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Alexander Hahn – Luminous Point
Il linguaggio digitale di Alexander Hahn esprime lucidamente, nel panorama internazionale dell’estetica contemporanea, il punto di sutura tra la ricerca artistica e quella scientifica.
Comunicato stampa
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Genova. Venerdi' 24 ottobre, ore 16.30, la vernice della mostra Luminous Point dello svizzero Alexander Hahn, presso il Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce, a cura del Consolato generale di Svizzera, della Fondazione Svizzera per la Cultura Pro Helvetia insieme alla Fondazione Bogliasco.
Il linguaggio digitale di Alexander Hahn esprime lucidamente, nel panorama internazionale dell'estetica contemporanea, il punto di sutura tra la ricerca artistica e quella scientifica, azzardando, attraverso spaesamenti temporali e spaziali, ipotesi, apparentemente fantascientifiche, che al contrario non cessano di innervare i loro terminali nel tessuto della mente, della psiche e del sistema neuronale dell'uomo, estendendone le capacità cognitive e avviando un processo di trasformazione e di reazione del corpo stesso, come non ha mancato di anticipare il massmediologo Derrick De Kerckhove.
Elaboratore attivo di dati e immagini, che l'ubiquità spaziale e temporale delle Reti gli propone senza soluzione di continuità, Hahn raccoglie la sfida di confrontare i termini di rappresentazione oggettiva del reale con quelli di una rappresentazione suggestiva del virtuale. Ibridando radicalmente paesaggi, figure, eventi, colti in tempo reale, con immagini, suoni, film, estratti dal flusso dei silenziosi canali elettronici, Hahn perviene paradossalmente alla creazione di un linguaggio di pura innovazione estetica, linguistica ed epistemologica.
Se i percorsi dello sguardo, la saturazione dei colori, l'individuazione dei punti luce, nelle sue simulazioni 3D, rinviano concettualmente a quelli dei dipinti di Jan Vermeer (Delft 1632-1675) e di Caspar David Friedrich (Greifswald 1774 - Dresda 1840), gli effetti di suspense sia sonora che visiva non possono non rinviare, per certi versi, a registi come Alfred Hitchcock, Stanley Kubrick, Ridley Scott. L'installazione interattiva Luminous Point (2006), selezionata dalla Fondazione Bogliasco in collaborazione con la Confederazione Svizzera - Consolato generale di Svizzera a Genova e con la Pro Helvetia - Fondazione svizzera per la Cultura, programmata nell'ambito del Festival della Scienza 2008 e ospitata, da Sandra Solimano, negli spazi del Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce, riflette ampiamente, insieme a una sequenza di stampe digitali, questa sua modalità di creazione ed espressione.
La sfida percettiva verso lo spettatore comincia già a partire dalle prescrizioni impartite professionalmente dall'artista sulle dimensioni ottimali dello schermo (4 metri x 3) e della sala (6 m x 4 x 3) in cui avrà luogo la proiezione virtuale, pur sapendo che Luminous Point, l'avvolgente tour all'interno dell'appartamento di Hahn in Ludlow Street a New York, e' pura simulazione, accadendo nello spazio immateriale e interattivo di un computer, scorrendo lungo filamenti di interconnessione digitale. Questo e' sufficiente per dire che quel luogo non esiste? Certamente no.
Esiste l'appartamento reale come ne esiste la simulazione virtuale: si tratta di due diverse realtà che si interfacciano, con l'esito che si puo' percepire, come minimo a livello visivo e sonoro. A partire da uno spioncino, in una porta chiusa, si inizia la perlustrazione interattiva, invitati ad entrare in casa per scoprire, tramite un telecomando virtuale, non senza meraviglia, soffitti affrescati, architetture firmate, arredi d'epoca, ma, all'improvviso, anche un lavandino bianco infestato da mosche, un ventilatore immobile, tra crepiti'i, scricchioli'i, rumori sinistri di una porta che si chiude, di un interruttore che accende la luce, di un giornale sfogliato durante un viaggio in aeroplano. Presenze incongrue come tracce organiche di animali o insetti avvisano che i virus della vita reale hanno già fatto razza con i virus, non meno insidiosi, del mondo digitale.
