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Alessandro Scarabello – I Still Paint (Recent Works 2017-2019)
I Still Paint è una significativa selezione della produzione dell’ultimo periodo di lavoro di Alessandro Scarabello.
Mostra prorogata al 3 aprile 2020
Comunicato stampa
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The Gallery Apart presenta I Still Paint, una significativa selezione della produzione dell’ultimo periodo di lavoro di Alessandro Scarabello. Come sempre accade nelle vicende umane che segnano la vita degli artisti, e dei pittori in particolare, alcuni specifici accadimenti di forte portata personale finiscono per materializzare grandi cambiamenti e importanti evoluzioni anche nella produzione artistica. Da questo punto di vista, il trasferimento di Scarabello in Belgio, la scoperta di una dimensione ambientale e intellettuale fortemente compatibile con la sensibilità pittorica, la possibilità di interpretare i rapporti interpersonali, soprattutto con altri artisti, in un’ottica di proficua condivisione, sono tutti elementi che hanno influito sul dipanarsi della quotidiana esistenza in un modo che ha trovato felice ed entusiasta riscontro nel lavoro dell’artista. Da qui la scelta di impostare questa sesta personale che The Gallery Apart dedica ad Alessandro Scarabello come una testimonianza e uno strumento di lettura dell’evoluzione che la poetica e la ricerca dell’artista hanno conosciuto in questi anni di residenza a Bruxelles.
In epoca di rivalutazione della pittura, secondo andamenti ciclici ben noti da cui è bene mantenersi distanti e guardinghi, Scarabello sceglie un titolo oggettivamente ironico e soggettivamente pungente per sottolineare da una parte che la pittura ha una funzione senza tempo e in continua trasformazione che la rende un medium dalle forti caratteristiche di adattabilità ai mutamenti e pertanto intrinsecamente avanguardistico, dall’altra che il suo modo di interpretare il mezzo è quello di una quotidiana dedizione finalizzata a soluzioni nuove e diverse; in una parola per Scarabello la pittura è da sempre e continua ad essere soprattutto ricerca.
Le opere in mostra ottimizzano la precedente sperimentazione sul fronte del rapporto tra figurazione e simbologia e tra figurazione e astrazione. Imponendo alla figurazione progressive cessioni di sovranità, Scarabello non intende liberarsi della figura in sé quanto dedicarsi proficuamente ed appassionatamente alle forze generatrici delle immagini, ai meccanismi che presiedono alla formazione dell’immagine immaginata prima ancora di quella dipinta, agli automatismi che traggono da chissà quali meandri interiori la potenza per produrre irresistibili associazioni di idee.
Ecco allora che Scarabello amplia lo spettro delle sue ricerche, non più solo il corpo umano e le sue infinite metamorfosi, ma ora anche semplici oggetti che l’artista osserva colpito dalla loro potenzialità di tramutarsi in altro e di contenere in nuce forme diverse. L’artista si rende strumento di tali trasformazioni, colto dall’ansia di scoprire significati nascosti. Così uno stendino diviene una forma alata che richiama la Fenice oppure gli angolari metallici per la costruzione dei telai vengono assemblati e utilizzati come stampi per indagare il movimento ispirandosi al pattern dell’opus romano.
Nell’ambito di un suo personalissimo archivio di quotidiana intimità Scarabello si appassiona a identificare e quindi a indagare gli elementi sensoriali, esperienziali, simbolici e mitologici che contribuiscono alla formazione di un’immagine, finendo così per viverla con grande intensità emotiva ancor prima di dipingerla.
In epoca di rivalutazione della pittura, secondo andamenti ciclici ben noti da cui è bene mantenersi distanti e guardinghi, Scarabello sceglie un titolo oggettivamente ironico e soggettivamente pungente per sottolineare da una parte che la pittura ha una funzione senza tempo e in continua trasformazione che la rende un medium dalle forti caratteristiche di adattabilità ai mutamenti e pertanto intrinsecamente avanguardistico, dall’altra che il suo modo di interpretare il mezzo è quello di una quotidiana dedizione finalizzata a soluzioni nuove e diverse; in una parola per Scarabello la pittura è da sempre e continua ad essere soprattutto ricerca.
Le opere in mostra ottimizzano la precedente sperimentazione sul fronte del rapporto tra figurazione e simbologia e tra figurazione e astrazione. Imponendo alla figurazione progressive cessioni di sovranità, Scarabello non intende liberarsi della figura in sé quanto dedicarsi proficuamente ed appassionatamente alle forze generatrici delle immagini, ai meccanismi che presiedono alla formazione dell’immagine immaginata prima ancora di quella dipinta, agli automatismi che traggono da chissà quali meandri interiori la potenza per produrre irresistibili associazioni di idee.
Ecco allora che Scarabello amplia lo spettro delle sue ricerche, non più solo il corpo umano e le sue infinite metamorfosi, ma ora anche semplici oggetti che l’artista osserva colpito dalla loro potenzialità di tramutarsi in altro e di contenere in nuce forme diverse. L’artista si rende strumento di tali trasformazioni, colto dall’ansia di scoprire significati nascosti. Così uno stendino diviene una forma alata che richiama la Fenice oppure gli angolari metallici per la costruzione dei telai vengono assemblati e utilizzati come stampi per indagare il movimento ispirandosi al pattern dell’opus romano.
Nell’ambito di un suo personalissimo archivio di quotidiana intimità Scarabello si appassiona a identificare e quindi a indagare gli elementi sensoriali, esperienziali, simbolici e mitologici che contribuiscono alla formazione di un’immagine, finendo così per viverla con grande intensità emotiva ancor prima di dipingerla.
08
gennaio 2020
Alessandro Scarabello – I Still Paint (Recent Works 2017-2019)
Dall'otto gennaio al 03 aprile 2020
arte contemporanea
Location
THE GALLERY APART
Roma, Via Francesco Negri, 43, (Roma)
Roma, Via Francesco Negri, 43, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a venerdì, ore 15-19
Vernissage
8 Gennaio 2020, ore 18.00
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