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Alessio Ceruti – Arborescenti, Evanescenti
Installazione di Alessio Ceruti
Comunicato stampa
Segnala l'evento
ARBORESCENTI, EVANESCENTI
I nstallazione di Alessio Ceruti
a cura di Felice Terrabuio e Vittorio Raschetti
SABATO 16 FEBBRAIO 2019 - DOMENICA 31 MARZO 2019
"Noi piantiamo gli alberi e gli alberi piantano noi,
poiché apparteniamo l’uno all’altro e dobbiamo esistere insieme"
Joseph Beuys
In diverse narrazioni mitologiche gli uomini venivano mutati in alberi, qui è invece l’albero ad essere
tramutato in persona, in allegoria antropomorfa, in vettore simbolico in grado di tradurre l’umano
rivelando un’anima che si tradisce attraverso silenzi, fruscii, lacrime resinose.
Aerei salici piangenti senza rimpianti, linguaggi a rborescenti risalgono alle radici del significare per
perdersi nell’eterno ri torno di un movimento circolare, di una crescita stanziale inscritta nel destino di
un angolo del mondo.
Ogni albero è un rabdomante alla ricerca delle fonti nascoste nei giacimenti profondi, una macchina
aerobica di produzione di atomi di respiro, spinta da lenti, incessanti, inesorabili processi metabolici.
Mosso da un cieco istinto vitale, che sa comunque sempre trovare le ragioni della sopravvivenza,
aggrappato all ’infinita inconsapevole consolazione della metamorfosi.
Avviluppante giungla di mangrovie appese al desiderio del cielo, come milioni di ar terie che attraversano
rami in attesa di ri t rovare ispirazione, come fotosensibili foglie perdute in attesa di rigenerazione.
Nell’installazione l’artista sospende un desiderio di elevazione vegetale arroccata in una nuvola orizzontale
ingabbiata in una nebulosa sfuggente al dovere di svilupparsi in un senso ascendente guidata
da una spinta morale verticale.
La struttura vegetale sospesa in orizzontale si concede ad un contro natura, un rizoma dispiegato su
mille direzioni sfuggenti ad un piano prestabilito disponendosi in una genealogia inviluppata in un
campo di vettori inconseguenti, divergenti, una deflagrazione della finalità intrinseca alla natura.
La natura si auto-rivela, si dispiega entro se stessa, diviene insieme ontologia ed epifania di sé come
tautologia della vita. Sciamani e veggenti usavano gli alberi come ponte verso il regno degli spiri t i . L a
natura è una storia che si rivela dentro un destino dinamico di forme auto-poietiche sempre eccedenti
se stesse, già proiettate verso una prossima ulteriore definizione. Impulsi provenienti dall’interno che
non rimangono conchiusi dentro il perimetro autoreferenziale, ma instaurano legami e relazioni tra
forme intrecciate un gioco di continuo auto-trascendimento.
L’artista suggerisce che anche al di sotto della zona della definizione e della chiarezza esistono forme,
misure, rapporti sottoposti a pressione, disposti a improvvise contaminazioni, tra sporgenze ed incav i ,
annidate in curve impossibili, tra inflessioni e scarni tracciati incisi con nervosa disseminazione.
Sottili membrane, anelli concentri ci si fondono tra loro. La bellezza è divenire eccentrico, è coesistenza
di piani, non successione di essenze imperturbabili, ma giustapposizione di verità ossidate dal tempo.
Un eco spirituale nascosto nell’interno delle cose. Ancora scavare mondi dentro mondi, scorticare
apparenze dentro il sarcofago della memoria indelebile ma delicata, come una pellicola tatuata da
segni che annunciano il volatile traspor to delle secrezioni del mondo.
Raccolti nel deposito di ombre della forma, nel ripor to dei segni del mondo, restare soli con il fiuto per
qualcosa di nascosto nell’ombra crudele del sottobosco.
