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Alessio Rota – Stop-motion
La ricerca dell’artista nasce dall’osservare la città contemporanea. Ad essere rappresentate sono visioni urbane come le periferie, zone anonime ma allo stesso tempo Full of life, richiamando alla memoria John Fante. Una vita di strada che si alimenta di continuo disordine.
Comunicato stampa
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La Galleria “Paolo Erbetta Arte Contemporanea” è lieta di presentare, giovedì 21 aprile 2011, Stop-motion personale di Alessio Rota (Giulianova, 1982) a cura di Antonella Palladino.
La ricerca dell'artista nasce dall'osservare la città contemporanea. Ad essere rappresentate sono visioni urbane come le periferie, zone anonime ma allo stesso tempo Full of life, richiamando alla memoria John Fante. Una vita di strada che si alimenta di continuo disordine.
Nelle tele appaiono visioni frantumate, percepite, assimilate e poi ricomposte dalla mente di un artista viaggiatore, per il quale è impossibile restare immobili. Ne viene fuori un paesaggio urbano fatto di antenne e palazzi, insegne, treni, cartelloni pubblicitari, locali, bettole…
Un paesaggio che passa attraverso un punto di vista narrativo, ma mai lineare, perché frammentato e riproducibile attraverso le tecnologie dell'informazione in spazi altri e simultanei.
Il titolo Stop-motion è un chiaro riferimento alla tecnica di ripresa fondata sull'accostamento di fotogrammi - tranches de vie tutti diversi, mettendo insieme spazi e tempi non contigui.
Un concetto simile ritorna ne La conquista del tempo a cura di Derrick de Kerkhove : “il montaggio cinematografico si prende gioco della rappresentazione incatenando i punti di vista esplosi da una percezione ubiquitaria del mondo.”
Le tele realizzate per la mostra rappresentano scenari urbani di una città globale resa tale dal potere diffuso dell'informazione. Non è raro trovare riferimenti espliciti ai fatti di cronaca, o notare il passaggio diretto di parti di vita all'interno di schermi televisivi. Il tempo e lo spazio vengono riconfigurati annullando qualsiasi concezione consequenziale ed ordinata. I luoghi entrano nel virtuale della società multischermo e restano come sospesi.
La tecnica rappresentativa alterna parti narrative (motion) in cui è prevalente l'uso del gessetto a campiture astratte (stop), in un alternarsi di pieno e vuoto. La terra è piena e lo spazio del sapere, ormai disconnesso dal territorio, è vuoto.
Un linguaggio pittorico personale adatto a rendere la condizione di sospensione dell'uomo contemporaneo.
“L'esistenza veramente umana - come il vero incontro tra gli uomini - nasce, si perpetua e trova la propria unità nell'elemento del pensiero. È sospesa nel vuoto” Pierre Lévy.
Infine tele, in bianco e nero, tutte di diverso formato, rappresentano la condizione dell'attesa. L'attenzione si concentra sui dettagli, sulle singole scene spesso tratte dai fatti di cronaca. Ad essere messa in discussione è la direzionalità del tempo nello spazio urbano contemporaneo.
Tra le mostre passate si ricorda la personale nel 2009 presso la Galleria Warehouse Contemporary Art di Teramo.
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The Gallery “Paolo Erbetta Arte Contemporanea” is pleased to present on 21st April 2011 Alessio Rota's (Giulianova, Italy, 1982) one-man show entitled Stop-motion curated by Antonella Palladino.
The artist's research comes from observing the contemporary city. Urban visions, such as suburbs and anonymous areas that are at the same time Full of Life, are represented. These recall to mind John Fante. A street life that feeds itself with continuous disorder.
Visions appear on the canvas which are broken up into small pieces, perceived, assimilated and than recomposed by the mind of a traveller artist for whom it is impossible to stay stationary. It results in urban scenery made of aerials and blocks of flats, signs, trains, placards, premises, taverns…
A scenery that permeates throughout a narrative point of view but never linear because it is broken into small pieces and that are reproducible with information technologies in different and simultaneous spaces…
The title Stop-motion is a clear reference to the filming technique based on the photogram matching tranches de vie all different, joining non-contiguous spaces and times.
A similar concept comes back in The conquest of time curated by Derrick de Kerkhove: “These montages make fun of the representation chaining points of view exploded from an Ubiquitarian perception of the world”.
The canvases produced for the exhibition represent urban sceneries of a global city made so by the direct diffused power of information. It is not rare to find explicit references of news items, or to notice the direct scenery of parts of life inside television screens. Time and space become re-configured annulling any consequential and ordered conception. Places enter into the virtual of multi-screen society and stay as if suspended.
The representative technique alternates narrative parts (motion), in which the use of chalk in abstract background painting (stop) prevails, with an alternation of fullness and emptiness. The land is full and the knowledge space, by now disconnected from the territory, is empty.
A personal pictorial language suitable of creating the suspended condition of contemporary man.
“Real human existence _ like the real encounter between men _ sees the light, is perpetuated and finds its own unity in the element of thought. It is suspended in emptiness”. (by Pierre Lévy).
Finally, black and white canvases, all of different format, represent the condition of waiting. Attention is concentrated on details, on single scenes that are often drawn from news items. To be questioned is the directionality of time on the contemporary urban space.
Among the last exhibitions we remember the one-man exhibition in 2009 at the Warehouse Contemporary Art Gallery in Teramo.
