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Alessandra Viganò – Uto-Distopie-Effimero
La mostra nasce da un’analisi nata e portata avanti a Milano durante i sei mesi di contestazione e di EXPO.
In mostra tutte le 60 foto del progetto si susseguono alternate tra la visione utopica di un possibile antagonismo e l’opposto distopico che con EXPO ha influenzato la città.
Comunicato stampa
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Tracce di un presente passato si dipanano per gli spazi, reali quanto illusori, della Città Vetrina del 2015. Effimero è aggettivo principe per l'architettura dei Grandi Eventi; Effimero al contempo può risultare un desiderio sovversivo, od almeno così pare essere “per davvero” in questi anni. Neppure le tracce, ufficiali e bandite che questa macchina a messo in moto, resteranno a documentare, ad insegnare od anche solo a ricordare un Fatto così con-Temporaneo.
Uto-Distopie - Effimero - racconta queste latenze: entrambe le voci a confronto. Lo schierarsi può venire naturale come anche non necessariamente. Il restare inerti davanti allo snaturare una città con “etichette” multicolori è difficile, impossibile. Il cancellare l'impressione di un'idea è negarsi anche soltanto il tempo di comprenderla.
Il progetto nasce con la volontà di documentare il dualismo EXPO-NOEXPO vissuto a Milano attraverso i Segni che queste due “formazioni” hanno lasciato, e hanno perso, nel panorama urbano.
La serie fotografica nata e pubblicata su Instagram non vuole essere un archivio totale e totalizzante di come la città ha assorbito, o accusato il colpo bensì parziale; incompleto secondo un'ottica massiva e visivo-consumista ma è altresì una serie cognitiva: non è mai stato il desiderio esaustivo di raccontare tutto a muovere il progetto quanto la volontà di consegnare al pubblico un lavoro nato, in ogni suo scatto, da un concept strutturato a livello intellettuale e non esclusivamente formale. Non vi è narrazione né ricerca estetica ma chiavi di lettura concettuali condensate e parcellizzate in ogni fotografia che nel corpo organico del progetto diventano blocchi di un puzzle a cui, già in partenza mancano dei tasselli da un lato e la facoltà mentale per metterli insieme dall'altro.
Uto-Distopie - Effimero - racconta queste latenze: entrambe le voci a confronto. Lo schierarsi può venire naturale come anche non necessariamente. Il restare inerti davanti allo snaturare una città con “etichette” multicolori è difficile, impossibile. Il cancellare l'impressione di un'idea è negarsi anche soltanto il tempo di comprenderla.
Il progetto nasce con la volontà di documentare il dualismo EXPO-NOEXPO vissuto a Milano attraverso i Segni che queste due “formazioni” hanno lasciato, e hanno perso, nel panorama urbano.
La serie fotografica nata e pubblicata su Instagram non vuole essere un archivio totale e totalizzante di come la città ha assorbito, o accusato il colpo bensì parziale; incompleto secondo un'ottica massiva e visivo-consumista ma è altresì una serie cognitiva: non è mai stato il desiderio esaustivo di raccontare tutto a muovere il progetto quanto la volontà di consegnare al pubblico un lavoro nato, in ogni suo scatto, da un concept strutturato a livello intellettuale e non esclusivamente formale. Non vi è narrazione né ricerca estetica ma chiavi di lettura concettuali condensate e parcellizzate in ogni fotografia che nel corpo organico del progetto diventano blocchi di un puzzle a cui, già in partenza mancano dei tasselli da un lato e la facoltà mentale per metterli insieme dall'altro.
26
novembre 2015
Alessandra Viganò – Uto-Distopie-Effimero
26 novembre 2015
fotografia
Location
GALILEO – CANNOCCHIALE DI RICERCA CULTURALE
Milano, Via Antoine Watteau, 7, (Milano)
Milano, Via Antoine Watteau, 7, (Milano)
Orario di apertura
Venerdì 19-22
Vernissage
26 Novembre 2015, h 19
Autore
Curatore