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Alessandro Pizzo – Anima & Spirito
Le opere dell’artista A. Pizzo si presentano come macchie di Bacco fluttuanti sulla superficie pittorica. La sostanza che le crea è appunto il vino. Versata sul retro della tela, la bevanda degli dei diventa quasi metafora della realtà che sta dietro alle cose.
Comunicato stampa
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Dove si trova il confine tra passione e lavoro? In una bottiglia di vino per Alessandro Pizzo, cangiante artista padovano. La sua storia è singolare, come l'esperienza di conoscerlo di persona.
Il vino, con i colori, i cristalli lucenti che contiene è un ottima materia prima per le sue mani da Demiurgo, che creano, muovendosi sinuose sulla tela, giochi di luce riflessa.
La sua pittura si esprime nel suo continuo mutare; ogni forma e dettaglio nei suoi quadri si evolve per poi esplodere carica di intensità a seconda di chi la guarda. Non esiste una sola interpretazione infatti,i suoi quadri possono essere girati, capovolti oppure poggiati ad una parete a seconda dell'umore e di ciò che si vuole vedere, l'anti noia della pittura, come della vita. Si possono appendere al contrario per dare esaltazione al concetto di RetroPittura da lui inventato, dove e' annientato il tabù che la tela sia quella bianca.
Tutto nasce, oltre che da una smodata passione per il vino in se, da una particolare filosofia bacconiana della vita in cui niente si deve dare per scontato, in particolare i piaceri più semplici.
"La cosa più bella per me è svegliarsi la mattina, potersi alzare sulle proprie gambe, utilizzare i propri occhi, le proprie braccia.." apprezzare il dono della vita in tutto e per tutto, passepartout per la felicità e la continua ricerca di questa.
Il momento della creazione di un quadro non è casuale, ma nasce da uno sfogo, un richiamo forte del proprio Animo (anche da questo il nome della sua mostra) che si libera dal sapore del vino, che si insinua nella tela come un amante passionale, che ne cambia le fattezze.
L'artista ha un’ intenzione iniziale che finisce per completarsi da sola, in maniera del tutto naturale, dove è quasi il vino a guidare la sua mano.
Osservando i suoi quadri si percepisce come siano quasi gli spazi bianchi, i frammenti candidi di astemia tela a creare le forme di voluttuoso gioco di asciugature e luci.
Per apprezzare un opera del genere bisogna spogliarsi da tutti i pensieri, dalla realtà delle cose e lasciarsi guidare dall'olfatto per godere della sua la rarità.
Dal 2011 ha esposto al Nord, al Sud, all'Ovest ed all'Est dell'Italia e tra brevissimo comincerà l'avventura Europea
Alessandra Passaretti
Le macchie di Bacco
Le opere dell'artista A. Pizzo si presentano come macchie di Bacco fluttuanti sulla superficie pittorica. La sostanza che le crea è appunto il vino. Versata sul retro della tela, la bevanda degli dei diventa quasi metafora della realtà che sta dietro alle cose. Al contempo nasce il nome di Retropittura per questo nuovo modo di fare arte. Le macchie di Bacco sono tracce di un passaggio delicato dellíessere nel mondo, rielaborato attraverso bagliori di memoria annidati nell'inconscio poetico dell'artista. Se il titolo non aiutasse a scoprire simbolicamente un indizio d'identità vissuta, le macchie apparirebbero esse stesse come forme di vita che si insinuano nella trasparenza di figure ondulatorie e antropomorfe, imprigionate in un inaccessibile moto perpetuo continuo. Il nome dellíopera conduce però lo spettatore in quelle che si potrebbero definire visioni al microscopio di fatti umani galleggianti in vetrini da laboratorio chimico. Essi si compongono in un gioco sinuoso di forme: si effonde una tenue dichiarazione di status vivendi che sfuma in melodia atona di suoni evocati. Macchie come note decantate nella materia: magica sinestesia che sola vive nell'arte. Pizzo crea una pittura non materica eppure i suoi quadri mantengono una tridimensionalità seducente: un chiaroscuro che si decanta sulla tela fornendo allo spettatore infiniti punti di riflessione o meglio di quello che per Blaise Pascal era il sentimento, ossia una vera e propria facoltà di conoscenza intuitiva. Le opere di Pizzo vanno sentite, dapprima spogliandosi di usuali sovrastrutture visive e successivamente immergendosi nellíetere che la tela sembra imprigionare. Giungerà allora l'eco inebriante dei profumi di Bacco.
