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Alessandro Siniscalchi – Scarti di stampa
Si tratta di venti opere litografiche realizzate negli ultimi due anni, che segnalano un processo di riappropriazione della casualità, della sua creatività, nella quale l’occhio ha solo la funzione di svelare nuovi itinerari immaginativi
Comunicato stampa
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Sabato 10 febbraio, alle ore 19,00, presso il Frac Baronissi (Convento Francescano della SS. Trinità), sarà inaugurata la mostra di Alessandro Siniscalchi dal titolo Scarti di stampa.
Si tratta di venti opere litografiche realizzate negli ultimi due anni, che segnalano un processo di riappropriazione della casualità, della sua creatività, nella quale l’occhio ha solo la funzione di svelare nuovi itinerari immaginativi.
“Attendere che la macchina litografica compia il suo processo, che entri a regime, ossia mettere a registro i colori, le giuste sovrapposizioni, azzerare qualsiasi irregolarità dell’immagine, insomma definire quella che una volta si chiamava “bon à tirer” (ancora in uso nella stampa calcografica) traducibile in “bene si stampi”.
È questo il tempo nel quale ha lavorato e lavora l’immaginario di Alessandro Siniscalchi, attento a selezionare, di volta in volta, i fogli di prova, di avviamento stampati su quelli che per il tipografo sono semplici “scarti di stampa”.
Ai preesistenti impianti grafici si sovrappongono altri; è la casualità che guida la scelta di nuovi soggetti nati dall’intrecciarsi di linguaggi, a volte distanti tra loro ma che ora trovano una relazione immaginativa che annulla qualsiasi configurazione dell’immagine precedente. La grafica, progetto così alto nel sistema della comunicazione, diviene mercè della macchina, della sua autonomia di ‘pensiero’ programmato: Siniscalchi, però, ne scopre il lato atrofizzato, riabilitandolo, vale a dire mette in luce la creatività che il ‘non senso’ esprime come linguaggio.
Siniscalchi opera al buio, ovvero senza la necessità di ricercare un traccia, se pur suggestionata dall’analogia, evitando qualsiasi speculazione estetica anzi affidando al suo ‘occhio’ di stampatore le scelte, naufragando nelle atmosfere, nelle ombre, nei silenzi scanditi da scritte ricoperte di colore, nelle diafane trasparenze, nelle luminosità che il caso costruisce. La consapevolezza di tale ricerca negli ‘scarti’ con il tempo – questo nell’arco quasi di due anni – ha affinato l’occhio, preoccupato, man mano, di farsi anch’esso protagonista: ora sceglie le tracce o le preesistenze guidandole verso possibili nuovi impaginati, originando un gusto anarchico rispetto all’ordine della ‘gabbia’ progettuale. È una scelta che si concede all’istinto e che ha come guida cromie tra loro caratterizzanti, avviamenti con forti dominanti raffigurative – i ritratti, le foglie, finanche particolari lettering –, intricandosi, sempre con maggiore insistenza, in una sorta di specchiamenti o, abusando della terminologia della critica-storiografica, di simultaneità”.
Si tratta di venti opere litografiche realizzate negli ultimi due anni, che segnalano un processo di riappropriazione della casualità, della sua creatività, nella quale l’occhio ha solo la funzione di svelare nuovi itinerari immaginativi.
“Attendere che la macchina litografica compia il suo processo, che entri a regime, ossia mettere a registro i colori, le giuste sovrapposizioni, azzerare qualsiasi irregolarità dell’immagine, insomma definire quella che una volta si chiamava “bon à tirer” (ancora in uso nella stampa calcografica) traducibile in “bene si stampi”.
È questo il tempo nel quale ha lavorato e lavora l’immaginario di Alessandro Siniscalchi, attento a selezionare, di volta in volta, i fogli di prova, di avviamento stampati su quelli che per il tipografo sono semplici “scarti di stampa”.
Ai preesistenti impianti grafici si sovrappongono altri; è la casualità che guida la scelta di nuovi soggetti nati dall’intrecciarsi di linguaggi, a volte distanti tra loro ma che ora trovano una relazione immaginativa che annulla qualsiasi configurazione dell’immagine precedente. La grafica, progetto così alto nel sistema della comunicazione, diviene mercè della macchina, della sua autonomia di ‘pensiero’ programmato: Siniscalchi, però, ne scopre il lato atrofizzato, riabilitandolo, vale a dire mette in luce la creatività che il ‘non senso’ esprime come linguaggio.
Siniscalchi opera al buio, ovvero senza la necessità di ricercare un traccia, se pur suggestionata dall’analogia, evitando qualsiasi speculazione estetica anzi affidando al suo ‘occhio’ di stampatore le scelte, naufragando nelle atmosfere, nelle ombre, nei silenzi scanditi da scritte ricoperte di colore, nelle diafane trasparenze, nelle luminosità che il caso costruisce. La consapevolezza di tale ricerca negli ‘scarti’ con il tempo – questo nell’arco quasi di due anni – ha affinato l’occhio, preoccupato, man mano, di farsi anch’esso protagonista: ora sceglie le tracce o le preesistenze guidandole verso possibili nuovi impaginati, originando un gusto anarchico rispetto all’ordine della ‘gabbia’ progettuale. È una scelta che si concede all’istinto e che ha come guida cromie tra loro caratterizzanti, avviamenti con forti dominanti raffigurative – i ritratti, le foglie, finanche particolari lettering –, intricandosi, sempre con maggiore insistenza, in una sorta di specchiamenti o, abusando della terminologia della critica-storiografica, di simultaneità”.
10
febbraio 2007
Alessandro Siniscalchi – Scarti di stampa
Dal 10 al 25 febbraio 2007
disegno e grafica
Location
FRAC – CONVENTO FRANCESCANO DELLA SANTISSIMA TRINITÀ
Baronissi, Via Convento, (Salerno)
Baronissi, Via Convento, (Salerno)
Vernissage
10 Febbraio 2007, ore 19
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