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Alfabeto Fotografico Romano – Collezioni e archivi fotografici di Istituzioni culturali in Roma
300 opere scelte tra milioni di immagini conservate da 30 archivi fotografici romani: i segni della cronaca, dei danni bellici e delle difese approntate per i beni culturali, del potere romano, della bellezza, della vita quotidiana, dagli anni quaranta del XIX secolo fino ai primi anni del XXI.
Comunicato stampa
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Trenta archivi fotografici con sede in Roma propongono la mostra Alfabeto Fotografico Romano, curata e organizzata dall’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione e l’Istituto centrale per la grafica (Ministero dei beni e delle attività culturali).
I curatori, Maria Francesca Bonetti e Clemente Marsicola, hanno selezionato temi e immagini insieme ai responsabili delle principali collezioni fotografiche romane conservate presso Soprintendenze, Musei, Biblioteche e Archivi del Mibact, accademie e istituti sia italiani che stranieri, Museo di Roma, MAXXI e Musei Vaticani.
Oltre 300 le fotografie esposte, tra immagini storiche e opere di autori contemporanei.
È attraverso un percorso unitario e integrato di immagini provenienti dalle varie raccolte che la mostra evidenzia la storia della fotografia a Roma, della sua produzione e della sua divulgazione in ambito istituzionale. Dai pionieri, che ripresero e distribuirono in tutta Europa immagini di Roma e delle numerose opere d'arte nelle sue principali collezioni museali, quali furono Eugène Constant, James Anderson, Adolphe Braun, Giorgio Sommer e John Henry Parker - l'archeologo inglese che tra 1864 e 1877 fu tra i primi a commissionare campagne fotografiche relative agli scavi e alle antichità romane -, a Giovanni Gargiolli, che aprì il XX secolo come direttore di un promettente Gabinetto Fotografico Nazionale. A seguire molti altri, tra cui viaggiatori ed esploratori, professionisti del ritratto, fotografi di scena, amatori e fotoreporter, fino ai grandi fotografi contemporanei, quali Luigi Ghirri, Guido Guidi, Elisabetta Catalano, Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Olivo Barbieri, Letizia Battaglia, Claudio Abate, Giorgia Fiorio e Paolo Ventura.
L'ampia selezione è frutto di un lavoro di introspezione all'interno degli archivi, tra milioni di immagini che documentano e rievocano i segni della cronaca, dei danni bellici e delle difese approntate per i beni culturali, del potere romano, della bellezza e della vita quotidiana, lungo un arco temporale che va dagli anni quaranta del XIX secolo, fino ai primi anni del XXI.
Un progetto di ricerca e di valorizzazione del patrimonio fotografico che si è posto l’obiettivo di individuare alcuni dei documenti più significativi per la storia dei fondi fotografici ed alcuni dei fili che più sottilmente legano le storie delle istituzioni.
Così si snoda l’Alfabeto fotografico romano, intorno a 21 temi, uno per ogni lettera del nostro alfabeto: Acque, Bellezza, Cronaca, Danni, Esplorazioni, Feste, Giochi, Habitat, Incontri, Lavoro Mostre, Nudo, Oltremare, Potere, Quotidianità, Radici, Spettacoli, Trasporti, Urbanistica, Viaggi, Zibaldone.
Le parole prescelte non definiscono né categorie né generi fotografici; sono piuttosto evocative e motivo di suggestione per riportare in evidenza storie, fatti, oggetti, opere, autori, personalità, relazioni, spesso sconosciuti e inesplorati, ancora più spesso imprevedibili o inimmaginabili nei contesti in cui, tuttavia, ne è rimasta a volte traccia.
La mostra si inserisce nel percorso promosso da qualche anno dai due Istituti centrali con varie iniziative mirate alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio fotografico nazionale e si colloca in un momento cruciale, per l’istituzione di una “Cabina di regia” dedicata alla fotografia voluta dal Ministro Franceschini.
Un'opportunità senza precedenti per la fotografia che ha da sempre faticato a trovare i giusti spazi e le risorse necessarie per una sua efficace valorizzazione e promozione.
L’Alfabeto Fotografico Romano si propone così come una sorta di “archivio fotografico unitario”, per riunire, almeno a livello virtuale, i vari fondi conservati nelle rispettive realtà istituzionali, per tracciare una mappa di orientamento e offrire un contributo alla loro conoscenza.
Oltre ad illustrare le tipologie dei fondi/collezioni, le caratteristiche dei materiali conservati e notizie su consistenza, catalogazione, ordinamento e consultazione, le schede aprono una finestra sul mondo nascosto degli archivi. Raccontano la storia della loro nascita e formazione, svelando realtà lontane e accattivanti: riscopriamo Adolfo Venturi e le foto riposte al termine delle sue lezioni, alla fine dell’ottocento, tutte fotografie di grande formato necessarie per le sue dissertazioni universitarie; o gli esploratori del secolo scorso di ritorno dall’Oriente donare i loro album di viaggio alla Società Geografica italiana; o ancora il formarsi intorno alla figura di Palma Bucarelli di una delle prime collezioni di arte moderna e contemporanea del secondo Dopoguerra.
Il catalogo che accompagna la mostra, edito da ICCD, è riccamente illustrato da oltre 220 tavole con le immagini delle fotografie in mostra e presenta le schede scientifiche di tutte le opere – firmate dai responsabili degli archivi e da loro collaboratori – nelle quali sono riassunti i contenuti storiografici essenziali delle serie e dei contesti di provenienza. A completamento del volume, strumento essenziale per la lettura e la comprensione dell’intero progetto, sono incluse le schede dei diversi archivi partecipanti, una sorta di guida al mondo degli Archivi fotografici romani, con informazioni generali utili all’accesso e alla fruizione.
www.iccd.beniculturali.it
I curatori, Maria Francesca Bonetti e Clemente Marsicola, hanno selezionato temi e immagini insieme ai responsabili delle principali collezioni fotografiche romane conservate presso Soprintendenze, Musei, Biblioteche e Archivi del Mibact, accademie e istituti sia italiani che stranieri, Museo di Roma, MAXXI e Musei Vaticani.
