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Alessandro Grimaldi – Snuff
La mostra completa un articolato progetto in cui l’artista indaga il concetto di spettacolarizzazione della morte: l’attenzione è rivolta agli snuff movies
Comunicato stampa
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Fuorizona artecontemporanea presenta, per il terzo appuntamento stagionale, la personale di Alessandro Grimaldi. La mostra completa un articolato progetto in cui l’artista indaga il concetto, estremamente attuale, di spettacolarizzazione della morte. Se nella prima tappa , dal titolo “Anatomy of a murder”, attraverso l’omicidio di J. F. Kennedy e l’america degli anni ’60, venivano analizzati i real movies ora l’attenzione è rivolta agli snuff movies.
inaugurazione sabato 8 marzo 2008
ore 18:00
Nello spazio espositivo Alessandro Grimaldi, con le sue opere, evoca lo scenario che gravita intorno agli snuff mouvies. Immagina la città quale terreno di caccia dell’assassino in cerca della propria vittima. Ideale preda di facili promesse, l’attricetta in cerca di notorietà diventa improvvisamente oggetto di violente e terribili perversioni. Il mondo dello spettacolo rimane sullo sfondo quale trappola senza scampo. Il lavoro dell’artista si concentra sulla morbosità che questo genere di prodotti suscita: da una parte quella di chi realizza questi film, dei quali si suppone l’esistenza, dove i protagonisti vengono realmente uccisi, dall’altra quella del pubblico disposto a vederli.
“Un lavoro che parte dalla realtà per arrivare al sentimento, una poetica capace di spazzare via in un nanosecondo il significato del termine “civiltà”.
“Il punto davvero interessante è la denuncia di un mondo crudele che si materializza in una dimensione altra, puramente immaginaria, seguendo una costruzione filmica piuttosto che documentaristica. Grimaldi suggerisce, allude, non opera con violenza anche se, l’elemento fondante della sua poetica è la VIOLENZA” (Roberta Ridolfi).
La mostra si completa con la proiezione in loop del cortometraggio “95/100” del regista siciliano Tonino Forcisi La Delfa, scomparso nel 2005, e con un intervento di Marco Pingitore, Criminologo, Presidente dell’Associazione Italiana di Psicoterapia Strategica Integrata, che firma l’introduzione in catalogo.
Alessandro Grimaldi (Scicli, RG, 1973) come videomaker ha ricevuto premi e riconoscimenti: “Pompei 79 d.c. - il terrore si spegne nella morte” Premio Speciale della Giuria Festival del Cortometraggio Città di Pergola (PU) (2006); “Quinto non uccidere”; “Non desiderare la donna d’altri”; “Natalia 85 ha abbandonato la chat”, premiato alla Rassegna dei Corti Mediterranei, Ragusa (1999); “Dekalog” di A. Grimaldi e F. Padua, menzionato come opera meritevole al Concorso “Sotto il Vulcano”, Catania (1997). Ha partecipato a diverse collettive fra le quali, nel 2006, “Viaggiatori sulla Flaminia”, Chiesa di S. Pietro, Fossato di Vico (PG); “CQFP”, Palazzo Parissi, Monteprandone (AP); “Arte Contemporanea 12”, Roma; nel 2005 “Marche Campo Giovani”, Rocca Malatestiana, Fano (PU). Mostre personali: nel 2007 “1977” Teatro Angel dal Foco – Pergola (PU), “Anatomy of a Murder”, Galleria Marconi, Cupra Marittima (AP); nel 2006 “Favole Crudeli”, Museo Illustrazione Comica, Grottammare (AP). Vive e lavora ad Acquaviva Piena (AP).
SNUFF MOVIES: DIVERTIRSI CON LA MORTE.
di Roberta Ridolfi
Lo scenario è quello squallido caotico delle grandi metropoli: le vie costellate di grattacieli, parcheggi - gabbia, distributori di carburante scomposti dai numerosi passaggi distratti. I protagonisti sono esseri umani dall’aspetto smarrito, alienati dalle loro solitudini, accecati dai bagliori effimeri di un mondo fatto di lustrini e notorietà. La filosofia è quella che regola la caccia: il debole soccombe sotto le grinfie del più forte! Come a dire che la vita è sempre e comunque terreno di caccia, percorso ad ostacoli pernicioso e impietoso.
