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Alessandro Papari – Philip Dick a Bagnoli
una quarantina di opere realizzate nell’arco di quattro anni da Alessandro Papari, “un pittore che non ha il timore dell’inattualità, del disagio vissuto anziché esibito”, come scrive il curatore
Comunicato stampa
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TA MATETE Living Gallery ART’E’ e Libreria FMR è un punto d’incontro, uno spazio che soddisfa la nostra brama di bello e ci permette di viverlo e di condividerlo. Un’esperienza unica e necessaria dell’intelletto e delle emozioni, un modo di essere, di pensare, di agire.
La personale “Alessandro Papari. Philip Dick a Bagnoli”, curata da Flaminio Gualdoni, si inaugura l’8 settembre e comprende una quarantina di opere realizzate nell’arco di quattro anni da Alessandro Papari, “un pittore che non ha il timore dell’inattualità, del disagio vissuto anziché esibito”, come scrive il curatore.
La mostra si configura come il percorso di una visione, è l’estremismo visionario della realtà circostante, in cui Papari, che risente degli influssi barocchi più cupi, ma anche delle suggestioni del realismo anni Sessanta, manifesta un forte legame letterario con Philip Dick: “L’autore americano – scrive Gualdoni – diviene per l’artista l’esempio di come lo sguardo possa far presa sulla realtà, sulla sua pellicola ordinaria, acuminandosi sino al punto da lacerarne il tegumento normale e far scattare l’allarme, il redoublement fosco e inquieto”.
I soggetti dei lavori di Papari (Napoli 1971) sono scene ordinarie, colte ai bordi della vita meno suggestiva ed evidente. Figure ritratte in un’intimità domestica, operai al lavoro, bagnanti; oppure cantieri e scene in cui la città diviene terra di nessuno, luogo/nonluogo di evidenza surreale in se stessa. Le pennellate sono forti e incisive, i colori acidi e vischiosi, le atmosfere livide in cui pare di poter avvertire un calore malato, a testimonianza di un percorso espressivo complesso e problematico.
Una figura inquieta è anche quella di Philip Dick, le cui opere più importanti ruotano attorno al tema realtà/illusione, dove si proiettano l’angoscia e la fragilità dell’uomo contemporaneo.
Nei suoi ritratti del futuro, dai paesaggi urbani agli scenari post-nucleari, troviamo temi sempre attuali, quali la violenza del potere, l’alienazione tecnologica, il rapporto fra esseri umani e creature artificiali. All’interno di società frantumate, fatte di uomini scissi a loro volta, i suoi personaggi cercano disperatamente tracce di umanità e accenni di ritrovati princípi morali.
Una ricerca, questa, verso cui tende anche l’artista originario di Napoli. Bagnoli è il quartiere partenopeo che nell’ultimo secolo è stato sinonimo di Italsider, dunque di industria, di inquinamento, in una parola di straniamento rispetto a qualunque presenza umana; ma è anche il luogo che oggi vede le aree ex-industriali adibite a luoghi turistici, con ampie zone verdi e spazi per la cultura. Quasi un simbolo di speranza che l’alienazione, dominante in queste zone e dilagante in generale, possa pian piano cedere il passo ad una ritrovata umanità.
Nel periodo settembre/ottobre il TA MATETE sarà lo scenario di una serie di eventi, tra cui:
Serendipity (Musica e brani a scelta di Philip Dick) il 22 settembre;
La gnosi di Philip K. Dick (Rifessioni teologico-filosofiche) il 29 settembre;
presentazione in anteprima del nuovo numero della rivista FMR il 16 settembre;
e ancora serate di musica e poesia, degustazioni polisensoriali.
L’8 ottobre sarà invece la volta della mostra collettiva “Il Sogno dell’Arte”: l’evasione dal reale e la condizione per immaginare, ovvero come il sogno sia condizione specifica dell’arte.
La personale “Alessandro Papari. Philip Dick a Bagnoli”, curata da Flaminio Gualdoni, si inaugura l’8 settembre e comprende una quarantina di opere realizzate nell’arco di quattro anni da Alessandro Papari, “un pittore che non ha il timore dell’inattualità, del disagio vissuto anziché esibito”, come scrive il curatore.
La mostra si configura come il percorso di una visione, è l’estremismo visionario della realtà circostante, in cui Papari, che risente degli influssi barocchi più cupi, ma anche delle suggestioni del realismo anni Sessanta, manifesta un forte legame letterario con Philip Dick: “L’autore americano – scrive Gualdoni – diviene per l’artista l’esempio di come lo sguardo possa far presa sulla realtà, sulla sua pellicola ordinaria, acuminandosi sino al punto da lacerarne il tegumento normale e far scattare l’allarme, il redoublement fosco e inquieto”.
I soggetti dei lavori di Papari (Napoli 1971) sono scene ordinarie, colte ai bordi della vita meno suggestiva ed evidente. Figure ritratte in un’intimità domestica, operai al lavoro, bagnanti; oppure cantieri e scene in cui la città diviene terra di nessuno, luogo/nonluogo di evidenza surreale in se stessa. Le pennellate sono forti e incisive, i colori acidi e vischiosi, le atmosfere livide in cui pare di poter avvertire un calore malato, a testimonianza di un percorso espressivo complesso e problematico.
Una figura inquieta è anche quella di Philip Dick, le cui opere più importanti ruotano attorno al tema realtà/illusione, dove si proiettano l’angoscia e la fragilità dell’uomo contemporaneo.
Nei suoi ritratti del futuro, dai paesaggi urbani agli scenari post-nucleari, troviamo temi sempre attuali, quali la violenza del potere, l’alienazione tecnologica, il rapporto fra esseri umani e creature artificiali. All’interno di società frantumate, fatte di uomini scissi a loro volta, i suoi personaggi cercano disperatamente tracce di umanità e accenni di ritrovati princípi morali.
Una ricerca, questa, verso cui tende anche l’artista originario di Napoli. Bagnoli è il quartiere partenopeo che nell’ultimo secolo è stato sinonimo di Italsider, dunque di industria, di inquinamento, in una parola di straniamento rispetto a qualunque presenza umana; ma è anche il luogo che oggi vede le aree ex-industriali adibite a luoghi turistici, con ampie zone verdi e spazi per la cultura. Quasi un simbolo di speranza che l’alienazione, dominante in queste zone e dilagante in generale, possa pian piano cedere il passo ad una ritrovata umanità.
Nel periodo settembre/ottobre il TA MATETE sarà lo scenario di una serie di eventi, tra cui:
Serendipity (Musica e brani a scelta di Philip Dick) il 22 settembre;
La gnosi di Philip K. Dick (Rifessioni teologico-filosofiche) il 29 settembre;
presentazione in anteprima del nuovo numero della rivista FMR il 16 settembre;
e ancora serate di musica e poesia, degustazioni polisensoriali.
L’8 ottobre sarà invece la volta della mostra collettiva “Il Sogno dell’Arte”: l’evasione dal reale e la condizione per immaginare, ovvero come il sogno sia condizione specifica dell’arte.
08
settembre 2005
Alessandro Papari – Philip Dick a Bagnoli
Dall'otto settembre al 04 ottobre 2005
arte contemporanea
Location
TA MATETE
Roma, Via IV Novembre, 140, (Roma)
Roma, Via IV Novembre, 140, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 19.30
Autore
Curatore