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Alessandra Zorzi – Gabbie per Signora
Il percorso espositivo è composto da un’installazione di arazzi digitali, 40 opere circa tra olii, tempere, disegni e acquerelli, oltre ad una videoproiezione che racconterà il colorato mondo delle animazioni di Alessandra Zorzi.
Comunicato stampa
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Promossa e organizzata dal Comune di Umbertide e con il sostegno della Regione Umbria, sabato 9 Aprile 2011, alle ore 18, presso la Rocca di Umbertide (PG), si inaugurerà la mostra dell’artista Alessandra Zorzi. L'esposizione, dal titolo “Gabbie per Signora”, è curata da Martina Corgnati ed Enrico Mascelloni.
Il percorso espositivo è composto da un’installazione di arazzi digitali, 40 opere circa tra olii, tempere, disegni e acquerelli, oltre ad una videoproiezione che racconterà il colorato mondo delle animazioni di Alessandra Zorzi.
Fino all’8 maggio 2011, la Rocca di Umbertide – Centro per l’Arte Contemporanea, accoglierà i visitatori che desiderano conoscere o rivedere le diverse tipologie di lavori di Alessandra Zorzi, nota interprete della pittura e del video d’animazione, di formazione architetto, nata a Treviso ma residente da molti anni a Milano.
Un settore della sede espositiva sarà dedicata alla serie di disegni e dipinti focalizzati sulla donna e sulle innumerevoli limitazioni, o vere e proprie “torture” che ogni società maschile ha cercato o saputo imporle. Questo corpus, “Gabbie per Signora”, dà il titolo alla mostra. Burka, crinolina, disco labiale, anelli per allungare il collo, piedino cinese, infibulazione e altro, con le relative mutilazioni più o meno permanenti, costituiscono il tema critico sul quale l’artista si è interrogata, analizzandolo e denunciando tanto accanimento.
In altri spazi sarà proposta un’installazione con dei visionari arazzi digitali (anni 2002-2010) ispirati ad Abramennone, Morgiallo, Spampi e altri abitanti dell’avvolgente Babelopoli, realtà metropolitana a cavallo fra un fumetto per bambini, un film di fantascienza e un incubo notturno.
Gli arazzi compongono una specie di affascinante selva colorata tutta da percorrere e tutta da scoprire.
Ed ancora, altre sale ospitano le grandi opere degli anni successivi, caotiche e caratterizzate da un eccitato horror vacui che rende difficile discernere le singole figure e persino gli elementi figurativi da quelli astratti, e che costituisce uno dei tratti caratteristici della Zorzi pittrice.
E per concludere, altri ambienti della Rocca di Umbertide, saranno dedicati ai numerosi video d’animazione, cui Alessandra Zorzi ha impegnato negli ultimi anni moltissime energie creative. Si tratta di lavori a tema, dedicati a grandi artisti del passato: da Andrea Mantegna a Leonardo a Fortunato Depero. Oppure lunghe ed articolate allegorie dell’esistenza, come “Il pelo nell’uovo”, il cui protagonista (un gatto dal volto umano) visita isole che corrispondono ad altrettanti grandi capitoli della vita.
Il catalogo della Canova Editrice, contiene i saggi di Martina Corgnati, Enrico Mascelloni e Carlo Montanaro e la riproduzione delle opere esposte.
A proposito dell’artista e del suo lavoro, Martina Corgnati afferma “Sandra Zorzi appartiene ad una categoria di artisti infrequente se non rara, non gli “irascibili” (come si definiva Pollock) ma gli ironici, cioè di coloro che esigono da sé e dalla propria arte che sia un linguaggio profondamente "responsabile" di fronte a se stesso e all'epoca in cui si esprime. Infatti, come alcuni surrealisti e dadaisti o, per restare in Italia, per esempio come Enrico Baj, Sandra Zorzi non si sottrae mai ad una certa, sensibile urgenza di rappresentazione del mondo, o se si preferisce non elude mai il problema dell'uomo, anzi, oggi soprattutto della donna di questo pianeta globalizzato, caotico e dimentico delle prospettive umanistiche che i nostri simili avevano annunciato a più riprese secoli fa.