Potremmo definire in questo modo le opere che compongono questo ciclo firmato da Alessandro Grimaldi, almeno tracciandone una descrizione frettolosa e concisa. Ma poi, le opere le osservi, ti attraggono entro il cerchio del loro mondo, ti accerchiano, costringendoti a pensare. E’ così che ti accorgi improvvisamente di essere disarmato, solo, entro l’arena del mondo; perché è di questo che tratta l’opera di Grimaldi. L’artista non racconta storielle da rotocalco rosa, ma riprende dalla nera di qualsiasi quotidiano, l’atroce vizio di seviziare ed uccidere per divertimento. Un modo di fare sconosciuto persino alla bestie feroci, un comportamento psicopatologico aberrante e privo di alcun segnale di umanità. Grimaldi imprime sulla tela i volti delle persone candidate ad essere vittime, senza mostrarne il mostruoso sacrificio, senza evidenziare alcun palese segno di violenza, di sevizia, di soppressione. Lo fa insomma senza mostrare la morte, ma costruendo, nell’opera, un’atmosfera inquietante, che insinua l’idea ed il freddo della morte. D’altro canto, siamo consapevoli del fatto che non occorrono immagini visive concrete per incutere terrore, lo sappiamo fin da bambini. Siamo certi invece del fatto che l’artista opera questa “autocensura” per non spettacolazizzare ulteriormente la violenza, che si sa di questi tempi è molto gettonata come “format” spettacolare.
A sostenere questo atteggiamento di denuncia sociale nei confronti degli snuff movies (filmati in cui recitano attori inconsapevoli che alla fine vengono realmente assassinati), c’ è anche la chiara propensione dell’artista ad offrire a chi guarda tutta una serie di particolari che fanno riflettere sulla personalità della futura vittima. Grimaldi sembra voler rinunciare addirittura all’espressività dei volti ritratti, sottraendo ulteriormente il potenziale della spettacolarizzazione, in virtù di un ritratto umano “morale” o meglio più umano. La pittura in questione potrebbe essere definita iper realista ma con punte di chiaro paradosso, infatti il suo è un lavoro di sottrazione in termini di clamore e dunque di fisicità. Da questo deriva il senso di un lavoro altamente emotivo, in cui l’emozione ed il sentimento divengono richiami sociali di sgomento e di denuncia. Un lavoro che parte dalla realtà per arrivare al sentimento, una poetica capace di spazzare via in un nanosecondo il significato del termine “civiltà”.
Il punto davvero interessante è la denuncia di un mondo crudele che si materializza in un una dimensione altra, puramente immaginaria, seguendo una costruzione filmica piuttosto che documentaristica. Grimaldi suggerisce, allude, non opera con violenza anche se, l’elemento fondante della sua poetica è la VIOLENZA. Potremmo parlare sempre di vittime inconsapevoli, prede inermi, mosse dalla fame di celebrità e di danaro, ma, così facendo faremmo un torto alle potenzialità intrinseche che il lavoro di questo artista mostra. Infatti, Grimaldi pone sul piatto della comunicazione un po’ tutto questo mondo sottoculturale e criminale: le vittime, i carnefici, il mondo dello spettacolo, e soprattutto i fruitori, colpevoli di noi, di viltà e godimento abbietto. Così si compone il mondo abominevole dell’indifferenza, entro cui sopravvivono i mediocri di spirito, gli alienati per noia, gli assassini per divertimento e gli assetati di morte.
