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Alessandro Mendini / Riccardo Dalisi – Rompete le righe!
La mostra propone una riflessione sul lavoro dei due grandi artisti, architetti e designers italiani, attraverso un’accurata selezione di opere su carta, che mette in risalto la consonanza di approccio di due disegnatori instancabili, interpreti immaginifici del reale
Comunicato stampa
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AndreaNuovoHomeGallery presenta venerdì 10 maggio 2019 la mostra dal titolo Rompete le righe! Disegno e Libertà creativa, un progetto speciale dedicato ad Alessandro Mendini e Riccardo Dalisi, realizzato in collaborazione con Studio Alessandro Mendini, Elisa e Fulvia Mendini e Archivio Riccardo Dalisi.
La mostra propone una riflessione sul lavoro dei due grandi artisti, architetti e designers italiani, attraverso un’accurata selezione di opere su carta, che mette in risalto la consonanza di approccio di due disegnatori instancabili, interpreti immaginifici del reale.
Un modo per osservare i due artisti in un dialogo schietto, che mette in evidenza segni e figure, elementi ricorrenti e caratterizzanti dei loro universi di rappresentazione. Un’indagine fatta dunque sollecitando lo sguardo solo sul disegno e sulla pittura come centro della riflessione e non come aspetti secondari dell’esperienza creativa.
Assonanze e consonanze di un fare irriverente e anticonvenzionale, messe in risalto da un allestimento che crea relazioni e rimandi fra le opere, secondo un mostrare inteso come ibridazione e rimescolamento, come percorso fluido, occasione per narrare, scomporre e ricomporre il senso conferito alle opere esposte.
Rompete le righe! Disegno e Libertà creativa vuole dunque creare un’ulteriore occasione d’incontro fra i due artisti, che negli anni hanno collaborato e si sono influenzati a vicenda, raccogliendo il loro invito a diffidare delle costrizioni alla libertà del pensiero.
Di Riccardo Dalisi in mostra saranno presenti disegni che spaziano dai primi anni Duemila ad oggi: immancabili le figure che richiamano i Totocchi, i suonatori, i cavalli e i cavalieri, angeli e mostri, dalle figure poetiche realizzate con pochi tocchi di caffè diluito, a quelle costruite attraverso una composizione fluida e compenetrata delle figure, alle opere in cui compare il collage fotografico, fino ai disegni “in punta di matita”.
Di Alessandro Medini, insieme ad alcuni disegni della serie per Riccardo Dalisi e il museo dei bambini di Scampia (2014), pubblicati nel libro Codice Mendini a cura di Fulvio Irace, edito da Electa (2016), sarà presente un nucleo di schizzi preparatori rielaborati (2016) realizzati per il progetto Diavoli custodi, volume nato dall’incontro dei testi di Erri De Luca coi disegni di Alessandro Mendini, edito da Feltrinelli nel 2017.
La mostra, che è nata in collaborazione con entrambi gli artisti, vuole tributare un particolare omaggio ad Alessandro Mendini, recentemente scomparso, e all’enorme eredità intellettuale che ci ha lasciato, sempre cogliendo l’aspirazione alla liberazione dalle convenzioni che forme e linguaggi portano con sé.
ALESSANDRO MENDINI è nato a Milano (1931-2019). Da ragazzo è vissuto in una casa borghese disegnata da Piero Portaluppi, nel fascino dei quadri di Savinio, Severini, Campigli, Morandi, e molti altri autori, presenti nella collezione di pittura moderna dei suoi parenti, esposta al pubblico dal 2003 nella Casa Museo Boschi Di Stefano di Milano. Questo ambiente visivo è stato basilare per la sua formazione. Laureatosi architetto, ha avuto riferimenti diretti in Rogers, Nizzoli e Gio Ponti.