Claudia Taras
Il vino, con i colori, i cristalli lucenti che contiene è un ottima materia prima per le sue mani da Demiurgo, che creano, muovendosi sinuose sulla tela, giochi di luce riflessa.
La sua pittura si esprime nel suo continuo mutare; ogni forma e dettaglio nei suoi quadri si evolve per poi esplodere carica di intensità a seconda di chi la guarda. Non esiste una sola interpretazione infatti,i suoi quadri possono essere girati, capovolti oppure poggiati ad una parete a seconda dell'umore e di ciò che si vuole vedere, l'anti noia della pittura, come della vita. Si possono appendere al contrario per dare esaltazione al concetto di RetroPittura da lui inventato, dove e' annientato il tabù che la tela sia quella bianca.
Tutto nasce, oltre che da una smodata passione per il vino in se, da una particolare filosofia bacconiana della vita in cui niente si deve dare per scontato, in particolare i piaceri più semplici.
"La cosa più bella per me è svegliarsi la mattina, potersi alzare sulle proprie gambe, utilizzare i propri occhi, le proprie braccia.." apprezzare il dono della vita in tutto e per tutto, passepartout per la felicità e la continua ricerca di questa.
Il momento della creazione di un quadro non è casuale, ma nasce da uno sfogo, un richiamo forte del proprio Animo (anche da questo il nome della sua mostra) che si libera dal sapore del vino, che si insinua nella tela come un amante passionale, che ne cambia le fattezze.
L'artista ha un’ intenzione iniziale che finisce per completarsi da sola, in maniera del tutto naturale, dove è quasi il vino a guidare la sua mano.
Osservando i suoi quadri si percepisce come siano quasi gli spazi bianchi, i frammenti candidi di astemia tela a creare le forme di voluttuoso gioco di asciugature e luci.
Per apprezzare un opera del genere bisogna spogliarsi da tutti i pensieri, dalla realtà delle cose e lasciarsi guidare dall'olfatto per godere della sua la rarità.
Dal 2011 ha esposto al Nord, al Sud, all'Ovest ed all'Est dell'Italia e tra brevissimo comincerà l'avventura Europea
Alessandra Passaretti
Le macchie di Bacco
Le opere dell'artista A. Pizzo si presentano come macchie di Bacco fluttuanti sulla superficie pittorica. La sostanza che le crea è appunto il vino. Versata sul retro della tela, la bevanda degli dei diventa quasi metafora della realtà che sta dietro alle cose. Al contempo nasce il nome di Retropittura per questo nuovo modo di fare arte. Le macchie di Bacco sono tracce di un passaggio delicato dellíessere nel mondo, rielaborato attraverso bagliori di memoria annidati nell'inconscio poetico dell'artista. Se il titolo non aiutasse a scoprire simbolicamente un indizio d'identità vissuta, le macchie apparirebbero esse stesse come forme di vita che si insinuano nella trasparenza di figure ondulatorie e antropomorfe, imprigionate in un inaccessibile moto perpetuo continuo. Il nome dellíopera conduce però lo spettatore in quelle che si potrebbero definire visioni al microscopio di fatti umani galleggianti in vetrini da laboratorio chimico. Essi si compongono in un gioco sinuoso di forme: si effonde una tenue dichiarazione di status vivendi che sfuma in melodia atona di suoni evocati. Macchie come note decantate nella materia: magica sinestesia che sola vive nell'arte. Pizzo crea una pittura non materica eppure i suoi quadri mantengono una tridimensionalità seducente: un chiaroscuro che si decanta sulla tela fornendo allo spettatore infiniti punti di riflessione o meglio di quello che per Blaise Pascal era il sentimento, ossia una vera e propria facoltà di conoscenza intuitiva. Le opere di Pizzo vanno sentite, dapprima spogliandosi di usuali sovrastrutture visive e successivamente immergendosi nellíetere che la tela sembra imprigionare. Giungerà allora l'eco inebriante dei profumi di Bacco.
Claudia Taras
12
maggio 2012
Alessandro Pizzo – Anima & Spirito
Dal 12 al 31 maggio 2012
arte contemporanea
Location
IMMAGINECOLORE.COM
Genova, Vico Del Fieno, 21r, (Genova)
Genova, Vico Del Fieno, 21r, (Genova)
Orario di apertura
tutti i pomeriggi dal martedì al sabato
Vernissage
12 Maggio 2012, h 18.00
Autore
Curatore