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Alessio Manfredi – Projection
Filo conduttore della produzione sia di piccoli che di grandi volumi, tende a sottolineare l’intensa sfida messa dall’autore nella complessificazione progettuale, così come attenzione viene sicuramente posta nella volontà di controllo ed annullamento dei pesi
Comunicato stampa
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Le opere scultoree e le installazioni presentate dal giovane Manfredi in questa davvero interessante esposizione dal titolo Projection, sono studiate per interfacciarsi con l'ambiente in modo assolutamente non retorico, ma adottando un inconscio linguaggio contemporaneo. Filo conduttore della produzione sia di piccoli che di grandi volumi, tende a sottolineare l'intensa sfida messa dall'autore nella complessificazione progettuale, così come attenzione viene sicuramente posta nella volontà di controllo ed annullamento dei pesi.In una estrema sintesi delle peculiari caratteristiche delle opere del Manfredi, potremmo quindi individuare come tratto distintivo, la stilizzazione simbolica e sintetica delle forme, considerando lo sviluppo armonico e ritmico delle stesse, tese- sembra, a ricercar respiro di bellezza nello spazio occupato, attraverso una dinamica di equilibrio cromatico e formale dei materiali, restituendoci così una scenografia installativa creata come studio sui punti di focalizzazione dei possibili fruitori. In alcuni progetti per opere monumentali, si intrecciano cavi d'acciaio, in altre vengono uniti materiali antichi come il marmo ai più moderni derivati chimici, servendosi di una composizione che per la scultura è unica, originale, problematica. Non a caso riferimenti precisi nella premessa artistica dell'autore, sono da ricondursi alla teoria psicologica della Gestalt (o "Buona Forma"), nonché alla " New look perception", per cui esili, acuminate, instabili geometrie e i disequilibri dei volumi che rifiutano una riconversione opposta nella assenza di un ancoraggio basale, possono a noi evidenziarsi come una rappresentazione efficace dello spaesamento Bauhmiano tipico del nostro vivere. Le linee energiche, marcate, quasi rigide non hanno paura- nelle opere del Manfredi, a dialogare con il vuoto di anime sottili, simboli recuperati nell'incisività stessa della materia, con la sapienza e la capacità di un fare antico, quasi in un gioco degli opposti, nel quale l'esercizio anche fisico dell'arte scultorea classica, riesca più di altre esperienze espressive, a restituirci un idea di Natura / Cultura propria del qui ed ora attuali, in un transfert emozionale e cognitivo, capace di farci dimenticare anche a noi semplici osservatori della sua mostra, di essere fatti di materia volubile poiché ritroveremo uno sguardo, che ci riporterà al dialogo con il Sacro / Naturale e Materico / Spirituale di un dio dell'oggi, capace forse di salvarci nell'artificio di Bellezza
L’EQUILIBRIO DELLA FORMA DISCENDE DAL DESIDERIO.
Per introdurre una breve descrizione critica non esaustiva delle opere del Manfredi presenti in questa mostra dal titolo “ Projection”, ho creduto con vezzo stilistico, di poter agire parole seguendo un modello percettivo proprio della Psicologia della Forma, caro alla premessa artistica dello stesso autore. Una delle prime sensazioni im.Mediate della realtà scultorea, intesa come interazione fra Percezione / Esperienza, che ho avuto nella visione della Sua produzione attuale, è un imprescindibile richiamo alla forma geometrica involontaria, persino nell’arte astratta, quale bisogno di ricondursi istintivamente ad un linguaggio posseduto, lordo di significanze simboliche, comuni forse a tutte le culture e proprio anche di religioni agnostiche.
Una scultura che neghi la rappresentazione figurativa dell’uomo è dunque, in questa fase più adulta del lavoro del Manfredi , segno e Soggetto di una assenza/ presente, quasi a voler indicare quanto oggi l’Uomo sia ciò che non (solo) E’.
Il netto contrasto fra la fisicità e la possenza dei materiali impiegati, ed il tipo di sentimenti che questa scultura vuole suscitare (l’inconsistenza dello scorrere attuale degli avvenimenti, il disequilibrio soggettivo della precarietà degli opposti, il rifiuto di un ancoraggio basale..), mi suggeriscono inoltre una chiave di comprensione data dal rapporto fra il Tempo e Forma del mezzo scultoreo usato, ed il Tempo e Non- Forma dell’Attuale/ Immateriale rappresentato.
