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Alessandro Monti – Per corsi segnati
Negli ultimi anni l’artista romano ha rinunciato alla pittura figurativa per dedicarsi ad un’emozionante pittura-scultura che caratterizza le recenti opere che esporrà nella mostra
Comunicato stampa
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Verrà inaugurata sabato 3 settembre 2005, alle 18.30, presso la Galleria d’Arte Michelangelo in Via C. Battisti, 19, a Civitavecchia “Per corsi segnati” mostra personale di Alessandro Monti.
Il direttore della galleria Fabio Cozzi ha deciso di puntare “sull’artista giocoso e interdisciplinare che professa la fede nel costruire – come spiega nel catalogo della mostra Alida Maria Sessa – che edifica con precisione millimetrica la sua idea di arte, un ricercatore che non crede all’istinto, né agli impulsi momentanei e ti pone di fronte opere in cui non vi è nulla di casuale, dove tutto è frutto di uno studio ben preciso”.
Le opere di Monti sono frutto di una “macchina pittorica che prevede, infatti, un telaio madre che ne ospita ad incastro almeno un altro, altre volte un paio, a quote differenziate e magari con inclinazioni diverse. Sul bancone da falegname lavora prima i telai vuoti, poi le strutture portanti le tele di peso e trame diverse, strutture a volte piane, altre a forte curvatura, poi scolpisce sagome lunghe e piene che usa magari sulla stessa opera.”
Quando il gioco dei telai è finito Monti passa a tendere le tele e fissarle. “Solo a questo punto, impasta le materie creando subito margini di grande forza espressiva sui bordi del telaio principale. Quindi copre e lavora le superfici dosando le durezze dell’im-pasto e la concentrazione delle varie componenti, bolle d’aria comprese, e, soprattutto, picchiettando l’impasto con strumenti che si è costruito da solo fino a trovare l’effetto voluto.”
Il risultato sono: “Tele forti impregnate di un impasto sabbioso, scolpite con le dita, mosse come dune o ficcate nei tagli longitu-dinali, a simulare strati di rocce incoese, argille dilavate e terre erose.”
Tanto che “Ancora prima del colore, ogni sua struttura scarnifi-cata ha un carattere primordiale, consunto, sa di reperto che ha conosciuto altre ere, culti pagani, è stato scavato dal vento e dal tempo, ma soprattutto è la risultante di misteriosi eventi celebra-tivi e di casuali accadimenti distruttivi.”
“I suoi colori attuali sono materici, nativi, intrinseci al materiale, originati dalle terre e dalla loro lenta erosione, sembrano più mediati dagli impasti che da una scelta razionale. A volte coperti da una grafia primordiale, minimo comune multiplo di tutto il mondo animale, uomo compreso, visto che sembra riprendere le impronte di uccelli e di ormai scomparsi predatori notturni e rende ancora di più l’opera di Monti simile ad un reperto antro-pologico.”
Negli ultimi anni l’artista romano ha rinunciato alla pittura figurativa per dedicarsi ad un’emozionante pittura-scultura che caratterizza le recenti opere che esporrà nella mostra di settembre alla Galleria d’Arte Michelangelo.
L’amico e collega Salvatore Provino, che sarà presente all’inau-gurazione con altri artisti italiani, ha scritto nell’introduzione del catalogo che “Questi ultimi lavori hanno in sé la maturità e la consapevolezza di chi sa che sta percorrendo una sua strada con risultati a volte magici”.
Alessandro Monti è nato nel 1953 a Torri in Sabina, vive e lavora a Roma. Il suo percorso artistico lo ha fatto conoscere al pubblico italiano ed europeo che lo ha apprezzato in personali da Roma a Cortona a Palermo, fin dal 1983, con ripetute incursioni in Belgio a Liegi. Monti si è distinto anche in più esposizioni collettive insieme ad altri artisti ed ormai il suo nome è sinonimo di ricerca e studio pittorico nel panorama artistico italiano contemporaneo.