Oltre 300 le fotografie esposte, tra immagini storiche e opere di autori contemporanei.
È attraverso un percorso unitario e integrato di immagini provenienti dalle varie raccolte che la mostra evidenzia la storia della fotografia a Roma, della sua produzione e della sua divulgazione in ambito istituzionale. Dai pionieri, che ripresero e distribuirono in tutta Europa immagini di Roma e delle numerose opere d'arte nelle sue principali collezioni museali, quali furono Eugène Constant, James Anderson, Adolphe Braun, Giorgio Sommer e John Henry Parker - l'archeologo inglese che tra 1864 e 1877 fu tra i primi a commissionare campagne fotografiche relative agli scavi e alle antichità romane -, a Giovanni Gargiolli, che aprì il XX secolo come direttore di un promettente Gabinetto Fotografico Nazionale. A seguire molti altri, tra cui viaggiatori ed esploratori, professionisti del ritratto, fotografi di scena, amatori e fotoreporter, fino ai grandi fotografi contemporanei, quali Luigi Ghirri, Guido Guidi, Elisabetta Catalano, Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Olivo Barbieri, Letizia Battaglia, Claudio Abate, Giorgia Fiorio e Paolo Ventura.
L'ampia selezione è frutto di un lavoro di introspezione all'interno degli archivi, tra milioni di immagini che documentano e rievocano i segni della cronaca, dei danni bellici e delle difese approntate per i beni culturali, del potere romano, della bellezza e della vita quotidiana, lungo un arco temporale che va dagli anni quaranta del XIX secolo, fino ai primi anni del XXI.
Un progetto di ricerca e di valorizzazione del patrimonio fotografico che si è posto l’obiettivo di individuare alcuni dei documenti più significativi per la storia dei fondi fotografici ed alcuni dei fili che più sottilmente legano le storie delle istituzioni.
Così si snoda l’Alfabeto fotografico romano, intorno a 21 temi, uno per ogni lettera del nostro alfabeto: Acque, Bellezza, Cronaca, Danni, Esplorazioni, Feste, Giochi, Habitat, Incontri, Lavoro Mostre, Nudo, Oltremare, Potere, Quotidianità, Radici, Spettacoli, Trasporti, Urbanistica, Viaggi, Zibaldone.
Le parole prescelte non definiscono né categorie né generi fotografici; sono piuttosto evocative e motivo di suggestione per riportare in evidenza storie, fatti, oggetti, opere, autori, personalità, relazioni, spesso sconosciuti e inesplorati, ancora più spesso imprevedibili o inimmaginabili nei contesti in cui, tuttavia, ne è rimasta a volte traccia.
La mostra si inserisce nel percorso promosso da qualche anno dai due Istituti centrali con varie iniziative mirate alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio fotografico nazionale e si colloca in un momento cruciale, per l’istituzione di una “Cabina di regia” dedicata alla fotografia voluta dal Ministro Franceschini.
Un'opportunità senza precedenti per la fotografia che ha da sempre faticato a trovare i giusti spazi e le risorse necessarie per una sua efficace valorizzazione e promozione.
L’Alfabeto Fotografico Romano si propone così come una sorta di “archivio fotografico unitario”, per riunire, almeno a livello virtuale, i vari fondi conservati nelle rispettive realtà istituzionali, per tracciare una mappa di orientamento e offrire un contributo alla loro conoscenza.
Oltre ad illustrare le tipologie dei fondi/collezioni, le caratteristiche dei materiali conservati e notizie su consistenza, catalogazione, ordinamento e consultazione, le schede aprono una finestra sul mondo nascosto degli archivi. Raccontano la storia della loro nascita e formazione, svelando realtà lontane e accattivanti: riscopriamo Adolfo Venturi e le foto riposte al termine delle sue lezioni, alla fine dell’ottocento, tutte fotografie di grande formato necessarie per le sue dissertazioni universitarie; o gli esploratori del secolo scorso di ritorno dall’Oriente donare i loro album di viaggio alla Società Geografica italiana; o ancora il formarsi intorno alla figura di Palma Bucarelli di una delle prime collezioni di arte moderna e contemporanea del secondo Dopoguerra.
Il catalogo che accompagna la mostra, edito da ICCD, è riccamente illustrato da oltre 220 tavole con le immagini delle fotografie in mostra e presenta le schede scientifiche di tutte le opere – firmate dai responsabili degli archivi e da loro collaboratori – nelle quali sono riassunti i contenuti storiografici essenziali delle serie e dei contesti di provenienza. A completamento del volume, strumento essenziale per la lettura e la comprensione dell’intero progetto, sono incluse le schede dei diversi archivi partecipanti, una sorta di guida al mondo degli Archivi fotografici romani, con informazioni generali utili all’accesso e alla fruizione.
www.iccd.beniculturali.it
16
maggio 2017
Alfabeto Fotografico Romano – Collezioni e archivi fotografici di Istituzioni culturali in Roma
Dal 16 maggio al 02 luglio 2017
fotografia
Location
ICCD – ISTITUTO CENTRALE PER IL CATALOGO E LA DOCUMENTAZIONE
Roma, Via Di San Michele, 18, (Roma)
Roma, Via Di San Michele, 18, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a domenica, ore 14.00-19.00
Vernissage
16 Maggio 2017, ore 16,30
Curatore