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Aldo Flores – La mostra vietata
La mostra di Aldo Flores, che è composta da una serie di gigantografie, inizia proprio con
la citazione dell’Eva di Albrecht Duerer, il celebre dipinto del Prado del 1507 che esibisce
una Eva elegante e sinuosa nell’atto di accettare il frutto proibito offertole dal serpente.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Aldo FLORES ci propone una sua particolare visione del mondo, attraverso un
presupposto sul quale ragiona: l’esistenza del “divieto” nella realtà sociale. Si pone
degli interrogativi sul perché e come nascano i divieti sulle cose. In base a quali principi
o ragionamenti si vieta qualcosa a qualcun’altro? Perché esistono i divieti? È un
comportamento innato nella natura umana quello di vietare? Gettando uno sguardo
sul passato, sulla storia dell’umanità, si riscontra che il divieto ha attraversato il tessuto
sociale di tutti i tempi, a partire dal primo divieto biblico impartito a i nostri progenitori
nell’Eden, quando è stato loro vietato di cogliere il frutto dell’albero della Conoscenza.
La mostra di Aldo Flores, che è composta da una serie di gigantografie, inizia proprio con
la citazione dell’Eva di Albrecht Duerer, il celebre dipinto del Prado del 1507 che esibisce
una Eva elegante e sinuosa nell’atto di accettare il frutto proibito offertole dal serpente.
E dalla citazione si snoda il corpo della mostra imperniato su una serie di lavori che
nell’apparenza paesistica inglobano materiali tratti direttamente dalla terra tra cui
le foglie e la pianta della cannabis. Si insinua così attraverso una visualizzazione
fortemente creativa e visionaria ispirata ai fenomeni terrestri - tra cui insistente quello
del tornando, con le sua energia dirompente - un simbolo di un divieto caratterizzante
la contemporaneità, quello dell’uso della cannabis. Allusione forse, con le forze oscure
dei tornadi che portano distruzione e morte, all’oscurità che possono comportare i
divieti. L’intento di Flores non è certo quello di trasgredirli, o di esortare all’uso della
cannabis, ma piuttosto quello di riconsiderare il concetto di proibizione, auspicando
una sua diversa gestione che si proponga di ridurre i mali dell’umanità anziché acuirli e
complicarli.
Nelle varianti materiche – qui leggibili attraverso il filtro fotografico - nel riportare sulla
tela direttamente gli elementi costitutivi - non rappresentativi - del mondo naturale,
facendoli divenire “quadro”, oggetto estetico, Flores rivela lo struggimento verso per la
propria terra, la venerazione per la sua energia che racchiude il visibile e l’invisibile.
presupposto sul quale ragiona: l’esistenza del “divieto” nella realtà sociale. Si pone
degli interrogativi sul perché e come nascano i divieti sulle cose. In base a quali principi
o ragionamenti si vieta qualcosa a qualcun’altro? Perché esistono i divieti? È un
comportamento innato nella natura umana quello di vietare? Gettando uno sguardo
sul passato, sulla storia dell’umanità, si riscontra che il divieto ha attraversato il tessuto
sociale di tutti i tempi, a partire dal primo divieto biblico impartito a i nostri progenitori
nell’Eden, quando è stato loro vietato di cogliere il frutto dell’albero della Conoscenza.
La mostra di Aldo Flores, che è composta da una serie di gigantografie, inizia proprio con
la citazione dell’Eva di Albrecht Duerer, il celebre dipinto del Prado del 1507 che esibisce
una Eva elegante e sinuosa nell’atto di accettare il frutto proibito offertole dal serpente.
E dalla citazione si snoda il corpo della mostra imperniato su una serie di lavori che
nell’apparenza paesistica inglobano materiali tratti direttamente dalla terra tra cui
le foglie e la pianta della cannabis. Si insinua così attraverso una visualizzazione
fortemente creativa e visionaria ispirata ai fenomeni terrestri - tra cui insistente quello
del tornando, con le sua energia dirompente - un simbolo di un divieto caratterizzante
la contemporaneità, quello dell’uso della cannabis. Allusione forse, con le forze oscure
dei tornadi che portano distruzione e morte, all’oscurità che possono comportare i
divieti. L’intento di Flores non è certo quello di trasgredirli, o di esortare all’uso della
cannabis, ma piuttosto quello di riconsiderare il concetto di proibizione, auspicando
una sua diversa gestione che si proponga di ridurre i mali dell’umanità anziché acuirli e
complicarli.
Nelle varianti materiche – qui leggibili attraverso il filtro fotografico - nel riportare sulla
tela direttamente gli elementi costitutivi - non rappresentativi - del mondo naturale,
facendoli divenire “quadro”, oggetto estetico, Flores rivela lo struggimento verso per la
propria terra, la venerazione per la sua energia che racchiude il visibile e l’invisibile.
09
marzo 2013
Aldo Flores – La mostra vietata
Dal 09 al 31 marzo 2013
arte contemporanea
Location
ART&SPACE LUISI
Trieste, Via San Nicolò, 4, (Trieste)
Trieste, Via San Nicolò, 4, (Trieste)
Orario di apertura
feriali 17/19.30; domenica chiuso.
Vernissage
9 Marzo 2013, h 19
Sito web
www.gruppo78.it
Autore
Curatore