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Alessandro Di Gregorio – Rebis
E’ una pittura intellettuale quella di Alessandro Di Gregorio.
Stilisticamente reca in sé tracce di un’indotta inquietudine esistenziale tipica della corrente iperrealista, per il taglio fotografico degli insiemi, ove il “tutto” è dato per intuizione, non per mera restituzione analitica..
Comunicato stampa
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“Vorrei trovare un’espressione della dualità, vorrei scrivere capitoli e frasi dove fossero sempre visibili contemporaneamente canto e controcanto, dove accanto ad ogni varietà vi fosse l’unità […] vorrei far vedere la beata varietà del mondo ed anche sempre ricordare che al fondo di essa vi è un’unità”.
Hermann Hesse
E’ una pittura intellettuale quella di Alessandro Di Gregorio.
Stilisticamente reca in sé tracce di un’indotta inquietudine esistenziale tipica della corrente iperrealista, per il taglio fotografico degli insiemi, ove il “tutto” è dato per intuizione, non per mera restituzione analitica; vi sono inoltre cenni della passione espressionista per le tonalità cromatiche , ridotte, penetranti, che concorrono ad una costruzione meditativa dell’opera.
Ma ciò che impera principalmente è un’agire per sottrazione, intesa sia come eliminazione del dato descrittivo, sia come un’iterata negazione dello sguardo, si ottiene in tal modo l’impossibilità di rendere complici i soggetti con gli astanti, ed ancora la difficoltà, di coloro che osservano, di ricondurli ad un corpo ospitante, ad una rassicurante scenografia, a contesti strutturali riconoscibili perciò famigliari.
E’ una pittura intellettuale dunque, tutto ciò che viene sottratto alla vista, viene però cautamente consegnato per intuizione; anche il ridotto formato partecipa al processo di comprensione e assimilazione mentale, sottolineando il concetto di frammentarietà, del particolare, da rapportare necessariamente ad un insieme.
Poca aria nelle opere dell’Artista, ma una forte ambizione al respiro, alla vita…ed ecco che si rivela il “dualismo”, elemento principe della poetica di Alessandro Di Gregorio.
“Dualismo” inteso come doppio binario iconografico dell’essere: Umano e Vivente.
Una bivalenza principalmente propedeutica in termini di un sapiente uso della luce e dei processi ad essa connessi, ma dietro tale consapevole affermazione filologica si cela, latente, il desiderio di indagare la doppia natura delle “cose”: l’Essere umano, fragile, cristallizzato in delicati involucri epidermici, in attesa di aria e di vita, e l’Essere vivente, inteso come soggetto naturalistico, procreatore di aria, lucente nella sua forza, perfetto come creatura incontaminata; le due nature si affiancano, si equivalgono in uno scambio esistenziale, si dissetano l’un l’altra di linfa vitale.
L’iniziale perturbanza, interpretata come alterazione nervosa dell’Essere e come negazione del dato oggettivo, sembra risolversi positivamente, con l’indagazione prima, e con la fiducia poi, di un ragionato raggiungimento del “tutto”, di quell’unità cui tanto aspirava Hesse.
Non saremmo nulla senza curiosità, senza l’ambizione del sapere, senza l’uso irrazionale della conoscenza, non saremmo nulla se ci fermassimo inerti dinnanzi a ciò che si sottrae al nostro sguardo.
Francesca Piovan
Hermann Hesse
E’ una pittura intellettuale quella di Alessandro Di Gregorio.
Stilisticamente reca in sé tracce di un’indotta inquietudine esistenziale tipica della corrente iperrealista, per il taglio fotografico degli insiemi, ove il “tutto” è dato per intuizione, non per mera restituzione analitica; vi sono inoltre cenni della passione espressionista per le tonalità cromatiche , ridotte, penetranti, che concorrono ad una costruzione meditativa dell’opera.
Ma ciò che impera principalmente è un’agire per sottrazione, intesa sia come eliminazione del dato descrittivo, sia come un’iterata negazione dello sguardo, si ottiene in tal modo l’impossibilità di rendere complici i soggetti con gli astanti, ed ancora la difficoltà, di coloro che osservano, di ricondurli ad un corpo ospitante, ad una rassicurante scenografia, a contesti strutturali riconoscibili perciò famigliari.
E’ una pittura intellettuale dunque, tutto ciò che viene sottratto alla vista, viene però cautamente consegnato per intuizione; anche il ridotto formato partecipa al processo di comprensione e assimilazione mentale, sottolineando il concetto di frammentarietà, del particolare, da rapportare necessariamente ad un insieme.
Poca aria nelle opere dell’Artista, ma una forte ambizione al respiro, alla vita…ed ecco che si rivela il “dualismo”, elemento principe della poetica di Alessandro Di Gregorio.
“Dualismo” inteso come doppio binario iconografico dell’essere: Umano e Vivente.
Una bivalenza principalmente propedeutica in termini di un sapiente uso della luce e dei processi ad essa connessi, ma dietro tale consapevole affermazione filologica si cela, latente, il desiderio di indagare la doppia natura delle “cose”: l’Essere umano, fragile, cristallizzato in delicati involucri epidermici, in attesa di aria e di vita, e l’Essere vivente, inteso come soggetto naturalistico, procreatore di aria, lucente nella sua forza, perfetto come creatura incontaminata; le due nature si affiancano, si equivalgono in uno scambio esistenziale, si dissetano l’un l’altra di linfa vitale.
L’iniziale perturbanza, interpretata come alterazione nervosa dell’Essere e come negazione del dato oggettivo, sembra risolversi positivamente, con l’indagazione prima, e con la fiducia poi, di un ragionato raggiungimento del “tutto”, di quell’unità cui tanto aspirava Hesse.
Non saremmo nulla senza curiosità, senza l’ambizione del sapere, senza l’uso irrazionale della conoscenza, non saremmo nulla se ci fermassimo inerti dinnanzi a ciò che si sottrae al nostro sguardo.
Francesca Piovan
14
febbraio 2016
Alessandro Di Gregorio – Rebis
Dal 14 febbraio al 12 marzo 2016
arte contemporanea
Location
RANAROSSA 3.0
Modena, Via Montevecchio, 21, (Modena)
Modena, Via Montevecchio, 21, (Modena)
Orario di apertura
da giovedì a sabato ore 17-19.30
Vernissage
14 Febbraio 2016, ore 18.30
Autore
Curatore