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Alejandro Cesarco – The Measures of Memory
La mostra gioca con la possibilità di intendere la memoria come oggetto e strumento dei nostri desideri, mettendo in relazione diverse metodologie di documentazione, descrizione e misurazione del passaggio del tempo, e le forme utilizzate per rievocarlo.
Comunicato stampa
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Uruguaiano di nascita e newyorkese di adozione, Alejandro Cesarco lavora nei confini estetici dell’arte concettuale degli anni 60’ e 70’, in particolare del filone linguistico, arrichendolo di sfumature sentimentali e melanconiche. L’artista indaga il mezzo della scrittura, il rapporto tra testo e significato, mettendo in scena una produzione artistica eterogenea tra video, fotografia, testi, installazioni, collages e libri. Ripetizione, narrazione, pratiche di lettura e traduzione sono da sempre il leitmotiv dei suoi interessi che si coniugano perfettamente con le strategie concettuali che utilizza quali catalogazione, classificazione, appropriazione e reinterpretazione. La sua ricerca esplora inoltre il rapporto tra parole e immagini in relazione al contesto, all’esperienza e alla soggettività mentre la memoria e il riferimento al passato divengono invece fondamentali per la comprensione del presente attraverso sia reminescenze autobiografiche sia letterali di artisti, scrittori, autori, pensatori. La mostra, intitolata The Measures of Memory, gioca infatti con le possibilità della memoria di essere considerata sia come oggetto sia come strumento dei nostri desideri, mettendo in relazione diverse metodologie di documentazione, descrizione e rendicontazione del passaggio del tempo e delle forme usate per rievocarlo. Coerentemente con la pratica artistica di Cesarco, la mostra è caratterizzata da un tono romantico e a tratti malinconico che favorisce l’esplorazione di categorie quali narrazione personale, stile, invecchiamento, influenza ed eredità.
Nello spazio principale della galleria sono esposte opere di recente produzione come The Inner Shadow (2016), un’intima conversazione tra due amanti che sembrano consapevoli di essere osservati. Il video esplora le dinamiche emozionali nelle relazioni interpersonali dove i confini tra dialogo e monologo sono vaghi e la conversazione, pur basandosi su parole personali, appare artificiosa. Quello che emerge è il tentativo di sostenere il desiderio a lungo termine. Ciò che viene negoziato è la differenza tra chi siamo e chi eravamo. Nel video Interlude (2017) è invece mostrato un breve e tenero ritratto dell’inconsapevole e provvisoria natura della memoria. Questa diviene il soggetto dell’opera fotografica Der Familienroman (The Family Novel) (2017), una rilettura dell’edizione spagnola del testo The Complete Works of Sigmund Freud di propritetà del padre dell’artista. In questo modo Cesarco rilegge Freud attraverso le lenti dell’autobiografia, focalizzando l’attenzione sulle sottolineature e sugli appunti annotati dal padre, descrittivi e profetici allo stesso tempo. La linea autobiografica emerge anche in opere come The Difference Between Thirty-Two and Forty-Five (2017) – una rappresentazione umoristica e letterale delle paure di Cesarco sull'invecchiamento con uno sguardo verso il lavoro dell’artista americano Larry Johnson – e in Forty Seven Drawings by Marion Milner (2017) – un elenco descrittivo di tutti i disegni inclusi nel classico testo psicoanalista inglese sulla creatività e sui suoi impedimenti, dal titolo On Not Being Able to Paint. In A Portrait of Sherrie Levine (2017) ritrae l’artista concettuale statunitense attraverso la lista delle opere presenti nella retrospettiva Mayhem ospitata al Whitney Museum of Art (New York, 2012).
L’esposizione continua nello spazio al n.1. dove vengono presentati altri lavori fotografici, tra cui l’opera Studies for a Series on Love (Wendy's Hands) (2015), composta da due immagini poste una di fronte all’altra, procura la sensazione di trattenere, stringere e quasi proteggere tutto ciò che è presente nella stanza, come persone e oggetti. È un gesto poetico, apparentemente immobilizzato nell’immagine ma che poi si libera e compie il suo corso attraverso gli occhi di chi lo guarda. La componente emotiva della ricerca artistica di Cesarco caratterizza fortemente anche il trittico An Abridged History of Regret (2012), seguenze di estratti di testo fotografati e accostati riflettono sulle strade di vita professionale e personale non intraprese. Brani che si legano tra loro in una narrazione, logica e spezzata al tempo stesso, da cui emerge un’intensa analisi grammaticale delle emozioni e dei sentimenti.
