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Alessandro Moroni – Garagesublime
Il progetto nasce dalla volontà di sondare gli attuali cambiamenti nella percezione del valore autoriale delle opere, in un contesto fortemente influenzato dalla larga diffusione del design low-cost e degli strumenti per l’elaborazione digitale dei materiali visivi e sonori.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Venerdì 15 aprile Dimora Artica ospita l'inaugurazione di Garagesublime, mostra personale di Alessandro Moroni a cura di Andrea Lacarpia.
Accompagnato da una sottile vena sarcastica, il progetto di Alessandro Moroni nasce dalla volontà di sondare gli attuali cambiamenti nella percezione del valore autoriale delle opere, in un contesto fortemente influenzato dalla larga diffusione del design low-cost e degli strumenti per l'elaborazione digitale dei materiali visivi e sonori.
Il digitale tende a dissolvere il confine tra le sperimentazioni artistiche radicali e le forme d’intrattenimento mainstream, nella continua ridefinizione semantica di materiali manipolati e inseriti nel flusso d'informazioni della rete.
Le forme impersonali del Minimalismo, tendenza sviluppatasi nella seconda metà del Novecento, vengono sottoposte da Moroni ad un’alterazione d'uso che ne ridefinisce il senso per aprirsi a diverse interpretazioni.
Elemento centrale è un’installazione sonora che coinvolge l'intero ambiente, basata sulla registrazione dell'automatismo di Google Translate che recita una frase del testo The sublime is now, scritto nel 1948 da Barnett Newman, artista che anticipò lo sviluppo della Minimal Art americana.
La voce di Google Translate è campionata e trasformata da un ampio riverbero ottenuto con GarageBand, uno dei più diffusi software gratuiti per la manipolazione dei suoni, fino a diventare un rilassante suono d’ambiente, una lenta musica d’accompagnamento che rimanda ad un altrove soft ed accogliente. Le parole di Newman "the image we produce is the self-evident one of revelation, real and concrete" si sovrappongono ottenendo un effetto ipnotico che rende indefinita la frase, della quale non è possibile avere una percezione unitaria, facendo dell’elaborazione di Moroni una descrizione sonora del concetto di sublime descritto dallo stesso testo di Newman, relativo all’infinito come condizione della mente che supera la finitezza degli oggetti per approdare all'unità dell'Assoluto.
Due parallelepipedi, dalla forma semplice ed inespressiva come le sculture minimaliste, sono presentati da Moroni sia come sculture da contemplare che come sedute sulle quali fermarsi per ascoltare l'installazione audio. L'ambiguità tra oggetto artistico e oggetto d'uso, tema centrale dell'intero progetto, risulta ancora più chiara nella grande stampa digitale su tessuto posizionata davanti alla finestra dello spazio espositivo. L'arazzo, stampato con un morbido gradiente di colori che accentua l'atmosfera distensiva dell'ambiente, è allestito con un bastone che lo rende utilizzabile come tenda da interni.
L'aura metafisica del minimalismo e la dimensione domestica convergono nella stessa esperienza del sublime, passando dalla vita reale.
Accompagnato da una sottile vena sarcastica, il progetto di Alessandro Moroni nasce dalla volontà di sondare gli attuali cambiamenti nella percezione del valore autoriale delle opere, in un contesto fortemente influenzato dalla larga diffusione del design low-cost e degli strumenti per l'elaborazione digitale dei materiali visivi e sonori.
Il digitale tende a dissolvere il confine tra le sperimentazioni artistiche radicali e le forme d’intrattenimento mainstream, nella continua ridefinizione semantica di materiali manipolati e inseriti nel flusso d'informazioni della rete.
Le forme impersonali del Minimalismo, tendenza sviluppatasi nella seconda metà del Novecento, vengono sottoposte da Moroni ad un’alterazione d'uso che ne ridefinisce il senso per aprirsi a diverse interpretazioni.
Elemento centrale è un’installazione sonora che coinvolge l'intero ambiente, basata sulla registrazione dell'automatismo di Google Translate che recita una frase del testo The sublime is now, scritto nel 1948 da Barnett Newman, artista che anticipò lo sviluppo della Minimal Art americana.
La voce di Google Translate è campionata e trasformata da un ampio riverbero ottenuto con GarageBand, uno dei più diffusi software gratuiti per la manipolazione dei suoni, fino a diventare un rilassante suono d’ambiente, una lenta musica d’accompagnamento che rimanda ad un altrove soft ed accogliente. Le parole di Newman "the image we produce is the self-evident one of revelation, real and concrete" si sovrappongono ottenendo un effetto ipnotico che rende indefinita la frase, della quale non è possibile avere una percezione unitaria, facendo dell’elaborazione di Moroni una descrizione sonora del concetto di sublime descritto dallo stesso testo di Newman, relativo all’infinito come condizione della mente che supera la finitezza degli oggetti per approdare all'unità dell'Assoluto.
Due parallelepipedi, dalla forma semplice ed inespressiva come le sculture minimaliste, sono presentati da Moroni sia come sculture da contemplare che come sedute sulle quali fermarsi per ascoltare l'installazione audio. L'ambiguità tra oggetto artistico e oggetto d'uso, tema centrale dell'intero progetto, risulta ancora più chiara nella grande stampa digitale su tessuto posizionata davanti alla finestra dello spazio espositivo. L'arazzo, stampato con un morbido gradiente di colori che accentua l'atmosfera distensiva dell'ambiente, è allestito con un bastone che lo rende utilizzabile come tenda da interni.
L'aura metafisica del minimalismo e la dimensione domestica convergono nella stessa esperienza del sublime, passando dalla vita reale.
15
aprile 2016
Alessandro Moroni – Garagesublime
Dal 15 aprile al 07 maggio 2016
arte contemporanea
Location
DIMORA ARTICA
Milano, Via Dolomiti, 11, (Milano)
Milano, Via Dolomiti, 11, (Milano)
Orario di apertura
su appuntamento
Vernissage
15 Aprile 2016, ore 18.30
Autore
Curatore