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Aldo Ambrosini / Roberto Cornacchia – Dialogo dell’assenza
A molti interrogativi tentano di dare una risposta Aldo Ambrosini e Roberto Cornacchia, l’uno pittore e l’altro fotografo, con il loro essere artisti di frontiera, operando sul confine e al limite della linea di separazione tra la loro arte e la loro vita, accompagnati per l’occasione da testi scritti da Gaetano Blaiotta e Gian Ruggero Manzoni
Comunicato stampa
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Dialogo dell’assenza: assenza del ruolo dell’artista, assenza di uno spazio riconosciuto come legittimo, necessario e irrinunciabile, assenza del valore del suo lavoro, assenza del suo pensiero, assenza della sua vita trascorsa da uomo di frontiera….
Quale sia la percezione che l’attuale collettività ha, dopo il lungo processo di maturazione attraverso la storia, riguardo il ruolo dell’artista e del suo lavoro è la riflessione a cui vuole condurre questa doppia personale che in questo significato incentra il senso ultimo della presentazione delle opere che compongono la mostra.
In quale luogo, in quale dimensione spaziale si riassume il fare dell’artista se non nel suo studio, in quell’ universo che raccoglie gli umori, i pensieri, le rabbie, le sconfitte e altrimenti le vittorie, le affermazioni, le esaltazioni conseguite e conseguenti. Nell’atelier l’artista concretizza il sé e le proprie memorie, guai a perderne il contatto troppo a lungo o peggio ancora ad essere vittima di un allontanamento forzato e imperituro… ciò può corrispondere alla perdita se pur transitoria della sua identità, un vero e proprio lutto da elaborare e da superare… se ce ne sono le forze.
Il constatare quanto a volte poco valga l’essere artista oggi, quanto possa essere smarrita la consapevolezza del suo ruolo sociale, del suo impegno svolto ogni giorno con rigore e ricerca incessante, volutamente distante dall’inseguire la mercificazione dell’arte a tutti i costi, dal rincorrere gli eventi mediatici, siano essi internazionali, nazionali o più localmente collocati, per andare in senso opposto alla ricerca di relazioni più tangibili, di incontri più autentici e meditati con luoghi, persone e cose. Dare forma concreta ad un pensiero, ad una riflessione operando una scelta artistica è un atto di grande spessore culturale, un arricchimento per chi vorrà accettare il messaggio donato, è l’artista che ci regala il suo tempo, energia, intelligenza, esperienza… l’artista ferma nel suo fare il nostro tempo, ne è testimone e ce lo restituisce rielaborato e con valore accresciuto. Qual è il pensiero dell’artista oggi assorto come nel passato intento a rivalutare la sua e la nostra esistenza? Forse si interroga sul senso del suo operato nel timore di essere divenuto un bene di consumo artistico, uno dei tanti prodotti in vendita nella società occidentale?
A questi interrogativi tentano di dare una risposta Aldo Ambrosini e Roberto Cornacchia, l’uno pittore e l’altro fotografo, con il loro essere artisti di frontiera, operando sul confine e al limite della linea di separazione tra la loro arte e la loro vita, accompagnati per l’occasione da testi scritti da Gaetano Blaiotta e Gian Ruggero Manzoni. (Stefania Vecchi)
Aldo Ambrosini, pittore.
E’ nato a Varese nel 1942, dove vive. Avvia la sua ricerca pittorica negli anni ’60 e ha presentato il suo lavoro in numerose mostre personali e collettive. Da trent’anni ha situato il suo atelier in una tipica cascina nella campagna lombarda, a Induno Olona (Va).
Dipinge su carta velina il più fragile e delicato dei materiali che nelle sue mani diviene qualcosa di tenace e duraturo.
Roberto Cornacchia, fotografo.
E’ nato a Cotignola (Ra) nel 1961 e nel ’66 si trasferisce a Lugo, dove vive e lavora. Avvia giovanissimo la sua attività aprendo nell’81 il primo studio fotografico in via Baracca, successivamente traslocato in via Emaldi, in seguito divenuto anche sede espositiva.
Da sempre attento testimone oculare di tanti percorsi umani e culturali, per poi riconsegnarli a noi spettatori nel tempo.
Completano l’esposizione le seguenti Opere per il passante:
Aldo Ambrosini - Senza titolo – la levità dell’artista
Roberto Cornacchia - La poesia del silenzio – nell’ atelier di Claudio Neri
Entrambe le opere saranno collocate nello Scalone Monumentale Settecentesco
della Rocca Estense di Lugo e saranno visibili sino al 31 maggio 2008.
