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Alessandra Spranzi – Selvatico (colui che si salva)
Selvatico (colui che si salva) è la seconda personale di Alessandra Spranzi (1962) presso Fotografia Italiana Arte contemporanea, e rappresenta una novità nel percorso dell’artista-fotografa milanese.
Comunicato stampa
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Selvatico (colui che si salva) è la seconda personale di Alessandra Spranzi (1962) presso Fotografia Italiana Arte contemporanea, e rappresenta una novità nel percorso dell’artista-fotografa milanese.
Fin quasi dagli esordi il lavoro di Alessandra Spranzi si è articolato in serie fotografiche compatte tanto nel soggetto quanto nel formato, variazioni della stessa idea di fondo. Le immagini di questa mostra interrompono la consuetudine. Scattate per lo più al di fuori dello studio, documentano incontri fortuiti con oggetti e luoghi diversi: un ombrello abbandonato per strada, l’insegna di un albergo, una rete riempita di palloni da basket, fotografie amatoriali di mobili e animali che l’artista ha rifotografato da riviste di annunci economici e ingigantito. Il formato delle immagini è vario quanto il loro contenuto.
Anche questi scatti, a loro modo, costituiscono una serie. La loro unità risiede in un clima emotivo generale, in alcune suggestioni e associazioni di idee che l’artista affida al titolo della mostra.
“Salvatico è quel che si salva” è un aforisma di Leonardo da Vinci contenuto nel Codice Trivulziano. Alessandra Spranzi lo interpreta liberamente come un invito ad abbandonare le certezze della “casa” (l’ambiente domestico, lo studio di posa, la cultura visiva acquisita, la cultura in generale…) per cercare di ritrovare una condizione “selvatica” (intuitiva, emotiva) nel rapporto con il mondo e la natura.
Il risultato è spiazzante e non necessariamente consolatorio. La natura, in queste fotografie, è una forma di vitalità residua che lampeggia fra le maglie dell’ambiente urbano (le immagini di animali in cattività); gli scatti di oggetti rotti o abbandonati alludono a una forma di libertà dalla consuetudine e dal principio di efficienza, ma esprimono anche precarietà e perdita.
Accompagna e completa la mostra un catalogo/libro d’artista che alterna alle riproduzioni delle fotografie immagini d’archivio e citazioni letterarie, in un percorso intuitivo e analogico che rispecchia la genesi delle opere.
Fin quasi dagli esordi il lavoro di Alessandra Spranzi si è articolato in serie fotografiche compatte tanto nel soggetto quanto nel formato, variazioni della stessa idea di fondo. Le immagini di questa mostra interrompono la consuetudine. Scattate per lo più al di fuori dello studio, documentano incontri fortuiti con oggetti e luoghi diversi: un ombrello abbandonato per strada, l’insegna di un albergo, una rete riempita di palloni da basket, fotografie amatoriali di mobili e animali che l’artista ha rifotografato da riviste di annunci economici e ingigantito. Il formato delle immagini è vario quanto il loro contenuto.
Anche questi scatti, a loro modo, costituiscono una serie. La loro unità risiede in un clima emotivo generale, in alcune suggestioni e associazioni di idee che l’artista affida al titolo della mostra.
“Salvatico è quel che si salva” è un aforisma di Leonardo da Vinci contenuto nel Codice Trivulziano. Alessandra Spranzi lo interpreta liberamente come un invito ad abbandonare le certezze della “casa” (l’ambiente domestico, lo studio di posa, la cultura visiva acquisita, la cultura in generale…) per cercare di ritrovare una condizione “selvatica” (intuitiva, emotiva) nel rapporto con il mondo e la natura.
Il risultato è spiazzante e non necessariamente consolatorio. La natura, in queste fotografie, è una forma di vitalità residua che lampeggia fra le maglie dell’ambiente urbano (le immagini di animali in cattività); gli scatti di oggetti rotti o abbandonati alludono a una forma di libertà dalla consuetudine e dal principio di efficienza, ma esprimono anche precarietà e perdita.
Accompagna e completa la mostra un catalogo/libro d’artista che alterna alle riproduzioni delle fotografie immagini d’archivio e citazioni letterarie, in un percorso intuitivo e analogico che rispecchia la genesi delle opere.
19
settembre 2008
Alessandra Spranzi – Selvatico (colui che si salva)
Dal 19 settembre al 28 ottobre 2008
fotografia
Location
FOTOGRAFIA ITALIANA
Milano, Corso Venezia, 22, (Milano)
Milano, Corso Venezia, 22, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 15-19
Vernissage
19 Settembre 2008, dalle 18.30 alle 22.00
Autore
Curatore