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Alessandro Gioli – Coincidenze e Connessioni
L’esposizione dei disegni Coincidenze e Connessioni di Alessandro Gioli è il terzo appuntamento del nuovo ciclo della rassegna Sangalganosquare
Comunicato stampa
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L’esposizione dei disegni Coincidenze e Connessioni di Alessandro Gioli è il terzo appuntamento del nuovo ciclo della rassegna SANGALGANOSQUARE, curata dal Prof. Massimo Bignardi e organizzata dalla Cattedra di Storia dell'Arte Contemporanea del corso di Laurea Specialistica in Storia dell'Arte, manifestazione sostenuta dal preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, il Prof. Roberto Venuti e patrocinata dal Comune di Siena nell'ambito del programma promosso dall'Assessore alla Cultura, Prof. Marcello Flores d'Arcais.
“La sede del chiostro del Palazzo di san Galgano - rileva il curatore Luca Mansueto nel testo che accompagna la mostra - è cornice ideale per la grafica di Gioli in quanto si instaura un interscambio di sollecitazioni tra l’immaginario delle architetture mentali di Gioli con l’architettura del palazzo rinascimentale. Gli ambienti disegnati da Gioli sono chiusi, sbarrati, in cui le mura non creano luoghi di conforto e di ritrovo, bensì producono spaesamento in cui il rapporto uomo-spazio è alienante.
L’alienamento del disegno con le tracce architettoniche si tramuta in emotività partecipativa con la struttura del chiostro in quanto esso sollecita ‘connessioni’ con gli elementi tracciati a lapis, forme ricorrenti nella storia dell’architettura che richiamano alla cultura cittadina esistente e rendono tali disegni frammenti di mondo reale.
I pieni irrompono e precludono un passaggio, i vuoti non creano transizione in quanto ‘sbarrati’ dai neri segnano un ‘limen’ non oltrepassabile, un diaframma verso il non conosciuto, segnando così una fine. I muri tracciano l’ambiguità di limite, di recinto e di percorso entro cui l’uomo può trovare serenità solo alla vista e all’attraversamento delle scale che offrono il senso della discesa e dell’ascesa verso un ‘altro’ luogo, inteso sia come rifugio sia come speranza di ritrovata libertà.
Le sagome nere sono per la maggior parte figure assenti nelle preponderanti silhouette di case, piazze, mura e torri: Gioli stesso afferma come nei suoi disegni vi sono «storie infinite, infiniti percorsi; noi siamo testimoni più che altro del nostro essere in quel momento, piuttosto che spettatori critici di ciò che da altri è stato compiuto».Entrando in queste architetture sembra di vedervi ogni volta un racconto diverso, che spinge verso ‘connessioni’ con il nostro Io: «Ogni disegno – suggerisce ancora l’artista - ha una storia invisibile, un recinto privato al di là dell’immagine, che altri vorranno violare, capire, negare o esaltare». Penetrando al loro interno ci abbandoniamo all’immaginario di Gioli e della nostra memoria facendo sì che tali architetture virtuali diventino mentali, che tali ‘connessioni’ diventino reali ‘coincidenze’ col nostro vissuto.
I luoghi tracciati da Gioli richiamano alla pittura metafisica di De Chirico avendo come punti di contatto proprio gli aspetti onirici e la memoria di architetture italiane classiche immerse in un’atmosfera statica ed estraniante. Solitudine, silenzio, fughe prospettiche, illusioni spaziali, volumi abitati talvolta da forme di vita, sono questi gli elementi del vocabolario comune. Ogni forma di vita, o che rimandi alla vita, è come sospesa, avvolta in un velo impalpabile che la separa dal resto del mondo: questo è il clima delle immagini dechirichiane e di Gioli, dei loro ‘enigmi’, delle loro ‘malinconie’, delle loro ‘torri’”. (Luca Mansueto)
La mostra resterà aperta fino al 23 Novembre 2010.
Curatore: Luca Mansueto
Coordinamento organizzativo della rassegna:Irene Biolchini, Cristina Ferrario, Claudia Gennari, Silvia Giannassi, Sara Manetti, Luca Mansueto, Martina Marolda, Federica Marras, Claudia Mennillo, Ardesia Ognibene, Serena Pacchiani, Federica Pace, Annamaria Restieri, Irene Sbrilli.
