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Alessandro Facchini – I luoghi del sogno
excursus nel “realismo fantastico” toscano, corrente artistica così denominata dal compianto Tommaso Paloscia, recentemente scomparso
Comunicato stampa
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La Galleria “ViaMaestra 114” ARTE CONTEMPORANEA di Poggibonsi conclude con la mostra di Alessandro Facchini che si inaugura sabato 22 ottobre il suo excursus nel “realismo fantastico” toscano, corrente artistica così denominata dal compianto Tommaso Paloscia, recentemente scomparso.
Dopo le mostre di Giuliano Ghelli, Francesco Nesi, Antonio Possenti, Enrico Bandelli è la volta del più fantasioso tra i pittori che hanno fatto parte di questa “scuola” sui generis, senza maestri e programmi, della quale Paloscia può considerarsi il nume tutelare.
“La fantasia è il suo regno – ha scritto Elvio Natali a proposito di Alessandro Facchini. Come per un apprendista stregone. Stregonerie davvero; ma non malefiche, bensì benefiche. Egli rompe gli argini della ragione, della logica, della fisica. Ma per capire di più, per salire su un sopramondo. Dove tutto è possibile e non ci sono limiti all’invenzione. Per questo immagina e figura forme antropomorfe, zoomorfe, mistiformi: in un cenobio dove danzano, aleggiano, tripudiano in una interminabile sarabanda”. Nella pittura di Alessandro Facchini, a differenza di quella del pugliese Giovanni Lacatena ospite della Galleria nel giugno 2003, non si avverte quel senso di nostalgico rimpianto per gli anni della fanciullezza tipico dell’artista tarantino: la creatività di Facchini si dipana al contrario giocosa e ariosa, fresca e leggera, senza alcuna venatura di malinconia. “Circoli, - ci ricorda ancora Elvio Natali - spirali, girandole; frecce, ruote dentate, castelli, coriandoli, stelle, giocolieri ... creati da una fanciullezza immaginativa, bizzarra, insaziabile; in uno spazio extragalattico dove nelle tenebre splendono illuminate da un invisibile sole. In un turbinare di aspetti e colori, in una farandola incessante e gaia”. Sono questi gli “ingredienti” della cosmogonia di Alessandro Facchini, all’interno della quale l’artista ritrae l’uomo con sembianze e fattezze del tutto particolari: “un golem gentile e attonito – lo ha descritto Giuliano Serafini – imparentato con le marionette di Depero, la testa conica, il naso a cresta, le gambe a fuso, il cappello-aureola da hidalgo ... Un po’ Pinocchio, un po’ Barone di Munchausen, un po’ caffettiera di Sottsass. Intorno a lui volteggiano in orbita permanente aguzzi meteoriti esplosi da un pirotecnico bing bang insieme a nuvole color fucsia e cedro. Ingranaggi e frammenti di macchine celibi, le stesse a cavallo delle quali il nostro disarticolato eroe è atterrato sul suo pianeta, levitano in un acquario che non c’è, in una galassia da luna park”.
Dopo le mostre di Giuliano Ghelli, Francesco Nesi, Antonio Possenti, Enrico Bandelli è la volta del più fantasioso tra i pittori che hanno fatto parte di questa “scuola” sui generis, senza maestri e programmi, della quale Paloscia può considerarsi il nume tutelare.
“La fantasia è il suo regno – ha scritto Elvio Natali a proposito di Alessandro Facchini. Come per un apprendista stregone. Stregonerie davvero; ma non malefiche, bensì benefiche. Egli rompe gli argini della ragione, della logica, della fisica. Ma per capire di più, per salire su un sopramondo. Dove tutto è possibile e non ci sono limiti all’invenzione. Per questo immagina e figura forme antropomorfe, zoomorfe, mistiformi: in un cenobio dove danzano, aleggiano, tripudiano in una interminabile sarabanda”. Nella pittura di Alessandro Facchini, a differenza di quella del pugliese Giovanni Lacatena ospite della Galleria nel giugno 2003, non si avverte quel senso di nostalgico rimpianto per gli anni della fanciullezza tipico dell’artista tarantino: la creatività di Facchini si dipana al contrario giocosa e ariosa, fresca e leggera, senza alcuna venatura di malinconia. “Circoli, - ci ricorda ancora Elvio Natali - spirali, girandole; frecce, ruote dentate, castelli, coriandoli, stelle, giocolieri ... creati da una fanciullezza immaginativa, bizzarra, insaziabile; in uno spazio extragalattico dove nelle tenebre splendono illuminate da un invisibile sole. In un turbinare di aspetti e colori, in una farandola incessante e gaia”. Sono questi gli “ingredienti” della cosmogonia di Alessandro Facchini, all’interno della quale l’artista ritrae l’uomo con sembianze e fattezze del tutto particolari: “un golem gentile e attonito – lo ha descritto Giuliano Serafini – imparentato con le marionette di Depero, la testa conica, il naso a cresta, le gambe a fuso, il cappello-aureola da hidalgo ... Un po’ Pinocchio, un po’ Barone di Munchausen, un po’ caffettiera di Sottsass. Intorno a lui volteggiano in orbita permanente aguzzi meteoriti esplosi da un pirotecnico bing bang insieme a nuvole color fucsia e cedro. Ingranaggi e frammenti di macchine celibi, le stesse a cavallo delle quali il nostro disarticolato eroe è atterrato sul suo pianeta, levitano in un acquario che non c’è, in una galassia da luna park”.
22
ottobre 2005
Alessandro Facchini – I luoghi del sogno
Dal 22 ottobre al 19 novembre 2005
arte contemporanea
Location
VIAMAESTRA 114 ARTE CONTEMPORANEA
Poggibonsi, Via Fiume, 60, (Siena)
Poggibonsi, Via Fiume, 60, (Siena)
Orario di apertura
giovedì e venerdì 17-19.30. Sabato 10,30-13 e 17-20, su appuntamento in altri giorni e orari
Vernissage
22 Ottobre 2005, ore 17
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