Lo spazio si apre e si avvolge a spirale intorno al visitatore, mentre un punto luce lo guida lungo le scale, tra corridoi labirintici, all'interno di una pupilla senza fondo che introduce a una serra con piante verdi. Di soglia in soglia, accompagnati verso l'altrove dalla presenza aerodinamica dello storico dirigibile Hindenburg (della Zeppelin), precipitato nella catastrofe di Lake Hurst del 1937, di colore azzurro, negli interni, argentato, in volo su aree metropolitane, infine bruno e fiammeggiante (come un grande sigaro che, incendiatosi, esplode) si arriva, attraverso diaframmi di un possibile obiettivo fotografico, all'aperto: su una terrazza la pioggia, il vento, i tuoni, trasmettono sensazioni fisiche, mentre, all'interno, le pareti viola, l'imbottitura verde smeraldo di una sedia, un fascio di luce che investe l'occhio dell'artista, riportano alla condizione ipnagogica di un film transizionale.
L'artista svizzero e' consapevole che, se da una parte i mezzi di comunicazione elettronica possono alterare la percezione della realtà, dall'altra, operando su un versante tanto tecnologicamente raffinato da sfiorare la sfera del magico e dell'onirico, possono restituire allo sguardo anestetizzato della massa, che resta una grande consumatrice passiva della Società dello spettacolo, nuove potenzialità di lettura critica, creativa, comunicativa, percettiva, alimentando visioni, costellazioni di senso, scenari, provocazioni, fortemente impressivi sull'immaginario collettivo profondo. Risvegliando dal loro sonno virtuale, sia digitale che analogico, metafore, simboli, archetipi, scenari ordinari e straordinari, Alexander Hahn fa interagire, anche a livello subliminale, le sfere della natura e dell'artificio al punto da creare un'unica realtà, in grado di stimolare e alimentare simultaneamente i versanti dell'arte, del pensiero, della fisica, della chimica, della robotica, della coscienza artificiale, della psicologia, della poesia e, non ultimo, del gioco.
Viana Conti
Il linguaggio digitale di Alexander Hahn esprime lucidamente, nel panorama internazionale dell'estetica contemporanea, il punto di sutura tra la ricerca artistica e quella scientifica, azzardando, attraverso spaesamenti temporali e spaziali, ipotesi, apparentemente fantascientifiche, che al contrario non cessano di innervare i loro terminali nel tessuto della mente, della psiche e del sistema neuronale dell'uomo, estendendone le capacità cognitive e avviando un processo di trasformazione e di reazione del corpo stesso, come non ha mancato di anticipare il massmediologo Derrick De Kerckhove.
Elaboratore attivo di dati e immagini, che l'ubiquità spaziale e temporale delle Reti gli propone senza soluzione di continuità, Hahn raccoglie la sfida di confrontare i termini di rappresentazione oggettiva del reale con quelli di una rappresentazione suggestiva del virtuale. Ibridando radicalmente paesaggi, figure, eventi, colti in tempo reale, con immagini, suoni, film, estratti dal flusso dei silenziosi canali elettronici, Hahn perviene paradossalmente alla creazione di un linguaggio di pura innovazione estetica, linguistica ed epistemologica.
Se i percorsi dello sguardo, la saturazione dei colori, l'individuazione dei punti luce, nelle sue simulazioni 3D, rinviano concettualmente a quelli dei dipinti di Jan Vermeer (Delft 1632-1675) e di Caspar David Friedrich (Greifswald 1774 - Dresda 1840), gli effetti di suspense sia sonora che visiva non possono non rinviare, per certi versi, a registi come Alfred Hitchcock, Stanley Kubrick, Ridley Scott. L'installazione interattiva Luminous Point (2006), selezionata dalla Fondazione Bogliasco in collaborazione con la Confederazione Svizzera - Consolato generale di Svizzera a Genova e con la Pro Helvetia - Fondazione svizzera per la Cultura, programmata nell'ambito del Festival della Scienza 2008 e ospitata, da Sandra Solimano, negli spazi del Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce, riflette ampiamente, insieme a una sequenza di stampe digitali, questa sua modalità di creazione ed espressione.
