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Alessandra Bonelli – L’errare dei segni
Alessandra Bonelli presenta una serie di opere su carta: in esse, l’estrazione del particolare, la rappresentazione per frammenti trasforma l’immaginario a reperto mnemonico fino quasi alla sua parziale cancellazione.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
11 - 20 maggio 2010
Alessandra Bonelli
L'errare dei segni
a cura di Donatella Airoldi
presentazione di Mariella De Santis
Alessandra Bonelli presenta una serie di opere su carta: in esse, l'estrazione del particolare, la rappresentazione per frammenti trasforma l'immaginario a reperto mnemonico fino quasi alla sua parziale cancellazione. Una grande installazione dal titolo Lacerti ce ne fornisce una visione emblematica.
inaugurazione: martedì 11 maggio ore 18
orario: da martedì a giovedì dalle 17,00 alle 18,30 (e su appuntamento tel. 338.8007617)
luogo: Quintocortile, viale Bligny 42, Milano
catalogo in Galleria
Mariella De Santis
Irrelare il vuoto. I frammenti di Alessandra Bonelli
19 lacerti fatti di carta, materiali di risulta, pittura, colore a stampa, mappano uno spazio bianco disegnando una idea del vuoto che Alessandra Bonelli non teme e non assedia lasciando che invece sia esso a spogliare chi guarda di ogni sovrabbondanza cognitiva ed emotiva per accedere attraverso l’opera ad un codice di decifrabilità dell’invisibile attraverso il visibile.
Si realizza per questa via un delicato paradosso di poetica dove la provvisorietà è perentoria e il silenzio orante.
Alessandra Bonelli è artista di consolidata storia che ha continuamente reinterrogato la propria ricerca in essa trovando sempre le successive partenze per un viaggio che pare infinito, dilatato e al quale l’artista riconosce il valore di essere parte di un più esteso e interminabile discorso sull’umano e sull’umanità.
Ed è questa consapevolezza a dare impressionante forza ad un gesto artistico che nella sua temporalità sa essere definitivo. Definitivo e diveniente al contempo, senza alcuna contraddizione ontologica poiché cosiccome ognuno dei frammenti esposti può essere ricondotto a nuova ridefinizione in relazione allo spazio su cui deve disporsi, così la percezione di aerea rarefazione che si può ricevere al primo sguardo, lascia il posto ad una densità che non è tipica del troppo pieno ma, ancora sorprendente deviazione, del vuoto. Un vuoto che senza violenza cromatica o materica, cerca di esistere al di là dell’incalzante pieno. Un processo di creazione cosmica per via contraria, laddove la dialettica non è tra la materia che cerca di impadronirsi del vuoto ma tra vuoto mimetizzato nella forma che chiede l’accesso alla visione.
Visione che diviene interrogazione dell’inespresso e dà valore all’incompiuto quale unico stato dell’uomo per poter proseguire nell’opera di ri/creazione delle forme attraverso cui si interroga lo stare al mondo. Nessuna cornice può contenere questo dinamismo, anche i contorni si in/indefiniscono perché il pensabile deve avere in sé coscienza della rischiosa rinuncia al limite che la libertà del pensiero e della domanda, della risposta – laddove essa sia possibile- adducono a sé costitutivamente. La rinuncia al limite, in un discorso estetico, significa esporsi senza la copertura di una classificazione, infatti, pur riconoscendo nell’opera di Alessandra Bonelli una eco concettuale, non si può non prendere atto della sua specifica elaborazione di un patrimonio di esperienza che oggi avverte la necessità di non ribadire appartenenze identitarie, tanto spesso- e non solo in ambito estetico- invocate proprio per fronteggiare la tema del vuoto. Evenienza questa che invece Alessandra Bonelli sobilla, avoca a sé forse quale ultima possibilità per l’essere umano di ripensare lo spazio e il gesto. Lasciare il vuoto libero di essere e trovare una via occidentale di interazione con esso par essere atto fondante e rigenerante, etico ed estetico, densamente irrelato alle opere di Alessandra Bonelli.
Note biografiche
Alessandra Bonelli, nata a Milano nel 1935, ha iniziato l’attività artistica nel 1960.
Nel 1977 forma con G.Benedini, L.Pescador, L.Sterlocchi il “Gruppo Metamorfosi”, attivo sino al 1986 e presentato con una prima mostra al Palazzo Diamanti di Ferrara.
La serie delle esposizioni si apre nel 1964 alla Galleria Artecentro di Milano e prosegue con personali in Gallerie pubbliche e private in Italia e all’estero.
E’ stata presente alla XVI Biennale Internazionale di San Paolo del Brasile e al Museo di Liegi.
Sue opere figurano alla Civica Raccolta del Castello Sforzesco di Milano, alla Galleria d’Arte Moderna di Mantova, alla Pinacoteca di Monaco, al Museo di Arte Contemporanea di San Paolo del Brasile, al Magi, Museo Bargellini.
