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Alessandro Preti – Una foto che si chiama desiderio
Alessandro Preti dice di sé: Amo le emozioni e adoro immortalarle in fotografie. Penso che una foto sia una finestra sull’anima di chi l’ha scattata. Una specie di confessione su quello che piace e non piace ad una persona, su cosa stava pensando al momento dello scatto e quali sono i suoi desideri
Comunicato stampa
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COMUNICATO STAMPA
La Galleria Wikiarte
In Via San Felice 18, Bologna
È lieta di invitarvi sabato 11 febbraio 2012 ore 18.00
Alla inaugurazione della personale di Alessandro Preti
Una foto che si chiama desiderio
Il fattore emozionale della messa in scena è l’impronta stilistica che Alessandro Preti pone come condizione sine qua non nel suo progetto artistico. La fotografia in bianco e nero è la parola che usa per raccontarci. I suoi scatti sembrano provenire da un set cinematografico. Un film drammatico e poetico carico di forti emozioni ma trattato con grande senso estetico, una composizione studiata a tavolino . Il bianco e nero gioca con luci e ombre conferendo una malinconica bellezza ai suoi soggetti. La tematica è purtroppo universale: la debolezza umana nei suoi vari aspetti, uno stupro, una donna rapita, un clown triste che si droga. Alessandro Preti fotografa i suoi personaggi come usciti dal realismo dello scrittore americano Tennessee Williams.Un mondo corrotto dominato dalla violenza dove gli innocenti e i diversi vengono schiacciati ed emergono le frustrazioni di ideali disillusi. Una fotografia “che si chiama desiderio”. In contrasto con le proiezioni di un mondo fallimentare, Preti ci regala inoltre i suoi scatti spontanei. Sono fotografie che colgono l’attimo fuggente. La padronanza della tecnica e la maestria sono le medesime ma l’approccio poetico è completamente diverso e si esprime nell’accadere stesso, come nello scatto di una fragorosa risata di donna.
critica a cura di Verena Faverzani
La Galleria Wikiarte
In Via San Felice 18, Bologna
È lieta di invitarvi sabato 11 febbraio 2012 ore 18.00
Alla inaugurazione della personale di Alessandro Preti
Una foto che si chiama desiderio
Il fattore emozionale della messa in scena è l’impronta stilistica che Alessandro Preti pone come condizione sine qua non nel suo progetto artistico. La fotografia in bianco e nero è la parola che usa per raccontarci. I suoi scatti sembrano provenire da un set cinematografico. Un film drammatico e poetico carico di forti emozioni ma trattato con grande senso estetico, una composizione studiata a tavolino . Il bianco e nero gioca con luci e ombre conferendo una malinconica bellezza ai suoi soggetti. La tematica è purtroppo universale: la debolezza umana nei suoi vari aspetti, uno stupro, una donna rapita, un clown triste che si droga. Alessandro Preti fotografa i suoi personaggi come usciti dal realismo dello scrittore americano Tennessee Williams.Un mondo corrotto dominato dalla violenza dove gli innocenti e i diversi vengono schiacciati ed emergono le frustrazioni di ideali disillusi. Una fotografia “che si chiama desiderio”. In contrasto con le proiezioni di un mondo fallimentare, Preti ci regala inoltre i suoi scatti spontanei. Sono fotografie che colgono l’attimo fuggente. La padronanza della tecnica e la maestria sono le medesime ma l’approccio poetico è completamente diverso e si esprime nell’accadere stesso, come nello scatto di una fragorosa risata di donna.
critica a cura di Verena Faverzani
11
febbraio 2012
Alessandro Preti – Una foto che si chiama desiderio
Dall'undici al 29 febbraio 2012
arte moderna e contemporanea
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
GALLERIA WIKIARTE
Bologna, Via San Felice, 18, (Bologna)
Bologna, Via San Felice, 18, (Bologna)
Orario di apertura
dal mercoledì al sabato oraio continuato dalle 10.30 alle 19.00, martedì e domencia dalle 15.00 alle 19.00
chiuso lunedì
Vernissage
11 Febbraio 2012, h 18.00
Autore
Curatore