Quale sia la percezione che l’attuale collettività ha, dopo il lungo processo di maturazione attraverso la storia, riguardo il ruolo dell’artista e del suo lavoro è la riflessione a cui vuole condurre questa doppia personale che in questo significato incentra il senso ultimo della presentazione delle opere che compongono la mostra.
In quale luogo, in quale dimensione spaziale si riassume il fare dell’artista se non nel suo studio, in quell’ universo che raccoglie gli umori, i pensieri, le rabbie, le sconfitte e altrimenti le vittorie, le affermazioni, le esaltazioni conseguite e conseguenti. Nell’atelier l’artista concretizza il sé e le proprie memorie, guai a perderne il contatto troppo a lungo o peggio ancora ad essere vittima di un allontanamento forzato e imperituro… ciò può corrispondere alla perdita se pur transitoria della sua identità, un vero e proprio lutto da elaborare e da superare… se ce ne sono le forze.
Il constatare quanto a volte poco valga l’essere artista oggi, quanto possa essere smarrita la consapevolezza del suo ruolo sociale, del suo impegno svolto ogni giorno con rigore e ricerca incessante, volutamente distante dall’inseguire la mercificazione dell’arte a tutti i costi, dal rincorrere gli eventi mediatici, siano essi internazionali, nazionali o più localmente collocati, per andare in senso opposto alla ricerca di relazioni più tangibili, di incontri più autentici e meditati con luoghi, persone e cose. Dare forma concreta ad un pensiero, ad una riflessione operando una scelta artistica è un atto di grande spessore culturale, un arricchimento per chi vorrà accettare il messaggio donato, è l’artista che ci regala il suo tempo, energia, intelligenza, esperienza… l’artista ferma nel suo fare il nostro tempo, ne è testimone e ce lo restituisce rielaborato e con valore accresciuto. Qual è il pensiero dell’artista oggi assorto come nel passato intento a rivalutare la sua e la nostra esistenza? Forse si interroga sul senso del suo operato nel timore di essere divenuto un bene di consumo artistico, uno dei tanti prodotti in vendita nella società occidentale?
A questi interrogativi tentano di dare una risposta Aldo Ambrosini e Roberto Cornacchia, l’uno pittore e l’altro fotografo, con il loro essere artisti di frontiera, operando sul confine e al limite della linea di separazione tra la loro arte e la loro vita, accompagnati per l’occasione da testi scritti da Gaetano Blaiotta e Gian Ruggero Manzoni. (Stefania Vecchi)
Aldo Ambrosini, pittore.
E’ nato a Varese nel 1942, dove vive. Avvia la sua ricerca pittorica negli anni ’60 e ha presentato il suo lavoro in numerose mostre personali e collettive. Da trent’anni ha situato il suo atelier in una tipica cascina nella campagna lombarda, a Induno Olona (Va).
Dipinge su carta velina il più fragile e delicato dei materiali che nelle sue mani diviene qualcosa di tenace e duraturo.
Roberto Cornacchia, fotografo.
E’ nato a Cotignola (Ra) nel 1961 e nel ’66 si trasferisce a Lugo, dove vive e lavora. Avvia giovanissimo la sua attività aprendo nell’81 il primo studio fotografico in via Baracca, successivamente traslocato in via Emaldi, in seguito divenuto anche sede espositiva.
Da sempre attento testimone oculare di tanti percorsi umani e culturali, per poi riconsegnarli a noi spettatori nel tempo.
Completano l’esposizione le seguenti Opere per il passante:
Aldo Ambrosini - Senza titolo – la levità dell’artista
Roberto Cornacchia - La poesia del silenzio – nell’ atelier di Claudio Neri
Entrambe le opere saranno collocate nello Scalone Monumentale Settecentesco
della Rocca Estense di Lugo e saranno visibili sino al 31 maggio 2008.
17
maggio 2008
Aldo Ambrosini / Roberto Cornacchia – Dialogo dell’assenza
Dal 17 maggio al primo giugno 2008
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
CASA ROSSINI
Lugo, Via Giacomo Rocca, 14, (Ravenna)
Lugo, Via Giacomo Rocca, 14, (Ravenna)
Orario di apertura
da martedì a sabato 16,00/18,30; domenica e festivi 10,00/12,00 – 16,00/18,30; chiuso il lunedì
Vernissage
17 Maggio 2008, ore 18.30
Autore
Curatore