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Alfio Giurato – Il Nuovo Stato
Comunicato stampa
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Ripartire dall’umanità.
Ripartire dalla pittura.
Ripartire da uno schieramento che è la consapevolezza del popolo verticale e la coscienza degli sguardi orizzontali.
Vibra in silenzio il corteo di quanti scelgono l’azione e mai la rassegnazione, in bilico morale tra i verticalismi sociali del rito collettivo e la linea orizzontale degli occhi coraggiosi.
Romberg conferma il suo rapporto privilegiato con la pittura italiana, in particolare con le centralità di un corpo narrativo, geneticamente fluido secondo i codici del presente, sfaccettato per mostrare le nostre fratture emotive. Alfio Giurato sceglie la via di un dipingere ibrido, in bilico tra materia ed evanescenza, compattezza e spaccatura, nitore e caos. Pittura metabolica, traccia istantanea di trame sociali e culturali, segnale espressivo di una società che prova a fermare l’istante metafisico, lasciando alla pittura la registrazione dell’invisibile (o del meno evidente).
Una panoramica di sei metri che trattiene radici profonde nell’Ottocento italiano, verso le fiumane socialiste di Pellizza da Volpedo, verso una pittura di masse che abbraccia la realtà in divenire ma anche le nature fluide del nuovo essere, il progresso ambizioso, l’empatia come diktat di salvezza. Un quadro imponente (assieme ai “figli” più piccoli in mostra) che è una dichiarazione d’amore per la pittura, una geografia drammaturgica di ossa, muscoli e sinapsi figurative; uno squarcio epico sull’umanità, ambizioso e teatrale nel rito espositivo, sorta di pietra sanguinante che alza il pathos collettivo (e connettivo).
Alfio Giurato ha coscienza dei volumi plastici, sente le tre dimensioni del corpo in uno spazio baconiano, compresso, oscuro come la dissoluzione dei sentimenti. La sua è una pittura di forze centrifughe, dove la tecnica echeggia l’idealismo di Cézanne mentre capta la natura fotografica dei corpi attuali, la loro potenza universale, il loro destino esemplare.
Il Nuovo Stato riparte dall’immaginazione, dall’immagine, dalla pittura…
Il Nuovo Stato supera la “glaciazione” sociale della pandemia, ritrovando nella sua umanità vigilante l’orizzonte della consapevolezza morale, del ciclo evolutivo, di un futuro che sta cambiando le nostre strategie d’esistenza.
Ripartire dalla pittura.
Ripartire da uno schieramento che è la consapevolezza del popolo verticale e la coscienza degli sguardi orizzontali.
Vibra in silenzio il corteo di quanti scelgono l’azione e mai la rassegnazione, in bilico morale tra i verticalismi sociali del rito collettivo e la linea orizzontale degli occhi coraggiosi.
Romberg conferma il suo rapporto privilegiato con la pittura italiana, in particolare con le centralità di un corpo narrativo, geneticamente fluido secondo i codici del presente, sfaccettato per mostrare le nostre fratture emotive. Alfio Giurato sceglie la via di un dipingere ibrido, in bilico tra materia ed evanescenza, compattezza e spaccatura, nitore e caos. Pittura metabolica, traccia istantanea di trame sociali e culturali, segnale espressivo di una società che prova a fermare l’istante metafisico, lasciando alla pittura la registrazione dell’invisibile (o del meno evidente).
Una panoramica di sei metri che trattiene radici profonde nell’Ottocento italiano, verso le fiumane socialiste di Pellizza da Volpedo, verso una pittura di masse che abbraccia la realtà in divenire ma anche le nature fluide del nuovo essere, il progresso ambizioso, l’empatia come diktat di salvezza. Un quadro imponente (assieme ai “figli” più piccoli in mostra) che è una dichiarazione d’amore per la pittura, una geografia drammaturgica di ossa, muscoli e sinapsi figurative; uno squarcio epico sull’umanità, ambizioso e teatrale nel rito espositivo, sorta di pietra sanguinante che alza il pathos collettivo (e connettivo).
Alfio Giurato ha coscienza dei volumi plastici, sente le tre dimensioni del corpo in uno spazio baconiano, compresso, oscuro come la dissoluzione dei sentimenti. La sua è una pittura di forze centrifughe, dove la tecnica echeggia l’idealismo di Cézanne mentre capta la natura fotografica dei corpi attuali, la loro potenza universale, il loro destino esemplare.
Il Nuovo Stato riparte dall’immaginazione, dall’immagine, dalla pittura…
Il Nuovo Stato supera la “glaciazione” sociale della pandemia, ritrovando nella sua umanità vigilante l’orizzonte della consapevolezza morale, del ciclo evolutivo, di un futuro che sta cambiando le nostre strategie d’esistenza.
26
settembre 2021
Alfio Giurato – Il Nuovo Stato
Dal 26 settembre al 21 novembre 2021
arte contemporanea
Location
ROMBERG ARTE CONTEMPORANEA
Latina, Viale Le Corbusier, (Latina)
Latina, Viale Le Corbusier, (Latina)
Orario di apertura
martedì - sabato 16-19:30
Vernissage
26 Settembre 2021, 16-20
Sito web
Ufficio stampa
Romberg
Autore
Curatore
Autore testo critico