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Alessandra Rovelli
Mostra personale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Indiscusso
protagonista dell’opera di Allessandra Rovelli è l’oggetto
naturalistico.
Visto attraverso un astratto pensare alla pianura,
terra natia e ben conosciuta, infatti,
l’artista nasce e vive a
Rivolta d’Adda; si diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Frequenta corsi al C.F.P. di Lodi e all’Umanitaria di Milano sotto la
guida del Maestro C. Tamburello
ottenendo il diploma di Tecnico
Ceramista. Vive e lavora a Rivolta d’Adda dove collabora con architetti
e arredatori. Ha partecipato a numerose mostre collettive e concorsi.
Vanta otto presenze
nella rassegna “Naturarte” promossa dal Comune di
Lodi. Ottiene una segnalazione di merito
al “Premio Morlotti” di
Imbersago e il primo premio al Premio Nazionale di Pittura “L.
Brambati” di Lodi,
e “Premio Maccagno” al Museo Civico Parisi Valle di
Maccagno.
La scelta estetica della sua pittura riprende il naturale
scorrere dei campi che in lei richiamano
un movimento intimo e sacro,
che l’artista piega in una forte contemporaneità di visione, grazie all’
uso
pastoso della materia, e materia povera legata alla terra. Seta,
pigmento di cotone e spago
che ne aumentano la pastosità oltre all’
artificio di sospenderla. Questa tecnica permette alla Rovelli
di
conferire allo stesso tempo leggerezza e profondità. Solchi di campi
innevati nella pianura lombarda e del cielo.
Campi, distese di campi
si mostrano davanti a noi e sopra questo il silenzio e il lento moto
delle stagioni,
che ora riposano, corrono, muovono la linea dell’
orizzonte e del cielo. Tale poetica informale suscita un vivo
desiderio di conoscerli questi campi, di percorrerli e infine
disegnarli. Il risultato è viva emotività anche là dove
l’opera è
maggiormente descrittiva. Dove gli oggetti, le case sembrano essere
fagocitati ora dalla luce ora dal buio.
Le radici di tale scelta
estetica nella Rovelli, affondano nella storia di Ennio Morlotti, nei
suoi impasti scavati e lacerati,
ma la fonte di riferimento di questa
giovane artista passa attraverso il Nigredo di Anselm Kiefer,
opera
dove proprio la scelta del materiale, gomma lacca e paglia, fa apparire
la pianura capace di
sprigionare un’immensa energia primordiale. E’
proprio tale infinito che l’artista lodigiana vuole rincorrere.
Le
distese solcate, scavate, modellate, ghiacciate e fermate nella forma,
che si lanciano con tutto il loro peso verso un orizzonte ferroso,
arrugginito, fermo,
in attesa di lavoratori, contadini che questi
campi potrebbero arare, ma come nei quadri di Kiefer di
loro non vi è
traccia, come se fossero stati risucchiati dalla stessa forza che la
pianura sprigiona.
Troppo immensità inospitale, come la vita, sempre la
vita.
Flora Tumminello
protagonista dell’opera di Allessandra Rovelli è l’oggetto
naturalistico.
Visto attraverso un astratto pensare alla pianura,
terra natia e ben conosciuta, infatti,
l’artista nasce e vive a
Rivolta d’Adda; si diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Frequenta corsi al C.F.P. di Lodi e all’Umanitaria di Milano sotto la
guida del Maestro C. Tamburello
ottenendo il diploma di Tecnico
Ceramista. Vive e lavora a Rivolta d’Adda dove collabora con architetti
e arredatori. Ha partecipato a numerose mostre collettive e concorsi.
Vanta otto presenze
nella rassegna “Naturarte” promossa dal Comune di
Lodi. Ottiene una segnalazione di merito
al “Premio Morlotti” di
Imbersago e il primo premio al Premio Nazionale di Pittura “L.
Brambati” di Lodi,
e “Premio Maccagno” al Museo Civico Parisi Valle di
Maccagno.
La scelta estetica della sua pittura riprende il naturale
scorrere dei campi che in lei richiamano
un movimento intimo e sacro,
che l’artista piega in una forte contemporaneità di visione, grazie all’
uso
pastoso della materia, e materia povera legata alla terra. Seta,
pigmento di cotone e spago
che ne aumentano la pastosità oltre all’
artificio di sospenderla. Questa tecnica permette alla Rovelli
di
conferire allo stesso tempo leggerezza e profondità. Solchi di campi
innevati nella pianura lombarda e del cielo.
Campi, distese di campi
si mostrano davanti a noi e sopra questo il silenzio e il lento moto
delle stagioni,
che ora riposano, corrono, muovono la linea dell’
orizzonte e del cielo. Tale poetica informale suscita un vivo
desiderio di conoscerli questi campi, di percorrerli e infine
disegnarli. Il risultato è viva emotività anche là dove
l’opera è
maggiormente descrittiva. Dove gli oggetti, le case sembrano essere
fagocitati ora dalla luce ora dal buio.
Le radici di tale scelta
estetica nella Rovelli, affondano nella storia di Ennio Morlotti, nei
suoi impasti scavati e lacerati,
ma la fonte di riferimento di questa
giovane artista passa attraverso il Nigredo di Anselm Kiefer,
opera
dove proprio la scelta del materiale, gomma lacca e paglia, fa apparire
la pianura capace di
sprigionare un’immensa energia primordiale. E’
proprio tale infinito che l’artista lodigiana vuole rincorrere.
Le
distese solcate, scavate, modellate, ghiacciate e fermate nella forma,
che si lanciano con tutto il loro peso verso un orizzonte ferroso,
arrugginito, fermo,
in attesa di lavoratori, contadini che questi
campi potrebbero arare, ma come nei quadri di Kiefer di
loro non vi è
traccia, come se fossero stati risucchiati dalla stessa forza che la
pianura sprigiona.
Troppo immensità inospitale, come la vita, sempre la
vita.
Flora Tumminello
23
ottobre 2009
Alessandra Rovelli
Dal 23 ottobre al 10 novembre 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA OLDRADO DA PONTE
Lodi, Via Oldrado Da Ponte, 9, (Lodi)
Lodi, Via Oldrado Da Ponte, 9, (Lodi)
Vernissage
23 Ottobre 2009, ore 18
Autore