Ironia significa libertà inventiva, sperimentazione, apertura, ma anche responsabilità, anche impegno e anche volontà e capacità di mettersi in gioco, di indignarsi, di stupirsi, di continuare a pensare e a cercare di fare in modo che l’arte abbia un proprio posto nel mondo, ricopra un ruolo nella battaglia per la civiltà che, inaspettatamente, ci sembra orribilmente minacciata e da più parti”.
Enrico Mascelloni, altro curatore della mostra dichiara “……. E infatti Zorzi è consapevole di elaborare uno stile che, come tutti gli stili assunti con consapevolezza, sa far fruttare la sua improbabilità, cioè il far passare la realtà del mondo attraverso una porta strettissima, quella di linguaggi inattuali come sono inattuali tutti i linguaggi artistici, in specie se legati a media tradizionali come la pittura (ma forse la fotografia o il video più incollati al “reale” credono di essere meno inattuali nella loro patetica rincorsa alle sembianze di un mondo che è già da un’altra parte?) Quando utilizza un linguaggio tecno-mediale, Alessandra Zorzi lo scioglie in una percezione lenta che è per esempio quella del trompe l’oeil (come negli “arazzi”). La strategia del suo stile è chiara almeno in un punto: distanziarsi dal reale pulp già riassunto nel binomio “sangue e merda” e avvicinarsi al Reale costringendolo a una compressione fantasmagorica e barocca. Come Haring o come Matisse, come Bosch oppure come Depero, a cui è d’uso sottolinearne le parentele, lo stile di Zorzi lascia lievitare un mondo magico che ha la materia della fiaba, pur ben sapendo che ogni fiaba ben confezionata è carica d’infiniti allarmi”.
La mostra di Umbertide “Gabbie per Signora” è la terza tappa (dopo Torino e Venezia) di un progetto ideato dall’artista, in un momento storico in cui la condizione della donna nel mondo più arcaico, ma anche in Italia, continua ancora ad essere soggetta sia alle antiche forme di umiliazione fisica e discriminazione sociale che alle più moderne e talvolta insospettabili.
Alessandra Brustolon Zorzi nasce a Treviso in una famiglia di editori. Spinta dal desiderio di finalizzare le sue capacità espressive e, con l’intento di misurarsi con lo spazio, a diciannove anni si avvicina ai temi dell’architettura. Frequenta così la Facoltà di Venezia e si laurea con una tesi sulla milanese Piazza Fontana.
Alla fine degli anni ’80, comincia a dipingere con continuità, elaborando un linguaggio immaginifico fluido e autonomo, fuori da schemi e scuole, che ama definire pop-espressionista. Fedele a un linguaggio legato all’immaginario, dal 2000 in avanti ha approfondito specialmente le possibilità che gli strumenti tecnologici offrono (in particolare il video d’animazione), dedicandosi a una ricerca composita, linguistica, pittorica e contemporaneamente narrativa, che prende corpo dagli archetipi figurativi della pittura classica, trasferendoli e utilizzandoli nelle animazioni digitali, in un gioco di ambiguità, ricco di riferimenti alla pittura tradizionale.
Negli ultimi anni, in particolare, elabora una propria personale tecnica di video animazione realizzando diversi corti, fra cui Abramennone a Babelopoli (2003), Il pelo nell’uovo (2004-05),
Da Andrea Mantegna (2006), Homo sanza littere (2007), Il viaggio di Prometea (2008) e Giocando con Depero (2009).
Fra le mostre pubbliche degli ultimi anni si segnalano: “Abramennone a Babelopoli” (2003) a Palazzo Racani-Arroni di Spoleto, “Viaggio a Babelopoli” (2005) al Maschio Angioino di Napoli, “Interni di Babelopoli (2007) a Palazzo Ducale di Mantova. Nel 2010, con la mostra “Gabbie per Signora: Palazzo Bertalazone di San Fermo a Torino e il Magazzino del Sale 3 a Venezia.
Hanno scritto di Alessandra Zorzi: tra gli altri, Andrea Zanzotto, Barbara Rose, Martina Corgnati, Angelo Villa, Carlo Montanaro, Gianni Contessi, Enrico Mascelloni, Marco Goldin, Carlo Micheli.