Un mondo verso il quale proviamo repulsione, senza il bisogno di coglierne i particolari, come ha perfettamente inteso Grimaldi che, con queste opere, completa un ciclo maturo e consapevole, mettendo in atto una poetica dalla forte componente comunicativa. E, se non fosse sufficiente, forse, sarebbe il caso di riflettere…
inaugurazione sabato 8 marzo 2008
ore 18:00
Nello spazio espositivo Alessandro Grimaldi, con le sue opere, evoca lo scenario che gravita intorno agli snuff mouvies. Immagina la città quale terreno di caccia dell’assassino in cerca della propria vittima. Ideale preda di facili promesse, l’attricetta in cerca di notorietà diventa improvvisamente oggetto di violente e terribili perversioni. Il mondo dello spettacolo rimane sullo sfondo quale trappola senza scampo. Il lavoro dell’artista si concentra sulla morbosità che questo genere di prodotti suscita: da una parte quella di chi realizza questi film, dei quali si suppone l’esistenza, dove i protagonisti vengono realmente uccisi, dall’altra quella del pubblico disposto a vederli.
“Un lavoro che parte dalla realtà per arrivare al sentimento, una poetica capace di spazzare via in un nanosecondo il significato del termine “civiltà”.
“Il punto davvero interessante è la denuncia di un mondo crudele che si materializza in una dimensione altra, puramente immaginaria, seguendo una costruzione filmica piuttosto che documentaristica. Grimaldi suggerisce, allude, non opera con violenza anche se, l’elemento fondante della sua poetica è la VIOLENZA” (Roberta Ridolfi).
La mostra si completa con la proiezione in loop del cortometraggio “95/100” del regista siciliano Tonino Forcisi La Delfa, scomparso nel 2005, e con un intervento di Marco Pingitore, Criminologo, Presidente dell’Associazione Italiana di Psicoterapia Strategica Integrata, che firma l’introduzione in catalogo.
Alessandro Grimaldi (Scicli, RG, 1973) come videomaker ha ricevuto premi e riconoscimenti: “Pompei 79 d.c. - il terrore si spegne nella morte” Premio Speciale della Giuria Festival del Cortometraggio Città di Pergola (PU) (2006); “Quinto non uccidere”; “Non desiderare la donna d’altri”; “Natalia 85 ha abbandonato la chat”, premiato alla Rassegna dei Corti Mediterranei, Ragusa (1999); “Dekalog” di A. Grimaldi e F. Padua, menzionato come opera meritevole al Concorso “Sotto il Vulcano”, Catania (1997). Ha partecipato a diverse collettive fra le quali, nel 2006, “Viaggiatori sulla Flaminia”, Chiesa di S. Pietro, Fossato di Vico (PG); “CQFP”, Palazzo Parissi, Monteprandone (AP); “Arte Contemporanea 12”, Roma; nel 2005 “Marche Campo Giovani”, Rocca Malatestiana, Fano (PU). Mostre personali: nel 2007 “1977” Teatro Angel dal Foco – Pergola (PU), “Anatomy of a Murder”, Galleria Marconi, Cupra Marittima (AP); nel 2006 “Favole Crudeli”, Museo Illustrazione Comica, Grottammare (AP). Vive e lavora ad Acquaviva Piena (AP).
SNUFF MOVIES: DIVERTIRSI CON LA MORTE.
di Roberta Ridolfi
Lo scenario è quello squallido caotico delle grandi metropoli: le vie costellate di grattacieli, parcheggi - gabbia, distributori di carburante scomposti dai numerosi passaggi distratti. I protagonisti sono esseri umani dall’aspetto smarrito, alienati dalle loro solitudini, accecati dai bagliori effimeri di un mondo fatto di lustrini e notorietà. La filosofia è quella che regola la caccia: il debole soccombe sotto le grinfie del più forte! Come a dire che la vita è sempre e comunque terreno di caccia, percorso ad ostacoli pernicioso e impietoso.