Interessato a scrivere e a teorizzare, oltre che disegnare, ha diretto in successione le riviste "Casabella" (1970-1976), "Modo" (1977-1981) e "Domus"(1980- 1985; 2010- 2011) e ha pubblicato i libri Paesaggio Casalingo (1978), Architettura addio (1981), Progetto infelice (1983), Scritti (2004) e Scritti di Domenica (2016). Nelle riviste di settore che ha diretto, si è fatto portavoce della crociata per un’architettura eclettica, incoerente, una macchina meravigliosa che mescola gli stili e i linguaggi prendendoli dalla contemporaneità come dalla storia, dall’arte e dalle produzioni di massa. Per definire i propri intenti, Mendini è ricorso all’immagine del caleidoscopio, “uno stato di moto continuo, schegge, spezzoni di un sistema visivo, frammenti dell’immaginario contemporaneo”. Dagli anni '70 è stato il punto di riferimento nella svolta verso il design post-moderno. Ha difeso il Banale e il Kitsch, armi segrete con cui si può riscattare dalla noia l’architettura funzionalista e seriosa. Dal 1979 al 1991 ha dato vita ad Alchimia, gruppo di radical design tra i più conosciuti al mondo. L’idea portante era l’ibridazione tra le arti. Questo lavoro lo ha condotto verso il design radicale, l’architettura neo moderna, e verso un approccio calligrafico, coloristico, simbolico, romantico e problematico con il progetto. Da allora ha realizzato un mondo fiabesco di oggetti, mobili, prototipi, prodotti, pitture, scritti, ambienti, installazioni e situazioni spesso intrecciate, complesse, polemiche, paradossali ironiche e letterarie. E pure da allora ha collaborato con compagnie come Alessi, Bisazza, Hermés, Philips, Kartell, Swatch, Venini, Ramun, Cartier, ed è stato consulente di varie industrie in Corea, per l'impostazione dei loro problemi di immagine e di design, come, Cha Hospital, SPC Group, Samsung, LG.
Poco votato alla retorica della didattica non ha però insegnato qualche anno alla Hochschule für Andgewandte Kunst di Vienna, ed è stato tra i fondatori di Domus Academy e professore onorario alla Accademic Council of Guangzhou Academy of fine Arts in Cina.
"Chevalier des Arts et des Lettres" in Francia, ha ricevuto l'onorificenza dell'Architectural League di New York, la cittadinanza onoraria della città di Gwangju in Corea ed è stato fatto membro onorario della Bezalel Academy of Arts and Design di Gerusalemm. Gli è stato attribuito il Compasso d'oro nel 1979 per la rivista Modo, nel 1981 per la Ricerca sul Decoro e nel 2014 ha ricevuto il Compasso d’oro alla carriera. Gli sono state riconosciute le Lauree Honoris Causa al Politecnico di Milano, all'Ecole Normale Supérieure de Cachan a Parigi, all’Accademia di Belle Arti di Wroclaw in Polonia e all’Università KMU- Kookmin University di Seoul in Corea. Nel 2015 gli è stato conferito l’European Prize for Architecture 2014 a Chicago, ed è divenuto Mestre de Design al FAD di Barcellona in Spagna.
Suoi lavori si trovano in vari musei e collezioni private nel mondo.
Il suo lavoro sembra avere due anime: una solitaria e introversa, e una votata all’attività di gruppo. Sono infatti molte le opere fatte da solo, ma pure molti sono i gruppi da lui costituiti, tanto con persone ignote che con grandi progettisti e artisti.
Insieme al fratello Architetto Francesco Mendini ha lavorato nell’architettura, progettando le Fabbriche e gli uffici Alessi e il Museo del Casalingo a Omegna; la piscina olimpionica a Trieste; il restauro della Villa Comunale e due stazioni della Metropolitana a Napoli; il recupero di una zona industriale con edifici destinati a spazi commerciali e residenziali nel quartiere Bovisa a Milano; una torre ad Hiroshima in Giappone; il Museo di Groningen in Olanda; un quartiere a Lugano in Svizzera; il palazzo per gli uffici Madsack ad Hannover e un palazzo Commerciale a Lörrach in Germania. In estremo oriente sono stati realizzati gli edifici della sede della Triennale di Milano, ora sede di una rete televisiva nazionale, a Incheon; il quartiere residenziale Posco a Seoul; la Torre Osservatorio nella città di Suncheon; il Terminal dell’alta velocità a Gwangju.
L’ Atelier Mendini ha ricevuto la Medaglia d'oro all'architettura italiana 2003 alla Triennale di Milano per il progetto delle stazioni Metropolitana di Napoli e il Villegiature Awards 2006 a Parigi per il Byblos Art Hotel di Verona, come “Best Hotel Architecture and Interior Design in Europe”.
