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Alessandro Sambini / Stefano Serretta – Spit or Swallow
La mostra insiste sull’idea di rappresentazione, riflettendo sul meccanismo e il mutamento di specifici fenomeni iconografici del nostro presente.
Comunicato stampa
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La mostra insiste sull’idea di rappresentazione, riflettendo sul meccanismo e il mutamento di specifici fenomeni iconografici del nostro presente.
Serretta prosegue l’indagine sull’icona e sulle immagini della Storia, concentrandosi su alcuni fenomeni generati dai fondamentalismi contemporanei, individuando modelli iconografici traslati direttamente dall’entertainment occidentale. Il suo lavoro riflette sui monumenti e siti archeologici simbolo di una distruzione in bilico tra iconoclastia e iconofilia, di una cancellazione, di un gesto che diventa immagine, sostituendosi all’idolo eliminato. "L'immagine è l'imitazione di una cosa, solo nel senso in cui l'imitazione è l'emulazione della cosa: essa rivaleggia con la cosa, e la rivalità non riguarda tanto la riproduzione quanto la competizione per la presenza. L'immagine contende alla cosa la presenza" (Jean-Luc Nancy, Tre saggi sull’immagine).
Un confronto diretto con il progetto di Alessandro Sambini Spelling Book: usando un algoritmo, scaricabile gratuitamente su internet, restituisce una serie di immagini (piramide, Marte, Gesù, scheletro) che non possiedono alcun riferimento con il dato reale. L’algoritmo, attraverso un suo database, elabora un’immagine plausibile, ma completamente indipendente dalla realtà. In questo modo Sambini non solo approfondisce il rapporto tra immagine e intelligenza artificiale, ma interroga l’algoritmo stesso, il suo personale database con le relative scelte e omissioni.
In entrambi i progetti ad essere interessate sono nuove strutture linguistiche, nuovi canali, nuove scritture attraverso cui comunicare e filtrare il mondo. Immagini consumabili, modelli iconografici dati in pasto ad un pubblico che li osserva, li mastica, li digerisce.
Serretta prosegue l’indagine sull’icona e sulle immagini della Storia, concentrandosi su alcuni fenomeni generati dai fondamentalismi contemporanei, individuando modelli iconografici traslati direttamente dall’entertainment occidentale. Il suo lavoro riflette sui monumenti e siti archeologici simbolo di una distruzione in bilico tra iconoclastia e iconofilia, di una cancellazione, di un gesto che diventa immagine, sostituendosi all’idolo eliminato. "L'immagine è l'imitazione di una cosa, solo nel senso in cui l'imitazione è l'emulazione della cosa: essa rivaleggia con la cosa, e la rivalità non riguarda tanto la riproduzione quanto la competizione per la presenza. L'immagine contende alla cosa la presenza" (Jean-Luc Nancy, Tre saggi sull’immagine).
Un confronto diretto con il progetto di Alessandro Sambini Spelling Book: usando un algoritmo, scaricabile gratuitamente su internet, restituisce una serie di immagini (piramide, Marte, Gesù, scheletro) che non possiedono alcun riferimento con il dato reale. L’algoritmo, attraverso un suo database, elabora un’immagine plausibile, ma completamente indipendente dalla realtà. In questo modo Sambini non solo approfondisce il rapporto tra immagine e intelligenza artificiale, ma interroga l’algoritmo stesso, il suo personale database con le relative scelte e omissioni.
In entrambi i progetti ad essere interessate sono nuove strutture linguistiche, nuovi canali, nuove scritture attraverso cui comunicare e filtrare il mondo. Immagini consumabili, modelli iconografici dati in pasto ad un pubblico che li osserva, li mastica, li digerisce.
26
gennaio 2019
Alessandro Sambini / Stefano Serretta – Spit or Swallow
Dal 26 gennaio al 23 marzo 2019
arte contemporanea
Location
UNA GALLERIA
Piacenza, Via Sant'Antonino, 33, (Piacenza)
Piacenza, Via Sant'Antonino, 33, (Piacenza)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 16-19
sabato ore 10-13 e 16-19
anche su appuntamento
Vernissage
26 Gennaio 2019, ore 18:30-21:00
Autore
Curatore