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Alessandro Bernardini – Catrame
Galleria 33 presenta Catrame, personale di Alessandro Bernardini, a cura di Tiziana Tommei. “Un liquido denso, nero e viscoso […] Un guscio, che avviluppa elementi diversi, tele e oggetti. Dall’arabo qaṭrān, pece liquida: il catrame”.
Comunicato stampa
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Galleria 33 presenta Catrame, personale di Alessandro Bernardini, a cura di Tiziana Tommei. Il progetto espositivo propone opere realizzate dall’artista prediligendo due materiali: catrame e cemento. Il primo, da cui il titolo della mostra, è protagonista con una serie d’inediti, lavori realizzati a tecnica mista su tela o in forma di scultura-installazione. Cemento e catrame si estendono ad oggetti diversi, contaminandoli: si determinano così forme nuove, tanto trasfigurate e cristallizzate quanto, al contempo, ineluttabilmente fragili e fortissimamente delicate.
Testo critico.
Un liquido denso, nero e viscoso.
Dall'arabo qaṭrān, pece liquida, il catrame è una sostanza di odore intenso, pungente e di colore scuro. Tra gli usi, il primo è come impermeabilizzante. Un guscio, che avviluppa elementi diversi, tele e oggetti. Questi, sommersi e nascosti, trasmutano e acquisiscono un nuovo status, caratterizzato da un’estrema fragilità fisica e materiale. Il catrame, al pari del cemento, ricoprendo la tela la rende epidermicamente delicata e più facilmente passibile di rottura. Si possono generare lesioni e fenditure, fino alla desquamazione e alla perdita irreparabile di materia. Anche in opere come queste, in cui il peso del materiale insiste sulla leggerezza della tela, resta centrale il nodo concettuale. Sotto c’è la volontà di dissimulare, ricorrendo ad una coltre solida e compatta, coprente e impenetrabile, con la consapevolezza che nulla possa essere realmente e interamente riposto. La questione formale resta salda, come fondamentale matrice, a partire dal processo d’ideazione. Un’estetica incentrata sull’essenzialità, che non vuole mai eccedere nel tentativo di veicolare, anche mediante questo aspetto, una incessante e mai finita sete di levità. Questa componente deve essere connessa ad un ulteriore carattere interno alla ricerca di Bernardini: la centralità dello spettatore, o meglio ancora del “fattore umano”. Le azioni e le creazioni dell’autore, le sue idee e le sue opere hanno sempre quale punto di origine colui che le osserva, con le sue reazioni, il suo sentire e le sue osservazioni. Il pubblico è per questi un elemento ineludibile e per tale ragione è sempre chiamato a svolgere un ruolo attivo. Il coinvolgimento avviene in questo caso specifico mediante una mise-en-scène, ideata dall'artista. Il tema è la strada, intesa sia come superficie fisica (si pensi alla scelta dei materiali), che come luogo d’incontro, di passaggio e d’interazione. Dunque, anche in tal senso emerge una forte attenzione all’elemento umano e alla comunicazione, prima ancora che agli oggetti, fino alle opere stesse, che divengono così tramite per questo dialogo.
Alessandro Bernardini.
Classe 1970, imprenditore. Avvia la sua ricerca in ambito artistico nel 2011. Curiosità, sperimentazione ed esigenza di creazione portano alla sintesi in forme semplici - solo apparentemente leggere e giocose - di emozioni, pensieri e accadimenti. Minimalismo e concetto sono i due cardini entro cui egli assembla e spesso cela le sue “costruzioni”: talvolta parte dall’object trouvé per montare una storia entro lo spazio ridotto della tela; altre volte è la ricerca dei vocaboli utili alla narrazione che segue il concetto; infine, in certi casi è la materia che nasconde e chiude, cementificando, qualcosa di già definito, ultimato e scritto.