Alessandra Bonelli
L'errare dei segni
a cura di Donatella Airoldi
presentazione di Mariella De Santis
Alessandra Bonelli presenta una serie di opere su carta: in esse, l'estrazione del particolare, la rappresentazione per frammenti trasforma l'immaginario a reperto mnemonico fino quasi alla sua parziale cancellazione. Una grande installazione dal titolo Lacerti ce ne fornisce una visione emblematica.
inaugurazione: martedì 11 maggio ore 18
orario: da martedì a giovedì dalle 17,00 alle 18,30 (e su appuntamento tel. 338.8007617)
luogo: Quintocortile, viale Bligny 42, Milano
catalogo in Galleria
Mariella De Santis
Irrelare il vuoto. I frammenti di Alessandra Bonelli
19 lacerti fatti di carta, materiali di risulta, pittura, colore a stampa, mappano uno spazio bianco disegnando una idea del vuoto che Alessandra Bonelli non teme e non assedia lasciando che invece sia esso a spogliare chi guarda di ogni sovrabbondanza cognitiva ed emotiva per accedere attraverso l’opera ad un codice di decifrabilità dell’invisibile attraverso il visibile.
Si realizza per questa via un delicato paradosso di poetica dove la provvisorietà è perentoria e il silenzio orante.
Alessandra Bonelli è artista di consolidata storia che ha continuamente reinterrogato la propria ricerca in essa trovando sempre le successive partenze per un viaggio che pare infinito, dilatato e al quale l’artista riconosce il valore di essere parte di un più esteso e interminabile discorso sull’umano e sull’umanità.
Ed è questa consapevolezza a dare impressionante forza ad un gesto artistico che nella sua temporalità sa essere definitivo. Definitivo e diveniente al contempo, senza alcuna contraddizione ontologica poiché cosiccome ognuno dei frammenti esposti può essere ricondotto a nuova ridefinizione in relazione allo spazio su cui deve disporsi, così la percezione di aerea rarefazione che si può ricevere al primo sguardo, lascia il posto ad una densità che non è tipica del troppo pieno ma, ancora sorprendente deviazione, del vuoto. Un vuoto che senza violenza cromatica o materica, cerca di esistere al di là dell’incalzante pieno. Un processo di creazione cosmica per via contraria, laddove la dialettica non è tra la materia che cerca di impadronirsi del vuoto ma tra vuoto mimetizzato nella forma che chiede l’accesso alla visione.
Visione che diviene interrogazione dell’inespresso e dà valore all’incompiuto quale unico stato dell’uomo per poter proseguire nell’opera di ri/creazione delle forme attraverso cui si interroga lo stare al mondo. Nessuna cornice può contenere questo dinamismo, anche i contorni si in/indefiniscono perché il pensabile deve avere in sé coscienza della rischiosa rinuncia al limite che la libertà del pensiero e della domanda, della risposta – laddove essa sia possibile- adducono a sé costitutivamente. La rinuncia al limite, in un discorso estetico, significa esporsi senza la copertura di una classificazione, infatti, pur riconoscendo nell’opera di Alessandra Bonelli una eco concettuale, non si può non prendere atto della sua specifica elaborazione di un patrimonio di esperienza che oggi avverte la necessità di non ribadire appartenenze identitarie, tanto spesso- e non solo in ambito estetico- invocate proprio per fronteggiare la tema del vuoto. Evenienza questa che invece Alessandra Bonelli sobilla, avoca a sé forse quale ultima possibilità per l’essere umano di ripensare lo spazio e il gesto. Lasciare il vuoto libero di essere e trovare una via occidentale di interazione con esso par essere atto fondante e rigenerante, etico ed estetico, densamente irrelato alle opere di Alessandra Bonelli.
Note biografiche
Alessandra Bonelli, nata a Milano nel 1935, ha iniziato l’attività artistica nel 1960.
Nel 1977 forma con G.Benedini, L.Pescador, L.Sterlocchi il “Gruppo Metamorfosi”, attivo sino al 1986 e presentato con una prima mostra al Palazzo Diamanti di Ferrara.
La serie delle esposizioni si apre nel 1964 alla Galleria Artecentro di Milano e prosegue con personali in Gallerie pubbliche e private in Italia e all’estero.
E’ stata presente alla XVI Biennale Internazionale di San Paolo del Brasile e al Museo di Liegi.
Sue opere figurano alla Civica Raccolta del Castello Sforzesco di Milano, alla Galleria d’Arte Moderna di Mantova, alla Pinacoteca di Monaco, al Museo di Arte Contemporanea di San Paolo del Brasile, al Magi, Museo Bargellini.
11
maggio 2010
Alessandra Bonelli – L’errare dei segni
Dall'undici al 20 maggio 2010
arte contemporanea
Location
QUINTOCORTILE
Milano, Viale Bligny, 42, (Milano)
Milano, Viale Bligny, 42, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a giovedì ore 17-19 e su appuntamento
Vernissage
11 Maggio 2010, ore 18
Autore
Curatore