Il direttore della galleria Fabio Cozzi ha deciso di puntare “sull’artista giocoso e interdisciplinare che professa la fede nel costruire – come spiega nel catalogo della mostra Alida Maria Sessa – che edifica con precisione millimetrica la sua idea di arte, un ricercatore che non crede all’istinto, né agli impulsi momentanei e ti pone di fronte opere in cui non vi è nulla di casuale, dove tutto è frutto di uno studio ben preciso”.
Le opere di Monti sono frutto di una “macchina pittorica che prevede, infatti, un telaio madre che ne ospita ad incastro almeno un altro, altre volte un paio, a quote differenziate e magari con inclinazioni diverse. Sul bancone da falegname lavora prima i telai vuoti, poi le strutture portanti le tele di peso e trame diverse, strutture a volte piane, altre a forte curvatura, poi scolpisce sagome lunghe e piene che usa magari sulla stessa opera.”
Quando il gioco dei telai è finito Monti passa a tendere le tele e fissarle. “Solo a questo punto, impasta le materie creando subito margini di grande forza espressiva sui bordi del telaio principale. Quindi copre e lavora le superfici dosando le durezze dell’im-pasto e la concentrazione delle varie componenti, bolle d’aria comprese, e, soprattutto, picchiettando l’impasto con strumenti che si è costruito da solo fino a trovare l’effetto voluto.”
Il risultato sono: “Tele forti impregnate di un impasto sabbioso, scolpite con le dita, mosse come dune o ficcate nei tagli longitu-dinali, a simulare strati di rocce incoese, argille dilavate e terre erose.”
Tanto che “Ancora prima del colore, ogni sua struttura scarnifi-cata ha un carattere primordiale, consunto, sa di reperto che ha conosciuto altre ere, culti pagani, è stato scavato dal vento e dal tempo, ma soprattutto è la risultante di misteriosi eventi celebra-tivi e di casuali accadimenti distruttivi.”
“I suoi colori attuali sono materici, nativi, intrinseci al materiale, originati dalle terre e dalla loro lenta erosione, sembrano più mediati dagli impasti che da una scelta razionale. A volte coperti da una grafia primordiale, minimo comune multiplo di tutto il mondo animale, uomo compreso, visto che sembra riprendere le impronte di uccelli e di ormai scomparsi predatori notturni e rende ancora di più l’opera di Monti simile ad un reperto antro-pologico.”
Negli ultimi anni l’artista romano ha rinunciato alla pittura figurativa per dedicarsi ad un’emozionante pittura-scultura che caratterizza le recenti opere che esporrà nella mostra di settembre alla Galleria d’Arte Michelangelo.
L’amico e collega Salvatore Provino, che sarà presente all’inau-gurazione con altri artisti italiani, ha scritto nell’introduzione del catalogo che “Questi ultimi lavori hanno in sé la maturità e la consapevolezza di chi sa che sta percorrendo una sua strada con risultati a volte magici”.
Alessandro Monti è nato nel 1953 a Torri in Sabina, vive e lavora a Roma. Il suo percorso artistico lo ha fatto conoscere al pubblico italiano ed europeo che lo ha apprezzato in personali da Roma a Cortona a Palermo, fin dal 1983, con ripetute incursioni in Belgio a Liegi. Monti si è distinto anche in più esposizioni collettive insieme ad altri artisti ed ormai il suo nome è sinonimo di ricerca e studio pittorico nel panorama artistico italiano contemporaneo.
03
settembre 2005
Alessandro Monti – Per corsi segnati
Dal 03 settembre al 03 ottobre 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA MICHELANGELO
Civitavecchia, Via Cesare Battisti, 19, (Roma)
Civitavecchia, Via Cesare Battisti, 19, (Roma)
Orario di apertura
10-13 e 15.30-19.30 (escluso lunedì pomeriggio e festivi)
Vernissage
3 Settembre 2005, ore 18,30
Autore
Curatore