugubina C.a.f.f., con la quale ancora collabora. Giampiero Stacciari è alla sua prima mostra.
I curatori affermano: “Scopo della sezione di arti plastiche di Gubbio No Borders 2010 è dimostrare come caratteristica di ogni riuscita estetica (di un artista, un gruppo o di un'epoca storica) sia, da un lato, il farsi criterio di valutazioni e apprezzamenti e, dall'altro, il divenire stimolo e norma di nuove operazioni, senza che queste assumano consciamente e intenzionalmente quella particolare riuscita come un modello. Così è nella musica come nell'arte visiva, dove certe caratteristiche materiche, tecniche, espressive e stilistiche proprie al lavoro di artista, un gruppo o una determinata epoca possono essere rintracciate in nuove operazioni che le assumono deliberatamente come modello oppure dimostrano di subirne l'influenza o di richiamarle in maniera non programmata o preavvertita dall'autore, o perché risalgono al suo inconscio o perché è l'opera stessa a produrle per sua logica interna.
A tale scopo l'ex Refettorio del Monastero di San Pietro in Gubbio ospiterà quattro opere di un grande artista della ceramica del Novecento, Aldo Ajò, insieme ad altrettanti lavori di sei ceramisti contemporanei capaci di declinare in maniera personale alcuni tratti salienti della poetica del maestro eugubino. Un corpus di opere disposte in un continuum che va dalla massima fedeltà artigianale alla massima libertà artistica rispetto ad una riuscita estetica che assume così carattere paradigmatico. ln questo senso, l'opera di Aldo Ajò diviene una sorta di spartito diversamente eseguito dai lavori di Lucia Angeloni, Eraldo Chiucchiù, Enrico Mancini, Giancarlo Scapin, Sandro Soravia e Giampiero Stacciari, i quali ora vi si riferiscono direttamente e intenzionalmente come ad una composizione da rispettare in ogni sua indicazione, ora la evocano indirettamente e, spesso, inconsciamente come possibile spunto o pretesto per approcci liberi e spregiudicati".
Aldo Ajò
(Gubbio, 1901-1982)
Nato a Gubbio da una famiglia benestante, si avvicina alla ceramica intorno al 1920 frequentando lo studio di Ilario Ciaurro, allora direttore artistico dei "Vasellari Eugubini Mastro Giorgio". Nel secondo lustro degli anni '20 è già direttore artistico della Società Ceramica Umbra 'Paolo Rubboli' di Gualdo Tadino, prima di avviare negli anni '30 una propria attività nella sua Gubbio, città che mai abbandonerà. Nella casa dell'artista di via della Ripa passeranno poeti quali Carlo Betocchi, Luciano Folgore, Maria Luisa Spaziani e Giuseppe Ungaretti, artisti quali Leoncillo Leonardi, Maceo Angeli e Jean Fautrier, intellettuali come Aldo Capitini e Carlo Carretto, tutti attratti dalla personalità e dall'opera di questo pittore, grafico e soprattutto ceramista tra i maggiori del XX secolo. Specie dal secondo dopoguerra, partecipa ad importanti manifestazioni incontrando il consenso della critica e il gradimento del pubblico. Riceve commissioni da industrie, banche, ospedali, scuole, mentre le sue opere in ceramica, ma anche grafiche e in ferro battuto, vengono acquistate da importanti musei degli Stati Uniti, America Latina, Medio Oriente ed Europa sin dagli anni '50, quando il marchese fiorentino Giovan Battista Giorgini, inizia a diffondere nel campo della moda l'opera dell'eugubino, compresi i rinomati bottoni per abiti femminili realizzati dalla moglie Ines Spogli. Da sempre votato alla trasmissione della conoscenza ai giovani, ha tra i suoi allievi Alberico Morena, Sandro Soravia, Enrico Mancini, Giampiero Stacciari. Ma il contatto con l'opera di Aldo Ajò rappresenta un momento di approfondimento conoscitivo e operativo per molti altri artigiani e artisti del suo e del nostro tempo, non soltanto eugubini.
Lucia Angeloni
Nata a Perugia, Lucia Angeloni vive e lavora a Gubbio, nella frazione di Monteluiano. Ha conseguito il Diploma presso l'Istituto Statale d'Arte Applicata sezione Ceramica e il Diploma all'Accademia di Belle Arti di Perugia “Pietro Vannucci”, sezione Pittura. Ha frequentato successivamente il corso di specializzazione per Operatore Ceramista. Stabilitasi a Gubbio con la famiglia, approfondisce il rapporto con la ceramica locale, e perciò anche con quella del suo massimo rappresentante, Aldo Ajò, che rielabora autonomamente. Insegnante di Discipline Pittoriche, Lucia Angeloni ha partecipato a diverse e importanti mostre d'arte di pittura e ceramica in Italia (Umbertide nel 1986; Faenza nel 1995; Gubbio 1999-2000; Montelupo Fiorentino 2000) e all'estero (Katowice, Polonia, nel 1986; Seattle, Usa, nel 2001; Dallas, Atlanta, New York, San Francisco, Usa, nel 2002).