Ha esposto in esposizioni personali, collettive e in occasione di eventi speciali con formula di solo e group show. Tra le mostre si citano “Light night” Galleria 33, “Tela bevi” e “TELAindossi” presso Vineria al 10, la tripersonale in veste di special guest alla Torre del Castello a Subbiano, “Fausti” presso la Secret Gallery di Luciferi Fine Art Lab ad Arezzo. Vive e lavora tra Arezzo e Firenze.
Testo critico.
Un liquido denso, nero e viscoso.
Dall'arabo qaṭrān, pece liquida, il catrame è una sostanza di odore intenso, pungente e di colore scuro. Tra gli usi, il primo è come impermeabilizzante. Un guscio, che avviluppa elementi diversi, tele e oggetti. Questi, sommersi e nascosti, trasmutano e acquisiscono un nuovo status, caratterizzato da un’estrema fragilità fisica e materiale. Il catrame, al pari del cemento, ricoprendo la tela la rende epidermicamente delicata e più facilmente passibile di rottura. Si possono generare lesioni e fenditure, fino alla desquamazione e alla perdita irreparabile di materia. Anche in opere come queste, in cui il peso del materiale insiste sulla leggerezza della tela, resta centrale il nodo concettuale. Sotto c’è la volontà di dissimulare, ricorrendo ad una coltre solida e compatta, coprente e impenetrabile, con la consapevolezza che nulla possa essere realmente e interamente riposto. La questione formale resta salda, come fondamentale matrice, a partire dal processo d’ideazione. Un’estetica incentrata sull’essenzialità, che non vuole mai eccedere nel tentativo di veicolare, anche mediante questo aspetto, una incessante e mai finita sete di levità. Questa componente deve essere connessa ad un ulteriore carattere interno alla ricerca di Bernardini: la centralità dello spettatore, o meglio ancora del “fattore umano”. Le azioni e le creazioni dell’autore, le sue idee e le sue opere hanno sempre quale punto di origine colui che le osserva, con le sue reazioni, il suo sentire e le sue osservazioni. Il pubblico è per questi un elemento ineludibile e per tale ragione è sempre chiamato a svolgere un ruolo attivo. Il coinvolgimento avviene in questo caso specifico mediante una mise-en-scène, ideata dall'artista. Il tema è la strada, intesa sia come superficie fisica (si pensi alla scelta dei materiali), che come luogo d’incontro, di passaggio e d’interazione. Dunque, anche in tal senso emerge una forte attenzione all’elemento umano e alla comunicazione, prima ancora che agli oggetti, fino alle opere stesse, che divengono così tramite per questo dialogo.
Alessandro Bernardini.
Classe 1970, imprenditore. Avvia la sua ricerca in ambito artistico nel 2011. Curiosità, sperimentazione ed esigenza di creazione portano alla sintesi in forme semplici - solo apparentemente leggere e giocose - di emozioni, pensieri e accadimenti. Minimalismo e concetto sono i due cardini entro cui egli assembla e spesso cela le sue “costruzioni”: talvolta parte dall’object trouvé per montare una storia entro lo spazio ridotto della tela; altre volte è la ricerca dei vocaboli utili alla narrazione che segue il concetto; infine, in certi casi è la materia che nasconde e chiude, cementificando, qualcosa di già definito, ultimato e scritto.
Ha esposto in esposizioni personali, collettive e in occasione di eventi speciali con formula di solo e group show. Tra le mostre si citano “Light night” Galleria 33, “Tela bevi” e “TELAindossi” presso Vineria al 10, la tripersonale in veste di special guest alla Torre del Castello a Subbiano, “Fausti” presso la Secret Gallery di Luciferi Fine Art Lab ad Arezzo. Vive e lavora tra Arezzo e Firenze.
06
maggio 2017
Alessandro Bernardini – Catrame
Dal 06 al 28 maggio 2017
arte contemporanea
Location
GALLERIA33
Arezzo, Via Giuseppe Garibaldi, 33, (Arezzo)
Arezzo, Via Giuseppe Garibaldi, 33, (Arezzo)
Orario di apertura
aperta su appuntamento
Vernissage
6 Maggio 2017, ore 19.00
Autore
Curatore