Una produzione artistica in bilico tra una visione logica e razionale e una percezione poetica ed emotiva, un gioco che pone al centro della sua attenzione i rapporti interpersonali e i quesiti esistenziali sul confronto con sé stessi e gli altri, riflettendo altresì sul ruolo che linguaggio e immaginazione hanno in questo processo. Il visitatore è chiamato a riempire i vuoti lasciati in sospeso dall’artista e, dunque, a completare l’opera creando una narrazione personale di ricordi, influssi e desideri.
Nello spazio principale della galleria sono esposte opere di recente produzione come The Inner Shadow (2016), un’intima conversazione tra due amanti che sembrano consapevoli di essere osservati. Il video esplora le dinamiche emozionali nelle relazioni interpersonali dove i confini tra dialogo e monologo sono vaghi e la conversazione, pur basandosi su parole personali, appare artificiosa. Quello che emerge è il tentativo di sostenere il desiderio a lungo termine. Ciò che viene negoziato è la differenza tra chi siamo e chi eravamo. Nel video Interlude (2017) è invece mostrato un breve e tenero ritratto dell’inconsapevole e provvisoria natura della memoria. Questa diviene il soggetto dell’opera fotografica Der Familienroman (The Family Novel) (2017), una rilettura dell’edizione spagnola del testo The Complete Works of Sigmund Freud di propritetà del padre dell’artista. In questo modo Cesarco rilegge Freud attraverso le lenti dell’autobiografia, focalizzando l’attenzione sulle sottolineature e sugli appunti annotati dal padre, descrittivi e profetici allo stesso tempo. La linea autobiografica emerge anche in opere come The Difference Between Thirty-Two and Forty-Five (2017) – una rappresentazione umoristica e letterale delle paure di Cesarco sull'invecchiamento con uno sguardo verso il lavoro dell’artista americano Larry Johnson – e in Forty Seven Drawings by Marion Milner (2017) – un elenco descrittivo di tutti i disegni inclusi nel classico testo psicoanalista inglese sulla creatività e sui suoi impedimenti, dal titolo On Not Being Able to Paint. In A Portrait of Sherrie Levine (2017) ritrae l’artista concettuale statunitense attraverso la lista delle opere presenti nella retrospettiva Mayhem ospitata al Whitney Museum of Art (New York, 2012).
L’esposizione continua nello spazio al n.1. dove vengono presentati altri lavori fotografici, tra cui l’opera Studies for a Series on Love (Wendy's Hands) (2015), composta da due immagini poste una di fronte all’altra, procura la sensazione di trattenere, stringere e quasi proteggere tutto ciò che è presente nella stanza, come persone e oggetti. È un gesto poetico, apparentemente immobilizzato nell’immagine ma che poi si libera e compie il suo corso attraverso gli occhi di chi lo guarda. La componente emotiva della ricerca artistica di Cesarco caratterizza fortemente anche il trittico An Abridged History of Regret (2012), seguenze di estratti di testo fotografati e accostati riflettono sulle strade di vita professionale e personale non intraprese. Brani che si legano tra loro in una narrazione, logica e spezzata al tempo stesso, da cui emerge un’intensa analisi grammaticale delle emozioni e dei sentimenti.
Una produzione artistica in bilico tra una visione logica e razionale e una percezione poetica ed emotiva, un gioco che pone al centro della sua attenzione i rapporti interpersonali e i quesiti esistenziali sul confronto con sé stessi e gli altri, riflettendo altresì sul ruolo che linguaggio e immaginazione hanno in questo processo. Il visitatore è chiamato a riempire i vuoti lasciati in sospeso dall’artista e, dunque, a completare l’opera creando una narrazione personale di ricordi, influssi e desideri.
29
novembre 2017
Alejandro Cesarco – The Measures of Memory
Dal 29 novembre 2017 al 28 febbraio 2018
arte contemporanea
Location
GALLERIA RAFFAELLA CORTESE
Milano, Via Alessandro Stradella, 1, 4 e 7, (Milano)
Milano, Via Alessandro Stradella, 1, 4 e 7, (Milano)
Orario di apertura
Martedì - sabato 10-13 / 15-19:30
Vernissage
29 Novembre 2017, Dalle 19 alle 21
Autore