RICCARDO DALISI. Nato a Potenza nel 1931, ha ricoperto la cattedra di Progettazione presso la facoltà di Architettura dell’Università Federico II di Napoli. Presso la stessa facoltà è stato direttore della Scuola di Specializzazione in Disegno Industriale. Negli anni settanta, insieme a Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Andrea Branzi e altri, è stato tra i fondatori della Global Tools, contro-scuola di architettura e design che riuniva tutti i gruppi e le persone che in Italia coprivano l'area più avanzata della cosiddetta “architettura radicale”. Da sempre impegnato nel sociale (resta fondamentale l’esperienza del lavoro di quartiere con i bambini del Rione Traiano, con gli anziani della Casa del Popolo di Ponticelli e, negli ultimi anni, l’impegno con i giovani del Rione Sanità di Napoli), ha unito ricerca e didattica nel campo dell’architettura e del design accostandosi sempre più all’espressione artistica come via regia della sua vita. Nel 1981 ha vinto il premio Compasso d’Oro per la ricerca sulla caffettiera napoletana. Negli ultimi trent’anni si è dedicato intensamente alla creazione di un rapporto sempre più articolato e fecondo tra la ricerca universitaria, l’architettura e il design, la scultura e la pittura, l’arte e l’artigianato, mantenendo al centro la finalità di uno sviluppo umano attraverso il dialogo e il potenziale di creatività che ne sprigiona. Nel 2009, dopo una lunga ricerca preparativa, ha promosso la prima edizione del “Premio Compasso di latta”, iniziativa per una nuova ricerca nel campo del design nel segno del sostegno umano, della ecocompatibilità e della decrescita. Nel 2014 ha vinto il secondo Compasso d’Oro per la ricerca nel sociale.
Diverse mostre dedicate alla sua attività di architetto, di designer, di scultore e di pittore sono state allestite in Italia e all’estero. Tra queste citiamo: la Biennale di Venezia, la Triennale di Milano, il MoMA di New York, la Biennale di Chicago, il Museo del Design di Denver, il Museo di Copenaghen, il Museo di Arte Contemporanea di Salonicco, Palazzo Reale di Napoli, la Galleria Lucio Amelio di Napoli, la Fondazione Cartier di Parigi, il Museo delle Arti Decorative di Montreal, il Tabak Museum di Vienna, il Museo Zitadelle Spandau di Berlino, Castel dell’Ovo a Napoli, la Reggia di Caserta e le mostre permanenti al MADRE Napoli, Centre Pompidou a Parigi e FRAC D’Orleans.
La mostra propone una riflessione sul lavoro dei due grandi artisti, architetti e designers italiani, attraverso un’accurata selezione di opere su carta, che mette in risalto la consonanza di approccio di due disegnatori instancabili, interpreti immaginifici del reale.
Un modo per osservare i due artisti in un dialogo schietto, che mette in evidenza segni e figure, elementi ricorrenti e caratterizzanti dei loro universi di rappresentazione. Un’indagine fatta dunque sollecitando lo sguardo solo sul disegno e sulla pittura come centro della riflessione e non come aspetti secondari dell’esperienza creativa.
Assonanze e consonanze di un fare irriverente e anticonvenzionale, messe in risalto da un allestimento che crea relazioni e rimandi fra le opere, secondo un mostrare inteso come ibridazione e rimescolamento, come percorso fluido, occasione per narrare, scomporre e ricomporre il senso conferito alle opere esposte.
Rompete le righe! Disegno e Libertà creativa vuole dunque creare un’ulteriore occasione d’incontro fra i due artisti, che negli anni hanno collaborato e si sono influenzati a vicenda, raccogliendo il loro invito a diffidare delle costrizioni alla libertà del pensiero.
Di Riccardo Dalisi in mostra saranno presenti disegni che spaziano dai primi anni Duemila ad oggi: immancabili le figure che richiamano i Totocchi, i suonatori, i cavalli e i cavalieri, angeli e mostri, dalle figure poetiche realizzate con pochi tocchi di caffè diluito, a quelle costruite attraverso una composizione fluida e compenetrata delle figure, alle opere in cui compare il collage fotografico, fino ai disegni “in punta di matita”.
Di Alessandro Medini, insieme ad alcuni disegni della serie per Riccardo Dalisi e il museo dei bambini di Scampia (2014), pubblicati nel libro Codice Mendini a cura di Fulvio Irace, edito da Electa (2016), sarà presente un nucleo di schizzi preparatori rielaborati (2016) realizzati per il progetto Diavoli custodi, volume nato dall’incontro dei testi di Erri De Luca coi disegni di Alessandro Mendini, edito da Feltrinelli nel 2017.
