Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Alessandro Matteo – Autodafè. L’arte dell’incoerenza
La mostra, organizzata dall’Associazione Le Ali di Pandora, è un altro momento di lettura e comprensione dei linguaggi trasversali dell’arte: in un momento di coercizione di coscienze l’arte deve raccontare il proprio tempo attraverso le visioni dell’artista affermando la responsabilità di fronte alla storia e agli avvenimenti del nostro tempo dove l’azione si adegua ai tempi.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si apre a Lecce venerdì 27 gennaio alle ore 20,00, presso la sede della II Circoscrizione: Santa Rosa-Stadio- Salesiani la Mostra personale “Autodafè. L'arte dell'incoerenza” di Alessandro Matteo che resterà aperta fino al 1° febbraio.
Alla presenza delle Autorità, del Presidente della Circoscrizione Fabio Campobasso, interverranno Rosanna Gesualdo e Lucy Ghionna, nel corso della serata la performance musicale dei Zweisamkeit
La mostra, organizzata dall'Associazione Le Ali di Pandora, è un altro momento di lettura e comprensione dei linguaggi trasversali dell'arte: in un momento di coercizione di coscienze l’arte deve raccontare il proprio tempo attraverso le visioni dell’artista affermando la responsabilità di fronte alla storia e agli avvenimenti del nostro tempo dove l’azione si adegua ai tempi. Benjamin sostiene che Espressione e Comunicazione costituiscono il carattere bipolare d’ogni entità linguistica, la comunicazione, dunque, diventa comunicazione incomunicabile, ed è su questo che verte l'idea dell'"Autodafè" di Alessandro Matteo, classe 1985, che spiega: "(...)Il mio rapporto con l’arte si basa sulla commistione tra la lentezza dell’arte “alta” (la sua manualità già ampiamente riscoperta dal mondo e dal mercato dell’arte) e la velocità sempre più nevrotica del mondo della comunicazione e dei nuovi media in cui si muove il magma dell’arte “bassa”; un mondo in cui una immagine può durare pochi centesimi di secondo. Partendo da questo presupposto è per me necessario fare una ricerca dei linguaggi che stanno a metà; l’unire più cose alla ricerca di una via da percorrere; il crossing over come unica via per trovare un linguaggio fresco e comprensibile; con due consapevolezze: che nessuno ha mai creato niente dal nulla e che il buon gusto uccide la creatività.(...) Questo è un lavoro, che passa di necessità dal mondo degli archetipi e della comunicazione. Alla ricerca non del cut-up o del postmodernismo fine a se stesso ma della creazione di figurine che possano “ricordare” qualcosa a tutti. E per trovare questo (quello che mi unisce agli “altri”) faccio una operazione di ritrattazione ed ammorbidimento del mio modo di vedere e sentire le cose; un gesto di amore che mi faccia perdere qualcosa di me per poter entrare in comunicazione con chiunque ne abbia voglia. Un vero e proprio autodafé.".
Una convincente elaborazione artistica, dunque, con un linguaggio contemporaneo dove si racconta la quotidianità incentrata sull'assurdo, sulla sofferenza, sull'alienazione, sull'illusione, sul sogno, sulla funzione distruttiva e come sosteneva Harald Szeemann:” (...) Agli artisti oggi non si richiede più un’affermazione spasmodica della propria identità, ma si fa appello a ciò che di eterno c’è nell’uomo, sulla base del radicamento locale, l’unico a poter dare peso, a legittimare questo appello. E’ la lotta centenaria tra astrazione e figurazione che sembra passata definitivamente agli atti. La cognizione di tempo e spazio, o di spazio che si fa tempo, o diventa patrimonio comune, tanto che alcuni artisti si sono potuti già liberare di nuovo del potere dell’autonomia, per trovare la strada verso comportamenti, modi di vedere, o desideri comuni all’umanità”.