La sfida percettiva verso lo spettatore comincia già a partire dalle prescrizioni impartite professionalmente dall'artista sulle dimensioni ottimali dello schermo (4 metri x 3) e della sala (6 m x 4 x 3) in cui avrà luogo la proiezione virtuale, pur sapendo che Luminous Point, l'avvolgente tour all'interno dell'appartamento di Hahn in Ludlow Street a New York, e' pura simulazione, accadendo nello spazio immateriale e interattivo di un computer, scorrendo lungo filamenti di interconnessione digitale. Questo e' sufficiente per dire che quel luogo non esiste? Certamente no.
Esiste l'appartamento reale come ne esiste la simulazione virtuale: si tratta di due diverse realtà che si interfacciano, con l'esito che si puo' percepire, come minimo a livello visivo e sonoro. A partire da uno spioncino, in una porta chiusa, si inizia la perlustrazione interattiva, invitati ad entrare in casa per scoprire, tramite un telecomando virtuale, non senza meraviglia, soffitti affrescati, architetture firmate, arredi d'epoca, ma, all'improvviso, anche un lavandino bianco infestato da mosche, un ventilatore immobile, tra crepiti'i, scricchioli'i, rumori sinistri di una porta che si chiude, di un interruttore che accende la luce, di un giornale sfogliato durante un viaggio in aeroplano. Presenze incongrue come tracce organiche di animali o insetti avvisano che i virus della vita reale hanno già fatto razza con i virus, non meno insidiosi, del mondo digitale.
Lo spazio si apre e si avvolge a spirale intorno al visitatore, mentre un punto luce lo guida lungo le scale, tra corridoi labirintici, all'interno di una pupilla senza fondo che introduce a una serra con piante verdi. Di soglia in soglia, accompagnati verso l'altrove dalla presenza aerodinamica dello storico dirigibile Hindenburg (della Zeppelin), precipitato nella catastrofe di Lake Hurst del 1937, di colore azzurro, negli interni, argentato, in volo su aree metropolitane, infine bruno e fiammeggiante (come un grande sigaro che, incendiatosi, esplode) si arriva, attraverso diaframmi di un possibile obiettivo fotografico, all'aperto: su una terrazza la pioggia, il vento, i tuoni, trasmettono sensazioni fisiche, mentre, all'interno, le pareti viola, l'imbottitura verde smeraldo di una sedia, un fascio di luce che investe l'occhio dell'artista, riportano alla condizione ipnagogica di un film transizionale.
L'artista svizzero e' consapevole che, se da una parte i mezzi di comunicazione elettronica possono alterare la percezione della realtà, dall'altra, operando su un versante tanto tecnologicamente raffinato da sfiorare la sfera del magico e dell'onirico, possono restituire allo sguardo anestetizzato della massa, che resta una grande consumatrice passiva della Società dello spettacolo, nuove potenzialità di lettura critica, creativa, comunicativa, percettiva, alimentando visioni, costellazioni di senso, scenari, provocazioni, fortemente impressivi sull'immaginario collettivo profondo. Risvegliando dal loro sonno virtuale, sia digitale che analogico, metafore, simboli, archetipi, scenari ordinari e straordinari, Alexander Hahn fa interagire, anche a livello subliminale, le sfere della natura e dell'artificio al punto da creare un'unica realtà, in grado di stimolare e alimentare simultaneamente i versanti dell'arte, del pensiero, della fisica, della chimica, della robotica, della coscienza artificiale, della psicologia, della poesia e, non ultimo, del gioco.
Viana Conti
24
ottobre 2008
Alexander Hahn – Luminous Point
Dal 24 ottobre al 04 novembre 2008
arte contemporanea
Location
MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA VILLA CROCE
Genova, Via Jacopo Ruffini, 3, (Genova)
Genova, Via Jacopo Ruffini, 3, (Genova)
Vernissage
24 Ottobre 2008, ore 16,30
Autore
Curatore