La mostra, che è nata in collaborazione con entrambi gli artisti, vuole tributare un particolare omaggio ad Alessandro Mendini, recentemente scomparso, e all’enorme eredità intellettuale che ci ha lasciato, sempre cogliendo l’aspirazione alla liberazione dalle convenzioni che forme e linguaggi portano con sé.
ALESSANDRO MENDINI è nato a Milano (1931-2019). Da ragazzo è vissuto in una casa borghese disegnata da Piero Portaluppi, nel fascino dei quadri di Savinio, Severini, Campigli, Morandi, e molti altri autori, presenti nella collezione di pittura moderna dei suoi parenti, esposta al pubblico dal 2003 nella Casa Museo Boschi Di Stefano di Milano. Questo ambiente visivo è stato basilare per la sua formazione. Laureatosi architetto, ha avuto riferimenti diretti in Rogers, Nizzoli e Gio Ponti.
Interessato a scrivere e a teorizzare, oltre che disegnare, ha diretto in successione le riviste "Casabella" (1970-1976), "Modo" (1977-1981) e "Domus"(1980- 1985; 2010- 2011) e ha pubblicato i libri Paesaggio Casalingo (1978), Architettura addio (1981), Progetto infelice (1983), Scritti (2004) e Scritti di Domenica (2016). Nelle riviste di settore che ha diretto, si è fatto portavoce della crociata per un’architettura eclettica, incoerente, una macchina meravigliosa che mescola gli stili e i linguaggi prendendoli dalla contemporaneità come dalla storia, dall’arte e dalle produzioni di massa. Per definire i propri intenti, Mendini è ricorso all’immagine del caleidoscopio, “uno stato di moto continuo, schegge, spezzoni di un sistema visivo, frammenti dell’immaginario contemporaneo”. Dagli anni '70 è stato il punto di riferimento nella svolta verso il design post-moderno. Ha difeso il Banale e il Kitsch, armi segrete con cui si può riscattare dalla noia l’architettura funzionalista e seriosa. Dal 1979 al 1991 ha dato vita ad Alchimia, gruppo di radical design tra i più conosciuti al mondo. L’idea portante era l’ibridazione tra le arti. Questo lavoro lo ha condotto verso il design radicale, l’architettura neo moderna, e verso un approccio calligrafico, coloristico, simbolico, romantico e problematico con il progetto. Da allora ha realizzato un mondo fiabesco di oggetti, mobili, prototipi, prodotti, pitture, scritti, ambienti, installazioni e situazioni spesso intrecciate, complesse, polemiche, paradossali ironiche e letterarie. E pure da allora ha collaborato con compagnie come Alessi, Bisazza, Hermés, Philips, Kartell, Swatch, Venini, Ramun, Cartier, ed è stato consulente di varie industrie in Corea, per l'impostazione dei loro problemi di immagine e di design, come, Cha Hospital, SPC Group, Samsung, LG.
Poco votato alla retorica della didattica non ha però insegnato qualche anno alla Hochschule für Andgewandte Kunst di Vienna, ed è stato tra i fondatori di Domus Academy e professore onorario alla Accademic Council of Guangzhou Academy of fine Arts in Cina.
"Chevalier des Arts et des Lettres" in Francia, ha ricevuto l'onorificenza dell'Architectural League di New York, la cittadinanza onoraria della città di Gwangju in Corea ed è stato fatto membro onorario della Bezalel Academy of Arts and Design di Gerusalemm. Gli è stato attribuito il Compasso d'oro nel 1979 per la rivista Modo, nel 1981 per la Ricerca sul Decoro e nel 2014 ha ricevuto il Compasso d’oro alla carriera. Gli sono state riconosciute le Lauree Honoris Causa al Politecnico di Milano, all'Ecole Normale Supérieure de Cachan a Parigi, all’Accademia di Belle Arti di Wroclaw in Polonia e all’Università KMU- Kookmin University di Seoul in Corea. Nel 2015 gli è stato conferito l’European Prize for Architecture 2014 a Chicago, ed è divenuto Mestre de Design al FAD di Barcellona in Spagna.
Suoi lavori si trovano in vari musei e collezioni private nel mondo.
Il suo lavoro sembra avere due anime: una solitaria e introversa, e una votata all’attività di gruppo. Sono infatti molte le opere fatte da solo, ma pure molti sono i gruppi da lui costituiti, tanto con persone ignote che con grandi progettisti e artisti.
