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Alessio Buldrin – Beato tra le donne
Alessio Buldrin dal 1986 opera nel settore del ritratto della moda e nella fotografia di matrimonio vantando numerose collaborazioni con riviste del settore in campo nazionale.
Comunicato stampa
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L’ARTISTA
Alessio Buldrin dal 1986 opera nel settore del ritratto della moda e nella fotografia di matrimonio vantando numerose collaborazioni con riviste del settore in campo nazionale .
La sua è una fotografia estetica ed essenziale che, anche con pochi elementi a disposizione, tende a valorizzare il soggetto ritratto curando i minimi particolari, per ricavare sempre il massimo della bellezza possibile.
Annovera al suo attivo numerose esposizioni personali e collettive nel campo del ritratto artistico e commerciale. Con il suo lavoro ha creato mode e tendenze interpretative al punto che spesso è stato chiamato a tenere seminari in varie regioni d’Italia.
Tre anni fa, insieme ad altri tre soci, fonda la Foto e Grafica IMMAGINI sita in via Emilia 76 a San Giorgio di Nogaro (UD), azienda specializzata nella produzione di servizi fotografici civili, industriali, pubblicitari, nella progettazione grafica e nella stampa digitale.
Grazie a questa evoluzione passa dalla fotografia tradizionale a quella digitale mantenendosi al passo con i tempi potendo offrire migliori prestazioni e migliore qualità.
L’utilizzo delle nuove tecnologie come strumento di lavoro per migliorare la propria creatività stimola in lui la ricerca di nuove forme espressive arrivando a concepire l’inedita serie di ritratti dal sapore materico intitolata “Beato tra le donne”, immagini sospese tra fotografia e pittura.
Nello specifico si tratta di delicati ritratti al femminile contaminati da un sottofondo materico volutamente decadente. Il risultato è sorprendente, ci si accorge che l’improbabile accostamento dona a questi ritratti una nuova carica espressiva e un indubbio fascino pittorico.
CRITICA
La sua fragranza infantile lo fa essere beato tra le donne, come un angioletto in una delle tante rappresentazioni dell'arte rinascimentale italiana,un beato fra le donne, coccolato però anche dagli occhi di chi osserva questa fotografia per compiacersi dell'immagine, per cogliere un'armonia e un essere estetico giocato su ritmi ed equilibri. E cosi il bambino è nato, ed è in senso lato figlio di tutte queste donne che se lo mangiano con gli occhi, figlio di Eleonora e di Stefania, di Erica e di Pamela, figlio di una tecnica fotografica che coniuga il classicismo dell'immagine con toni impressionistici ed espressionistici, tutti ugualmente utili a quell'esito formale che è costituito da un fondale sempre granulato come certe pitture ottocentesche di tono romantico, mentre la figura si offre in una fisicità prorompente di gioventù, in una armonia ricercata ma mai voluttuosa, sibillina e ogni atto, ogni gestualità della figura è sottratto alla malizia e al luogo comune. Questo mi convince maggiormente di Buldrin, la sottratta malizia,il superamento della figura femminile nella sua utilizzabilità, lo studio dello sguardo, la sottile compenetrazione psicologica. Ogni fotografo deve imparare ad essere psicologo a mio avviso e Buldrin credo lo stia facendo. Donne belle e giovani dunque, anche il beato è bello e giovanissimo. Sembra quasi compiaciuto nella sua asciutta e squisita innocenza. Ma se osservassimo solamente questo contesto perderemmo una parte dell'anima e delle tecniche di Buldrin. Osserviamo Elena e la sua estetica tesa alla ripetizione della concezione dell'ovale... ovale è il suo volto, ovali sono i suoi occhi, è un ovale la sua bocca, persino i capelli incorniciano il volto con una caduta a semiovale. Cristina nella lettura geometrica invece è una diagonale. La sua testa quasi forma la diagonale con il suo fianco destro, la spalla destra si eleva e lascia scendere una ipotetica diagonale sulla spalla sinistra. Stefania è un rettangolo, Debora richiama una triangolarità compiaciuta in questo breve aprirsi della giacca. Poi sottolineerei anche i prestiti dalla storia dell'arte che il fotografo artista sembra richiamare. Ludovica compare in una posa che pare essere stata cara a Piero della Francesca, Elisabetta sembra avvicinarsi alla ritrattistica inglese del primo ottocento, Silvia richiama i volti netti di Virgilio Guidi e poi c'è Francesca che sembra emergere da un lacerto di muro antico, di Ercolano o di Pompei, mentre la superficie si stacca per un gioco di improbabilità. I volti di Buldrin spesso tradiscono ambiguità o ambivalenze di sentimenti, le sue donne dimostrano odio, amore, vanità, compiacenza, mai malizia dicevo, ma doppiezza, uno stile inconfondibile di femminilità non racchiusa in un tempo storico, ma, come dire, oltre ogni tempo possibile.
Vito Sutto
Alessio Buldrin dal 1986 opera nel settore del ritratto della moda e nella fotografia di matrimonio vantando numerose collaborazioni con riviste del settore in campo nazionale .
