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Alessandro Nocentini – Poesie dipinte
Su fondi eternamente neutri, bruni sipari, ravvivati magicamente dalla luce, che salvano l’unicità di quanto rappresentato, si accampano, posano, veleggiano, restano sospesi, camelie, iris, hibiscus, anemoni e soprattutto rose, mai in mazzi o raccolte, ma in unici esemplari a segno di una regale nuda solitudine.
Comunicato stampa
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E’ un miracolo come, senza perdersi e sciuparsi, i delicatissimi fiori del maestro Nocentini, tanto viaggino alla volta di lontane destinazioni, acclamati serbando l’infinito incanto di un profumo disperso. Con queste parole lo scrittore Pier Francesco Listri, ha iniziato la presentazione dell’ultima mostra di Nocentini a Firenze. In questi anni infatti, l’artista ha esposto, e prosegue, a Basilea, Palo Alto, Fort Lauderdale, New York, Tokio, Monaco. Questo a dire solo di una rinomanza senza confini per un’arte difficile e aristocratica, quasi di orientale e inderogabile leggerezza di tocco pittorico. Versatissimo nel disegno, Nocentini esordì ai primi anni settanta anche con opere astratte per poi fascinarsi con gli esordi della pop art americana. Esperienze utili ma da cui poi prese distanza. Già da sempre lo accompagna una produzione incisoria isistita e di impareggiabile qualità. Poi Nocentini si piega alle difficili ragioni della luce pittorica e, da allora, essa bagna i suoi esigui oggetti e cose, salvati dal trovarobato della quotidianità, e posati come creature viventi e insieme simboli in un filtrato, interiore idoleggiamento che li restituisce labili quanto perentori sulla tela.
Su fondi eternamente neutri, bruni sipari, ravvivati magicamente dalla luce, che salvano l’unicità di quanto rappresentato, si accampano, posano, veleggiano, restano sospesi, camelie, iris, hibiscus, anemoni e soprattutto rose, mai in mazzi o raccolte, ma in unici esemplari a segno di una regale nuda solitudine. Misterioso alfabeto vegetale o animale (quando Nocentini depone una razza o una trota nell’acqua dell’aria) che serba palpiti di esistenziale presenza e insieme come una siderale, algida e tenerissima lontananza. Maestro di finezze oggi rarissime e sovente ineguagliate, Nocentini ci offre il frutto di una predisposizione lirica purissima, mai scadente in accademica poeticità, e insieme una montaliana (più che morandiana) “ poesia dell’oggetto” , simbolo di quel frammentarsi che ritrova nelle minute cose il riflesso di un brivido cosmico.
Su fondi eternamente neutri, bruni sipari, ravvivati magicamente dalla luce, che salvano l’unicità di quanto rappresentato, si accampano, posano, veleggiano, restano sospesi, camelie, iris, hibiscus, anemoni e soprattutto rose, mai in mazzi o raccolte, ma in unici esemplari a segno di una regale nuda solitudine. Misterioso alfabeto vegetale o animale (quando Nocentini depone una razza o una trota nell’acqua dell’aria) che serba palpiti di esistenziale presenza e insieme come una siderale, algida e tenerissima lontananza. Maestro di finezze oggi rarissime e sovente ineguagliate, Nocentini ci offre il frutto di una predisposizione lirica purissima, mai scadente in accademica poeticità, e insieme una montaliana (più che morandiana) “ poesia dell’oggetto” , simbolo di quel frammentarsi che ritrova nelle minute cose il riflesso di un brivido cosmico.
01
agosto 2009
Alessandro Nocentini – Poesie dipinte
Dal primo al 23 agosto 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA CASA SEEBOCK
Brunico, (BOLZANO)
Brunico, (BOLZANO)
Vernissage
1 Agosto 2009, ore 18.30
Sito web
www.questarte.it
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