La ricerca infinita della Bellezza, porta forse oltre il limite della Figura, per cercare ciò che è sconosciuto nell’Estetica. Per citare Holderlin, la Forma può essere infatti “ Luogo in cui si manifesta il dissidio”.
Forse saremo noi fruitori, ad essere quindi chiamati con ciò che la mostra Projection ci suggerirà, a riconoscere il vero “ Soggetto” artistico , poiché spesso “ l’eccesso di visibilità porta all’invisibile”; il limite o “ Limen” , andrà quindi cercato dentro la cosa stessa, quale soglia o transito di questo spazio di mutamento e di precarietà che può essere detto “ modernità”, spingendosi dentro alle opere dell’Autore come a ciò che ancora non riusciamo a cogliere diversamente dallo spazio di visione in cui siamo soliti immergerci, e che lui forse per pochi attimi, possiede in anticipo e ci restituisce.
Francesca Valeria Sommovigo.
L’EQUILIBRIO DELLA FORMA DISCENDE DAL DESIDERIO.
Per introdurre una breve descrizione critica non esaustiva delle opere del Manfredi presenti in questa mostra dal titolo “ Projection”, ho creduto con vezzo stilistico, di poter agire parole seguendo un modello percettivo proprio della Psicologia della Forma, caro alla premessa artistica dello stesso autore. Una delle prime sensazioni im.Mediate della realtà scultorea, intesa come interazione fra Percezione / Esperienza, che ho avuto nella visione della Sua produzione attuale, è un imprescindibile richiamo alla forma geometrica involontaria, persino nell’arte astratta, quale bisogno di ricondursi istintivamente ad un linguaggio posseduto, lordo di significanze simboliche, comuni forse a tutte le culture e proprio anche di religioni agnostiche.
Una scultura che neghi la rappresentazione figurativa dell’uomo è dunque, in questa fase più adulta del lavoro del Manfredi , segno e Soggetto di una assenza/ presente, quasi a voler indicare quanto oggi l’Uomo sia ciò che non (solo) E’.
Il netto contrasto fra la fisicità e la possenza dei materiali impiegati, ed il tipo di sentimenti che questa scultura vuole suscitare (l’inconsistenza dello scorrere attuale degli avvenimenti, il disequilibrio soggettivo della precarietà degli opposti, il rifiuto di un ancoraggio basale..), mi suggeriscono inoltre una chiave di comprensione data dal rapporto fra il Tempo e Forma del mezzo scultoreo usato, ed il Tempo e Non- Forma dell’Attuale/ Immateriale rappresentato.
La ricerca infinita della Bellezza, porta forse oltre il limite della Figura, per cercare ciò che è sconosciuto nell’Estetica. Per citare Holderlin, la Forma può essere infatti “ Luogo in cui si manifesta il dissidio”.
Forse saremo noi fruitori, ad essere quindi chiamati con ciò che la mostra Projection ci suggerirà, a riconoscere il vero “ Soggetto” artistico , poiché spesso “ l’eccesso di visibilità porta all’invisibile”; il limite o “ Limen” , andrà quindi cercato dentro la cosa stessa, quale soglia o transito di questo spazio di mutamento e di precarietà che può essere detto “ modernità”, spingendosi dentro alle opere dell’Autore come a ciò che ancora non riusciamo a cogliere diversamente dallo spazio di visione in cui siamo soliti immergerci, e che lui forse per pochi attimi, possiede in anticipo e ci restituisce.
Francesca Valeria Sommovigo.
20
dicembre 2008
Alessio Manfredi – Projection
Dal 20 dicembre 2008 al 10 gennaio 2009
arte contemporanea
Location
CENTRO CULTURALE ALLENDE
La Spezia, Viale Giuseppe Mazzini, (La Spezia)
La Spezia, Viale Giuseppe Mazzini, (La Spezia)
Orario di apertura
da lunedì a venerdi 9-12 e 15-18.30
Vernissage
20 Dicembre 2008, ore 17.30
Autore
Curatore