Potremmo definire in questo modo le opere che compongono questo ciclo firmato da Alessandro Grimaldi, almeno tracciandone una descrizione frettolosa e concisa. Ma poi, le opere le osservi, ti attraggono entro il cerchio del loro mondo, ti accerchiano, costringendoti a pensare. E’ così che ti accorgi improvvisamente di essere disarmato, solo, entro l’arena del mondo; perché è di questo che tratta l’opera di Grimaldi. L’artista non racconta storielle da rotocalco rosa, ma riprende dalla nera di qualsiasi quotidiano, l’atroce vizio di seviziare ed uccidere per divertimento. Un modo di fare sconosciuto persino alla bestie feroci, un comportamento psicopatologico aberrante e privo di alcun segnale di umanità. Grimaldi imprime sulla tela i volti delle persone candidate ad essere vittime, senza mostrarne il mostruoso sacrificio, senza evidenziare alcun palese segno di violenza, di sevizia, di soppressione. Lo fa insomma senza mostrare la morte, ma costruendo, nell’opera, un’atmosfera inquietante, che insinua l’idea ed il freddo della morte. D’altro canto, siamo consapevoli del fatto che non occorrono immagini visive concrete per incutere terrore, lo sappiamo fin da bambini. Siamo certi invece del fatto che l’artista opera questa “autocensura” per non spettacolazizzare ulteriormente la violenza, che si sa di questi tempi è molto gettonata come “format” spettacolare.
A sostenere questo atteggiamento di denuncia sociale nei confronti degli snuff movies (filmati in cui recitano attori inconsapevoli che alla fine vengono realmente assassinati), c’ è anche la chiara propensione dell’artista ad offrire a chi guarda tutta una serie di particolari che fanno riflettere sulla personalità della futura vittima. Grimaldi sembra voler rinunciare addirittura all’espressività dei volti ritratti, sottraendo ulteriormente il potenziale della spettacolarizzazione, in virtù di un ritratto umano “morale” o meglio più umano. La pittura in questione potrebbe essere definita iper realista ma con punte di chiaro paradosso, infatti il suo è un lavoro di sottrazione in termini di clamore e dunque di fisicità. Da questo deriva il senso di un lavoro altamente emotivo, in cui l’emozione ed il sentimento divengono richiami sociali di sgomento e di denuncia. Un lavoro che parte dalla realtà per arrivare al sentimento, una poetica capace di spazzare via in un nanosecondo il significato del termine “civiltà”.
Il punto davvero interessante è la denuncia di un mondo crudele che si materializza in un una dimensione altra, puramente immaginaria, seguendo una costruzione filmica piuttosto che documentaristica. Grimaldi suggerisce, allude, non opera con violenza anche se, l’elemento fondante della sua poetica è la VIOLENZA. Potremmo parlare sempre di vittime inconsapevoli, prede inermi, mosse dalla fame di celebrità e di danaro, ma, così facendo faremmo un torto alle potenzialità intrinseche che il lavoro di questo artista mostra. Infatti, Grimaldi pone sul piatto della comunicazione un po’ tutto questo mondo sottoculturale e criminale: le vittime, i carnefici, il mondo dello spettacolo, e soprattutto i fruitori, colpevoli di noi, di viltà e godimento abbietto. Così si compone il mondo abominevole dell’indifferenza, entro cui sopravvivono i mediocri di spirito, gli alienati per noia, gli assassini per divertimento e gli assetati di morte.
Un mondo verso il quale proviamo repulsione, senza il bisogno di coglierne i particolari, come ha perfettamente inteso Grimaldi che, con queste opere, completa un ciclo maturo e consapevole, mettendo in atto una poetica dalla forte componente comunicativa. E, se non fosse sufficiente, forse, sarebbe il caso di riflettere…
08
marzo 2008
Alessandro Grimaldi – Snuff
Dall'otto marzo al 19 aprile 2008
Location
FUORIZONA ARTECONTEMPORANEA
Macerata, Via Padre Matteo Ricci, 74, (Macerata)
Macerata, Via Padre Matteo Ricci, 74, (Macerata)
Orario di apertura
martedì – sabato 16-20
Vernissage
8 Marzo 2008, ore 18
Sito web
www.alessandrogrimaldi.net
Autore
Curatore