Eraldo Chiucchiù
Nato a Deruta nel 1951, Eraldo Chiucchiù è docente di Decorazione e Cottura dei Prodotti ceramici presso l’Istituto Statale d’Arte “A. Magnini” di Deruta dove vive ed ha il suo studio. Ha partecipato a concorsi nazionali e internazionali, rassegne, esposizioni personali e collettive all’estero e in Italia (tra cui Faenza. Gualdo Tadino, Bologna, Gubbio, Deruta, Perugia, Verona, Savona, Lodi, Limoges) ottenendo premi e riconoscimenti. Di Aldo Ajò lo attraggono, per sua stessa ammissione, le opere realizzate intorno agli anni ‘60-70, ritrovandosi nel modo materico di trattare l’argilla come metafora di un amore per la natura e di applicare gli smalti su di essa, di graffirla, inciderla fino a creare dei vuoti, oltre all’applicazione dei lustri, della cottura in ossido-riduzione, che egli stesso usa nelle sue opere, “non assunti per cosmesi - come sostiene Giancarlo Bojani in riferimento a Ajò - ma per partecipare alla manipolazione plastica”.
Enrico “Chico” Mancini
Nato nel 1942 a Gubbio, Enrico Mancini è stato tra gli allievi prediletti di Aldo Ajò, la cui bottega inizia a frequentare a soli 14 anni, nel tempo libero dalla scuola. Una frequentazione che non verrà meno neppure durante gli anni di studio all'Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia. Soltanto compiuti i 30 anni, Mancini uscirà dalla bottega del Maestro eugubino per aprirne una in proprio, tutt'ora attiva. Sue opere compaiono in luoghi pubblici e in collezioni pubbliche e private.
Giancarlo Scapin
Giancarlo Scapin nasce a Schio nel 1943. Dopo gli studi classici, frequenta un Biennio propedeutico in Filosofia, da cui esce con una tesi su “L’origine del senso di colpa in Theodor Reik”. Il contemporaneo approfondimento in Francia della filosofia esistenziale del Maestro Daniel de Montmollin lo spinge ad iscriversi all’Istituto d’Arte di Firenze in arte applicata. Ha così inizio uno dei più originali e profondi viaggi nel territorio dell'arte della terra e del fuoco del secondo Novecento in Italia, costantemente nutrito da riflessioni sul senso dell'esistenza. Un percorso documentato dall'opera ceramica del Maestro veneto prima ancora che dalle conferenze da egli tenute sulla filosofia della sua arte e dalle collaborazioni con riviste specializzate in arte ed artigianato. Le opere di Scapin figurano in musei nazionali ed internazionali: dalla Raccolta Internazionale di Ceramica e di Arte Contemporanea di Castelli al Museo dell’Arte del Cairo; dal Museo d’Arte Contemporanea Dino Formaggio al Kennedy Museum of American Art (Ohio University, Athens).
Sandro Soravia
Nato a Milano nel 1931, Sandro Soravia comincia a maneggiare la creta fin da bambino per fabbricare il suo mondo di giochi. Da ragazzo compie gli studi di ceramica a Gubbio con il professor Aldo Ajò e prende così forma una passione che non lo abbandonerà mai. Attualmente vive e lavora ad Albisola (Savona), dove nel suo atelier-fornace di via Colombo 13, trovano ospitalità numerosi amici artisti di varia provenienza sia nazionale che internazionale, oltre agli allievi dei corsi regionali di ceramica ai quali insegna tecnologia applicata. Tra le numerose collaborazioni, ricordiamo qui quella con l'Accademia di Verona e la Società Italiana per Autori ed Editori, che gli ha commissionato la creazione di un'opera da assegnare come "Premio SIAE", Oscar della creatività. Illustratore, grafico, pittore, Soravia predilige la ceramica. I suoi lavori si trovano in importanti edifici pubblici e in collezioni pubbliche e private, sia in Italia e all'estero.
Giampiero Stacciari
Giampiero Stacciari entra ben presto nella bottega di Aldo Ajò, il quale non tarda a notare lo straordinario talento tecnico del giovane allievo. Fiero e serio, il giovane apprendista accetta solo il consiglio del Maestro, iscrivendosi all'Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia. All'inizio degli anni sessanta è chiamato ad insegnare al neonato Istituto d'Arte di Gubbio, che lascerà poco dopo per quello di Deruta, dove diverse generazioni di abili ceramisti faranno tesoro delle sue competenze, tenendolo per un serio e preparato docente. Una serietà che, unita all'allergia per i compressi, terranno Stacciari costantemente lontano dal gaudente ed effimero mondo delle mostre e delle gallerie d'arte, preferendo lavorare da artigiano per diverse ditte ceramiche, a cominciare dall'eugubina C.a.f.f., con la quale ancora collabora. Giampiero Stacciari è alla sua prima mostra.
12
agosto 2010
Aldo Ajò – Ricadute
Dal 12 al 26 agosto 2010
arte contemporanea
arti decorative e industriali
arti decorative e industriali
Location
MONASTERO SAN PIETRO
Gubbio, centro storico, (Perugia)
Gubbio, centro storico, (Perugia)
Biglietti
Aperture straordinarie:
* con il biglietto del concerto, da un'ora prima a un'ora dopo le esibizioni di Gubbio No Borders, in programma nel "chiostro grande" del Monastero di San Pietro;
* con ingresso libero, da un'ora prima a un'ora dopo le iniziative di letteratura e cinema del 12 e 26 agosto in programma nel "chiostro grande" del Monastero di San Pietro, non a pagamento
Orario di apertura
tutti i giorni, dalle ore 11 alle 13 e dalle 16 alle 19
Vernissage
12 Agosto 2010, ore 11
Sito web
www.gubbio-altochiascio.umbria2000.it
Ufficio stampa
PATRIZIA CAVALLETTI COMUNICAZIONE
Autore
Curatore