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Alessia Bernardini – Miracoli all’ordine del giorno
Mostra personale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Capita a volte di essere testimoni di minuscole frazioni di tempo, istanti magici in cui una fortunata combinazione di luce, prospettiva e corpi crea la condizione irripetibile in cui l’invisibile diventa visibile. Questi attimi velocissimi aggiungono stupore e meraviglia alla percezione del quotidiano.
Come scrive Wislawa Szymborska: “dovrei essere molto veloce a descrivere le nuvole – già dopo una frazione di secondo non sono più quelle, stanno diventando altre”. La selezione di fotografie che propongo vuole essere la prova dell’esistenza di questi momenti. (A. B.)
“(...) Incontrando le fotografie di Alessia Bernardini incontriamo parte della nostra vita. Guardando i lavori dell’artista compiamo l’involontario sforzo di rintracciare nelle nostre vite quel luogo, quella prospettiva, quelle piastrelle. Ma mai i volti. Essi resistono al riconoscimento e ci respingono; rimangono in uno stato che non si apre, mai. Non è possibile avvicinarsi a loro, anche compiendo uno sforzo di un possibile riconoscimento: essi si presentano come pura estraneità. Ecco che appena aperta, ogni fotografia si richiude, estrudendoci. Poco oltre, un’altra immagine, come quella di due taxi in attesa di qualche turista, ci parla la lingua di Tom Waits. Ma perché questo avvenga, noi non lo sappiamo. Non si riesce a spiegare perché quella lingua torna a parlarci, a farsi visibile davanti a noi: tutto ciò non è nell’ordine della semplice esplicazione.
Le immagini di Alessia Bernardini resistono. E non resistono soltanto alla mera interpretazione, alla traduzione in parole di un’immagine, ma resistono nel senso che rimangono irrisolte. Il nodo non può essere sciolto poiché non vi sono domande a cui dare delle risposte, non vi sono questioni che attendono di essere esaurite. Rimane, soltanto, un grumo irrisolto di complicate elusioni (...)”
dal testo di Fabrizio Migliorati in Fotografia Europea. Incanto, Milano, Electa, 2010
Alessia Bernardini è nata nel 1979 a Milano e ha cominciato a fotografare con la vecchia Nikon di casa mentre frequentava il liceo classico. Convinta che l’arte e l’impegno sociale debbano avere delle connessioni ha cercato di formarsi in entrambi gli ambiti; forse per questo a trent’anni non è ancora riuscita a darsi una definizione univoca, se non quella di precaria. Ha vissuto a Parigi, a Porto Alegre e a Napoli, e in queste due ultime città ha iniziato a lavorare nell’ambito dell’arte per lo sviluppo sociale proponendo progetti di osservazione e trasformazione del territorio. Si è formata con diversi stage e collaborazioni, tra cui Magnumphoto a Parigi e Francesco Jodice a Milano e lasciandosi variamente suggestionare dal lavoro di Bruno Munari, Franco Vaccari, Sarah Moon, Michael Ackerman, Duane Michals, Wim Wenders e Wislawa Szymborska. Sta fondando con Francesca Marconi l’impresa creativa Tutamondo: laboratorio di sperimentazione artistica e sociale.
Come scrive Wislawa Szymborska: “dovrei essere molto veloce a descrivere le nuvole – già dopo una frazione di secondo non sono più quelle, stanno diventando altre”. La selezione di fotografie che propongo vuole essere la prova dell’esistenza di questi momenti. (A. B.)
“(...) Incontrando le fotografie di Alessia Bernardini incontriamo parte della nostra vita. Guardando i lavori dell’artista compiamo l’involontario sforzo di rintracciare nelle nostre vite quel luogo, quella prospettiva, quelle piastrelle. Ma mai i volti. Essi resistono al riconoscimento e ci respingono; rimangono in uno stato che non si apre, mai. Non è possibile avvicinarsi a loro, anche compiendo uno sforzo di un possibile riconoscimento: essi si presentano come pura estraneità. Ecco che appena aperta, ogni fotografia si richiude, estrudendoci. Poco oltre, un’altra immagine, come quella di due taxi in attesa di qualche turista, ci parla la lingua di Tom Waits. Ma perché questo avvenga, noi non lo sappiamo. Non si riesce a spiegare perché quella lingua torna a parlarci, a farsi visibile davanti a noi: tutto ciò non è nell’ordine della semplice esplicazione.
Le immagini di Alessia Bernardini resistono. E non resistono soltanto alla mera interpretazione, alla traduzione in parole di un’immagine, ma resistono nel senso che rimangono irrisolte. Il nodo non può essere sciolto poiché non vi sono domande a cui dare delle risposte, non vi sono questioni che attendono di essere esaurite. Rimane, soltanto, un grumo irrisolto di complicate elusioni (...)”
dal testo di Fabrizio Migliorati in Fotografia Europea. Incanto, Milano, Electa, 2010
Alessia Bernardini è nata nel 1979 a Milano e ha cominciato a fotografare con la vecchia Nikon di casa mentre frequentava il liceo classico. Convinta che l’arte e l’impegno sociale debbano avere delle connessioni ha cercato di formarsi in entrambi gli ambiti; forse per questo a trent’anni non è ancora riuscita a darsi una definizione univoca, se non quella di precaria. Ha vissuto a Parigi, a Porto Alegre e a Napoli, e in queste due ultime città ha iniziato a lavorare nell’ambito dell’arte per lo sviluppo sociale proponendo progetti di osservazione e trasformazione del territorio. Si è formata con diversi stage e collaborazioni, tra cui Magnumphoto a Parigi e Francesco Jodice a Milano e lasciandosi variamente suggestionare dal lavoro di Bruno Munari, Franco Vaccari, Sarah Moon, Michael Ackerman, Duane Michals, Wim Wenders e Wislawa Szymborska. Sta fondando con Francesca Marconi l’impresa creativa Tutamondo: laboratorio di sperimentazione artistica e sociale.
07
maggio 2010
Alessia Bernardini – Miracoli all’ordine del giorno
Dal 07 maggio al 13 giugno 2010
fotografia
Location
PALAZZO DELLA FRUMENTARIA
Reggio Nell'emilia, Via San Pietro Martire, 2, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Nell'emilia, Via San Pietro Martire, 2, (Reggio Nell'emilia)
Orario di apertura
sabato 8 e domenica 9 maggio: dalle 10.00 alle 23.00
dal 10 maggio al 13 giugno: da martedì a venerdì dalle 20.00 alle 23.00
sabato, domenica e festivi: dalle 10.00 alle 23.00
Vernissage
7 Maggio 2010, ore 19
Sito web
www.assab-one.org
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