Scrive di lui Lucy Ghionna: "Il segno ed il colore sono la chiave del lavoro di Alessandro Matteo. I suoi lavori esprimono degli indovinelli visivi, si trasformano come camaleonti in forme racchiuse nelle macchie di colore. Qualunque cosa ha diversi significati, risveglia l’interesse fornendo l’occasione per un indovinello mentale, come nel ricostruire la storia raccontata dall’opera stessa. Il segno è consapevole, accertato, esso si avvicina a una forma figurativa con il limite della stilizzazione. Un concetto di “ricerca”di forme già esistenti nel subconscio che si rafforza ancora di più dall’aggiunta dei colori.Un’Arte che rivela al fruitore forza di pensiero e sviluppo di idee, non la piattezza della consuetudine ma l’ardire della ricerca. La segnica e i cromatismi di Alessandro Matteo riflettono un talento compositivo intriso di indiscussa creatività"
Alessandro Matteo, nato nel 1985, vive e lavora a Lecce; operatore artistico incapace di applicare la sua proposta ad un singolo campo aggiunge alle “doti artistiche” una discreta
capacità tecnica in molte aree anche distanti dal mondo accademico classico che lo portano ad occuparsi di montaggio e produzione audio/video, di sonorizzazioni ambientali e di
grafica e scrittura pubblicitaria; ciononostante non disdegna di occuparsi di forme artistiche più classiche come pittura, video/audio installazioni o performance che lo portano anche
e continuativamente a confrontarsi con altri singoli artisti o con collettivi artistici (fa parte di “Zweisamkeit” e “Selvaggi del Borneo””); lontanissimo da un approccio purista alla
Cosa Artistica ritiene che l’”Arte” possa annidarsi ovunque e che ovunque vada fatta “Arte”
Alla presenza delle Autorità, del Presidente della Circoscrizione Fabio Campobasso, interverranno Rosanna Gesualdo e Lucy Ghionna, nel corso della serata la performance musicale dei Zweisamkeit
La mostra, organizzata dall'Associazione Le Ali di Pandora, è un altro momento di lettura e comprensione dei linguaggi trasversali dell'arte: in un momento di coercizione di coscienze l’arte deve raccontare il proprio tempo attraverso le visioni dell’artista affermando la responsabilità di fronte alla storia e agli avvenimenti del nostro tempo dove l’azione si adegua ai tempi. Benjamin sostiene che Espressione e Comunicazione costituiscono il carattere bipolare d’ogni entità linguistica, la comunicazione, dunque, diventa comunicazione incomunicabile, ed è su questo che verte l'idea dell'"Autodafè" di Alessandro Matteo, classe 1985, che spiega: "(...)Il mio rapporto con l’arte si basa sulla commistione tra la lentezza dell’arte “alta” (la sua manualità già ampiamente riscoperta dal mondo e dal mercato dell’arte) e la velocità sempre più nevrotica del mondo della comunicazione e dei nuovi media in cui si muove il magma dell’arte “bassa”; un mondo in cui una immagine può durare pochi centesimi di secondo. Partendo da questo presupposto è per me necessario fare una ricerca dei linguaggi che stanno a metà; l’unire più cose alla ricerca di una via da percorrere; il crossing over come unica via per trovare un linguaggio fresco e comprensibile; con due consapevolezze: che nessuno ha mai creato niente dal nulla e che il buon gusto uccide la creatività.(...) Questo è un lavoro, che passa di necessità dal mondo degli archetipi e della comunicazione. Alla ricerca non del cut-up o del postmodernismo fine a se stesso ma della creazione di figurine che possano “ricordare” qualcosa a tutti. E per trovare questo (quello che mi unisce agli “altri”) faccio una operazione di ritrattazione ed ammorbidimento del mio modo di vedere e sentire le cose; un gesto di amore che mi faccia perdere qualcosa di me per poter entrare in comunicazione con chiunque ne abbia voglia. Un vero e proprio autodafé.".
Una convincente elaborazione artistica, dunque, con un linguaggio contemporaneo dove si racconta la quotidianità incentrata sull'assurdo, sulla sofferenza, sull'alienazione, sull'illusione, sul sogno, sulla funzione distruttiva e come sosteneva Harald Szeemann:” (...) Agli artisti oggi non si richiede più un’affermazione spasmodica della propria identità, ma si fa appello a ciò che di eterno c’è nell’uomo, sulla base del radicamento locale, l’unico a poter dare peso, a legittimare questo appello. E’ la lotta centenaria tra astrazione e figurazione che sembra passata definitivamente agli atti. La cognizione di tempo e spazio, o di spazio che si fa tempo, o diventa patrimonio comune, tanto che alcuni artisti si sono potuti già liberare di nuovo del potere dell’autonomia, per trovare la strada verso comportamenti, modi di vedere, o desideri comuni all’umanità”.
Scrive di lui Lucy Ghionna: "Il segno ed il colore sono la chiave del lavoro di Alessandro Matteo. I suoi lavori esprimono degli indovinelli visivi, si trasformano come camaleonti in forme racchiuse nelle macchie di colore. Qualunque cosa ha diversi significati, risveglia l’interesse fornendo l’occasione per un indovinello mentale, come nel ricostruire la storia raccontata dall’opera stessa. Il segno è consapevole, accertato, esso si avvicina a una forma figurativa con il limite della stilizzazione. Un concetto di “ricerca”di forme già esistenti nel subconscio che si rafforza ancora di più dall’aggiunta dei colori.Un’Arte che rivela al fruitore forza di pensiero e sviluppo di idee, non la piattezza della consuetudine ma l’ardire della ricerca. La segnica e i cromatismi di Alessandro Matteo riflettono un talento compositivo intriso di indiscussa creatività"
Alessandro Matteo, nato nel 1985, vive e lavora a Lecce; operatore artistico incapace di applicare la sua proposta ad un singolo campo aggiunge alle “doti artistiche” una discreta
capacità tecnica in molte aree anche distanti dal mondo accademico classico che lo portano ad occuparsi di montaggio e produzione audio/video, di sonorizzazioni ambientali e di
grafica e scrittura pubblicitaria; ciononostante non disdegna di occuparsi di forme artistiche più classiche come pittura, video/audio installazioni o performance che lo portano anche
e continuativamente a confrontarsi con altri singoli artisti o con collettivi artistici (fa parte di “Zweisamkeit” e “Selvaggi del Borneo””); lontanissimo da un approccio purista alla
Cosa Artistica ritiene che l’”Arte” possa annidarsi ovunque e che ovunque vada fatta “Arte”
27
gennaio 2012
Alessandro Matteo – Autodafè. L’arte dell’incoerenza
Dal 27 gennaio al primo febbraio 2012
arte contemporanea
Location
II CIRCOSCRIZIONE
Lecce, Via Adda, (Lecce)
Lecce, Via Adda, (Lecce)
Vernissage
27 Gennaio 2012, h.20.00
Autore
Curatore