Il percorso espositivo è composto da un’installazione di arazzi digitali, 40 opere circa tra olii, tempere, disegni e acquerelli, oltre ad una videoproiezione che racconterà il colorato mondo delle animazioni di Alessandra Zorzi.
Fino all’8 maggio 2011, la Rocca di Umbertide – Centro per l’Arte Contemporanea, accoglierà i visitatori che desiderano conoscere o rivedere le diverse tipologie di lavori di Alessandra Zorzi, nota interprete della pittura e del video d’animazione, di formazione architetto, nata a Treviso ma residente da molti anni a Milano.
Un settore della sede espositiva sarà dedicata alla serie di disegni e dipinti focalizzati sulla donna e sulle innumerevoli limitazioni, o vere e proprie “torture” che ogni società maschile ha cercato o saputo imporle. Questo corpus, “Gabbie per Signora”, dà il titolo alla mostra. Burka, crinolina, disco labiale, anelli per allungare il collo, piedino cinese, infibulazione e altro, con le relative mutilazioni più o meno permanenti, costituiscono il tema critico sul quale l’artista si è interrogata, analizzandolo e denunciando tanto accanimento.
In altri spazi sarà proposta un’installazione con dei visionari arazzi digitali (anni 2002-2010) ispirati ad Abramennone, Morgiallo, Spampi e altri abitanti dell’avvolgente Babelopoli, realtà metropolitana a cavallo fra un fumetto per bambini, un film di fantascienza e un incubo notturno.
Gli arazzi compongono una specie di affascinante selva colorata tutta da percorrere e tutta da scoprire.
Ed ancora, altre sale ospitano le grandi opere degli anni successivi, caotiche e caratterizzate da un eccitato horror vacui che rende difficile discernere le singole figure e persino gli elementi figurativi da quelli astratti, e che costituisce uno dei tratti caratteristici della Zorzi pittrice.
E per concludere, altri ambienti della Rocca di Umbertide, saranno dedicati ai numerosi video d’animazione, cui Alessandra Zorzi ha impegnato negli ultimi anni moltissime energie creative. Si tratta di lavori a tema, dedicati a grandi artisti del passato: da Andrea Mantegna a Leonardo a Fortunato Depero. Oppure lunghe ed articolate allegorie dell’esistenza, come “Il pelo nell’uovo”, il cui protagonista (un gatto dal volto umano) visita isole che corrispondono ad altrettanti grandi capitoli della vita.
Il catalogo della Canova Editrice, contiene i saggi di Martina Corgnati, Enrico Mascelloni e Carlo Montanaro e la riproduzione delle opere esposte.
A proposito dell’artista e del suo lavoro, Martina Corgnati afferma “Sandra Zorzi appartiene ad una categoria di artisti infrequente se non rara, non gli “irascibili” (come si definiva Pollock) ma gli ironici, cioè di coloro che esigono da sé e dalla propria arte che sia un linguaggio profondamente "responsabile" di fronte a se stesso e all'epoca in cui si esprime. Infatti, come alcuni surrealisti e dadaisti o, per restare in Italia, per esempio come Enrico Baj, Sandra Zorzi non si sottrae mai ad una certa, sensibile urgenza di rappresentazione del mondo, o se si preferisce non elude mai il problema dell'uomo, anzi, oggi soprattutto della donna di questo pianeta globalizzato, caotico e dimentico delle prospettive umanistiche che i nostri simili avevano annunciato a più riprese secoli fa.
Ironia significa libertà inventiva, sperimentazione, apertura, ma anche responsabilità, anche impegno e anche volontà e capacità di mettersi in gioco, di indignarsi, di stupirsi, di continuare a pensare e a cercare di fare in modo che l’arte abbia un proprio posto nel mondo, ricopra un ruolo nella battaglia per la civiltà che, inaspettatamente, ci sembra orribilmente minacciata e da più parti”.