La sua è una fotografia estetica ed essenziale che, anche con pochi elementi a disposizione, tende a valorizzare il soggetto ritratto curando i minimi particolari, per ricavare sempre il massimo della bellezza possibile.
Annovera al suo attivo numerose esposizioni personali e collettive nel campo del ritratto artistico e commerciale. Con il suo lavoro ha creato mode e tendenze interpretative al punto che spesso è stato chiamato a tenere seminari in varie regioni d’Italia.
Tre anni fa, insieme ad altri tre soci, fonda la Foto e Grafica IMMAGINI sita in via Emilia 76 a San Giorgio di Nogaro (UD), azienda specializzata nella produzione di servizi fotografici civili, industriali, pubblicitari, nella progettazione grafica e nella stampa digitale.
Grazie a questa evoluzione passa dalla fotografia tradizionale a quella digitale mantenendosi al passo con i tempi potendo offrire migliori prestazioni e migliore qualità.
L’utilizzo delle nuove tecnologie come strumento di lavoro per migliorare la propria creatività stimola in lui la ricerca di nuove forme espressive arrivando a concepire l’inedita serie di ritratti dal sapore materico intitolata “Beato tra le donne”, immagini sospese tra fotografia e pittura.
Nello specifico si tratta di delicati ritratti al femminile contaminati da un sottofondo materico volutamente decadente. Il risultato è sorprendente, ci si accorge che l’improbabile accostamento dona a questi ritratti una nuova carica espressiva e un indubbio fascino pittorico.
CRITICA
La sua fragranza infantile lo fa essere beato tra le donne, come un angioletto in una delle tante rappresentazioni dell'arte rinascimentale italiana,un beato fra le donne, coccolato però anche dagli occhi di chi osserva questa fotografia per compiacersi dell'immagine, per cogliere un'armonia e un essere estetico giocato su ritmi ed equilibri. E cosi il bambino è nato, ed è in senso lato figlio di tutte queste donne che se lo mangiano con gli occhi, figlio di Eleonora e di Stefania, di Erica e di Pamela, figlio di una tecnica fotografica che coniuga il classicismo dell'immagine con toni impressionistici ed espressionistici, tutti ugualmente utili a quell'esito formale che è costituito da un fondale sempre granulato come certe pitture ottocentesche di tono romantico, mentre la figura si offre in una fisicità prorompente di gioventù, in una armonia ricercata ma mai voluttuosa, sibillina e ogni atto, ogni gestualità della figura è sottratto alla malizia e al luogo comune. Questo mi convince maggiormente di Buldrin, la sottratta malizia,il superamento della figura femminile nella sua utilizzabilità, lo studio dello sguardo, la sottile compenetrazione psicologica. Ogni fotografo deve imparare ad essere psicologo a mio avviso e Buldrin credo lo stia facendo. Donne belle e giovani dunque, anche il beato è bello e giovanissimo. Sembra quasi compiaciuto nella sua asciutta e squisita innocenza. Ma se osservassimo solamente questo contesto perderemmo una parte dell'anima e delle tecniche di Buldrin. Osserviamo Elena e la sua estetica tesa alla ripetizione della concezione dell'ovale... ovale è il suo volto, ovali sono i suoi occhi, è un ovale la sua bocca, persino i capelli incorniciano il volto con una caduta a semiovale. Cristina nella lettura geometrica invece è una diagonale. La sua testa quasi forma la diagonale con il suo fianco destro, la spalla destra si eleva e lascia scendere una ipotetica diagonale sulla spalla sinistra. Stefania è un rettangolo, Debora richiama una triangolarità compiaciuta in questo breve aprirsi della giacca. Poi sottolineerei anche i prestiti dalla storia dell'arte che il fotografo artista sembra richiamare. Ludovica compare in una posa che pare essere stata cara a Piero della Francesca, Elisabetta sembra avvicinarsi alla ritrattistica inglese del primo ottocento, Silvia richiama i volti netti di Virgilio Guidi e poi c'è Francesca che sembra emergere da un lacerto di muro antico, di Ercolano o di Pompei, mentre la superficie si stacca per un gioco di improbabilità. I volti di Buldrin spesso tradiscono ambiguità o ambivalenze di sentimenti, le sue donne dimostrano odio, amore, vanità, compiacenza, mai malizia dicevo, ma doppiezza, uno stile inconfondibile di femminilità non racchiusa in un tempo storico, ma, come dire, oltre ogni tempo possibile.
Vito Sutto
15
maggio 2004
Alessio Buldrin – Beato tra le donne
Dal 15 al 30 maggio 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA BISON
Palmanova, Borgo Udine, 4, (Udine)
Palmanova, Borgo Udine, 4, (Udine)
Orario di apertura
Tutti i giorni 9.30 – 12.30 / 16.00 – 19.00 (mercoledì chiuso)
Vernissage
15 Maggio 2004, ore 18.00 presenta il dott. Vito Sutto