Insieme al fratello Architetto Francesco Mendini ha lavorato nell’architettura, progettando le Fabbriche e gli uffici Alessi e il Museo del Casalingo a Omegna; la piscina olimpionica a Trieste; il restauro della Villa Comunale e due stazioni della Metropolitana a Napoli; il recupero di una zona industriale con edifici destinati a spazi commerciali e residenziali nel quartiere Bovisa a Milano; una torre ad Hiroshima in Giappone; il Museo di Groningen in Olanda; un quartiere a Lugano in Svizzera; il palazzo per gli uffici Madsack ad Hannover e un palazzo Commerciale a Lörrach in Germania. In estremo oriente sono stati realizzati gli edifici della sede della Triennale di Milano, ora sede di una rete televisiva nazionale, a Incheon; il quartiere residenziale Posco a Seoul; la Torre Osservatorio nella città di Suncheon; il Terminal dell’alta velocità a Gwangju.
L’ Atelier Mendini ha ricevuto la Medaglia d'oro all'architettura italiana 2003 alla Triennale di Milano per il progetto delle stazioni Metropolitana di Napoli e il Villegiature Awards 2006 a Parigi per il Byblos Art Hotel di Verona, come “Best Hotel Architecture and Interior Design in Europe”.
RICCARDO DALISI. Nato a Potenza nel 1931, ha ricoperto la cattedra di Progettazione presso la facoltà di Architettura dell’Università Federico II di Napoli. Presso la stessa facoltà è stato direttore della Scuola di Specializzazione in Disegno Industriale. Negli anni settanta, insieme a Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Andrea Branzi e altri, è stato tra i fondatori della Global Tools, contro-scuola di architettura e design che riuniva tutti i gruppi e le persone che in Italia coprivano l'area più avanzata della cosiddetta “architettura radicale”. Da sempre impegnato nel sociale (resta fondamentale l’esperienza del lavoro di quartiere con i bambini del Rione Traiano, con gli anziani della Casa del Popolo di Ponticelli e, negli ultimi anni, l’impegno con i giovani del Rione Sanità di Napoli), ha unito ricerca e didattica nel campo dell’architettura e del design accostandosi sempre più all’espressione artistica come via regia della sua vita. Nel 1981 ha vinto il premio Compasso d’Oro per la ricerca sulla caffettiera napoletana. Negli ultimi trent’anni si è dedicato intensamente alla creazione di un rapporto sempre più articolato e fecondo tra la ricerca universitaria, l’architettura e il design, la scultura e la pittura, l’arte e l’artigianato, mantenendo al centro la finalità di uno sviluppo umano attraverso il dialogo e il potenziale di creatività che ne sprigiona. Nel 2009, dopo una lunga ricerca preparativa, ha promosso la prima edizione del “Premio Compasso di latta”, iniziativa per una nuova ricerca nel campo del design nel segno del sostegno umano, della ecocompatibilità e della decrescita. Nel 2014 ha vinto il secondo Compasso d’Oro per la ricerca nel sociale.
Diverse mostre dedicate alla sua attività di architetto, di designer, di scultore e di pittore sono state allestite in Italia e all’estero. Tra queste citiamo: la Biennale di Venezia, la Triennale di Milano, il MoMA di New York, la Biennale di Chicago, il Museo del Design di Denver, il Museo di Copenaghen, il Museo di Arte Contemporanea di Salonicco, Palazzo Reale di Napoli, la Galleria Lucio Amelio di Napoli, la Fondazione Cartier di Parigi, il Museo delle Arti Decorative di Montreal, il Tabak Museum di Vienna, il Museo Zitadelle Spandau di Berlino, Castel dell’Ovo a Napoli, la Reggia di Caserta e le mostre permanenti al MADRE Napoli, Centre Pompidou a Parigi e FRAC D’Orleans.
10
maggio 2019
Alessandro Mendini / Riccardo Dalisi – Rompete le righe!
Dal 10 maggio al 10 ottobre 2019
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
ANDREA NUOVO HOME GALLERY
Napoli, Via Monte Di Dio, 61, (Napoli)
Napoli, Via Monte Di Dio, 61, (Napoli)
Orario di apertura
L - V:10.30-13.15/16.30 -19.15, Sabato su appuntamento
Vernissage
10 Maggio 2019, h 18
Autore
Curatore