Vittorio Raschetti
www.alessioceruti.com
I nstallazione di Alessio Ceruti
a cura di Felice Terrabuio e Vittorio Raschetti
SABATO 16 FEBBRAIO 2019 - DOMENICA 31 MARZO 2019
"Noi piantiamo gli alberi e gli alberi piantano noi,
poiché apparteniamo l’uno all’altro e dobbiamo esistere insieme"
Joseph Beuys
In diverse narrazioni mitologiche gli uomini venivano mutati in alberi, qui è invece l’albero ad essere
tramutato in persona, in allegoria antropomorfa, in vettore simbolico in grado di tradurre l’umano
rivelando un’anima che si tradisce attraverso silenzi, fruscii, lacrime resinose.
Aerei salici piangenti senza rimpianti, linguaggi a rborescenti risalgono alle radici del significare per
perdersi nell’eterno ri torno di un movimento circolare, di una crescita stanziale inscritta nel destino di
un angolo del mondo.
Ogni albero è un rabdomante alla ricerca delle fonti nascoste nei giacimenti profondi, una macchina
aerobica di produzione di atomi di respiro, spinta da lenti, incessanti, inesorabili processi metabolici.
Mosso da un cieco istinto vitale, che sa comunque sempre trovare le ragioni della sopravvivenza,
aggrappato all ’infinita inconsapevole consolazione della metamorfosi.
Avviluppante giungla di mangrovie appese al desiderio del cielo, come milioni di ar terie che attraversano
rami in attesa di ri t rovare ispirazione, come fotosensibili foglie perdute in attesa di rigenerazione.
Nell’installazione l’artista sospende un desiderio di elevazione vegetale arroccata in una nuvola orizzontale
ingabbiata in una nebulosa sfuggente al dovere di svilupparsi in un senso ascendente guidata
da una spinta morale verticale.
La struttura vegetale sospesa in orizzontale si concede ad un contro natura, un rizoma dispiegato su
mille direzioni sfuggenti ad un piano prestabilito disponendosi in una genealogia inviluppata in un
campo di vettori inconseguenti, divergenti, una deflagrazione della finalità intrinseca alla natura.
La natura si auto-rivela, si dispiega entro se stessa, diviene insieme ontologia ed epifania di sé come
tautologia della vita. Sciamani e veggenti usavano gli alberi come ponte verso il regno degli spiri t i . L a
natura è una storia che si rivela dentro un destino dinamico di forme auto-poietiche sempre eccedenti
se stesse, già proiettate verso una prossima ulteriore definizione. Impulsi provenienti dall’interno che
non rimangono conchiusi dentro il perimetro autoreferenziale, ma instaurano legami e relazioni tra
forme intrecciate un gioco di continuo auto-trascendimento.
L’artista suggerisce che anche al di sotto della zona della definizione e della chiarezza esistono forme,
misure, rapporti sottoposti a pressione, disposti a improvvise contaminazioni, tra sporgenze ed incav i ,
annidate in curve impossibili, tra inflessioni e scarni tracciati incisi con nervosa disseminazione.
Sottili membrane, anelli concentri ci si fondono tra loro. La bellezza è divenire eccentrico, è coesistenza
di piani, non successione di essenze imperturbabili, ma giustapposizione di verità ossidate dal tempo.
Un eco spirituale nascosto nell’interno delle cose. Ancora scavare mondi dentro mondi, scorticare
apparenze dentro il sarcofago della memoria indelebile ma delicata, come una pellicola tatuata da
segni che annunciano il volatile traspor to delle secrezioni del mondo.
Raccolti nel deposito di ombre della forma, nel ripor to dei segni del mondo, restare soli con il fiuto per
qualcosa di nascosto nell’ombra crudele del sottobosco.
Vittorio Raschetti
www.alessioceruti.com
16
febbraio 2019
Alessio Ceruti – Arborescenti, Evanescenti
Dal 16 febbraio al 31 marzo 2019
arte contemporanea
Location
ANIMAMINIMA CONTEMPORANEA
Triuggio, Via Don Luigi Sturzo, (Monza E Brianza)
Triuggio, Via Don Luigi Sturzo, (Monza E Brianza)
Orario di apertura
da lunedì a domenica ore 00.00-24.00
Vernissage
16 Febbraio 2019, ore 18.30
Autore
Curatore