“La sede del chiostro del Palazzo di san Galgano - rileva il curatore Luca Mansueto nel testo che accompagna la mostra - è cornice ideale per la grafica di Gioli in quanto si instaura un interscambio di sollecitazioni tra l’immaginario delle architetture mentali di Gioli con l’architettura del palazzo rinascimentale. Gli ambienti disegnati da Gioli sono chiusi, sbarrati, in cui le mura non creano luoghi di conforto e di ritrovo, bensì producono spaesamento in cui il rapporto uomo-spazio è alienante.
L’alienamento del disegno con le tracce architettoniche si tramuta in emotività partecipativa con la struttura del chiostro in quanto esso sollecita ‘connessioni’ con gli elementi tracciati a lapis, forme ricorrenti nella storia dell’architettura che richiamano alla cultura cittadina esistente e rendono tali disegni frammenti di mondo reale.
I pieni irrompono e precludono un passaggio, i vuoti non creano transizione in quanto ‘sbarrati’ dai neri segnano un ‘limen’ non oltrepassabile, un diaframma verso il non conosciuto, segnando così una fine. I muri tracciano l’ambiguità di limite, di recinto e di percorso entro cui l’uomo può trovare serenità solo alla vista e all’attraversamento delle scale che offrono il senso della discesa e dell’ascesa verso un ‘altro’ luogo, inteso sia come rifugio sia come speranza di ritrovata libertà.
Le sagome nere sono per la maggior parte figure assenti nelle preponderanti silhouette di case, piazze, mura e torri: Gioli stesso afferma come nei suoi disegni vi sono «storie infinite, infiniti percorsi; noi siamo testimoni più che altro del nostro essere in quel momento, piuttosto che spettatori critici di ciò che da altri è stato compiuto».Entrando in queste architetture sembra di vedervi ogni volta un racconto diverso, che spinge verso ‘connessioni’ con il nostro Io: «Ogni disegno – suggerisce ancora l’artista - ha una storia invisibile, un recinto privato al di là dell’immagine, che altri vorranno violare, capire, negare o esaltare». Penetrando al loro interno ci abbandoniamo all’immaginario di Gioli e della nostra memoria facendo sì che tali architetture virtuali diventino mentali, che tali ‘connessioni’ diventino reali ‘coincidenze’ col nostro vissuto.
I luoghi tracciati da Gioli richiamano alla pittura metafisica di De Chirico avendo come punti di contatto proprio gli aspetti onirici e la memoria di architetture italiane classiche immerse in un’atmosfera statica ed estraniante. Solitudine, silenzio, fughe prospettiche, illusioni spaziali, volumi abitati talvolta da forme di vita, sono questi gli elementi del vocabolario comune. Ogni forma di vita, o che rimandi alla vita, è come sospesa, avvolta in un velo impalpabile che la separa dal resto del mondo: questo è il clima delle immagini dechirichiane e di Gioli, dei loro ‘enigmi’, delle loro ‘malinconie’, delle loro ‘torri’”. (Luca Mansueto)
La mostra resterà aperta fino al 23 Novembre 2010.
Curatore: Luca Mansueto
Coordinamento organizzativo della rassegna:Irene Biolchini, Cristina Ferrario, Claudia Gennari, Silvia Giannassi, Sara Manetti, Luca Mansueto, Martina Marolda, Federica Marras, Claudia Mennillo, Ardesia Ognibene, Serena Pacchiani, Federica Pace, Annamaria Restieri, Irene Sbrilli.
11
novembre 2010
Alessandro Gioli – Coincidenze e Connessioni
Dall'undici al 23 novembre 2010
arte contemporanea
Location
PALAZZO DI SAN GALGANO – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI – FACOLTA’ DI LETTERE E FILOSOFIA
Siena, Via Roma, 47, (Siena)
Siena, Via Roma, 47, (Siena)
Orario di apertura
orari della Facoltà
Vernissage
11 Novembre 2010, ore 18.30
Autore
Curatore