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Alejandro Gómez de Tuddo – Gioco mortale: la vita
Poderose immagini di enigmatica bellezza che mutano dal fotografico verso il simbolico e visionario.
Comunicato stampa
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Alejandro Gómez de Tuddo appartiene a una nuova generazione di artisti Latinoamericani capaci di captare lo spirito del tempo con poderose immagini di enigmatica bellezza che mutano dal fotografico verso il simbolico e visionario.
Ha studiato fotografia presso l'Ecole Nationale de Photographie di Artes, in Francia e presso l'International Center of Photography (ICP) di New York e cinematografia alla New York University. Le sue opere sono state catalogate dalla stampa specializata fra le dieci migliori proposte che si sono esposte recentemente ad ARCO 2005, Madrid.
Alcune delle sue fotografie - esposte in musei, gallerie e spazi alternativi in diversi posti del mondo- sono documenti inespugnabili sulla crudeltà e la stupidità umane, dove gli oggetti fotografati si trasformano in una iperrealtà spettrale d'inquietante serenità, mentre altre sono astrazioni portiche pure.
Come scrive Irma Arestizàbal, nel depliant della mostra organizzata dall'Istituto Italo-Latino Americano , in collaborazione con l'Ambasciata del Messico in Italia: "...le bellissime foto di Alejandro Gómez de Tuddo nascondono una realtà violenta rivestita da una morbida sensualità.
Le sue immagini, mettendoci davanti alla violenza e alla morte, generano un senso di disagio, ma allo stesso tempo fanno riflettere sulla persistenza dell'esistenza. In genere sono particolari 'scoperti' da un occhio attento, che cattura come una 'rete visiva' e mostra. Un'estetica che riprende dal manierismo il potere della sopra-individualizzazione, facendo sì che, anche le immagini più comuni, gli stili più conosciuti, possano generare figure uniche, strane e belle". Per poi proseguire: "costituiscono un doloroso riscontro della presenza della morte, che sancisce la fine assoluta di
qualcosa di positivo: l'essere umano, l'animale, la pianta, l'amicizia, l'alleanza, la pace e, allo stesso tempo, la sua persistenza nel nostro immaginario. Come quando, d'accordo con Rosalind Krauss, Barthes si rende conto che l'elemento scandaloso della fotografia è la certezza del 'ciò è accaduto', che aderisce all'immagine, dando la certezza che il punctum (questo nuovo punctum non è più forma, ma intensità) è il tempo".
Di recente ha partecipato alle seguenti esposizioni:
ARCO, Madrid; Artists for Africa - Comune di Roma, DEA, Help for All, Sala I, Roma; Tödliche Spiel: das Leben - Berliner Festspiele, Bewag Halle, Berlino; Art Beats - Biennale Adriatica di Arti Nuove; Depth of Field, Latin Collector Gallery, NY; Filottete, Istituto Svizzero di Roma; Life-Still Circus, Supperclub, p.t. Romaeuropa Festival; Diario, Università degli Studi Roma Tre; Cane nahual - FotoGrafia, Festival Internazionale di Roma, Mercati Traianei; No Money No Honey, Area Contenitore d'Arte Contemporanea, Palermo; Ready-dead, PS1 Gallery/Artwurl, NY; e Diario di artisti stranieri a Roma, presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma.
Alcune delle mostre previste per il 2005 comprendono:
Il ragazzo di Firuz Abad, Oriented FotoGrafia 2005, Festival Internazionale di Roma; Tempo incerto, Mostra di Oltremare di Napoli; e Naturae, Centro de las Artes, Monterrey, Messico.
Ha studiato fotografia presso l'Ecole Nationale de Photographie di Artes, in Francia e presso l'International Center of Photography (ICP) di New York e cinematografia alla New York University. Le sue opere sono state catalogate dalla stampa specializata fra le dieci migliori proposte che si sono esposte recentemente ad ARCO 2005, Madrid.
Alcune delle sue fotografie - esposte in musei, gallerie e spazi alternativi in diversi posti del mondo- sono documenti inespugnabili sulla crudeltà e la stupidità umane, dove gli oggetti fotografati si trasformano in una iperrealtà spettrale d'inquietante serenità, mentre altre sono astrazioni portiche pure.
Come scrive Irma Arestizàbal, nel depliant della mostra organizzata dall'Istituto Italo-Latino Americano , in collaborazione con l'Ambasciata del Messico in Italia: "...le bellissime foto di Alejandro Gómez de Tuddo nascondono una realtà violenta rivestita da una morbida sensualità.
Le sue immagini, mettendoci davanti alla violenza e alla morte, generano un senso di disagio, ma allo stesso tempo fanno riflettere sulla persistenza dell'esistenza. In genere sono particolari 'scoperti' da un occhio attento, che cattura come una 'rete visiva' e mostra. Un'estetica che riprende dal manierismo il potere della sopra-individualizzazione, facendo sì che, anche le immagini più comuni, gli stili più conosciuti, possano generare figure uniche, strane e belle". Per poi proseguire: "costituiscono un doloroso riscontro della presenza della morte, che sancisce la fine assoluta di
qualcosa di positivo: l'essere umano, l'animale, la pianta, l'amicizia, l'alleanza, la pace e, allo stesso tempo, la sua persistenza nel nostro immaginario. Come quando, d'accordo con Rosalind Krauss, Barthes si rende conto che l'elemento scandaloso della fotografia è la certezza del 'ciò è accaduto', che aderisce all'immagine, dando la certezza che il punctum (questo nuovo punctum non è più forma, ma intensità) è il tempo".
Di recente ha partecipato alle seguenti esposizioni:
ARCO, Madrid; Artists for Africa - Comune di Roma, DEA, Help for All, Sala I, Roma; Tödliche Spiel: das Leben - Berliner Festspiele, Bewag Halle, Berlino; Art Beats - Biennale Adriatica di Arti Nuove; Depth of Field, Latin Collector Gallery, NY; Filottete, Istituto Svizzero di Roma; Life-Still Circus, Supperclub, p.t. Romaeuropa Festival; Diario, Università degli Studi Roma Tre; Cane nahual - FotoGrafia, Festival Internazionale di Roma, Mercati Traianei; No Money No Honey, Area Contenitore d'Arte Contemporanea, Palermo; Ready-dead, PS1 Gallery/Artwurl, NY; e Diario di artisti stranieri a Roma, presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma.
Alcune delle mostre previste per il 2005 comprendono:
Il ragazzo di Firuz Abad, Oriented FotoGrafia 2005, Festival Internazionale di Roma; Tempo incerto, Mostra di Oltremare di Napoli; e Naturae, Centro de las Artes, Monterrey, Messico.
24
febbraio 2005
Alejandro Gómez de Tuddo – Gioco mortale: la vita
Dal 24 febbraio al 26 marzo 2005
fotografia
Location
IILA – ISTITUTO ITALO-LATINO AMERICANO
Roma, Via Giovanni Paisiello, 24, (Roma)
Roma, Via Giovanni Paisiello, 24, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a sabato 11-19
Vernissage
24 Febbraio 2005, ore 19
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