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Alessandro Poma – Mare
Il Museo del Territorio Biellese con la mostra MARE presenta una selezione di pastelli dell’artista Alessandro Poma legato al Biellese per nascita e per origini familiari. Nuova veste estiva anche per la Sala dell’Ottocento con le Marine di Calderini,Follini, Lavery, Pasini, Signorini, Tito
Comunicato stampa
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Il Museo del Territorio Biellese con la mostra MARE presenta una selezione di pastelli dell’artista Alessandro Poma (1874-1960), legato al Biellese per nascita e per origini familiari: a Biella infatti trascorrerà i suoi primi dieci anni di vita per trasferirsi poi, al seguito della famiglia, a Torino.
L’esposizione ha una seconda anima legata alla collezione che Maria Poma e suo marito Enrico Guagno hanno donato alla Città nel 1956. Se infatti Alessandro e Maria erano legati per parentela - erano infatti cugini - nella collezione Guagno Poma, oggi in Museo, si conservano diversi soggetti marini dipinti da Marco Calderini, Carlo Follini, John Lavery, Alberto Pasini, Telemaco Signorini ed Ettore Tito, che verranno esposte per l’occasione, contribuendo a rinnovare l’allestimento della Sala dell’Ottocento.
Alessandro Poma ritorna in città per la prima volta con questa mostra, organizzata in collaborazione con il Centro Studi Alessandro Poma, presentando una serie di pastelli, di eccezionale qualità, selezionati per coerenza tematica, rappresentativi soltanto di una parte della sua copiosa e variegata produzione artistica.
E’ noto che il cognome Poma sia legato a una florida industria tessile avviata nel Biellese a partire dal 1825 da Pietro Poma, nonno dell’artista, che aveva scelto i locali dell’ex convento di San Domenico al Piazzo di Biella come prima sede di questa attività che viene presto ampliata sul territorio, con le sedi di Miagliano, Sagliano, Andorno, Occhieppo Inferiore e Cossato, per arrivare poi fino a Torino. Ed è qui che Alessandro Poma proseguirà gli studi classici, poi quelli universitari frequentando la facoltà di Giurisprudenza senza però conseguire la laurea per un disaccordo con il relatore durante la discussione della tesi. Di carattere schivo, riservato e ben determinato, non entrerà nelle aziende di famiglia come avrebbe voluto il padre, per seguire invece la propria vocazione artistica. Si dedicherà completamente all’arte, legando la sua formazione agli insegnamenti di Mario Viani d’Ovrano e, in particolare, di Lorenzo Delleani, uno dei maggiori rappresentanti del paesaggismo piemontese, biellese d’origine.
Nel 1896 Alessandro Poma espone per la prima volta alla Società Promotrice di Belle Arti di Torino, occasione a cui non mancherà di partecipare fino al suo, decisivo, trasferimento a Roma, dove perfezionerà gli studi ed entrerà in contatto con un contesto artistico ricco di stimoli. La parabola espositiva dell’artista si concluderà nel 1909 quando esporrà a Roma, alla Società degli Amatori e Cultori, per l’ultima volta. Il benessere economico della famiglia d’origine e il vitalizio concessogli dal padre gli permetteranno di dedicarsi all’arte lontano dalle logiche di mercato e scegliere di vivere, con la moglie e i cinque figli, in luoghi di grande fascino, in cui troverà ispirazione per la propria arte: a Roma, a Villa Borghese presso la Casina di Raffaello, a Piano di Sorrento, affittando un piano intero di Villa Maresca a Sopramare e, infine, in montagna, a Courmayeur, in Valle d’Aosta, località che frequenterà per quasi quarant’anni e dove morirà nel 1960.
Ad ognuno di questi luoghi sono legati soggetti differenti che concorrono a rendere ricca e variegata la produzione artistica di Poma, che appare tale anche da un punto di vista tecnico: oltre all’olio, all’acquerello e al carboncino, Poma troverà nel pastello un mezzo di grande impatto espressivo e coloristico, che gli permetterà di restituire, con grande maestria e immediatezza, le luci e i colori della natura.
Ne sono testimoni i pastelli selezionati per questa occasione, legati a soggetti marini che riportano ai soggiorni in Campania e alla frequentazione del litorale laziale, presso la foce dell’Arrone, ma che trovano spesso nell’alternanza mare-cielo-sole un’occasione per rendere quasi evanescente il paesaggio, in una concentrazione coloristica ai limiti del figurativo.
Alessandro Poma paga oggi la scelta di essersi ritirato troppo presto dai circuiti espositivi nazionali. Le sue opere sono infatti rimaste custodite, con grande cura e consapevolezza del loro alto valore artistico dagli eredi che negli ultimi due decenni hanno avviato un percorso di valorizzazione volto a promuovere e a far conoscere al pubblico la sua produzione.
