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Alessandro Vannini – 1512. Il Sacco di Prato
Era la fine d’agosto del 1512, esattamente 500 anni fa, quando le truppe spagnole varcarono le mura della città di Prato portando terrore distruzione morte e violenze all’indifesa popolazione. Alessandro Vannini rievoca i fatti con l’abilità del disegno creando una grande spettacolare installazione.
Comunicato stampa
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Il Foyer degli Artisti presenta la mostra del pittore fiorentino Alessandro Vannini, in Borgo Albizi 23 Firenze dal 3 al 21 ottobre 2012, dal titolo: ‘1512 - Il sacco di Prato’. Una rara occasione per ammirare un’opera imponente, ideata come un insieme di disegni che narrano un accadimento passato, in cui è possibile individuare qualità narrativa e artistica di questo originale artista concittadino.Con un’abilità nel disegnare insolita ed una grande capacità interpretativa, Vannini riporta tragici fatti storici, appartenenti alle cronache rinascimentali e ripercorre le tappe di un avvenimento che determinò importanti cambiamenti nella storia delle città di Prato e Firenze.
In primo luogo c’è stata la ricostruzione storica, attraverso una meticolosa ricerca negli archivi, che stabilisce, modi, luoghi e nomi delle persone, protagoniste e vittime che Alessandro Vannini ci fa conoscere e rivivere attraverso un monumentale progetto artistico realizzato in modo spettacolare, con l’installazione dei suoi disegni e pitture su tutta la superficie delle pareti, attraversando le simmetrie strutturali e incorporandole nell’interno dell’opera. Un’opera che non si ferma con l’apertura della mostra, ma che, proprio da lì, inizia il suo processo di rielaborazione, come un work in progress, che terminerà solo l’ultimo giorno, l’ultimo minuto della mostra stessa. Il visitatore che entrerà in galleria, durante il periodo di apertura dell’esposizione, troverà ogni giorno variazioni e differenze nelle parti compositive e l’artista nell’attività di cambiare, modificare ed approfondire il lavoro svolto.
Era la fine d’agosto del 1512, esattamente 500 anni fa, quando le truppe spagnole, al comando del generale Cardona, varcarono le mura della città di Prato portando terrore, distruzione, morte e violenze atroci all’inerme e indifesa popolazione. In ventun giorni, tanto durò il saccheggio, migliaia furono i morti, la metà della popolazione di allora, e spietati gli episodi di inaudita violenza.
Le grida, le lacrime, la disperazione di quella gente non sono andate vanamente perse. Alessandro Vannini, che è solito rievocare fatti di storia attraverso la maestria del suo disegno, le ha riproposte, rievocate per la nostra riflessione, creando atmosfere dense di suggestione e pathos.
Vannini non è nuovo a questo stile. Di lui si è già potuto ammirare la ricostruzione del “Caso Savonarola” o la “Distruzione degli affreschi del Pontormo in San Lorenzo” o la “Battaglia di San Romano”. Con la sua forte versatilità interpretativa introduce lo spettatore nella storia, negli accadimenti, nel dramma, inducendo una profonda riflessione sul presente: questo sembra essere il messaggio che l’artista ci vuol trasmettere.
In primo luogo c’è stata la ricostruzione storica, attraverso una meticolosa ricerca negli archivi, che stabilisce, modi, luoghi e nomi delle persone, protagoniste e vittime che Alessandro Vannini ci fa conoscere e rivivere attraverso un monumentale progetto artistico realizzato in modo spettacolare, con l’installazione dei suoi disegni e pitture su tutta la superficie delle pareti, attraversando le simmetrie strutturali e incorporandole nell’interno dell’opera. Un’opera che non si ferma con l’apertura della mostra, ma che, proprio da lì, inizia il suo processo di rielaborazione, come un work in progress, che terminerà solo l’ultimo giorno, l’ultimo minuto della mostra stessa. Il visitatore che entrerà in galleria, durante il periodo di apertura dell’esposizione, troverà ogni giorno variazioni e differenze nelle parti compositive e l’artista nell’attività di cambiare, modificare ed approfondire il lavoro svolto.
Era la fine d’agosto del 1512, esattamente 500 anni fa, quando le truppe spagnole, al comando del generale Cardona, varcarono le mura della città di Prato portando terrore, distruzione, morte e violenze atroci all’inerme e indifesa popolazione. In ventun giorni, tanto durò il saccheggio, migliaia furono i morti, la metà della popolazione di allora, e spietati gli episodi di inaudita violenza.
Le grida, le lacrime, la disperazione di quella gente non sono andate vanamente perse. Alessandro Vannini, che è solito rievocare fatti di storia attraverso la maestria del suo disegno, le ha riproposte, rievocate per la nostra riflessione, creando atmosfere dense di suggestione e pathos.
Vannini non è nuovo a questo stile. Di lui si è già potuto ammirare la ricostruzione del “Caso Savonarola” o la “Distruzione degli affreschi del Pontormo in San Lorenzo” o la “Battaglia di San Romano”. Con la sua forte versatilità interpretativa introduce lo spettatore nella storia, negli accadimenti, nel dramma, inducendo una profonda riflessione sul presente: questo sembra essere il messaggio che l’artista ci vuol trasmettere.
03
ottobre 2012
Alessandro Vannini – 1512. Il Sacco di Prato
Dal 03 al 21 ottobre 2012
arte contemporanea
Location
FYR ARTE CONTEMPORANEA
Firenze, Borgo Degli Albizi, 23, (Firenze)
Firenze, Borgo Degli Albizi, 23, (Firenze)
Orario di apertura
10,30-12,30 16-19,30
dal martedì alla domenica
Vernissage
3 Ottobre 2012, ore 17
Autore
Curatore