La ricerca dell'artista nasce dall'osservare la città contemporanea. Ad essere rappresentate sono visioni urbane come le periferie, zone anonime ma allo stesso tempo Full of life, richiamando alla memoria John Fante. Una vita di strada che si alimenta di continuo disordine.
Nelle tele appaiono visioni frantumate, percepite, assimilate e poi ricomposte dalla mente di un artista viaggiatore, per il quale è impossibile restare immobili. Ne viene fuori un paesaggio urbano fatto di antenne e palazzi, insegne, treni, cartelloni pubblicitari, locali, bettole…
Un paesaggio che passa attraverso un punto di vista narrativo, ma mai lineare, perché frammentato e riproducibile attraverso le tecnologie dell'informazione in spazi altri e simultanei.
Il titolo Stop-motion è un chiaro riferimento alla tecnica di ripresa fondata sull'accostamento di fotogrammi - tranches de vie tutti diversi, mettendo insieme spazi e tempi non contigui.
Un concetto simile ritorna ne La conquista del tempo a cura di Derrick de Kerkhove : “il montaggio cinematografico si prende gioco della rappresentazione incatenando i punti di vista esplosi da una percezione ubiquitaria del mondo.”
Le tele realizzate per la mostra rappresentano scenari urbani di una città globale resa tale dal potere diffuso dell'informazione. Non è raro trovare riferimenti espliciti ai fatti di cronaca, o notare il passaggio diretto di parti di vita all'interno di schermi televisivi. Il tempo e lo spazio vengono riconfigurati annullando qualsiasi concezione consequenziale ed ordinata. I luoghi entrano nel virtuale della società multischermo e restano come sospesi.
La tecnica rappresentativa alterna parti narrative (motion) in cui è prevalente l'uso del gessetto a campiture astratte (stop), in un alternarsi di pieno e vuoto. La terra è piena e lo spazio del sapere, ormai disconnesso dal territorio, è vuoto.
Un linguaggio pittorico personale adatto a rendere la condizione di sospensione dell'uomo contemporaneo.
“L'esistenza veramente umana - come il vero incontro tra gli uomini - nasce, si perpetua e trova la propria unità nell'elemento del pensiero. È sospesa nel vuoto” Pierre Lévy.
Infine tele, in bianco e nero, tutte di diverso formato, rappresentano la condizione dell'attesa. L'attenzione si concentra sui dettagli, sulle singole scene spesso tratte dai fatti di cronaca. Ad essere messa in discussione è la direzionalità del tempo nello spazio urbano contemporaneo.
Tra le mostre passate si ricorda la personale nel 2009 presso la Galleria Warehouse Contemporary Art di Teramo.
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The Gallery “Paolo Erbetta Arte Contemporanea” is pleased to present on 21st April 2011 Alessio Rota's (Giulianova, Italy, 1982) one-man show entitled Stop-motion curated by Antonella Palladino.
The artist's research comes from observing the contemporary city. Urban visions, such as suburbs and anonymous areas that are at the same time Full of Life, are represented. These recall to mind John Fante. A street life that feeds itself with continuous disorder.
Visions appear on the canvas which are broken up into small pieces, perceived, assimilated and than recomposed by the mind of a traveller artist for whom it is impossible to stay stationary. It results in urban scenery made of aerials and blocks of flats, signs, trains, placards, premises, taverns…
A scenery that permeates throughout a narrative point of view but never linear because it is broken into small pieces and that are reproducible with information technologies in different and simultaneous spaces…
The title Stop-motion is a clear reference to the filming technique based on the photogram matching tranches de vie all different, joining non-contiguous spaces and times.
A similar concept comes back in The conquest of time curated by Derrick de Kerkhove: “These montages make fun of the representation chaining points of view exploded from an Ubiquitarian perception of the world”.
The canvases produced for the exhibition represent urban sceneries of a global city made so by the direct diffused power of information. It is not rare to find explicit references of news items, or to notice the direct scenery of parts of life inside television screens. Time and space become re-configured annulling any consequential and ordered conception. Places enter into the virtual of multi-screen society and stay as if suspended.
The representative technique alternates narrative parts (motion), in which the use of chalk in abstract background painting (stop) prevails, with an alternation of fullness and emptiness. The land is full and the knowledge space, by now disconnected from the territory, is empty.
A personal pictorial language suitable of creating the suspended condition of contemporary man.
“Real human existence _ like the real encounter between men _ sees the light, is perpetuated and finds its own unity in the element of thought. It is suspended in emptiness”. (by Pierre Lévy).
Finally, black and white canvases, all of different format, represent the condition of waiting. Attention is concentrated on details, on single scenes that are often drawn from news items. To be questioned is the directionality of time on the contemporary urban space.
Among the last exhibitions we remember the one-man exhibition in 2009 at the Warehouse Contemporary Art Gallery in Teramo.
21
aprile 2011
Alessio Rota – Stop-motion
Dal 21 aprile al 30 giugno 2011
arte contemporanea
Location
PAOLO ERBETTA ARTE CONTEMPORANEA
Foggia, Via Iv Novembre, 2, (Foggia)
Foggia, Via Iv Novembre, 2, (Foggia)
Orario di apertura
Lunedì - Sabato 11,00 - 13,00 / 17,00 - 20,30. Merc. e Giov. su appuntamento | Mon - Sat 11am - 1pm; 5pm - 8:30pm. Wed and Thu by appointment
Vernissage
21 Aprile 2011, dalle 18,30 alle 21,30 | Thursday 21st, from 6:30 to 9:30 pm
Autore
Curatore