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Alessandro Monti
L’artista romano espone in questa mostra circa 20 opere realizzate negli ultimi anni con tecnica mista e legno su tela sagomata.
Comunicato stampa
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Scrive Vinny Scorsone in catalogo: “(…)Le evanescenze che un tempo erano date dal colore, oggi sono figlie della sabbia. I sogni si sono fatti più concreti, ma il silenzio continua a dominare la scena.
Monti, nella sua vita, credo che non abbia mai dipinto istanti fugaci nel tempo. Ciò che ha sempre caratterizzato quest’autore è la “lentezza” delle sue “apparizioni”. Ogni dipinto e’ una porta socchiusa, un narratore che incanta il suo pubblico. Sono flash dilatati nella dimensione temporale di una esistenza, contenitori di racconti dimenticati dal proprio affabulatore, frasi riportate in vita solo dal chiarore lunare che restituisce all’inchiostro, sbiadito dal trascorrere delle stagioni, l’antico vigore.
La pittura si è fatta scultura. La materia ha modellato se stessa, mentre il segno si è fatto costellazione, ideogramma. Le tracce sono emerse dalla sabbia, si sono ingigantite divenendo rappresentanti di un microcosmo a noi sconosciuto ma allo stesso tempo familiare.
Quella “prodotta” da Monti non vuole essere una scrittura più o meno umana bensì il linguaggio della terra. Niente a che vedere, quindi, con la scrittura-non scrittura portata avanti da numerosi artisti (Maria Lai, Emilio Isgrò … e i siciliani Giusto Sucato e Franco Spena). La sua è la struttura risultante da una lente di ingrandimento su un mondo fisico di cui ci portiamo impressi la composizione.
Solchi, ferite, fessure rimandano al corpo femminile, a quella parte fatta di labbra, sporgenze, voragini.
La donna così si veste di mito, ritorna ad essere Cerere, detentrice di un immenso potere, ponte di unione tra la razza umana e la terra, messaggera di forze occulte e ancestrali mai dimenticate. Quella di Monti non è solo la ripresa del tema della Dea Madre che ha sempre caratterizzato la maggior parte delle culture presenti nel Mediterraneo.(…)
Monti, nella sua vita, credo che non abbia mai dipinto istanti fugaci nel tempo. Ciò che ha sempre caratterizzato quest’autore è la “lentezza” delle sue “apparizioni”. Ogni dipinto e’ una porta socchiusa, un narratore che incanta il suo pubblico. Sono flash dilatati nella dimensione temporale di una esistenza, contenitori di racconti dimenticati dal proprio affabulatore, frasi riportate in vita solo dal chiarore lunare che restituisce all’inchiostro, sbiadito dal trascorrere delle stagioni, l’antico vigore.
La pittura si è fatta scultura. La materia ha modellato se stessa, mentre il segno si è fatto costellazione, ideogramma. Le tracce sono emerse dalla sabbia, si sono ingigantite divenendo rappresentanti di un microcosmo a noi sconosciuto ma allo stesso tempo familiare.
Quella “prodotta” da Monti non vuole essere una scrittura più o meno umana bensì il linguaggio della terra. Niente a che vedere, quindi, con la scrittura-non scrittura portata avanti da numerosi artisti (Maria Lai, Emilio Isgrò … e i siciliani Giusto Sucato e Franco Spena). La sua è la struttura risultante da una lente di ingrandimento su un mondo fisico di cui ci portiamo impressi la composizione.
Solchi, ferite, fessure rimandano al corpo femminile, a quella parte fatta di labbra, sporgenze, voragini.
La donna così si veste di mito, ritorna ad essere Cerere, detentrice di un immenso potere, ponte di unione tra la razza umana e la terra, messaggera di forze occulte e ancestrali mai dimenticate. Quella di Monti non è solo la ripresa del tema della Dea Madre che ha sempre caratterizzato la maggior parte delle culture presenti nel Mediterraneo.(…)
29
maggio 2004
Alessandro Monti
Dal 29 maggio al 27 giugno 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA STUDIO 71
Palermo, Via Vincenzo Fuxa, 9, (Palermo)
Palermo, Via Vincenzo Fuxa, 9, (Palermo)
Orario di apertura
dalle 17.00 alle 20.00
Vernissage
29 Maggio 2004, ore 18.00