L’esposizione ha una seconda anima legata alla collezione che Maria Poma e suo marito Enrico Guagno hanno donato alla Città nel 1956. Se infatti Alessandro e Maria erano legati per parentela - erano infatti cugini - nella collezione Guagno Poma, oggi in Museo, si conservano diversi soggetti marini dipinti da Marco Calderini, Carlo Follini, John Lavery, Alberto Pasini, Telemaco Signorini ed Ettore Tito, che verranno esposte per l’occasione, contribuendo a rinnovare l’allestimento della Sala dell’Ottocento.
Alessandro Poma ritorna in città per la prima volta con questa mostra, organizzata in collaborazione con il Centro Studi Alessandro Poma, presentando una serie di pastelli, di eccezionale qualità, selezionati per coerenza tematica, rappresentativi soltanto di una parte della sua copiosa e variegata produzione artistica.
E’ noto che il cognome Poma sia legato a una florida industria tessile avviata nel Biellese a partire dal 1825 da Pietro Poma, nonno dell’artista, che aveva scelto i locali dell’ex convento di San Domenico al Piazzo di Biella come prima sede di questa attività che viene presto ampliata sul territorio, con le sedi di Miagliano, Sagliano, Andorno, Occhieppo Inferiore e Cossato, per arrivare poi fino a Torino. Ed è qui che Alessandro Poma proseguirà gli studi classici, poi quelli universitari frequentando la facoltà di Giurisprudenza senza però conseguire la laurea per un disaccordo con il relatore durante la discussione della tesi. Di carattere schivo, riservato e ben determinato, non entrerà nelle aziende di famiglia come avrebbe voluto il padre, per seguire invece la propria vocazione artistica. Si dedicherà completamente all’arte, legando la sua formazione agli insegnamenti di Mario Viani d’Ovrano e, in particolare, di Lorenzo Delleani, uno dei maggiori rappresentanti del paesaggismo piemontese, biellese d’origine.
Nel 1896 Alessandro Poma espone per la prima volta alla Società Promotrice di Belle Arti di Torino, occasione a cui non mancherà di partecipare fino al suo, decisivo, trasferimento a Roma, dove perfezionerà gli studi ed entrerà in contatto con un contesto artistico ricco di stimoli. La parabola espositiva dell’artista si concluderà nel 1909 quando esporrà a Roma, alla Società degli Amatori e Cultori, per l’ultima volta. Il benessere economico della famiglia d’origine e il vitalizio concessogli dal padre gli permetteranno di dedicarsi all’arte lontano dalle logiche di mercato e scegliere di vivere, con la moglie e i cinque figli, in luoghi di grande fascino, in cui troverà ispirazione per la propria arte: a Roma, a Villa Borghese presso la Casina di Raffaello, a Piano di Sorrento, affittando un piano intero di Villa Maresca a Sopramare e, infine, in montagna, a Courmayeur, in Valle d’Aosta, località che frequenterà per quasi quarant’anni e dove morirà nel 1960.
Ad ognuno di questi luoghi sono legati soggetti differenti che concorrono a rendere ricca e variegata la produzione artistica di Poma, che appare tale anche da un punto di vista tecnico: oltre all’olio, all’acquerello e al carboncino, Poma troverà nel pastello un mezzo di grande impatto espressivo e coloristico, che gli permetterà di restituire, con grande maestria e immediatezza, le luci e i colori della natura.
Ne sono testimoni i pastelli selezionati per questa occasione, legati a soggetti marini che riportano ai soggiorni in Campania e alla frequentazione del litorale laziale, presso la foce dell’Arrone, ma che trovano spesso nell’alternanza mare-cielo-sole un’occasione per rendere quasi evanescente il paesaggio, in una concentrazione coloristica ai limiti del figurativo.
Alessandro Poma paga oggi la scelta di essersi ritirato troppo presto dai circuiti espositivi nazionali. Le sue opere sono infatti rimaste custodite, con grande cura e consapevolezza del loro alto valore artistico dagli eredi che negli ultimi due decenni hanno avviato un percorso di valorizzazione volto a promuovere e a far conoscere al pubblico la sua produzione.
07
luglio 2017
Alessandro Poma – Mare
Dal 07 luglio al 29 ottobre 2017
arte moderna
Location
MUSEO DEL TERRITORIO BIELLESE – CHIOSTRO DI SAN SEBASTIANO
Biella, Via Quintino Sella, (Biella)
Biella, Via Quintino Sella, (Biella)
Biglietti
Intero € 5,00, ridotto € 3,00
Orario di apertura
Da mercoledì a venerdì 10-12.30 e 15-18.30
Sabato e domenica 15-19. 15 agosto aperto 15-19
Vernissage
7 Luglio 2017, Ore 18.00
Autore