Enrico Mascelloni, altro curatore della mostra dichiara “……. E infatti Zorzi è consapevole di elaborare uno stile che, come tutti gli stili assunti con consapevolezza, sa far fruttare la sua improbabilità, cioè il far passare la realtà del mondo attraverso una porta strettissima, quella di linguaggi inattuali come sono inattuali tutti i linguaggi artistici, in specie se legati a media tradizionali come la pittura (ma forse la fotografia o il video più incollati al “reale” credono di essere meno inattuali nella loro patetica rincorsa alle sembianze di un mondo che è già da un’altra parte?) Quando utilizza un linguaggio tecno-mediale, Alessandra Zorzi lo scioglie in una percezione lenta che è per esempio quella del trompe l’oeil (come negli “arazzi”). La strategia del suo stile è chiara almeno in un punto: distanziarsi dal reale pulp già riassunto nel binomio “sangue e merda” e avvicinarsi al Reale costringendolo a una compressione fantasmagorica e barocca. Come Haring o come Matisse, come Bosch oppure come Depero, a cui è d’uso sottolinearne le parentele, lo stile di Zorzi lascia lievitare un mondo magico che ha la materia della fiaba, pur ben sapendo che ogni fiaba ben confezionata è carica d’infiniti allarmi”.
La mostra di Umbertide “Gabbie per Signora” è la terza tappa (dopo Torino e Venezia) di un progetto ideato dall’artista, in un momento storico in cui la condizione della donna nel mondo più arcaico, ma anche in Italia, continua ancora ad essere soggetta sia alle antiche forme di umiliazione fisica e discriminazione sociale che alle più moderne e talvolta insospettabili.
Alessandra Brustolon Zorzi nasce a Treviso in una famiglia di editori. Spinta dal desiderio di finalizzare le sue capacità espressive e, con l’intento di misurarsi con lo spazio, a diciannove anni si avvicina ai temi dell’architettura. Frequenta così la Facoltà di Venezia e si laurea con una tesi sulla milanese Piazza Fontana.
Alla fine degli anni ’80, comincia a dipingere con continuità, elaborando un linguaggio immaginifico fluido e autonomo, fuori da schemi e scuole, che ama definire pop-espressionista. Fedele a un linguaggio legato all’immaginario, dal 2000 in avanti ha approfondito specialmente le possibilità che gli strumenti tecnologici offrono (in particolare il video d’animazione), dedicandosi a una ricerca composita, linguistica, pittorica e contemporaneamente narrativa, che prende corpo dagli archetipi figurativi della pittura classica, trasferendoli e utilizzandoli nelle animazioni digitali, in un gioco di ambiguità, ricco di riferimenti alla pittura tradizionale.
Negli ultimi anni, in particolare, elabora una propria personale tecnica di video animazione realizzando diversi corti, fra cui Abramennone a Babelopoli (2003), Il pelo nell’uovo (2004-05),
Da Andrea Mantegna (2006), Homo sanza littere (2007), Il viaggio di Prometea (2008) e Giocando con Depero (2009).
Fra le mostre pubbliche degli ultimi anni si segnalano: “Abramennone a Babelopoli” (2003) a Palazzo Racani-Arroni di Spoleto, “Viaggio a Babelopoli” (2005) al Maschio Angioino di Napoli, “Interni di Babelopoli (2007) a Palazzo Ducale di Mantova. Nel 2010, con la mostra “Gabbie per Signora: Palazzo Bertalazone di San Fermo a Torino e il Magazzino del Sale 3 a Venezia.
Hanno scritto di Alessandra Zorzi: tra gli altri, Andrea Zanzotto, Barbara Rose, Martina Corgnati, Angelo Villa, Carlo Montanaro, Gianni Contessi, Enrico Mascelloni, Marco Goldin, Carlo Micheli.
09
aprile 2011
Alessandra Zorzi – Gabbie per Signora
Dal 09 aprile all'otto maggio 2011
arte contemporanea
Location
ROCCA DI UMBERTIDE – CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA
Umbertide, Via Bovicelli, (Perugia)
Umbertide, Via Bovicelli, (Perugia)
Biglietti
intero Euro 5,00 - ridotto Euro 3,00 – gratuito per ragazzi fino a 11 anni
Orario di apertura
dal martedì alla domenica, 10.30 – 12.30 e 16.30 - 18.30 lunedì chiuso
Vernissage
9 Aprile 2011, ore 18
Ufficio stampa
PATRIZIA CAVALLETTI COMUNICAZIONE
Autore
Curatore